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Arianna Lombardo Facciale nasce a Messina nel 1989. Passa l'adolescenza a S. Marina di Salina (ME) per poi trasferirsi a Capo d'Orlando dove si diploma nel 2009 presso l'Istituto Statale D'Arte in restauro opere lignee. Dal 2009 frequenta l'Accademia di Belle Arti "Leonardo da Vinci" di Capo d'Orlando indirizzo Decorazione, attualmente è laureanda con una tesi in Storia dell'Arte con
argomento lo studio della Chiesa di Santa Marina di Salina. Ha partecipato ad alcune estemporanee, mostre collettive e concorsi.
2010- Esposizione delle arti visive in ricordo di Tano Cuva, associazione Homo Faber a Capo d'Orlando.
2010- "Bacco, Tabacco e Venere" a San Salvatore di Fitalia.
2011- finalista alla seconda edizione del Premio Ricoh sezione pittura.
2011-mosta "la Follia in un Angolo" Barcellona P. G.
2011- partecipazione alla mostra di beneficenza del Premio Ricoh riservata ai finalisti della II
edizione a Milano.
2012- Concorso "San Leone nell'arte" prima edizione, associazione Pro Loco Sinagra a Sinagra.
2012- Periplo I edizione "Viaggio nella pittura siciliana contemporanea", associazione "Leggerezza solida", Palazzo Trabia Santo Stefano di Camastra.
2013- mostra "Creativity: young art talent", Prof. M. Cappotto, a Capo d'Orlando e in altri paesi

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La ditta Murabito Antonino nasce nel 2002 dalla passione per la pietra e per la natura, con l’intento di realizzare opere a basso impatto ambientale.Nel febbraio 2010 lo spirito di innovazione della Edilem s.r.l. si sposa con l’esperienza della ditta “Murabito A.” per dar vita a un’impresa ancora più competitiva

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La ditta Edilem s.r.l. nasce nel 2008 con la concezione di operare sul campo distinguendosi per la qualità delle opere realizzate, rispettando quindi in ogni loro parte i canoni ingegneristici ed architettonici di : Utilità, Comodità, Funzionalità, Qualità e Bellezza.

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Nell’ estate 2010 insieme conseguegono la certificazione di qualità ISO 9001:2008 e ottengono l’attestazione SOA per l’OG1 III e l’OG2 II. Imprese polivalenti dotate di personale formato e qualificato suddiviso in squadre specializzate per settore eseguono: Costruzioni, Ristrutturazioni, Scavi e Reinterri, Movimento terra, Lavori Agricoli ( potatura e decespugliamento/ ordinari e straordinari), Verde Pubblico, Interventi Di Risanamento di natura idrogeologica, Fornitura di blocchi di pietra, F.e.P.O. Di pietra e marmi lavorati, Oggettistica in pietra e/o marmo, Opere di Scultura e di piccola architettura in pietra e/o marmo, Realizzazione artigianale di pavimenti in scaglie di marmo.

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Pubblicità apparsa sul quotidiano “ Capitan Fracassa “ di Messina il 06/07/1911

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 (foto 2)  Sede dell’attivita’ nella metà degli anni 20 in Via Garibaldi 21

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  (Foto 3)    Sede dell’attività dalla fine degli anni 30 alla fine degli anni 50 in Via Garibaldi 6

 

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(foto 4) Autorizzazione all’attività per l’estensione di vendita di oggetti preziosi

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(foto 5 )    Sede dell’attività negli anni 60 in Via dei Mille Is. 100

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(foto 6) Attuale sede dal 1973 in Via XXVII Luglio Is. 190

L’azienda nasce nel 1873 con il titolare Carmelo Amoroso,  (15-6-1852    17-4-1922) che svolgeva anche attività di grossista di pezzi di ricambio per orologi e,  come si evince dalla pubblicità evidente sul quotidiano messinese “Capitan Fracassa” del 06/07/1911, la sede dell’esercizio era allocata in Via Primo Settembre

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(foto 7) (Fru fru -  vecchio trapano usato agli inizi del secolo)

Verso la metà degli anni 20 si trasferisce in Via Garibaldi al n° 21, per spostarsi più tardi nel palazzo di fronte al civico 6 accanto al Diurno Modernissimo, dove rimarrà fino alla fine degli anni 50. Nel 1960 si trasferisce in Via dei Mille, ang. Via Aurelio Saffi, per arrivare nel 1973 nella sede attuale

L’azienda diventa laboratorio di orologeria dove hanno avuto modo di formarsi professionalmente i genitori di alcuni  esercenti  tuttora attivi in quel campo.

L’attività si tramanda in famiglia attraverso il figlio Tommaso (26-8-1885 21-2-1949) che la amplia anche mediante la vendita di oggetti preziosi. (foto 4)

Nella foto 2 si vede Tommaso Amoroso, con accanto i collaboratori Salvatore Bilardo e Girolamo Gullo i cui figli tuttora esercitano attività di orafi e gioiellieri. Nella stessa foto è evidente un vecchio orologio a bandiera a cui,  tramite una scala,  veniva data la corda che generalmente durava circa 15 giorni.

E, visto che buon sangue non mente anche il nipote Carmelo Amoroso  (27-06-1936) negli anni 50  intraprende l’attività di famiglia.

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(Foto 8) Carmelo Amoroso nel 1953 giovane artigiano

Per chi ai giorni nostri vede la città spegnersi, avvilita da anni di generale disattenzione, è tuttavia possibile coltivare una speranza di operosità artigianale che affonda le sue radici in una Messina diversa e intraprendente.

Nel retro della sua bottega- laboratorio di via XXVII Luglio si può ancora incontrare Carmelo Amoroso, intento a ridare il tempo ad orologi appesantiti dagli anni.

Chi ha avuto la possibilità di conoscere qualche tempo fa il giovane Carmelo, curvo e intento a dialogare con orologi di ogni tipo per capire le ragioni del guasto, così come i medici che visitano i pazienti, sa che l’uomo e l’artigiano non si sono mai arresi di fronte ad alcun problema, riparando, sostituendo, modificando e, se del caso, creando quanto necessario per assicurare la funzionalità di macchine meravigliose.

Oggi la stragrande maggioranza dei messinesi che continua a portare storici orologi da polso o da taschino o che in casa ha la fortuna di avere orologi a pendolo lo può fare grazie soprattutto agli interventi del nostro Carmelo Amoroso.

A prescindere dai nomi illustri di marche famose e di garanzie nel tempo limitate, la funzionalità di macchine quali gli orologi è stata sempre assicurata dai maestri artigiani. Nel settore specifico Carmelo Amoroso, proseguendo nel solco operoso predisposto dai suoi predecessori, occupa ancora oggi un ruolo importantissimo anche per i riflessi sulla formazione delle nuove generazioni.

Se il trascorrere del tempo non sarà limitato nel futuro all’osservazione dei numeri in rapido movimento sui display dei telefonini e dei computer e se potremo continuare a vivere la magia del tic-tac di un orologio, lo dovremo anche e soprattutto a questi nostri laboriosi artigiani che conservano e tramandano manufatti che hanno accompagnato la nostra storia.

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Grazie dunque a Carmelo Amoroso che con il suo sorriso mite e dolce continua ad operare per tutti noi.

 

Il Salone delle Feste di Palazzo Salleo a Sinagra ha ospitato la terza edizione del em ideato dalla Proloco guidata dalla dottoressa Vincenza Mola.

A ritirare il premio, per l’alto profilo personale e professionale, sono state Giuseppina Paterniti giornalista inviato della Rai da Bruxelles; Inger Iohanne Mola capitano d’impresa di origini norvegesi ma fortemente innamorata della Sicilia e Maria Andaloro, editore fortemente impegnata nelle attività sociali e culturali a difesa delle dignità delle donne e artefice del progetto “Posto Occupato”, che negli ultimi anni sta contribuendo a riportare al centro delle attenzioni il ruolo della donna e la difesa della persona.

Queste le motivazioni del premio conferito alle tre donne nella giornata dedicata per antonomasia a loro, ma che è stata vissuta nell’ambito della manifestazione a Sinagra decisamente in maniera non convenzionale e libera da implicazioni di carattere speculativi e commerciali.

A Giuseppina Paterniti,  “per avere, con il suo lavoro giornalistico, raccontato con puntualità e precisione i cambiamenti della nostra società contribuendo a consolidare nell’opinione pubblica una importante cultura europeista”.

A Inger Johanne Mola, “per avere con il suo impegno professionale e umano, contribuito al rafforzamento della classe imprenditoriale norvegese trasferendo la cultura e lo stile siciliano e italiano nella sua attività sociale e politica”.  

 A Maria Andaloro, “per il suo impegno a favore del rafforzamento della cultura a difesa delle donne con tutta una serie di attività che hanno riportato al centro dell’attenzione il valore dell’individuo e della persona umana”.

Alla cerimonia è intervenuto anche il sindaco di Sinagra Enza Maccora, la cantastorie Rosita Caliò e l’artista Miriam Carini che ha realizzato i premi di questa edizione.

“Abbiamo premiato – commenta Enza Mola - tre donne che rispondono perfettamente alla filosofia del premio Semplicemente, Straordinariamente Donna che rappresenta un riconoscimento al grande lavoro svolto dalle donne nella nostra società. A queste tre donne, cittadine del mondo ma con chiare radici siciliane la Proloco di Sinagra, in tutte le sue componenti e a nome dell’intera Comunità, ha rivolto l’apprezzamento che si riserva a personalità di specchiato e sicuro valore umano e professionale”.

Nel corso della serata, moderata da Marcello Proietto di Silvestro, è stato rimarcato come “negli ambiti meritocratici la partecipazione della donna si attesta su livelli accettabili mentre ancora in altre realtà non esiste una vera parità di genere: necessario – hanno sottolineato tre le altre Paterniti e Andaloro – intervenire con dei correttivi legislativi, che alcuni chiamano quote ma che hanno il senso del ripristino della democrazia di partecipazione”.

Il richiamo alla nuova legge elettorale in discussione in queste settimane è quanto mai scontato e nonostante la pari dignità sia un concetto sbandierato e condiviso (a parole) da tutti, restano ancora aperti numerosi fronti sensibili: dalla politica, alle istituzioni economiche, passando per la ricerca e il management. Necessario invertire la rotta.

“Non dobbiamo abbassare la guardia – ha concluso Maria Andaloro – e siamo tutti chiamati a qualsiasi livello a combattere ogni forma di violenza sulle donne. Partiamo dai nostri quartieri, dai centri anche piccoli per riaffermare la cultura del rispetto e della dignità della persona”.

La Redazione

venIl Centro Diurno di Furci Siculo ha ospitato nel giorno della “ Festa della Donna”, una brillante iniziativa promossa dall’associazione di volontariato “ Amici della Natura Tarc”, presieduta in modo impeccabile dalla Prof.ssa Melina Scarcella, collaborata da Rosaria Ucchino con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Furci Siculo. Interveniva il Sindaco Sebastiano Foti che era accompagnato dal Vice Sindaco Mariavera Scarcella,  Un folto e numeroso pubblico formato in particolare da donne e da personalità provenienti da Messina e dalla provincia, vedeva tra gli altri l’artista di chiara fama Dimitri Salonia,che come è noto ha realizzato un’opera di eccezionale significato e valore artistico; “L’Installazione “, che presenta specifiche espressioni della civiltà storica e dei beni culturali considerati dall’UNESCO e dei momenti dell’oggi. La suddetta opera  ha confermato il Maestro sarà presentata alla Biennale di Venezia.Era anche presente l’Avvocato Cassazionista Giuseppa Giannetto. A porgere il saluto e gli alti auspici dell’Università della Pace della Svizzera Italiana era il Prof Domenico Venuti nella qualità di Prorettore, Già Primo Consigliere del Ministro Plenipotenziario di Polonia Karo Kleszczynski, che nel corso del suo intervento, nel considerare i vari aspetti delle etnie, diceva: -“ a volte, per tradizioni assurde,per quanto sappiamo, soffocano la libertà delle donne e la loro dignità ed i propri diritti, alla coraggiosa Malila, proposta al “Premio Nobel per la Pace “.Si soffermava inoltre sui processi di interazione dialogica delle donne, vere mediatrici di culture diverse ed alla loro emancipazione, molto spesso sofferta facendo riferimento alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, mentre asseriva nel lanciare un messaggio ai paesi del Consiglio d’Europa per la ratifica della Convenzione, che Presidente della Repubblica Italiana dichiarava :” La Donna è Civiltà”. Interessanti e ricchi di spunti di riflessione si rivelavano le percussioni etniche dell’ eccellente Orchestra Multietnica Ritmo Liva Diretto dalla Maestra Maria  Grazia Armaleo. Toccante per l’intensità emozionale e per i profondi significati era il momento della lettura delle liriche. L’Incontro permetteva di considerare i grandi valori porti dalla “donna” ed il suo contributo di mediatrice culturale che contribuisce in modo intellegibile alla solidarietà fra i popoli ed agli apporti di pace nel mondo        

La Redazione

SvizzeraLa Cooperativa  Trapper  che, con  meritevole dedizione,  da tempo rivolge la sua cura ed attenzione al luogo  dove si pensa sia stato sepolto Antonello da Messina, ha chiamato nella nostra città Silvano  Vinceti,  Presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei beni storici  culturali  e ambientali , al fine di pervenire alla certezza del seppellimento di questo grande maestro del ‘400, proprio nella chiesa Santa Maria di Gesù Superiore nell’area archeologica del viale Giostra. L’esperto nel corso della visita era accompagnato da rappresentanti .di Istituzioni  che si pensa, daranno il proprio apporto per portare  a soluzione l’importante quesito: “la verità sulla sepoltura di Antonello da Messina”.  Le istituzioni  erano: la    Sovrintendenza ai BB:CC:AA: , il Comune,  la Regione, cui si aggiungeva, al fine di porgere la più viva adesione  alla rilevante iniziativa,  il Direttore del Cnr-Ipcf, Cirino Vasi ,  Gaetano Pennino,  Capo di  Gabinetto  dell’Assessore ai Beni Culturali  Maria Rita Sgarlata; il Presidente della VI Commissione  Cultura all’Ars , Marcello Greco disponibile  ad indire una riunione di una apposita commissione,. l’Università della Pace della Svizzera Switzerland, rappresentata dal proprio docente di beni culturali e ambientali  nella qualità di Prorettore Prof Domenico Venuti . Vincenti  era dell’idea dell’opportunità di uno scavo, anche perché convinto che potrebbe venire anche alla luce una chiesa del secolo XII  Bene notevolmente prezioso  per  la “Città del Peloro, perché a causa dei vari disastri dovuti ai terremoti,  conserva relativamente poco del suo glorioso passato. L’archeologo nel corso dei suoi interventi   teneva a rilevare che la città di Messina potrebbe godere  per il notevole richiamo di visitatori, un concreto rilancio economico. L’ ”archeologo “,  nel corso della Conferenza  stampa che aveva luogo nella Sala Consiglio del Comune di Messina,  rilevava  considerati  i concreti benefici  che saranno ottenuti dagli scavi , che però  prevedono  i  carotaggi,  lo studio dei materiali  e   le analisi sui resti  organici, essenziali   per pervenire a certezze  sulle spoglie di Antonello..non si può sottacere la necessità di finanziamenti  al  fine della realizzazione del progetto,. Nel corso dell’incontro,   fondamentale  si rilevava,  per i valori concettuali espressi e l’opportuno  coordinamento ,  l’apporto di Pippo Previti, già Presidente del Consiglio Comunale,  sempre in prima linea per fatti  sociali ,culturali e di richiamo  storico sulla città  di Messina, che si dichiara certo della presenza della tomba  di Antonello da Messina. A tal proposito  asseriva che  lo stesso  Antonello nel suo testamento redatto dal notaio  Antonio Margianti,  chiedeva di essere  sepolto  nella chiesa” Santa Maria Jesus” , fatto confermato dagli eredi.  A costoro si aggiungeva  in tal senso Gaetano La Corte  Calier   . Interessanti erano  le competenti considerazioni  storiche porte dall’ Arch.Nino Principato cui seguivano  gli interventi del  Dott.Toni Malatino; della Dott.ssa Anna Maria Celi,  di Lega Ambiente e di altri studiosi e appassionati.- 

 

matteo-renziNulla di anormale se i moderati hanno votato no alla fiducia al nuovo governo evitando di farsi abbagliare dagli specchietti che normalmente attirano le povere allodole che vengono poi prese a schioppettate da parte di cacciatori appostati nelle immediate vicinanze.  La cautela è d’obbligo anche se il simpatico giovane fiorentino non è dello stesso conio dei vecchi, ma anche dei nuovi dirigenti del PD, e a differenza di detti dirigenti (!) non si è fatto guidare dall’odio che ha contraddistinto la lunga stagione del ventennio della Seconda Repubblica.

Si, è vero, Renzi non nasce nelle covate comuniste, e anche se figlio ‘degli ‘utili idioti’, quali erano i cattocomunismi, non acquisisce il bagaglio ‘culturale’ delle generazioni cresciute con la doppia morale della sinistra che, con l’avvento di Berlinguer, è diventato il bagaglio fondamentale. Ed è, anche, vero che il Sindaco toscano ha dimostrato carattere e coraggio, che di sicuro sono state le chiavi per avviare quella ‘rivoluzione interna’ tesa a ‘rottamare’ le idee e le scelte che parlano solo alla pancia di un popolo che sognava il ‘sol dell’avvenire’ e che, come gli ebrei, continua a sognare l’avvento del Messia rivoluzionario.

Scegliere di incontrare il ‘nemico’ Berlusconi al Nazareno è stata la scelta più azzeccata che potesse esserci, vuoi per mettere un punto fine ai condizionamenti  dei ‘giapponesi’ interni, ma anche per accreditarsi col nemico dimostrandogli profondo rispetto del suo ruolo.

Ma, aldilà della simpatia, del coraggio, del carattere, e aggiungiamo anche della capacità di farsi capire e ascoltare con la scioltezza e la semplicità della lingua, che farebbe dire agli americani che da un personaggio simile ‘comprerebbero di sicuro una auto usata’, Renzi manca di concretezza nelle proposte. Concretezza che nasce dalla non indicazione di dove, quando e come reperire i fondi necessari per la ripresa reale e veloce  del nostro Paese.  E non è cosa di poco conto.

E’ facile, infatti, spararle grosse, mentre è molto difficile realizzare quanto si pensa sia necessario. Ma malgrado questo, malgrado la presenza di giovani ministri che, come minimo, hanno ancora molto da imparare, e malgrado la presenza nel governo di personaggi tassatori collaudati, salutati da Bruxelles  con un poco sereno “lui sa ciò che deve fare”, va condivisa la cautela di Forza Italia e del Cavaliere, pronti a sostenere il governo (queste sono le parole di Berlusconi) sui provvedimenti condivisi e altrettanto pronti a osteggiarlo su quanto non sia in sintonia con le cose stabilite assieme e continuamente ribadite.

Su quanto potrà essere condiviso bisogna attendere le proposte concrete di Renzi, mentre le scelte concordate vanno fatte a partire dalla legge elettorale che dovrà permettere di sfoltire, quando verrà usata, le presenze di chi, purtroppo, bada di più alla propria visibilità che agli interessi del paese; a snellire il processo legislativo riservando ad una sola Camera l’onere delle approvazioni;  a  ripristinare la divisione delle competenze, tra Stato e Regioni, cassando le sconcezze del Titolo V della Costituzione che ha bloccato i processi decisionali con le materie ’concorrenti’ e intasato i Tar di ricorsi su ricorsi; e pensare a passi consistenti in avanti sulla riforma delle istituzioni per adeguarle a quelle dei paesi occidentali.

Si potrebbe pensare che quanto ‘condiviso’ nell’incontro del Nazzareno non abbia nulla a che fare con la crisi che ha martirizzato e continua a martirizzare il Paese. Ma è uno sbaglio. C’entra, e come se c’entra.  Le riforme sono fondamentali, alla luce dell’esperienza, per avere governi che governino e una macchina burocratica in grado di rispondere alle esigenze del Paese. Se invece ci si trastulla su fiumi di parole, belle ma inutili, sarà Renzi stesso che decreterà la propria fine. Se ciò dovesse accadere sarà portata, purtroppo, altra acqua al mulino dell’antipolitica e alla politica del ‘tanto peggio tanto meglio’ che significa anche sfascio totale.   

                                                                                  Giovanni ALVARO

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