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- La redazione    -                                                         

La città di Messina, che per il suo eroico passato si fregia di tre Medaglie d’Oro e dell’alto prestigio di “Benemerita  del Risorgimento Nazionale”, ha festeggiato la Giornata della Repubblica Italiana, in Piazza Unione Europea, alla presenza delle sue massime autorità  civili. religiose  e militari. Erano presenti rappresentanze Militari - Carabinieri, Polizia, Finanza, Esercito, dell’Istituto del Nastro Azzurro “ Decorati al Valor Militare,”, della Croce Rossa Italiana ,con le Sorelle  infermiere,  e  Associazioni d’Arma, tra le quali l’Associazione Nazionale Carabinieri,oltre a numerosi  componenti  della Associazione Nazionale del Fante, della locale  sez. provinciale .le , con il proprio Consigliere Nazionale, con competenza Regione Sicilia   Comm .O.M.R.I. prof. Domenico Venuti.

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“Si ricorda che l’A.N.F. ( con 655 Medaglie d’Oro al valor militare nel proprio Medagliere) il 5 Maggio scorso aveva  Celebrato nella nostra città,  la Fondazione del Consiglio d’Europa, istituita  con il Trattato di Londra nel 1949.. Nella circostanza venivano, ricordate: la regina Elena di Savoia “Rosa d’Oro della Cristianità;” le madri dei Caduti di tutte le guerre e  Maria Costa , poetessa dei valori e “Tesoro dell’Umanità dell’UNESCO”  Avevano ingresso così, i Vessilli delle suddette associazioni, ed il Gonfalone di Messina. Aveva luogo l’alza Bandiera , con il toccante Inno di Mameli, seguito dal  commovente momento della deposizione di una corona al Monumento ai Caduti, da parte del Prefetto di Messina  dott .ssa Francesca Ferrandino, accompagnata dal Comandante del Culqualber, generale di Corpo d’armata Luigi Robusto. Subito dopo il rappresentante  del Governo dava lettura del Messaggio del Capo dello Stato, che poneva in rilievo i  valori espressi dalla difesa dai diritti, della legalità e della dignità umana, considerandone   “ piaghe il femminicidio, la violenza di genere ed il bullismo, contrastate dalla legge, e l’opportuno Coordinamento  di  iniziative di educazione e sensibilizzazione in collaborazione fra Istituzioni- Il messaggio del Presidente della Repubblica,  ricordava  ancora gli ultimi  eventi sismici, l’immigrazione, con i relativi processi di integrazione,  la sicurezza, oltre la lotta al terrorismo, ed il necessario contrasto alla criminalità organizzata. La Cerimonia si avviava alla conclusione con l’assegnazione di 11 Diplomi di Cavaliere dell’Ordine al  Merito, del Diploma di Ufficiale dell’Ordine ..al Merito della Repubblica Italiana,, Tre Medaglie d’Onore alla memoria per atti di valore di cittadini messinesi  deceduti, deportatio internati, nel corso della seconda guerra , in lager nazisti.

 

Messinaweb.eu è lieta  di pubblicare una splendida lirica della nota Poetessa Rosita Orifici Rabe

Italia patria mia

La letteratura universale deve illuminare le nuove generazioni, dando un fortissimo impulso alla creatività dell'intera umanità, alla Luce della Libertà della Giustizia, della Fratellanza, della Pace e soprattutto del vero patriottismo.
Non ci mancano la forte speranza e la luce dell'amore.

Intessuta sei, dei tre colori
nostra amata bandiera !
Verde della speranza, Bianco dell'intensa fede,Rosso dell'amore, colori
che si riscontrano negli italiani
pieni di afflato.
O popoli tutti, accorrete, 
unitevi a noi, lanciate un grido d'aiuto, 
per il  bisogno di Pace in questo tempo di paura.
Si alzi, non perda tempo,
il popolo della gente giusta e saggia
sul trono
della verità.
Degli innocenti sono stati ammazzati
oltre il limite del pensiero umano,
oltre il tempo ... la coscienza ...
liberiamo la Pace
che il tribunale del male ha immolato, perchè causa giusta presso Dio ha caldeggiato!
Liberiamo la Pace da giuste accuse, 
dalla schiavitù della guerra,
dalla cattiveria del peccato, dal buio dell'inferno
che nel cuore dell'uomo s'è barricato!
Spalanchi l'abisso della terra, perchè terrorizzato è il sole
per l'assurdità di questa guerra!
Liberiamo la Pace !!!
Unico desiderio del mondo intero, 
affinchè l'Amore non sia ...
ingiusto, in debito, dissacrato, prigioniero!


 Rosita Orifici Rabe

 

 - di Marcello Crinò -

Domenica 4 giugno 2017 nell’Auditorium Maggiore La Rosa è stato presentato il volumetto  di  Michele Stilo “15 poesie”, curato da Nino Sottile Zumbo, con illustrazioni di Francesco De Francesco, pubblicato da Giambra Editori. Si tratta della riedizione di un testo già pubblicato in proprio da Stilo nel 1984, messo in vendita allora al prezzo simbolico di 100 lire. La presentazione, organizzata dall’associazione Genius Loci e da Giambra Editori, ha visto gli interventi di Bernardo Dell’Aglio, presidente della Genius Loci, e di Nino Sottile Zumbo, curatore del libro, con la lettura delle poesie a cura di Claudia Soraci.

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Bernardo Dell’Aglio ha iniziato parlando del 7 agosto 1956, quando Stilo, all’età di soli 27 anni, mise in scena nel Teatro greco di Tindari, l’Aiace di Sofocle, dando vita ad un sogno: riaprire un teatro antico. E per fare questo dovette lottare, perché allora non era nella mentalità comune poter utilizzare un teatro antico per fare spettacoli.  Per il suo lavoro fu aiutato da Alessandro Manganaro, illustre figura di grecista, dal Liceo Valli, da studenti universitari, assieme a tanti altri. Il progetto andò avanti alla grande, ma, ha raccontato Dell’Aglio, Stilo si servì anche delle prestazioni di una “fattucchiera” per allontanare il “malocchio”! L’esperienza dell’Aiace a Tindari fu preceduta dal Teatro Sperimentale Universitario di Barcellona, sempre con la presenza di Manganaro, con spettacoli messi in scena al Mandanici. Negli anni Sessanta Stilo diviene artefice di una nuova iniziativa: far rinascere in Sicilia il Dramma Sacro sul sagrato del Duomo di San Sebastiano, con il Sebastiano di Narbona, con Alberto Lupo e Lydia Alfonsi e Barabba, del belga Michel De Ghelderode. Propose pure il Teatro della Magna Grecia a Tindari e Atene, e l’I.N.D.A. a Siracusa, ma i tempi non erano ancora maturi. Michele Stilo è scomparso il 19 aprile del 2000 e al suo funerale non ha voluto nessuno. In conclusione, la storia di Michele Stilo, per oltre venti anni, ha coinciso con la storia  del teatro locale e nazionale.

Nino Sottile Zumbo, curatore del volumetto, nel ringraziare Luigi Stilo, figlio di Michele, per averlo coinvolto come curatore della riedizione del libro, ha letto il ritratto dell’autore tracciato dal poeta Bartolo Cattafi, e successivamente ha spiegato come venne a conoscenza del libro. Lo trovò sulla scrivania dello zio Cosimo Sottile, un sacerdote oggi scomparso, molto conosciuto in città, con la dedica di Stilo. Si soffermò sulla prefazione di Vincenzo Leotta, dove in un passaggio si legge: ”Michele Stilo, che di poeta non fa professione, ha il dono raro della chiarezza e della leggibilità. Nelle quindici poesie qui raccolte, scritte – e anche questo è singolare – nell’arco di un decennio e lasciate a stagionare per uno spazio di tempo pressoché uguale, le immagini si dispongono con naturalezza, con un andamento, si direbbe, scenico…”. Sottile si chiese allora perché Stilo scrivesse poesie, e andò a cercarlo al suo negozio di dischi in via Garibaldi. Lo trovò intento a leggere Aiace, fece un lungo soliloquio ma la risposta non giunse. L’impressione di Sottile è quella che scrivere rappresenta una colpa. La macchia d’inchiostro è come la macchia di sangue!

Sul palco dell’auditorium è stata collocata la sagoma di Michele Stilo a grandezza naturale, realizzata dalla Genius Loci negli anni scorsi, assieme ad altri “genii loci” barcellonesi, nel quadro della valorizzazione di alcune figure storiche della città.

All’incontro erano presenti l’assessore Ilenia Torre e nel folto pubblico alcune personalità, come la storica dell’arte messinese Teresa Pugliatti assieme al marito, il prof. Luigi Ferlazzo Natoli, spesso nella nostra città per eventi culturali di rilievo.

- La redazione -                                                                      

Di infrastrutture trainanti lo sviluppo – cioè di nuovi posti di lavoro – giustamente al centro di un convegno organizzato sabato 27 Maggio dal Comune di Milazzo e dal Kiwanis Club Milazzo hanno discusso in apertura con piglio istituzionale costruttivo, genuino, raro a vedersi, il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Giovanni Ardizzone e il Sindaco della Città di Milazzo Giovanni Formica. Lo scambio di opinioni, motivate su temi ancora controversi (come sull’autorità portuale) ha indotto il Presidente del Club Gianfilippo Muscianisi ad assecondare, visibilmente soddisfatto, la volontà di tornare a incontrarsi. Poi ben sottolineando la necessità di rivolgere precipua attenzione ai bisogni del territorio egli ha moderato i lavori per un attento uditorio di esperti, professionisti e soci.

La tematica è introdotta in intervista a parte dal Professore Giuseppe Campione nella qualità di Geografo politico.

L’auspicio della creazione di una <Macroregione Mediterranea Centro Occidentale> - ha dichiarato il Professore Cosimo Inferrera, Patologo co-organizzatore del Convegno – mira a dipanare il  secondo possibile equivoco, in itinere, sulle regioni Campania, Lucania, Calabria, Sicilia dopo lo scacco subito nel 2011 per decreto della Commissione Europea con lo shunt AV/AC Napoli-Bari-Taranto-Malta rispetto al percorso originario Napoli-Messina-Catania-Palermo, che lascia in vita i desueti sistemi ferroviari regionali, tutt’altro che TEN-T. Il secondo equivoco nasce appunto dalla futura <Macroregione Adriatica Ionica>, che esclude dai giochi la Campania e ne cristallizza la gravissima menomazione inflitta al Corridoio 1 Berlino-Palermo, sopravvissuto solo fino a Napoli, mentre pare uno zombie nel tratto Napoli-Palermo, per l’ennesima volta soggiogato alla volontà nordica. Come si fa a lasciare nel guado di un crescente isolamento otto milioni di siciliani, calabresi e lucani? Della nuova realtà godrebbero insieme alle regioni adriatiche solo i pugliesi, pienamente coesi al progetto europeo sotto regia tedesca, mentre ne resterebbero handicappati gli altri territori meridionali, costretti a procedere con i treni merci sulla linea ferroviaria a semplice binario Taranto-Gioia Tauro, che ne limita strutturalmente la capacità. Questo è esiziale per una realtà socio-economica che già oggi elide come linea gotica il Nord avanzato, a polarità germanica, dal Sud abbandonato a sé stesso dal Governo romano. Lo documenta l’autorevole “Limes”nel numero di maggio.

Non si vedono prospettive concrete attraverso un fallimentare transhipment per la Sicilia, posposta in terza linea di fronte ai mercati greco balcanici mediorientali, a netta polarità pugliese e consorelle regioni adriatiche … La Sicilia invece e le regioni attraversate dal tratto TEN-T Napoli-Palermo – che non si vuole realizzare – sono geograficamente attrattive per Malta e l’intero fronte arabo-africano, in potente espansione demografica nei prossimi decenni. Ecco dunque gli obiettivi prioritari della Macroregione Mediterranea Centro Occidentale, molto diversi ma non conflittuali con quelli della Macroregione Adriatica, semmai complementari ! Se dunque non si vogliono perdere irrimediabilmente i giganteschi mercati commerciali e l’energia solare nord africana – prima o poi risucchiati dall’Afro Tunnel di Gibilterra in fase di studio - occorre dipanare e risolvere subito la questione dell’attraversamento stabile nello Stretto di Messina, che attraverso i nuovi sistemi ferroviari di AV/AC, da realizzare, riposiziona la Sicilia al posto geostrategico centrale nel Canale di Sicilia - donatole da Madre Natura - che oggi centrale non è più.

Dopo un’analisi di massima dei corridoi ferroviari mondiali, l’Ingegnere Giovanni Saccà ha evidenziato come il congiungimento della maggior parte dei tratti di mare sia stata realizzata o programmata tramite tunnel sottomarini (https://en.wikipedia.org/wiki/Undersea_tunnel). Il Seikan Tunnel in Giappone, l’Euro Tunnel della Manica, l’Øresund tra Danimarca e Svezia, il Fehmarn Belt tra Germania e Danimarca, il Marmaray Tunnel ne sono esempi eclatanti. E non ha dimenticato di rimarcare i progetti avveniristici del Bohai Strait tunnel in Cina, dell’Afro Tunnel di Gibilterra e del Tunisia Tunnel con la Sicilia.

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           I corridoi ferroviari (G. Sacca’)

L’esperto in ingegneria ferroviaria ha quindi affrontato la problematica relativa all’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, che in un futuro non troppo lontano dovrebbe costituire un elemento fondamentale del corridoio centrale tra l’Europa e l’Africa. In primo piano ha posto l’originale progetto dell’ing. A. Carlo Navone, previsto in subalveo sin dal 1870 presso la Scuola di Applicazione degli Ingegneri di Torino. Indi ha ricordato i rilievi del fondo marino, effettuati dalla fondazione Lerici nel 1955, che hanno dimostrano la difficoltà di porre piloni intermedi nelle acque dello Stretto. Conclusioni confermate anche dai successivi studi condotti dalla Società Stretto di Messina, che hanno portato alla scelta della soluzione del Ponte a campata unica, della cui progettazione il CIPE ha sin ora approvato solo quella relativa al Progetto Preliminare, mancando a tutt’oggi l’approvazione del Progetto Definitivo e quindi la predisposizione del Progetto Esecutivo. Senza entrare nel merito del Progetto del meraviglioso Ponte sullo Stretto,  l’ing. Saccà ha quindi illustrato la sua idea progetto di tracciati subalvei, stradale e ferroviario. Il primo risolve gli annosi problemi del passaggio dei grossi mezzi gommati nel centro e nei porti di Messina; il secondo percorribile con ogni tempo, 24/24 h, sino a 200km/h permette la reale conurbazione metropolitana tra Messina e Reggio Calabria, percorrendo in circa 15’ la distanza di 35 km (circa 10 km di gallerie in più rispetto al percorso via Ponte). Dato che nell’Allegato Infrastrutture del DEF 2017 è prevista la predisposizione di Progetti di Fattibilità finalizzati a verificare le possibili opzioni di attraversamento sia stabili che non stabili dell’attraversamento dello Stretto di Messina, i presenti al convegno hanno concordato sulla necessità che il Governo Italiano avvii al più presto Studi di fattibilità relativi ai tunnel stradali e ferroviari.

Il Dottor Filippo Romeo, ricercatore dell’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie ha illustrato, tra sfide e opportunità, il nuovo assetto geoeconomico e geopolitico del Mediterraneo, assurto nuovamente ad un ruolo di centralità. L’emergere delle nuove potenze asiatiche - fra cui particolare attenzione merita la Russia di Putin - e la disordinata crescita economica dei Paesi africani con tassi multipli rispetto a quelli europei stanno determinando lo spostamento dell’asse geopolitico verso il Sud del globo. La concentrazione di imponenti flussi dell’economia globale in questo bacino mediterraneo lo rende sempre più snodo cruciale per i traffici marittimi. Ogni giorno emerge l’importanza di dotarsi di un Sistema integrato di infrastrutture dei trasporti, essenziali per una crescita economica robusta, di lungo periodo e per consolidare la nostra competitività nel contesto euro-mediterraneo, di cui l’Area dello Stretto costituisce pietra angolare.

Nel dibattito l’ing. Saccà ha sottolineato l’importanza che dovrebbe avere la realizzazione di un collegamento stabile non solo per il traffico passeggeri, locale o a lunga percorrenza, ma anche per il trasporto delle merci. Il corridoio Scandinavo-Mediterraneo dovrebbe essere utilizzato anche per trasportare con la ferrovia significative quantità di merci, intercettando parte del traffico che attraversa il Mediterraneo e quello da e verso l’Africa. Per la Sicilia (Augusta) e la Calabria (Gioia Tauro) si avrebbe la grande opportunità di sviluppare un sistema logistico non solo in grado di far transitare le merci, ma anche di aggiungervi valore attraverso le fasi finali della lavorazione <in situ>. Questa riacquisita <funzione territoriale> comporterebbe impatti notevolmente superiori in termini di utile e di numero di posti di lavoro.

È dunque importante accelerare l’inizio dei lavori per l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina – ha concluso il Presidente Muscianisi – in modo da creare al più presto migliaia di posti di lavoro in una zona da troppo tempo sofferente dal punto di vista dell’occupazione, per una prospettiva credibile di coesione territoriale e di sviluppo sociale rivolti dai Paesi ricchi al Sud disagiato del mondo.

 

Introduzione al tema dei corridoi ferroviari europei

di Giuseppe Campione

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Dei corridoi nord sud ho tracciato lunghe analisi scientifiche, che nel tempo avevano determinato il significato della Regione dello Stretto. In altre parole “il dominio territoriale delle funzioni”, che a Gambi fece dire che si era presenti di fronte alla più meridionale delle conurbazioni del paese, cosa che fu ripresa come il più meridionale dei progetti speciali del Piano Ruffolo (il c.d.Progetto ’80). Qui ho citato miei studi, anche recenti e soprattutto il recente contributo alla celebrazione di LucioGambi all’Accademia dei Lincei, certamente il luogo più significativo della cultura italiana.

Adesso, ho aggiunto -essendosi modificate, per vicende che sarebbe troppo lungo enumerare, le significatività territoriali, cioè le relazioni che rendevano unica la conurbazione dello Stretto- anche il tema dei corridoi assume un significato che deve passare dalla storia alla realtà presente, e che quindi non deve produrre insoddisfazioni o speranze velleitarie e inverosimili, anche spacciate per taumaturgiche. Come sempre gli interessati imbonitori dimenticano che le infrastrutture devono corrispondere a obiettivi, realistici, bisogni territoriali … ameno che non si voglia utilizzare la vernice magica del Sor Lambicche che, nel Corriere dei Piccoli degli anni ‘40-‘50 del secolo scorso, passata su un oggetto inanimato, ma desiderato (qui un territorio), lo rendeva miracolosamente vero; oppure le più recenti magie del genio grafico di Milo Manara che in qualcuna del sue divertentissime, inconfondibili storie erotiche ha utilizzato procedure consimili per tradurre desideri in piacevolissime situazioni reali.

E allora, continuo…:    Il corridoio numero 1, che doveva “spingere” l’Europa, soprattutto quella mediterranea ad affacciarsi sul balcone africano -attraversando tutta la nostra penisola, quindi lo Stretto- è stato obnubilato: l’Europa ha finito con l’imbozzolarsi, solo nominalmente però, e nonostante il libro bianco di Delors e gli studi regionali della commissione presieduta nostro De Pasquale,  a Nord, verso l’ingresso nell’economia e quindi nella democrazia reale dei paesi dell’Est, a Sud, invece del già indicato balcone africano, ha preferito indirizzarsi verso Sud-Est : attraversamento della nostra penisola fino alla Puglia e poi proseguimento, via mare, per l’Albania e quindi un percorso lungo la via Egnatia e poi verso l’Est, cioè verso l’Oriente prossimo e più ad Est ancora. Ripeto: solo nominalmente però, perché le carenze, inutilità europee, ormai sono assolutamente evidenti. Questo significa che non abbiamo più bisogno di deturpare il miracolo paesaggistico dello Stretto, una delle Meraviglie che non ha certo bisogno di certificazione Unesco per essere dichiarata tale. Basterebbe riandare ad esempio ad Omero e questo almeno dovrebbe essere a portata di quasi tutti.

1) Modificatesi per motivi evidenti, come si è accennato che qui si citano soltanto perché l’elencarli avrebbe bisogno di almeno un altro convegno sul tema, le relazioni del trasporto Nord Sud, che al di là del calo ormai fisiologico, comunque si muovono su altre vie di trasporto, Palermo, Termini etc., restano comunque aperti due temi che pongono ormai l’esigenza di progettazioni non eludibili, attualissime.
2) Cito per prima la comunicazione nello stretto e dallo stretto verso Milazzo e le Eolie. ( Appunto per questo auspichiamo con forza la naturalità del raccordo tra i porti di Milazzo e Messina…e quindi se necessario con la Calabria…e ci piace qui perciò aver registrato la condivisione piena del sindaco di Milazzo). E’ strano che queste disattenzioni regionali, in presenza dello scandaloso mercimonio dei collegamenti interni, via via  mare, non abbia che avuto forti titoli sulla stampa, non accompagnati da forte denuncia per i ritardi e le disfunzioni delle comunicazioni vitali sullo stretto e con il resto delle comuni pertinenze. Si deve dare atto all’assessore al comune al ramo stia raggiungendo, ma in solitudine, i primi sostanziali risultati in proposito. Come dimenticare però il non aver pensato di dotare Messina di una civile ospitalità agli utenti degli approdi del trasporto veloce. Eppure a Reggio, questo è accaduto da moltissimo tempo… e inoltre come non dimenticare l’estraniarsi quasi totale sei servizi delle FF.SS.? Certo Il ministro Del Rio ha fatto intravedere qualcosa, e lo aspettiamo in concreto. Infine vorrei dire che questo lo stiamo esaminando in concreto al di là delle nuove esaltazioni incongrue di un futuro che viene contrabbandato come prossimo di auspicate interrelazioni metropolitane desiderate ormai senza sufficiente costrutto.

3) Un tema invece positivamente in fieri, anche nella logica intelligente del ministro Del Rio,e speriamo non bloccato da beghe preelettorali, è quello della velocità ferroviaria. E’ più che civilmente evidente che la Sicilia e il Mezzogiorno non possono essere esclusi da questi processi, e che devono partire dal recupero della autostrada Salerno- Reggio C., e quindi dallo sbloccare il tema della velocità ferroviaria ferma a Salerno. Questo chiaramente toccherà lo stretto e come ho già scritto a lungo su Repubblica, e che credo sia arrivato alla conoscenza ministeriale, per altro su questa linea come appare. Appunto questo tema assolutamente prioritarioche non dovrà declassificare, “desacralizzare” lo stretto come mera servitù di passaggio: non siamo più, dicevo in quello scritto, al bere o affogare. “la velocità…può realizzarsi anche col tunnel, sulla Manica ci hanno preceduti…”.

Ed è in concreto di questo che si è parlato a Milazzo a fine maggio, con apporti di sicura  fattibilità, di elevato tasso scientifico e di valore progettuale, nel rispetto di quella che, nel salvare -anche per il mondo che verrà dopo di noi- il paesaggio, definiscono significativamente “durabilité”, che a me sembra nella sue essenza più efficace della nostra “sostenibilità”.

- La redazione –

Alle sei del mattino, sul sagrato del Santuario ha avuto inizio la novena della Madonna al canto “Ave Maria splendore del mattino”, presieduta dal Rettore Don Lorenzo Campagna.

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I fedeli, riunitosi numerosi davanti ad un superbo spettacolo di natura, mentre il sole a quell’ora sveglia i colori  e dà anima ai contorni della città che festeggia la Madre con il titolo di ”Veloce ascoltatrice”, davano inizio al cammino di preparazione alla festa della Colomba”: il 12 giugno p.v..

Un ricordo che accosta Montalto a Messina: una realtà nel cui passato si intrecciano, in vera armonia, la storia civile e religiosa legate da sempre dalla presenza di questa Madre che ha voluto incastonare sul Colle della Caperrina la sua casa.

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Santuario di Montalto

C'è una scena che gli automi del grande orologio astronomico del Duomo di Messina ripetono tutti i giorni, a mezzogiorno, subito dopo il canto del gallo, mentre dagli altoparlanti si diffonde il suono dell'Ave Maria di Gounod. Nel vuoto della finestra che si apre al terzo ripiano appare una colomba, che compie un largo giro sul monte: subito dopo dal suolo lentamente si solleva una chiesa che gli spettatori non tardano a riconoscere per quella stessa che si offre al loro sguardo se appena si volgono verso sinistra con un giro di 90 gradi: il Santuario di Montalto.

Gli ideatori del grandioso meccanismo hanno voluto così realizzare una rievocazione storica di ciò che, secondo quanto racconta il Samperi nella sua Iconologia, avvenne sul colle della Caperrina il 12 Giugno 1286.

Un fraticello di nome Nicola, che viveva in un piccolo romitorio alle falde del colle, sollecitato da una visione della Vergine Santa, aveva convocato sull'altura i capi della città e il popolo, e lì, a mezzogiorno, una bianca colomba scese dall'alto e, volteggiando a fil di terra, segnò il perimetro della chiesa che, secondo le rivelazioni a Fra Nicola, la Madonna voleva eretta sul colle.

Nel Giugno del 1295 la chiesa era terminata e aperta al culto, una chiesetta di appena m. 8 x 14, con l'abside volta a oriente secondo l'antica usanza, destinata a diventare il più celebre Santuario di Messina, vero Palladio della città.

Essa nasceva in un contesto storico molto movimentato, legato alle vicende del « Vespro Siciliano ».

Il 28 Aprile 1282, circa un mese dopo l'insurrezione di Palermo, anche Messina si ribellò ai Francesi, dando inizio a un periodo di epiche lotte che si trascinarono per un ventennio, fino al 31 Agosto 1302, data in cui fu segnata la pace di Caltabellotta.

Durante le alterne vicende di questo ventennio i Messinesi, oltre che nella forza delle loro armi, avevano posto la fiducia nella protezione della Vergine Maria, a cui rivolgevano continue preghiere. E la Madonna rispose all'attesa dei suoi devoti, proteggendo la città anche con segni visibili. Tra questi gli storici ne ricordano particolarmente due:

Il primo fu l'apparizione di una Bianca Signora sugli spalti della città, che rincuorava i combattimenti messinesi e incuteva spavento nei loro nemici.

Il secondo segno è legato agli ultimi mesi di guerra. La città era ancora cinta di assedio e prossima a cadere per fame; alcune galee, provenienti dal Sud, insperatamente forzarono il blocco ed entrarono nel porto per approvvigionare la città, senza che i Francesi potessero impedirlo. Il fatto straordinario fu attribuito in modo particolare alla intercessione del Santo monaco carmelitano Alberto, che allora viveva a Messina, e tuttora è ricordato dal Vascelluzzo che ogni anno viene portato in processione nel giorno del Corpus Domini.

La chiesa fu intitolata S. Maria dell'Alto, e divenne poi S. Maria di Montalto.

Alcuni anni dopo, secondo la tradizione, l'8 settembre 1300, la chiesa fu dotata di un quadro della Madonna che sarebbe stato portato a Messina da una nave dall'oriente, non senza un palese intervento miracoloso. Questo quadro fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1908; restaurato negli anni '80 e posto sull'altare maggiore del Santuario.

Nella battaglia di Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, in quello stesso giorno e in quella stessa ora, il popolo messinese pregava nel Santuario di Montalto per la vittoria della flotta cristiana. A perpetuo ricordo il senato fece scolpire, probabilmente da uno dei Calamech, una statua marmorea della Madonna della Vittoria, che fu posta su di una torre accanto alla chiesa, e ora si trova sulla facciata del nuovo Santuario fra le due torri campanarie. Con lo stendardo che regge, la statua ci ricorda vagamente la Dama Bianca che durante la guerra del Vespro si aggirava sulle mura della città a protezione dei messinesi. E' forse da allora che ogni anno, il 12 giugno, in occasione della festa della Colomba, a mezzogiorno viene issato il labaro della Città di Messina nelle mani della Madonna, mentre si liberano uno stormo di colombi. Sin al 1860 l'alzabandiera era salutato dal rombo dei cannoni.

Un'altra tradizione è legata al triste ricordo della pestilenza che imperversò nella città il 1743. Allora il Senato Messinese invocò la Vergine perchè liberasse la città dall'epidemia e fece voto di offrire ogni anno un cero. La festa della Colomba vede così anche oggi rinnovarsi questa offerta da parte dell'Amministrazione Comunale di Messina.

Fin dalla fondazione il Santuario fu affidato alle cure di Suore Cistercensi che avevano il loro monastero presso la Fiumara S. Michele, approssimativamente là dove ora sorge la Chiesa del villaggio Ritiro, e già convento dei Padri Carmelitani. Di questo monastero era badessa Suor Giovanna, al cui nome sono molto legate le prime vicende del Santuario. Le Cistercensi sentirono presto il bisogno di costruirsi il monastero accanto allo stesso Santuario, e, vincendo difficoltà di vario genere, tra cui l'originario impegno di non trasferirsi accanto ad esso, acquistarono nuovo terreno e costruirono un convento che conobbe periodi di grande floridezza. Le leggi eversive fecero sloggiare le suore nel 1866 e il terremoto del 1908 lo ridusse a un cumulo di macerie, insieme con il Santuario.

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- di Gennaro Galdi -

Catania. In una nota Galleria d'Arte di Via Vittorio Emanuele a Catania, si inaugurerà, presentata dal critico d'arte prof Maria Teresa Prestigiacomo,  la Mostra personale della pittrice francese Gyslaine Pachet Micheneau che dopo il successo delle mostre : la Personale di Arte Cavour di Messina e la Tripersonale del Villino Liberty di Barcellona Pozzo di Gotto con la curatela del Dr Eduardo Maimone e  la prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo in tris con La chioma Lale e Feliziani, adesso si mostra al pubblico catanese esigente ed attento con una mostra Personale che guarda alle città più belle d 'Italia e presenta un Mediterraneo dalle bellezze paesaggistiche uniche e rare, un Mediterraneo antico e dai fantasmagorici colori: l azzurrità del mare, le cromie delle case coloratissime di Burano, il Golfo di Napoli e la Costiera  salernitana; bellezze paesaggistiche il cui fascino attira ed attrae il pubblico attento alla pittura figurativa di elevata qualità. Un perfetto bilanciamento, troviamo nelle opere della pittrice francese, tra significante e significato, tra la tecnica eccellente ed il messaggio di profondo amore per un Mediterraneo sempre da scoprire, da incontrare e... da amare.

La mostra , direttore artistico Angela Vasta, gode della collaborazione  dell'Accademia Euromediterranea delle Arti; chiuderà i battenti il 18 giugno.   

- M. C-

Pubblicato il 26 aprile, il bando per l’attivazione delle sponsorizzazioni alla nuova stagione artistica del Teatro Mandanici è stato prorogato sino al 26 luglio. Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto vuole dare l’opportunità  a tutti gli interessati di manifestare il proprio interesse dopo aver conosciuto nomi e date del cartellone 2017/2018 che sarà reso pubblico il 21 giugno, nella conferenza di presentazione fissata alle ore 19 nel foyer del Teatro.

E non è questa l’unica novità. Il bando di quest’anno, infatti, facendo tesoro dell’esperienza della prima stagione, prevede opzioni diversificate individuate per venire incontro alle diverse esigenze degli interessati. Assieme agli sponsor meramente tecnici, i quali forniscono beni e servizi di supporto alla Stagione (dai filmati alle fotografie, dal catering a quant’altro sarà proposto) e agli sponsor meramente finanziari, sarà possibile anche intestarsi interamente un singolo evento ma anche diversificare la sponsorizzazione in base alle proprie disponibilità. Naturalmente, cambiano in modo proporzionato al valore della sponsorizzazione i vantaggi, in termini di visibilità e contatti, che vengono garantiti agli sponsors.

Il bando, con la notifica di proroga dei termini, è stato pubblicato all’albo pretorio del sito del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto.

- di  M. C.-

“I Piccoli Cantori” di Barcellona Pozzo di Gotto festeggeranno, insieme alla città, l’eccellente risultato ottenuto al 9° Concorso per Cori di Voci bianche e Giovanili “Il Garda in Coro” con un Concerto che si svolgerà al Teatro Mandanici Lunedì 5 giugno 2017 alle ore 21.00 (ingresso gratuito).

Il concerto rappresenterà l’occasione per ringraziare i cittadini barcellonesi, le istituzioni, gli oltre 30 esercenti, le parrocchie e le associazioni che hanno aderito numerosissime alla campagna di sponsorizzazione “Regala un Km al coro”, l’iniziativa popolare che ha trovato in città un così ampio e inatteso riscontro. Il concerto sará l’occasione per ritrovarsi insieme e condividere le emozioni vissute a Malcesine.

La splendida località di Malcesine, dal 12 al 14 maggio, ha accolto 18 cori provenienti da 9 regioni italiane, suddivisi nelle tre categorie previste, Categoria A – Cori di Voci Bianche, Categoria B – Junior e Categoria C – Cori giovanili.

La formazione corale barcellonese, diretta da Salvina Miano e accompagnata al pianoforte dal maestro Dario Pino, ha conquistato il 1° premio in entrambe le categorie alle quali era iscritta, precedendo il coro Gioventù Incantata di Marostica (VI) nella categoria Junior e i cori "Fran Venturini" di Domìo (TS) e I Piccoli Cantori dell’Accademia Vocale di Genova nella categoria Voci bianche, rappresentando di fatto l’unico coro di voci bianche della Sicilia ad aver vinto due primi premi ed un Gran Premio in concorsi nazionali così importanti.

Il premio più prestigioso è arrivato comunque al termine del concerto di premiazione di domenica 14 maggio. I Piccoli Cantori hanno conquistato il Gran Premio “Il Garda in coro – Città di Malcesine”, assegnato al coro che ha totalizzato il punteggio più alto nelle tre categorie previste. Il premio consiste nella partecipazione di diritto al Concerto inaugurale della 10° edizione del Concorso Nazionale “Il Garda in coro” 2019.

I protagonisti di questo straordinario risultato sono 38 coristi barcellonesi, dai 7 ai 15 anni di età: Adele Arcoraci, Benedetta Barbalace, Vincenzo Barbalace, Giulia Benvenga, Sofia Biondo, Sofia Bonavita. Carola Buttino, Domenico Calabrò, Rita Castellano, Elena Crifò, Giulio Crisafulli, Aida D’Amico, Magda D’Amico, Sara Dainotti, Alice Gentile, Enrico Gentile, Marta Gentile, Alessandro Genovese, Lorenzo Genovese, Dora La Spada, Sara La Spada, Sara Mangano, Elisa Mazzeo, Chiara Merlino, Anna Milone, Piero Molino, Anita Munafò, Isabella Munafò, Irene Perdichizzi, Chiara Perdichizzi, Giulia Rappazzo, Sofia Rappazzo, Ivana Recupero, Emanuele Rugolo, Carlo Spinella, Eliana Torre, Matteo Maria Trifilò, Emma Valenti.

La formazione barcellonese ha ottenuto il consenso unanime della qualificata giuria; i maestri hanno apprezzato l’accurata scelta del repertorio proposto, la notevole maturità nell’esecuzione dei brani, la padronanza delle difficoltà tecniche e vocali, la partecipazione emotiva.

«Il risultato di questo concorso, che ha avuto un’importante risonanza in tutto il panorama corale nazionale, ha superato anche le più ambiziose aspettative» ha sottolineato il direttore Salvina Miano. «Mai avrei potuto immaginare di conseguire il punteggio più alto del concorso, considerato l’altissimo livello dei cori giovanili presenti. Ecco perché stentiamo ancora a credere di aver raggiunto tale traguardo. Incredulità, gioia, emozioni indimenticabili condivise con il nutrito gruppo dei sostenitori: innanzitutto i genitori, i coristi dell’Associazione, i nostri amici e una parte importante della città di Barcellona che ci hanno supportato e seguito a distanza, attraverso i social, in tutte le fasi del concorso conclusosi con l’emozionante cerimonia di proclamazione dei vincitori.

Il plauso più grande per questo importante traguardo, frutto di tanti anni di lavoro e maturazione continua, va a questi 38 bambini e ragazzi che hanno affrontato la preparazione con spirito di sacrificio e determinazione, fortemente motivati e desiderosi di dare il meglio. Sono certa che questo risultato costituirà anche per i coristi più piccoli dell’Associazione un forte incentivo alla loro crescita musicale e culturale».

- di Marcello Crinò -

Il progetto culturale, promosso dal Museo Epicentro con l’Associazione “Barcellona Live” e la testata giornalistica “24live.it”, ha già visto la partecipazione dell’artista e poetessa Salva Mostaccio, dello scultore Salvatore De Pasquale, dell’artista e storico della città Marcello Crinò, del Direttore artistico del Teatro “P. Mandanici” Sergio Maifredi, del critico d’arte Andrea Italiano, del fondatore di Fumettomania Mario Benenati, dell’editore Pierangelo Giambra, del musicista Antonio Vasta e del cantautore Carlo Mercadante.

Venerdì 26 maggio 2017 è stata la volta dell’avvocato ed ex Senatore Domenico Nania (è stato Senatore fino al 2013), intervistato da Giuseppe Puliafito, direttore responsabile di “24live.it”. La serata è iniziata con i saluti di Nino Abbate, fondatore ed artefice dell’Epicentro, il quale ha ricordato che il progetto Impronta d’autore è finalizzato a  far conoscere le persone che hanno lasciato delle tracce nel territorio.

Giuseppe Puliafito ha esposto la biografia di Domenico Nania, avvocato e politico, nato a Barcellona Pozzo di Gotto, tra i fondatori di Alleanza Nazionale, con la passione per la politica sin da giovanissimo con il F.U.AN. prima e il M.S.I. dopo, con una grande carriera che lo ha portato ai vertici più alti della politica nazionale. Durante il primo governo Berlusconi fu nominato  Sottosegretario ai Lavori pubblici. Componente delle Bicamerali De Mita-Iotti e D’Alema, è stato uno dei quattro saggi del progetto di riforma costituzionale di Lorenzago. Dopo quattro legislature consecutive alla camera, nel 2001 approdò al Senato, divenendo presidente del gruppo parlamentare di AN. Nella XV Legislatura è stato presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Nella XVI Legislatura è stato vicepresidente del Senato della Repubblica. E’ autore di: Una nuova idea per l’Italia (Rubbettino, 2009), Il testamento biologico – La terza via (Koinè, 2009), La corsa per il colle (Rubbettino, 2011), I protagonisti siete voi (Giambra Editori, 2016).

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Una parte dell’intervista è stata incentrata sul libro relativo al testamento biologico, argomento di grande attualità per le note vicende di cronaca. Nania propone una terza via, che prende le mosse dall’articolo 13 della Costituzione, dove si sancisce che la libertà personale è inviolabile. Si è soffermato sul caso Englaro, sul ruolo dei radicali e della magistratura, sottolineando il suo parere favorevole alla norma che prevede la stesura del testamento biologico in vita e lo Stato che rispetta la sua dichiarazione, riferendosi all’articolo 32 della Costituzione sulla libertà personale del malato a rinunciare alle cure.

Un’altra domanda, posta da Puliafito, è stata sulle difficoltà incontrate a  modificare la Costituzione, e qui Nania ha risposto con articolate argomentazioni, a partire dalla constatazione che le strutture dello Stato odierno sono state organizzate nel Ventennio, per parlare poi della sua esperienza nella Bicamerale.

Infine ha spiegato perché non si è mai candidato a Sindaco della città. La risposta è stata chiara: “Fare il Sindaco è un brutto mestiere! Non ho mai amministrato, perché sono un politico legislativo-costituzionale”. Ha infine annunciato che prossimamente aprirà al pubblico, soprattutto ai giovani, la sua biblioteca, in fase di organizzazione nella casa dove è nato, in una zona storica della città, con libri di tutti i colori politici, per farla diventare un luogo di dibattito politico e culturale.

Come da prassi, alla fine ha lasciato su una mattonella di argilla cruda l’impronta della mano destra, che andrà ad arricchire la collezione del Museo.

All’incontro erano presenti l’assessore Gianluca Sidoti, alcuni consiglieri comunali e il consueto attento pubblico dell’Epicentro, composto in prevalenza da persone legate all’arte e alla cultura.

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