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Barcellona Pozzo di Gotto: un comunicato di Nino Costa sull’archivio di Nino Pino Balotta

 - di M. C. -

A seguito di varie prese di posizione sulla situazione dell’archivio di Nino Pino Balotta, il custode delegato dell’archivio ha emesso il seguente comunicato dove spiega in dettaglio la complessa vicenda.

 Nino Pino Balotta

«Circa quindici anni fa, nel lontano 2002, ho avuto modo di interessarmi alla donazione e vendita delle proprietà dell'On.le Nino Pino Balotta.

Allora, la parte superiore dell'edificio era mal custodita, avendo questa una sola scala di accesso al n.112 (attuale numerazione) di via Operai con un portoncino chiuso con del fil di ferro, quindi  accessibile facilmente da chiunque. Già allora erano venuti i responsabili dell'Istituto Gramsci Siciliano di Palermo a prelevare documenti di interesse dell'Istituto.

Grazie ai ragazzi della Sinistra Giovanile che volontariamente si sono prestati, essendo legittimo l'accesso alla proprietà dell'ex P.C.I. in quanto iscritti alla locale sezione e padroni, si è provveduto ad asportare e mettere in sicurezza alcuni documenti mentre la gran parte di essi restava nei piani.

Non dimentico le condizioni di accesso in una scala piena di carte e cartacce disseminate ovunque e delle difficoltà di procedere ad una ricognizione. Il letto matrimoniale di Nino Pino era disfatto sicuramente come lasciato il giorno della morte e ritrovamento, così intatto l'abbigliamento ed i cappelli famosi. Si presentavano già scrostature degli intonaci ed al secondo piano vi erano infiltrazioni di acqua. Le persiane erano aperte e gli infissi interni dischiusi o con i vetri infranti, nella libreria le vespe avevano costruito un loro alveare e per terra  si trovavano penne di colombi e carte inumidite da chissà quali deiezioni. Non era presente alcun oggetto prezioso.

Per meglio tutelare l'interno abbiamo provveduto a chiudere gli accessi in modo da impedire ulteriori intrusioni di animali, riproponendoci di far qualcosa per migliorare e valorizzare il tutto. In aiuto è accorso il compagno Sebastiano Recupero che mi ha dato alcune spiegazioni e documenti per capire qualcosa in più a fronte degli aloni di mistero e silenzio.

Il sottoscritto ha elaborato un progetto che ebbe avvio negli anni 2003 e 2004. Con tale progetto, che è costato molto in attrezzature e mezzi e ci ha portato qualche debito, abbiamo provveduto a  inventariare e catalogare alcune centinaia di documenti che, muniti delle relative schede sono stati custoditi presso la sede dell'Associazione Info Centre 2000, con sede in via Immacolata (affittata al Comune dall'IPAB), da me diretta, poiché non sarebbe stato possibile usare la sede del Partito, per questioni di spazio e di sicurezza. La catalogazione è proseguita per fasi alterne consentendoci di raggiungere la cifra di oltre mille documenti. Nel frattempo  il portone di accesso era stato chiuso con serratura ed una chiave era detenuta dai responsabili della Sinistra Giovanile. L'accesso era provvisorio. Pur tuttavia, si entrava in modo controllato e per i soli locali dell'ex PCI-PDS-DS. Nella prima fase di attività abbiamo lavorato liberando i documenti dalla polvere, per poi catalogarli e conservali ordinatamente nei classificatori, anche digitando su file l'inventario dei documenti prelevati. Ne abbiamo scansionati molti e abbiamo riversato alcuni nastri magnetici in digitale sugli hard disk. Grazie a questo lavoro preliminare è stato possibile celebrare in modo dignitoso il Centesimo anniversario della nascita del Nostro (2009) col concorso dell'Amministrazione Comunale e del Consiglio, con i patrocini della Presidenza della Repubblica,  della Camera, del Senato e dell'Università di Messina.

Il Comitato era costituito da persone aventi titolo e da tutte le Associazioni culturali Cittadine, tranne una persona che si riteneva alternativa a tutti. Incoraggiati dalla partecipazione abbiamo concordato con l'Associazione Corda Fratres il prelievo di molti altri documenti e libri per consentirne il restauro col concorso dei collaboratori del Museo Etnoantropologico “Nello Cassata”, e col patto della restituzione in fase successiva.

Dobbiamo ricordarlo il notevole sacrificio ed il sudore misto a polvere accumulato da questi ragazzi nelle giornate di lavoro.

Nonostante ciò, c'è sempre qualcuno che denuncia le incurie dell'archivio e chiede alla Procura della repubblica di aprire un'inchiesta. La bufera che si profilava  ha intimorito i dirigenti della Corda Fratres i quali hanno deciso di inviare tutti i colli sigillati all'Università di Messina, senza possibilità nostra di intervenire per la conservazione in altro luogo. Subito dopo fu aperta un'inchiesta.  Anche  il sottoscritto è stato interrogato dai carabinieri di Messina. Ciò nonostante l'attività programmata dal Comitato è proseguita fino al suo naturale esaurimento e lo scioglimento del Comitato di scopo. Certi della legittimità abbiamo continuato a lavorare per il prelievo dei documenti restanti con la presenza di un delegato dell'Università di Messina, il quale ha provveduto a conservare e trasportare i documenti e libri presenti nelle stanze di proprietà dell'Università.

Fatiche, capacità e denaro che speriamo ci siano riconosciuti. Tutto nella piena legittimità, senza scopo di lucro e molto volontariato.

Intanto le mostre facevano si che venissero conosciuti alcuni documenti stampati ad hoc, anche per sensibilizzare la popolazione per la valorizzazione e conservazione dell'archivio.

Purtroppo, a causa dell'ordine del Tribunale di sgombero dei locali in cui eravamo ospitati dal  Comune, si presentò l'emergenza di provvedere ad altri luoghi dove custodire quanto prelevato.

Le amministrazioni Nania, il Commissario straordinario e l'amministrazione Collica non hanno dato risposte, ignorando i nostri appelli allarmati e la denuncia della insensibilità di tutti.

Giocoforza abbiamo dovuto “invadere” la ex sede DS, con lo sconcerto dei giovani che la frequentavano.

La vendita dei locali al primo ed al secondo piano avevano contribuito ad aumentare  l'incertezza  sul che fare. I lavori relativi alla divisione al piano terra ad opera dell'acquirente hanno fatto si che circa trenta contenitori venissero riposti in un soffitto esterno esposto all'accesso di eventuali ladri. Dopo un certo lasso di tempo ho provveduto a prendere possesso del locale, cambiare la serratura ed impedire l'accesso a chiunque non autorizzato. In questi anni ho cercato di mettere un ordine relativo e grossolano ai documenti ed ai libri, per oggetto e/o per corrispondenza notevole.

In questi ultimi mesi ho fatto si che venissero fuori i documenti che ora sono esposti grazie al contributo materiale e professionale della Provincia Regionale, con la competenza della dott.ssa Angela Pipitò, delle associazioni Pro Loco, del Museo Etnoantropologico “Nello Cassata”, dell'Accademia Musicale “Nino Pino Balotta” e dell'UTE di Barcellona Pozzo di Gotto.

Oggi stiamo godendo dei sacrifici dei protagonisti e mettiamo a disposizione, per la prima volta, i documenti originali che rappresentano una testimonianza di molte fasi della vita e dei punti di vista di Nino Pino Balotta. Documenti che vanno di pari passo con la storia recente della nostra Città, della Sicilia dal periodo della dittatura fascista alla costruzione ed avvio dell'età repubblicana.

Lo facciamo per l'amore che proviamo per la nostra Città e per uno dei più complessi protagonisti, cercando di esaudire il suo desiderio di far nascere qualcosa di nuovo per i giovani.

Tutti coloro che chiedono il trasporto altrove dell'archivio qui custodito, dimostrano di non aver capito la volontà di Nino Pino e di non aver letto bene tutti gli atti esistenti.

Mi viene in mente il film “Uccellacci e uccellini” col corvo e Totò.

Il prof. Bronzetti, esecutore testamentario, consapevole perché puntualmente edotto dall'amico Nino Pino Balotta si è comportato correttamente, assecondato in ciò anche dal dott. Gino Caruso, anch'egli esecutore testamentario, come indicato nelle volontà di Nino Pino Balotta.

Chi visiterà la mostra potrà rendersi conto delle verità che dico, perché in questo caso non agisco per interesse di partito o di parte, ma parlo nell'interesse della nostra Città.

Certo non potranno essere i detrattori o i giornalisti di cronaca nera, che guardano dall'esterno e non chiedono spiegazioni per le cose non comprese, a poter fare gli esami a noi, ai procuratori, ai Rettori che si sono succeduti ed ai responsabili della tesoreria nazionale ex DS o, ancor peggio, farci il processo per scopi di bottega, su ciò che abbiamo fatto in questi anni e che faremo nel futuro. Abbiamo le idee chiare sulle prossime azioni da fare, con l'aiuto concertato degli Enti pubblici e dei legittimi proprietari, in modo da far si che l'archivio di Nino Pino Balotta ed altri restino nella nostra Città, costituendo un polo di attrazione di interesse nazionale.

Anche così la nostra città potrà crescere in azioni positive e senza gli scandali artefatti, uscendo dal  provincialismo delle maldicenze e delle disinformazioni, utili a seminare discordia e non utili alla costruzione del bene comune.

Questo documento è fatto anche per diffidare chiunque a continuare a diffondere notizie false, infondate e tendenziose non supportate dai documenti necessari. Spero così che sia fatto un passo avanti, col consenso di tutti quelli che hanno a cuore la realizzazione degli obiettivi anzidetti.

Letto confermato e sottoscritto. Barcellona Pozzo di Gotto 1 dicembre 2017. Nino Costa, custode delegato dell'Archivio Nino Pino Balotta.»

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