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Perché no Ponte?

 

 - di Marco Giuffrida -

Torno a Messina per "ricaricarmi". Lo faccio quando posso e per quanto posso.

Certo mi godo il Mare, il Vento e quant'altro la Natura della mia Città può offrirmi e, naturalmente, mi preoccupo di conoscere, di sapere. Per questo leggo, mi informo, chiedo. Ascolto i pareri più disparati perché non voglio che mi si dica. "tanto tu non vivi qui, tu non sai, tu non conosci". Mi informo da lontano e meglio lo faccio quando, a Messina, posso esserci.

Durante il mio recente soggiorno ho letto che il Sindaco si è molto inquietato perché, dal Governo Centrale, è stato detto che il Ponte, il famoso Ponte, non è più opera prioritaria e che non si farà. Del resto in diverse occasioni ho sentito perorare con enfasi la causa "pro Ponte", veri arzigogoli linguistici, lunghi e complicati.

Mi dispiace per il Sindaco e per queste Persone più o meno note e "Pubbliche", di cui do per certa la limpidità delle posizioni.

Io cercherò di spiegare, in modo semplice e veloce, perché non sono favorevole al Ponte e, soprattutto, dire cosa, a mio modesto giudizio, effettivamente possa servire alla Sicilia ed a Messina in particolare.

Intanto perché "NO Ponte":

Per la situazione geologica dei territori, soprattutto "lato Calabria". I Geologi calabresi hanno lanciato tanti inascoltati avvertimenti a cui, pare, alcuno voglia dare ascolto;

per la situazione climatica e dei Venti dello Stretto. Nei viadotti del Nord, spesso il traffico dei mezzi ne è bloccato per l'intensità delle raffiche. Quanti di caravan, roulotte, mezzi telonati e furgoni resterebbero bloccati ed in attesa da una parte e dall'altra dello Stretto? Per quanto tempo? E i treni?

Per le problematiche nel caso di trasporto di merci pericolose ed infiammabili (potrebbe, addirittura, per sicurezza, rendersi necessario il blocco del traffico);

Perché, allo "sbocco" in Sicilia, soprattutto i treni, troverebbero una rete assolutamente inadeguata specie per i nuovi convogli ferroviari. Ammesso che si faccia il Ponte, quanti anni servirebbero per adeguarne la rete? Quale e quanto territorio utilizzare per questo ammodernamento? Mi piace ricordare che, molte Città Siciliane sono sulla costa e Messina, a cui tengo in particolare, di territorio piano ne ha davvero poco, dunque, eventuale nuova Stazione sotto i Monti;

per la perdita, nel Messinese, di territorio unico e pregiato, utile per ben altre attività che non quella di creare l'accesso ad un Ponte di qualsivoglia importanza o bellezza;

perché Messina resterebbe, in qualsiasi caso, tagliata fuori dai flussi di un eventuale traffico, sia ferroviario che stradale, salvo volerci andare apposta, in quanto lo snodo del traffico avverrebbe a Capo Peloro o giù di lì, tagliando fuori, nel bene e nel male la Città;

perché il Ponte non darebbe, comunque, molto lavoro locale né prima né durante né dopo la costruzione, salvo che a qualche raccomandato ai Caselli per la riscossione dei pedaggi. Le Imprese interessate sono del Nord e preferiranno usare personale tecnico proprio conosciuto e preparato e, per la manovalanza, personale extra comunitario perché meno costoso;

perché, quella del Ponte, economicamente è una spesa insostenibile e, anche se è scritto che buona parte del finanziamento è privato, leggendo bene i documenti, l'eventuale passivo "tornerebbe" a carico del Pubblico e, dunque, dei Cittadini al termine della concessione trentennale o quarantennale (non ricordo esattamente);

Infine, ma non ultimo, l'utilizzo del Ponte, per i Messinesi, anche se con pedaggio agevolato, costerebbe molto in tempo e carburante, qualora volessero recarsi, semplicemente a Reggio Calabria.

Quali considerazioni e soluzioni? Eccole, molto meno costose del Ponte, di più rapida esecuzione e con lavoro duraturo che può e deve essere locale:

miglioramento ed ampliamento delle infrastrutture portuali a Tremestieri capaci di accogliere il traffico su gomma;

realizzazione di adeguati piazzali di sosta separati per camion e vetture;

adeguamento serio dei raccordi stradali fra il Porto di Tremestieri e l'Autostrada;

realizzazione di biglietterie automatiche e veloci (perché non pensare al "Telepass?);

adeguamento dei pontili alla "storica" Stazione Marittima per il traffico ferroviario e delle persone in abbinamento o alternativo al Servizio degli Aliscafi;

modernizzazione dei sistemi di attracco delle Navi e del carico e scarico dei treni;

seria riorganizzazione del sistema Navale/Ferroviario predisponendo "un Traghetto pronto per ogni treno in arrivo" a Villa San Giovanni con ridottissimi tempi di attesa e di manovra;

organizzazione dei sistemi di "smembramento" e "ricomposizione" dei convogli ed impiego di personale preparato, motivato e, soprattutto, controllato da Responsabili che siano veramente tali;

svecchiamento delle Navi. I nostri Tecnici ed i nostri Cantieri sono sicuramente in grado di costruire Traghetti veloci, dedicati a Treni, a camion ed autovetture. Natanti nuovi, sicuri, adeguati alle caratteristiche dello Stretto, poco inquinanti e, magari, con sistemi di propulsione e combustibili diversi dagli attuali.

Impensabile, peraltro, pensare alla Sicilia come Hub per le merci che subirebbero carichi e scarichi inutili quando, via nave, possono arrivare molto vicini alla destinazione (intendo tutti i Porti merci lungo le due sponde dell'Italia Continentale).

Poche ulteriori note che mi permetto d'aggiungere (per il bene di Messina e della Sicilia):

eliminazione delle "Baronie";

eliminazione del "Nepotismo";

eliminazione di quel senso di apatia e di sfiducia che, in ogni discorso, viene chiaramente e vergognosamente manifestato.

La Sicilia (e con essa Messina), ha grandissimi potenziali di crescita; vi sono ben tre Università di eccellenza: Catania, Messina, Palermo. Sarebbe giusto che venissero creati importanti Poli di Ricerca agganciati, appunto, a questi Atenei che, con l'Indotto, potrebbero dare grande occupazione. È assurdo (anche se bello incontrare paesani) trovare al Nord validissimi ed apprezzati professionisti Siciliani e Messinesi quando, tranquillamente, potrebbero lavorare nella propria Terra e non essere costretti a fuggire perché non c'è lavoro. Ognuno dovrà e potrà avere, finalmente, il diritto di costruirsi il Futuro in base alle proprie capacità ed alla voglia di lavorare e non in base alle "conoscenze". Essere costretti ad emigrare è ben diverso dal decidere di lasciare le propria Città per vivere ed operare in luoghi diversi.

Oggi, per i contatti, non servono più aerei, treni o automobili. Infatti, vi sono mezzi di comunicazioni sicuri, poco costosi che, oltre alle conversazioni, consentono di trasferire documenti, immagini, filmati e perfino prototipi tridimensionali (ho scritto giusto!).

Ancora, e per concludere, la Sicilia e Messina possiedono quello che poche Regioni hanno: la Natura, il Clima, il Mare, le Spiagge e, soprattutto, la Storia. Quest'ultima fruibile ogni giorno dell'anno assieme a quelle Tradizioni che, purtroppo, tendono ad andare perse. Da non dimenticare i prodotti agricoli, freschi e conservati, di "nicchia" e, naturalmente, i derivati. Sottolineo che è con la specializzazione e con la qualità che si vince nei Mercati.

A Messina, in particolare, l'Attività Turistica dovrebbe essere razionalizzata ed adeguatamente pubblicizzata, potenziata e, dove già c'è, resa più economica. I due Litorali, mar Tirreno e Ionio, offrono grandi diversità con possibilità di scelte da parte dei Turisti e di chi vuole soggiornare.

Ad esempio: sassi o fine sabbia; oppure luoghi ventosi o meno per le diverse attività sportive, ludiche e per la vicinanza a molte realtà da visitare. E non mi si dica, per favore, che Messina ha nulla da offrire! Basta guardarsi attorno e voler VEDERE! Ripeto:

VOLER VEDERE !
 

Certo, una delle cose importanti e da non dimenticare e che Città, Siti e spiagge vanno tenuti puliti ed ordinati a cura delle Amministrazioni ma, anche e soprattutto, dai Cittadini (vi sarà occasione per scriverne e discutere).

Potrei continuare ma termino affermando che un'Isola è un'Isola ed Isola deve restare per trarre, proprio dal suo "stato", ogni beneficio dando Futuro, Lavoro e Fiducia alle vecchie e, soprattutto, nuove Generazioni

Ultima modifica il Sabato, 08 Ottobre 2016 19:14
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