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Articoli filtrati per data: Giovedì, 26 Ottobre 2017

 - di Rosario Fodale -

Simbolo della migrazione ? Certamente no!.

A Messina resistono all’ingiuria dei tempi, all’inciviltà di certi vandali locali e all’incuria imperdonabile degli amministratori alcune bellissime fontane che sono la gioia dei (mai troppi) turisti.

Una in particolare è – era – stupenda: la solenne, spettacolare Fontana Falconieri, già meta privilegiata dei turisti in transito verso Montalto o Cristo Re, ma oramai divenuta simile a una cloaca nera, sporca, limacciosa: icona inconfondibile, invero, dell’indifferenza della maggioranza dei messinesi alle loro bellezze artistiche (ma qualcosa pare muoversi su questo versante, ad opera di associazioni e gruppi di cittadini lungimiranti) e vergogna soprattutto di un’amministrazione che, inseguendo progetti magari ambiziosi, perde, purtroppo, un’occasione dietro l’altra, per incidere concretamente sul territorio, eliminandone scempi e  macroscopici segni di degrado. 

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PREMIO MARE NOSTRUM  SESTA EDIZIONE  PREMIO CELESTE CELI SESTA EDIZIONE SCADENZA 31 OTTOBRE

PREMIAZIONE 2 DICEMBRE SALONE DEGLI SPECCHI EX PROVINCIA


Messina. Il Premio Mare Nostrum, settima edizione indetto dall'Accademia Euromediterranea delle Arti,  presidente la prof Maria Teresa Prestigiacomo critico e giornalista, unitamente al Premio Mariaceleste Celi, sesta edizione, ideato da Anna Maria Celi e voluto ed accolto dalla famiglia Celi e dall'Accademia citata, ritorna con l'edizione 2017 che vedrà confrontarsi poeti, pittori, scultori e fotografi di tutta l Italia,  insieme a qualche  pittore straniero.

La scadenza, per aderire al concorso, è fissata per il 31 ottobre, la premiazione avrà luogo il 2 dicembre 2017 ore 16  presso il salone degli specchi dell'ex provincia regionale di Messina , oggi salone degli specchi della Città metropolitana, Corso Cavour, Messina.

Si  partecipa  per Mare Nostrum con poesia opera d arte fotografia,tema Mediterraneità, mare in senso lato Mediterraneo in tutti i suoi aspetti, dal borgo antico al mare al paesaggio mediterraneo...alle persone tipiche del Mediterraneo, mentre il premio Mariaceleste celi è riservato a poesie a tema libero. La giuria qualificata, sarà resa nota  il 10 novembre, contestualmente ai premiati. 

Le poesie potranno essere in Lingua Dialettale, vernacolo o in Lingua Italiana.

L Ufficio Stampa dell'Accademia Euromediterranea delle Arti

PREMIO MARE NOSTRUM MEDITERRANEO - 7ª EDIZIONE – 2017

nonché il premio internazionale di POESIA IN LINGUA ITALIANA e POESIA DIALETTALE

PREMIO MARIA CELESTE CELI - 6ª EDIZIONE - 2017

SCADENZA ADESIONI PER ENTRAMBI I PREMI

31 OTTOBRE 2017

REGOLAMENTO

1. Possono partecipare ai 2 premi artisti e poeti di qualsiasi nazionalità ed età (per i partecipanti minorenni

occorre la sottoscrizione di un genitore).

2. La quota di partecipazione è di € 20,oo per spese di segreteria per ciascuna opera.

3. La quota di partecipazione deve essere versata mediante


RICARICA POSTEPAY:   4023 6006 7389 1414

INTESTATA A:             GENNARO GALDI

CODICE FISCALE:        GLDGNR52D06F839F

BONIFICO BANCARIO FAVORE

ACCADEMIA EUROMEDITERRANEA DELLE ARTI

PRESSO B.A.P.R. – MESSINA TREMESTIERI

IBAN: IT13 K050 3616 503C C064 1731 354


4. L’iscrizione ai premi si compone di due fasi:

  1. Versamento della quota di partecipazione
  2. Trasmissione via mail del sottostante modulo di partecipazione compilato e corredato della copia del  versamento e della foto dell’opera ovvero del testo della poesia in concorso, secondo le indicazioni contenute nei punti seguenti.    

5. Il tema del “Premio Mare Nostrum Mediterraneo” è “Il mare” e/o “La Mediterraneità” mentre è libero per il “Premio Maria Celeste Celi”.

6. Le poesie debbono essere presentate in lingua italiana. Nel caso di opere in lingua straniera o in dialetto, occorre che le stesse siano tradotte in italiano a cura dell’artista.

7. Le opere e le poesie in concorso non debbono essere state già premiate in altri concorsi.

8. Ogni artista può partecipare con più opere purché versi altrettante quote di partecipazione (anche in una unica

soluzione) ed ogni opera sia accompagnata dal relativo modulo di partecipazione.

9. Le foto delle opere debbono essere inviate in formato JPEG o TIF mentre i testi delle poesie sono in formato WORD o PDF. Tutto il materiale indicato al “punto 4 lettera b” deve essere inviato via mail ad uno dei seguenti indirizzi:

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  –  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

10. Il termine per l’invio del materiale (che non sarà restituito) e per il pagamento della quota viene fissato tassativamente al 31/10/2017.

In base al numero delle adesioni pervenute entro la data di scadenza, il Consiglio Direttivo dell’Accademia deciderà se attivare TUTTE le sezioni ovvero procedere ad un eventuale accorpamento di alcune sezioni. Lo stesso Consiglio potrà, inoltre, effettuare una prima selezione delle opere e sottoporre al giudizio della Commissione soltanto le opere selezionate.

11. Tra tutte le opere selezionate e raggruppate in base a quanto detto al punto precedente, una commissione presieduta dalla Prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo, Presidente dell’Accademia, e formata da 5 membri (compreso presidente) scelti tra eminenti personalità del campo artistico e/o culturale, provvederà a suo insindacabile giudizio alla individuazione di tre vincitori per ogni sezione. La giuria potrà, inoltre, assegnare altri premi o menzioni, a suo inappellabile giudizio.

12. Ai primi tre classificati di ciascuna sezione saranno assegnate TARGHE e/o LIBRI e/o ALTRI PREMI. Inoltre, a tutti i partecipanti sarà assegnato il DIPLOMA DELL’ACCADEMIA; in caso di assenza alla cerimonia di Premiazione, il Diploma sarà inviato via mail.

13. L’Accademia provvederà a comunicare via mail e/o a mezzo telefono agli interessati il premio conseguito.

14. La cerimonia di premiazione si terrà a Messina, o in altra località della Provincia di Messina, sabato 25 Novembre 2017.

15. I vincitori delle sezioni PITTURA e FOTOGRAFIA potranno esporre l’opera in concorso alla cerimonia di premiazione. Tutte le spese relative al trasporto e all’eventuale assicurazione delle opere sono a totale cura e carico degli artisti.

16. Il premio assegnato dovrà essere ritirato direttamente dal premiato o da un suo delegato, la cui designazione

deve essere preventivamente comunicata all’Accademia.

17. Nel caso di comprovata impossibilità a ritirare il premio, lo stesso sarà spedito al vincitore a mezzo corriere a

carico del destinatario (Euro 10,00).

  

18. Le spese di viaggio e soggiorno per il ritiro del premio sono ad esclusivo carico degli stessi premiati.

19. L’Accademia potrà chiedere e ricevere patrocini e sponsorizzazioni sia di Enti pubblici che di Società private senza dover dare conto e giustificazioni ai partecipanti.

20. I partecipanti dichiarano di essere gli autori delle opere inviate per la partecipazione al Concorso e di disporre

di tutti i diritti su di esse. L´Accademia declina ogni responsabilità sulla veridicità delle informazioni che le saranno fornite. Ogni partecipante, inviando le foto e/o i testi e le informazioni per la pubblicazione, se ne assume la piena responsabilità.

21. I partecipanti, con la sola adesione al concorso, autorizzano l’Accademia e/o suoi eventuali patrocinanti e sponsor alla pubblicazione ed alla diffusione non commerciale delle opere.

22. La partecipazione al concorso implica la accettazione di tutte le norme contenute nel presente regolamento. L´Accademia si riserva di decidere su quanto non previsto dal presente Regolamento.

Messina, 16 Giugno 2017

IL VICE PRESIDENTE

Gennaro Galdi

CONTATTI:  PRESIDENTE                       Maria Teresa Prestigiacomo Tel +39 3427634086 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  

      VICEPRESIDENTE    Gennaro Galdi Tel +39 3396388666 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  



MODULO DI PARTECIPAZIONE

PREMIO MARE NOSTRUM MEDITERRANEO

7ª EDIZIONE – ANNO 2017

PREMIO MARIA CELESTE CELI

6ª EDIZIONE – ANNO 2017


Si prega d      i compilare un modulo per ogni opera in concorso

LA/IL SOTTOSCRITTA/O ………………………………………………………………………….

NATA/O A ……………………………………………………………………………………………

IL  ……………………………………………………………………………………………………..

DOMICILIATA/O A…………………………………………………………………………………..

PROVINCIA …………………………………………………….. CAP ……………………………

IN VIA/PIAZZA …………………………………………………………………………. N. ……….

TELEFONO ………………………………………………………………………………………….

E-MAIL ……………………………………………………………………………………………….

INTENDE PARTECIPARE AL

     PREMIO MARE NOSTRUM MEDITERRANEO - 7ª EDIZIONE – 2017

     SEZIONE PITTURA                                             SEZIONE FOTOGRAFIA

     SEZIONE POESIA IN ITALIANO                          SEZIONE POESIA DIALETTALE   

     PREMIO MARIA CELESTE CELI - 6ª EDIZIONE – 2017

     SEZIONE POESIA IN ITALIANO                          SEZIONE POESIA DIALETTALE   

INDETTO DALLA “ASSOCIAZONE CULTURALE ACCADEMIA EUROMEDITERRANEA DELLE ARTI”, CON LA SEGUENTE OPERA: 

          

      TITOLO:            ………….…………………...…………………………………………………………

TECNICA E DIMENSIONI …………………………………………………………………….………

NOTE:              ………………...……………………………………………………………………….

LA/IL SOTTOSCRITTA/O ………………………………………………………………………….. 

DICHIARA

  1. DI ACCETTARE TUTTI I PUNTI DEL REGOLAMENTO DEL “PREMIO MARE NOSTRUM MEDITERRANEO 2017” E DEL “PREMIO MARIA CELESTE CELI 2017”;
  2. DI ESSERE L’AUTORE DELL’OPERA PRESENTATA E DI DISPORRE DI TUTTI I DIRITTI SULLA STESSA;
  3. CHE L’OPERA PRESENTATA NON È STATA PREMIATA IN ALCUN ALTRO PREMIO E/O CONCORSO.  

LUOGO E DATA     …………………………………………………………………………………

FIRMA DEL PARTECIPANTE ……………………………………………………………………..

(Nel caso di partecipanti minorenni OCCORRE la sottoscrizione di un genitore)

INFORMATIVA AI SENSI DELL'ART. 13 D.LGS. 196/2003

CON LA SOTTOSCRIZIONE DEL PRESENTE MODULO, IL PARTECIPANTE AI PREMI SOPRAINDICATI AUTORIZZA LA “ASSOCIAZIONE CULTURALE ACCADEMIA EUROMEDITERRANEA DELLE ARTI”  AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI NEL RISPETTO DEI PRINCIPI INDICATI DELL'ART. 13 D.LGS. 196/2003 "TUTELA DELLE PERSONE E DI ALTRI SOGGETTI RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI".

LUOGO E DATA                      ……………………………………………..................................................     

FIRMA DEL PARTECIPANTE   ..……………………………………….….…………………………………..

(Nel caso di partecipanti minorenni OCCORRE la sottoscrizione di un genitore)

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Almeno siamo Primi, nella città dello Stretto, a Messina, una volta tanto: la Pasticceria messinese vince in campo nazionale e regionale: a classificarsi al primo posto, al concorso nazionale per il PANETTONE ed al secondo posto al concorso nazionale, è proprio una pasticceria messinese, cara ai golosi dello Stretto e sempre vicina con brillante successo, nelle feste e ricorrenze  più importanti di tante famiglie messinesi in cui, per tradizione, bando a tassi glicemici ed alle diete del minestrone, certamente “Il dolce non può mancare nelle festività”.

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A Bari, sotto il patrocinio dell’associazione  Goloasi.it  ( portale delle Pasticcerie e Gelaterie )  che si occupa della valorizzazione delle eccellenze dolciarie italiane,  si è svolto il concorso   “Il miglior Panettone artigianale d’Italia” che ha visto partecipare oltre novanta tra pasticceri e fornai da tutta l’Italia.  Dopo un’attenta selezione,  il giorno 23 Ottobre 2017 si è conclusa la finale  tra i venticinque artigiani finalisti,  con il prestigioso ed ambito Premio conseguito dal Maestro Pasticcere Lillo Vinci (dell’omonima pasticceria di via Palermo, a Messina),  assegnando il primo posto, come miglior panettone tradizionale siciliano ed il secondo posto a livello nazionale.

Siamo orgogliosi del conseguimento di questo Premio del maestro pasticcere Lillo Vinci che ha l ‘onore  di portare ancora più in alto il valore della pasticceria messinese. A questo punto, una domanda è d’obbligo:

Qual è stato il suo maestro, Lillo Vinci? “Ognuno di noi ha un suo Maestro, nella vita! Guai se non fosse così: io ho avuto per Maestro Fabrizio Donatone (campione del mondo di pasticceria ) che ringrazio vivamente per questo Premio, questi Premi che sono anche frutto delle sue lezioni magistrali; ringrazio anche mia moglie (mia collaboratrice) e tutto il mio staff per il supporto  che offrono,  affinchè possano realizzarsi  i prodotti.” Noi aggiungiamo che i prodotti Vinci sono dei Capolavori dell’Arte pasticcera, come sono state definite e sue creazioni di alta pasticceria, per qualità e bontà del prodotto.  

Pubblicato in Comunicati stampa
Giovedì, 26 Ottobre 2017 06:51

"ASTERISCHI"

  - di Pippo Rando -

ASTERISCHI

Cos’e pazz: vivo in una città dove non c’è intellettuale, professionista, poeta, artista, giornalista, panettiere, negoziante, barbiere, salumaio che non si ritenga infallibile e non ostenti amore smodato di sé nonché disprezzo per i “concorrenti”; purtroppo, a me capita -  non spesso ma talvolta, sì - di mostrare la mia fralezza (poet.) d’uomo, ontologicamente limitato come tutti gli esseri umani, e di ammettere i miei errori: per distrazione, disinformazione o altro, ma errori tuttavia. Devo prenderne atto: sono strano, in questa città di (presunti) giganti.

***

Mi è capitato di assistere, qualche giorno fa, per puro caso, a una discussione tra due autorità, «due canizie», per dirla con Manzoni: forse, due professori universitari

Il più alto dei due, (possibile controfigura del Gino Bramieri prosciugato degli ultimi anni) esibiva un nasone lungo, quasi equino, pendulo sul labro superiore, un sorriso largo, stampato sulla bocca semiaperta, rughe marcate sulla fronte e sulle guance, cravatta e camicia giovanili. Rivolto al collega, ripeteva quella che doveva essere la supercazzola (per lo Zingarelli, «parola o frase senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l’interlocutore») preferita: «È un orco il cane?». Ma trasudava dagli occhi, dal naso, dalle rughe, dalla bocca, dalla cravatta, dalla camicia, dalle scarpe, uno sfrenato culto di sé, della sua alta carica, del suo prestigio esaltato dalla gratificante prossimità del collega.

Il suo corpo, invero, parlava, come tutti i corpi peraltro. E il linguaggio del corpo non è mai menzognero: «Io ho “attraversato la vita in carrozza”; non ho mai incontrato “il male di vivere”; non conosco, facendo gli scongiuri, dolori, sofferenze, morti di cari; me ne frego dei sentimenti popolari di uguaglianza, solidarietà, amicizia, amore; io sono io e gli altri non sono un cazzo». Si capiva, peraltro, di primo acchito, che ignorava le gioie del dialogo tra pari: solo rapporti gerarchici, per lui, dall’alto in basso o dal basso in alto, magari all’insegna di supercazzole: «È un orco il cane?».

L’altro, più mingherlino, ma di più alto livello gerarchico, era un uomo grigio, incolore, affogato in una bolla di grigio: i tratti tanto comuni da essere facilmente obliterati. Rispondeva con mezze parole e mezzi sorrisi al collega, che parlava con la bocca e non diceva nulla, ma era chiaramente gratificato dal rispetto implicito del collega stesso. Anche il suo corpo parlava: «Questo stronzo è più alto di me e avrà avuto più donne di me, ma sta più in basso di me e lo sa; io sono io e gli altri non sono un cazzo».

Il 23 maggio 1967 sulle colonne del “Corriere della Sera” Dino Buzzati pubblicò questa straordinaria parabola. Una “Utopia” a modo di Orwell (1984) e di Huxley (Il mondo nuovo) più che Thomas More. Un “ciò-che-non-è-in nessun-luogo” non più per la sua perfezione e bellezza ma per la sua perversità. Con un tipico finale alla Buzzati, che sublima il sarcasmo di buona parte del racconto. Un testo poco noto e raramente pubblicato: per questo ho ritenuto di condividerlo qui.https://www.paginatre.it/online/wp-content/uploads/2016/04/Il-cammino-e-la-pietate.epub

MDT

Eliminate che furono le cosiddette ingiustizie sociali, il governo si rese conto di aver fatto, per la felicità della popolazione, poco o niente. Varie altre amarissime ingiustizie rimanevano da sanare. Ormai non esistevano più ricchi e poveri. Esistevano soltanto poveri. Tecnicamente questa era la soluzione esatta.

La vergogna delle ingiustizie consiste infatti soltanto nelle sofferenze che esse provocano. Chi ha fame soffre soprattutto perché sa che altri, coi medesimi suoi diritti, pasteggia a caviale e champagne. Se la fame la soffrono tutti e non c’è più nessuno che mangi a piacimento, è più che sopportabile. Il dolore di chi muore è la consapevolezza che gli altri continueranno a vivere: se tutti dovessero morire insieme con lui, non dico che sarebbe una festa, ma quasi. Ne consegue che l’importante non era già di sfamare i poveri bensì di affamare i ricchi. Come appunto venne fatto. Ora è innegabile che la scomparsa delle ingiustizie economiche rappresentava un gran passo avanti. Non per questo tuttavia la gente riusciva ad essere felice.

fffffz
Si erano abolite le ingiustizie dovute a una difettosa o malsana organizzazione, cioè alla inettitudine o iniquità umana. Permanevano le deplorevoli ingiustizie fisiche e intellettuali dovute semplicemente alla natura.
Perché io sono brutta e nessuno mi guarda – si domandava per esempio una ragazza di squallido aspetto – mentre la mia amica, bellissima, è assediata dagli ammiratori, e uomini ricchissimi, importantissimi e affascinanti la chiedono in sposa? Che cosa ho fatto di male? Che maggiori meriti ha quella lì? Non è una ingiustizia?
Più grave per le donne, questa disparità fisica contristava anche una quantità di maschi, nati tapini, piccoli, gracili, sgradevoli di volto. Costoro vedevano i coetanei fortunati passare vittoriosamente da un amore all’altro, varcare trionfalmente le più ambite ed esclusive soglie mondane, affermarsi negli sport, raccogliere fruttuose simpatie nel campo del lavoro. Anch’essi pensavano: perché loro sì e io no? Che cosa ho fatto di male? Non è una ingiustizia?

Ardua fu la realizzazione di questa seconda grande riforma. Difficoltà tecniche e psicologiche. Eppure, grazie all’ausilio della scienza, ogni ostacolo venne superato.
Non si potevano trasformare le arpie in veneri, i cercopitechi in apolli. Si poteva però fare il contrario, così da raggiungere un livellamento estetico che non desse più luogo a mortificanti e talora tragiche gelosie.
L’intera popolazione venne passata al vaglio da apposite commissioni. Uomini e donne favoriti dalla natura vennero schedati, quindi costretti a subire un trattamento per nulla doloroso, approntato dal ministero dell’igiene. Si trattava di semplici iniezioni le quali, a seconda dei casi, provocavano un rapido e deturpante ingrassamento, facevano esplodere repellenti macchie cutanee, rammollivano i muscoli, promuovevano una crescita abnorme dei nasi, deformavano le bocche e il seno, appannavano o rimpicciolivano gli occhi, in base a sapienti graduazioni. Nel giro di pochi anni nel paese non ci fu più una sola donna che si potesse chiamare bella secondo i classici criteri, né un maschio che potesse primeggiare per prestanza fisica.
Certo, per i minorati artificiali, l’afflizione fu grande. Tuttavia il loro sacrificio, come era già avvenuto col livellamento economico, era ampiamente compensato dalla soddisfazione dei minorati naturali i quali costituivano la stragrande maggioranza. Non più invidie, non più odi, non più complessi di inferiorità. Senza contare che, non essendo più disponibili esemplari umani di splendide forme, anche il gusto collettivo ben presto si modificò, accettando per buoni dei corpi e dei volti che un tempo sarebbero stati giudicati disastrosi. Era così tolta di mezzo una fonte inesauribile di amarezze e scontenti.
Si era infine raggiunta la soddisfazione generale, la serenità di tutti gli animi? Ahimè, una uguaglianza effettiva era ancora di là da venire.
Ben presto si lamentò un inconveniente, che del resto era facilmente prevedibile: anche se nessuno poteva arricchire, anche se nessuno poteva eclissare gli altri con la sua bellezza, anche se le condizioni di partenza erano uguali per tutti, anche se a tutti veniva somministrata una identica istruzione, già nel corso dell’adolescenza si manifestavano, da individuo a individuo, allarmanti disparità. C’erano gli intelligenti e gli zucconi, i crani pieni di fosforo e quelli pieni di ovatta.
Chiaro che nella vita i primi, che erano una piccola minoranza, avevano un netto sopravvento, accaparrandosi i posti di direzione e di comando con tutti i vantaggi relativi, sociali e materiali. Ecco dunque ancora un vergognoso privilegio, che faceva ancora più spicco di un tempo, le altre disuguaglianze essendo scomparse.
Anche in questo frangente si determinò una corrente di opinioni che diede vita a un grosso partito politico: la sua finalità, abolire questa ultima ingiustizia, fonte di infelicità per una massa immensa di persone. Ma come? Realizzando l’incretinimento artificiale delle persone più intellettualmente più dotate?

Proprio così. Per quanto mostruoso, il progetto, attraverso violente campagne di stampa, movimenti di piazza e perfino attentati, riuscì ad imporsi. E vari scienziati, nella speranza di ottenere una esenzione dalla incombente purga, si prestarono a fornire i mezzi per il ridimensionamento collettivo dei cervelli.
Inutilmente si faceva presente come, tarpate le ali agli ingegni migliori, il paese non avrebbe fatto più un passo sulla strada del progresso.
Quale progresso? si chiedeva. Il progresso scientifico e tecnico, si rispondeva. E i riformatori: A quello ci penseranno i paesi capitalisti, noi potremo sempre importarlo.
Il governo, naturalmente, era contrario, anche perché formato da uomini e donne di intelligenza supernormale i quali non avevano nessuna voglia di lasciarsela togliere. Ma le forze armate di cui esso disponeva, esercito, polizia, guardia nazionale, erano invece formate, nella quasi totalità, da teste mediocri se non addirittura da autentici somari.
I battaglioni schierati a contenere la «rivolta degli asini», non resistettero, facendo subito causa comune con gli insorti: dopo tutto, anche i soldati e le guardie soffrivano di quella superstite ingiustizia.
Una giunta, di idioti naturalmente, si impadronì delle leve del potere. Le galere non bastarono a contenere tutti i cittadini intelligenti o sospetti di intelligenza, che furono dichiarati nemici della patria. Alla periferia delle città sorsero vasti campi di concentramento.
Quindi i malcapitati furono tratti, a scaglioni, negli istituti dove, con appositi trattamenti fisici e chimici, si trasformavano le aquile in marmotte.
Dopodiché tutti si trovarono ad essere ottusi pressappoco allo stesso identico livello: con giubilo universale perché ormai anche i «castrati di mente» non erano più in grado di apprezzare i vantaggi dell’intelligenza.
Ci si accorse poi con molta soddisfazione che, non emergendo più spiccati talenti, l’amministrazione della cosa pubblica procedeva di gran lunga più ordinata e spedita di un tempo, insomma che un certo clima di cretinismo diffuso era favorevole, anziché controproducente, all’attività governativa.
Ora, finalmente, nessuno più poteva lamentarsi di ingiustizie, tranne quelle attinenti alle malattie, le quali però, in confronto al passato erano molto ridotte di numero e di virulenza. Ci si doveva dunque attendere l’avvento di una serenità, se non di una felicità generale.

linguaggio del corpo

Pubblicato in Angolo di Giuseppe Rando

- di M.C. -  

Si terrà domenica prossima, 29 ottobre, alle ore 17,30, presso l’Auditorium del Parco Urbano “Maggiore La Rosa” di Barcellona Pozzo di Gotto, la presentazione del libro “Vicoli di Barcellona e Pozzo di Gotto” di Bernardo Dell’Aglio, pubblicato da Giambra Editori. Il libro è già stato presentato ai soci della Genius Loci e alla stampa lo scorso 14 ottobre nel vicolo Pensabene, e un ulteriore presentazione è prevista per il 19 novembre in un vicolo di Pozzo di Gotto.

A parlare del libro saranno gli autori delle due prefazioni del libro, Padre Santo Colosi, Arciprete della Parrocchia S. Maria Assunta di Pozzo di Gotto e l’architetto-urbanista Giovanni Pantano. Interverrà altresì il Presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Messina, architetto Umberto Giorgio. Porteranno i saluti il sindaco della Città Roberto Materia e l’Assessore alla Cultura Ilenia Torre. La presentazione sarà introdotta da Marcello Crinò, componente del direttivo della “Genius Loci”.

Il libro di Bernardo Dell’Aglio, Presidente della Associazione Culturale “Genius Loci”, consta di 188 pagine. Di queste ben 120 sono occupate dalle foto che caratterizzano i vicoli ed alcune vie della città, fornendo una odierna “immagine di insieme” della loro bellezza ma anche del loro degrado a causa di responsabilità collettive.

Un viaggio a ritroso nel tempo, per riscoprire questi  luoghi, le famiglie che ci vivevano, le storie, i personaggi popolari con i loro soprannomi, che caratterizzavano i vicoli ed i bagli della nostra città. “Luoghi della memoria” per molti, ma anche luoghi di produzione e di aggregazione sociale, costituiti da un tessuto sociale ben  integrato. Una città, incentrata su questa “anima popolare” cara all’autore, che a poco a poco si andava a formare.

Pubblicato in Comunicati stampa