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Messina – Giovedì 26 maggio 2011, con inizio alle ore 10, ha avuto luogo presso il Duomo di Messina la cerimonia di premiazione degli elaborati presentati dagli studenti delle scuole cittadine per il concorso, promosso dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” in sinergia con l’Assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Messina nel corrente anno scolastico, sul tema “La Tradizione della Sacra Lettera ai Messinesi”.

All’evento erano presenti il dott. Salvatore Magazzù, Assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Messina, il sig. Rosario Fodale, Presidente dell’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”, mons. Letterio Gulletta, parroco della parrocchia “Santa Maria Assunta”, il dott. Pippo Previti, Presidente del Consiglio Comunale di Messina, il sig. Armando Pesco, Presidente della Sezione di Messina dell’Associazione Nazionale Carabinieri, e un nutrito pubblico.

Il programma della manifestazione ha visto in scaletta, presentati dalla sig.na Denise Vrenna, gli interventi del sig. Rosario Fodale, del dott. Salvatore Magazzù, e di mons. Letterio Gulletta. Quest’ultimo si è soffermato, con eloquio brillante e avvincente, sulla storia e la tradizione della Madonna della Lettera. A seguire, un intermezzo musicale curato dalla violinista Mary Manitta, studentessa dell’Istituto “Gaetano Martino” e del Conservatorio musicale “Arcangelo Corelli”, che ha eseguito l’”Ave Maria” di Schubert.

Dopo le allocuzioni del prof. Maurizio Colucci, autore del libro “Una lettera d’amore”, e del prof. Giuseppe Cavarra, presidente della Commissione valutatrice degli elaborati, si è passati alla consegna delle targhe ricordo alle scuole che hanno aderito all’iniziativa: l’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti”, l’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, l’Istituto Comprensivo “La Pira – Gentiluomo”, l’Istituto Paritario “Leone XIII”, la Direzione Didattica “Francesco Crispi e Buon Pastore”, l’Istituto Comprensivo “Villa Lina – Ritiro” e la Direzione Didattica “Principe di Piemonte”.

Spazio, quindi, ai “protagonisti” del concorso: Paola De Salvo, Iasmina Ciornei, Marilena Catalano, Francesca Maccari, Aurora Maria Bardetta, Alessio Forganni, Giulia Campagna, Giulia Mondello, Roberta Tavilla, Maria Chiara Brancato, Ludovico Lucà, Giorgio Capodivento e Nicoletta Busà. Ciascuno, dopo aver letto la propria “lettera”, ha ricevuto una coppa. I premi sono stati consegnati dal prof. Salvatore Restivo (Associazione “Messinaweb.eu”), dal poeta Filippo Scolareci (Associazione “Messinaweb.eu”), dal dott. Alfonso Fede (Associazione “Messinaweb.eu”), dal dott. Salvatore Magazzù, dal dott. Giuseppe Previti, dalla prof.sa Paola Paratore (Associazione “Equitando” ONLUS) e dal sig. Armando Pesco (Associazione Nazionale Carabinieri e Associazione “Messinaweb.eu”). Premiato anche un lavoro di gruppo presentato dalla classe 2^ B dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti”.

Il concorso, giunto alla seconda edizione grazie alla fattiva collaborazione fra il sig. Rosario Fodale (Presidente dell’Associazione Culturale “Messinaweb.eu”) e il dott. Salvatore Magazzù (Assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Messina), ha il fine di far conoscere “Leggende e Tradizioni” non molto diffuse agli alunni delle scuole elementari e medie della città dello Stretto. L’elaborato prodotto verteva sul tema “La mia lettera alla Vergine Maria”.

 

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Sabato 10 ottobre 2015 si è conclusa al Salone delle Bandiere del Comune di Messina la  Nona edizione di Arteincentro 2015, evento finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea, organizzato anche quest’anno dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” con il patrocinio gratuito  del Comune di Messina, la partecipazione dell’Ass. ANFASS Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale” (ANFFAS ONLUS di Messina),  del “Liceo Artistico Statale Ernesto Basile”  e dell’Istituto Comprensivo "Albino Luciani".

Intenso il programma della manifestazione presentata dall’avv. Patrizia Causarano.

Ha allietato la serata  il maestro Mimmo Ambriano, noto cantante  di brani della tradizione siciliana.

Dopo i saluti di Nunzio Antonino Marotta, Presidente dell’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” , è iniziata la manifestazione di premiazione.

La Giuria per la sezione poesia, presieduta dal prof. Giuseppe Rando è composta dalla dott.ssa. Francesca Di Natale, dalla  Prof.ssa Patrizia  Danze’, dalla Dott.ssa Giovanna Panarello  e dal Prof. Giuseppe Ramires  ha proceduto all’ assegnazione dei premi a:

Per la poesia in italiano primo premio attribuito a “Meriggio” di  Alfredo Gugliara di Villafranca Tirrena(ME),  secondo premio a “Sfiorire di Mariagiovanna Bottaro, di Messina  terzo premio a “Arrendersi al tempo” di Amelia Valentini,di Pescara, menzione d’onore a “Aylan”  di Pina Granata  di  Roma e     “Ho ascoltato la tua voce”  di Elettra  Andronaco, di Messina.             

Per la poesia in vernacolo assegnati il primo premio a M’attenti? di Giuseppe Gerbino, di Catellammare del Golfo (TP), secondo premio  a “On recin de siarèse” di Ines Scarparolo di Vicenza, terzo premio a  “U cuniggheddu” di Antonino Pedone, di Castellammare del Golfo (TP), menzione d’onore a “Na sfida senza tempu”  di  Giovanni  Malambri’ di Messina e  “A me Missina” di  Letterio  Busa’, di Messina.

 La Giuria, per la sezione Pittura presieduta dalla prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo e composta dall’operatore culturale  Angelo Savasta, dal prof.re Universitario esperto in pittura ed arti visive Roberto Lo Presti, dal Dirigente della Provincia Regionale esperto in pittura Fortunato Chiesini  e dalla scenografa teatrale arch. Mariella  Bellantoni ha assegnato il 1° premio a “GINESTRE” di Alfredo Gugliara di Villafranca Tirrena (Me), secondo Premio “DIMENTICATO” di Giuseppa  Trapani di  Castelvetrano (TP)                     , terzo premio “I MORI” di Maria Grazia  Toto  di Milazzo (ME), risconoscute meritevoli di MENZIONE D’ONORE ACQUALADRONI   di Gaetano Alizzi e  VECCHIO LUPO DI MARE  di Angela Viola di Messina

A tutti i partecipanti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Hanno dato il loro contributo all’evento: Giovanni Ferlazzo, Diego Ciarrocchi  e Annunziata Rosaria Parisi.

 

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Forte S. Salvatore Zona Falcata Messina Via S. Raineri - Zona Falcata Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia

FORTE S. SALVATORE Forte S. Salvatore, edificato nel 1546 sulla punta estrema della penisola di S. Raineri che chiude il porto di Messina, fa parte, insieme alle Mura e ai forti Castellaccio e Gonzaga, del sistema difensivo cinquecentesco voluto dall'imperatore Carlo V d'Asburgo e realizzato dall'ingegnere militare Ferramolino da Bergamo. Il forte, ricavato su una striscia di terra stretta e lunga, si adatta in maniera straordinariamente pragmatica allo stato dei luoghi. Era costituito in origine da due bastioni - uno rettangolare non più esistente, l'altro pentagonale - posti a oriente, ai lati dell'ingresso e collegati con lunghe mura rettilinee ad un baluardo a pianta circolare (conosciuto come forte Campana) adibito a polveriera e batteria di tiro, strategicamente rivolto verso il porto, l'abitato e l'ingresso alla città dal mare. Il complesso fortificato prese il nome ed il posto dell'omonimo preesistente monastero basiliano, importante centro religioso e culturale di epoca medievale (eliminato e trasferito poi alla foce della fiumara dell'Annunziata) e probabilmente ingloba all'interno del baluardo circolare il basamento dell'antica torre di S. Anna, già nota al tempo dei Vespri (1282). La chiesa annessa al monastero (di cui non si conosce l'esatta ubicazione), inizialmente mantenuta, bruciò nel 1549. Riadattata e nuovamente aperta alla devozione dei fedeli, fu successivamente trasformata in cappella militare e chiusa alla cittadinanza. Se ne perse traccia tra il Settecento e l'Ottocento. Da alcune vedute rilevate intorno al 1565 si evidenzia inoltre la presenza di ulteriori elementi preesistenti non citati dalle fonti letterarie, sicuramente rimossi però già nel 1614. In quell'anno, infatti, vengono effettuati dei lavori di adeguamento: l'ingresso viene spostato nella sede attuale, ornato da un arco bugnato e sormontato da una iscrizione in spagnolo (che riporta anche la data dei lavori) con lo stemma reale. Forse nella medesima occasione furono introdotti il fossato ed il ponte d'accesso (entrambi in uso fino a tutto l'Ottocento e poi cancellati) e la porta della polveriera, costituita da un sistema ad arco bugnato e colonne ioniche addossate, sormontati da un cornicione. Dovrebbe essere invece appena successivo, e comunque sempre seicentesco, l'inserimento dei due baluardi pentagonali tra i muri di collegamento dei bastioni orientali con il forte Campana. Altre modifiche si riscontrano intorno al 1840 quando, per posizionare nuove e più potenti artiglierie, viene ampliato il camminamento esterno al porto con la costruzione di una nuova cortina parallela alla preesistente. Il disastro del 1908 provoca danni notevoli al muro ed ai baluardi rivolti verso la città, poi demoliti, e lo stesso bastione circolare subisce dei crolli, tuttavia limitati. Nel 1934 il sito del S. Salvatore viene simbolicamente "reinventato" dall'Arcivescovo di Messina mons. Angelo Pajno, che fa costruire una stele votiva dedicata alla Madonna della Lettera, patrona della città. Su progetto dell'ingegnere Francesco Barbaro dell'Ufficio Tecnico Arcivescovile, al centro del bastione circolare viene eretta una colonna alta 35 metri, in cemento armato rivestita in pietra di Trapani, a pianta ottagonale e sezione decrescente, sormontata da un globo di 3 metri su cui è collocata la statua benedicente della Madonna (alta 7 metri), opera dello scultore Tore Calabrò. Sul fronte del baluardo rivolto alla città viene inoltre apposta, a grandi lettere, la frase che secondo tradizione è contenuta nella lettera trasmessa dalla Vergine ai messinesi (Vos et Ipsam Civitatem Benedicimus). A partire dal 1990 circa, da parte della Soprintendenza sono stati effettuati, in più riprese, alcuni lavori di restauro conservativo e consolidamento, in particolare nell'area del forte Campana e della stele. Malgrado le demolizioni e le manomissioni, nel S. Salvatore - di fatto mai aperto al pubblico e di cui è attuale titolare la Marina Militare - possono ancora oggi leggersi (almeno nel bastione pentagonale) le più tipiche caratteristiche delle costruzioni difensive cinquecentesche quali la cornice semicircolare, il muro a scarpa, lo spigolo in conci squadrati di pietra e la guardiola angolare a pianta esagonale con mensole sovrapposte in aggetto, mentre resta tutta da definire una lettura storica più ampia che ricomponga, anche attraverso un'analisi archeologica, la successione dei diversi elementi stratificati nel corso dei secoli. FAI Delegazione di Messina

 

Le barche e i pescatori dello stretto di Messina

 

Naviga cu bon tempu marinaru

chi la bunazza non dura in eternu

pensa ca a passari di lu faru

unni ci voli cunzígghíu e guvernu,

'dda si prova fu bonu marinaru

unni si vota e gira supra un pernu.

(Naviga con bel tempo marinaio,

perchè la bonaccia non dura in eterno,

pensa che a passare da Punta Faro,

dove occorrono conoscenza e padronanza (del mare),

là si prova il bravo marinaio,

dove si volta e si gira sulla punta di un perno.)

fELUCALa pesca dei pesce spada è stata una delle prime attività marinare praticate nello Stretto di Messina in modo particolare dai pescatori dei paese di Ganzirri. Attraverso varie fonti ho scoperto che esiste da secoli. Io cercherò di raccontare quello che ricordo.

L'imbarcazione principale con la quale veniva effettuata la pesca era la feluca. Questa era un tipo di barca con caratteristiche particolari :

• metri fuori tutto 11,44

• larghezza metri 4

• altezza metri 1,54.

Era dotata di una antenna di abete di 22 metri, in cima alla quale saliva u 'ntínnerí  (era il marinaio che saliva in cima all'antenna per avvistare il pesce spada)

Ad ogni imbarcazione con relativo equipaggio toccava una posta, ovvero un tratto di mare dove poter pescare.

La feluca veniva ancorata a circa ottocento metri dalla costa siciliana e quando u 'ntinneri avvistava il pesce spada, l'imbarcazione più piccola, luntru, con il suo equipaggio a remi, con il farirotu (era un marinaio appostato su un piccolo albero collocato in mezzo all' untru con il compito di guidare, seguendo i movimenti del pesce spada, fa piccola imbarcazione all'inseguimento del pesce), e u lanzaturi  (era il fiocinatore - quasi sempre il padrone - situato sulla poppa del luntru con il compito di arpíonare il pesce spada)  andava all'inseguimento del pesce spada per arpionarlo.

Scritto da Giacomo Costa, maestro d'ascia iscritto nel Registro del personale tecnico delle costruzioni navali, compartimento di Palermo, al n° 27. Il titolo di maestro d'ascia è registrato al n°9, Palermo addì 12 Gennaio 1962 "

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