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Minuta Domenico, o meglio detto “Mimmo”, come tutti lo conoscono è una delle pochissime persone nate e vissute sempre nel suo paese d’origine, per l’appunto, Capo d’Orlando.
Viene da una famiglia modestissima, in cui il padre era abituato sin da piccolo ai grandi sacrifici, ma gli stessi ripremiati un po’ da tutti, visto che era uno dei pochi sarti del paese.
Già da piccolo si vedeva in lui l’innata voglia di manualità e di artigianalità, perché lo stesso voleva aiutare il padre nella sua piccola bottega, ma non con i risultati soddisfacenti che potessero attribuirsi ad un bambino. Quindi volse l’attenzione del tempo libero a tutt’altro ed affascinato dalla maestosità del mare che ogni mattina vedeva dalla finestra di casa sua, immaginava di varcarlo con delle navi maestose. A quel punto, la passione per le barche si fece sempre più forte tanto che lo portò a diventare l’armatore della sua flotta navale personale. Inizia così la creazione dei suoi modellini di velieri in scala interamente costruiti a mano e con la pazienza che solo lui poteva ritrovare spinta dalla passione per le stesse. Oggi la sua “flotta” di navi è visibile solo per gli amici più intimi, ma nonostante ciò il suo sogno di varcare il mare,anche nel piccolo, continuava a tormentarlo.
Non c’era momento migliore per affiancare alla passione per il modellismo navale, un’altra passione che si amalgamava benissimo ad essa.
Ed allora preso dallo spirito di sacrificio e mettendo da parte un piccolo gruzzoletto ricavato dal lavoro di dipendente comunale (infatti tutti lo riconoscono come “Mimmo, chiddu dill’acquedottu ), decise di acquistare una piccola barchetta, logicamente in legno, o meglio conosciuta col nome di “gozzo”.
Inizia così la sua seconda avventura hobbistica dedicandosi alla pesca … certo,pescare sulla sua barchetta sognando di essere su un grande modellino da lui costruito, lo faceva sentire la persona più felice sulla terra. Ma ciò era abbastanza per poter dire che ancora oggi le sue passioni sono quelle che più contano nella vita,e lui ne è la prova vivente!!! 

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Ancora oggi all'età di 76 anni, la signora Concettina è felice al solo pensiero di preparare il pane. Un gran lavoro, ma anche una grande soddisfazione!
PREPARAZIONE:
La sera prima Concettina prepara il lievito.
La mattina di buon ora prepara:
 u lettu, a maidda, u crivu, a farina, a’ sali, u levitu, l'acqua tebida, u stuta bracia, u rasteddu, a pala, a scupa di frasca, l'acqua nel secchio e i ligna.
La mattina si riscalda l'acqua a temperatura del latte, si prepara il letto, si setaccia la farina nella madia, al centro della madia si allarga la farina e si incorpora il lievito e l'acqua, si mescolano insieme si lavorano fin quando si ha un impasto omogeneo.
L'impasto si lavora con i pugni girando la pasta da una parte e dall'altra, inserendo piano piano l'acqua; a metà lavorazione si distribuisce il sale e si continua a lavorare fin quando diventa morbido. A questo punto si mette un po' di farina per asciugare l'impasto del pane e si fanno i panotti, i cudduri e i minni che vanno appoggiati sul letto (tavolo) con delle coperte di sotto e di sopra e nel nezzo le tovaglie che coprono il pane, la preparazione dura circa 1 ora.
Il pane si lascia riposare circa tre ore, in base alla temperatura dell'ambiente. Per capire se è possibile accendere il forno si tocca il pane con un dito, se si rialza subito, significa che è pronto per essere messo nel forno.
Per la cottura del forno serve circa un’ora. La legna si sposta nel forno in modo uniforme a destra e a sinistra. Quando la “volta” del forno diventa bianca, con l'aiuto del rastrello e della paletta detto u palittuni si libera il forno dalla brace, quindi con la scopa “di frasca o di cimosa” bagnata in un secchio pieno d'acqua si pulisce il forno dalla cenere rimasta..
Nel frattempo il pane con un coltello deve essere inciso e fatta la croce, con una fossetta centrale; a questo punto è pronto per essere infornato. Dopo dieci minuti “quannnù o pani ci cala a rosa”, si apre “a chiappa du furnu” per controllarlo, dopo si richiude per altri dieci minuti, il pane viene girato e dopo 40 minuti è pronto.
Che bellezza sentire l'odore del pane appena sfornato!
Che prelibatezza assaggiare il pane condito con olio d'oliva minuta, origano e sale;
Questi sapori e odori rischiano di scomparire, ma Lei è disposta ad insegnare questo metodo di panificazione a persone di buona volontà e buongustai.
A Sinagra per Natale nel pane vengono inserite le nocciole, mentre per Pasqua si fa a cuddura cu l'ova. 

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Il signor Crocivera all’età di quindici anni frequentava il laboratorio del Signor Giovanni Lucifero a Santa’Angelo di Brolo per apprendere il mestiere di stagnino.
Dopo alcuni anni di praticantato si sente pronto per aprire una propria officina.
Oggi è rimasto una delle poche officine di stagnino nei Nebrodi, dove alcuni giovani hanno voglia di apprendere.
Oltre a restaurare “stagnare, lucidare” vecchi utensili, realizza nuovi oggetti tipo: “Padeddi, quadari, mezz’aranci, stuta braci, busunetti, palittuni, mezzu cavisu, cannoli ecc.
Io non avevo mai visto questo tipo di lavoro e sono rimasta particolarmente colpita

 

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Nel mese di ottobre 2012 un gruppo di amiche di Capo d’Orlando si sono riunite è hanno pensato
di formare un circolo denominato “Circolo femminile ricami e antichi mestieri”.
Queste amiche credono che in questo mondo dove l’indifferenza fa da padrone, è importante
socializzare e riportare alla luce gli antichi saperi e mestieri.
Due volte la settimana il gruppo capitanati dalla presidente Signora Maria Bucca si incontrano
nella sede del circolo, chiacchierando e lavorando realizzano dei capolavori ( ai ferri,
all’uncinetto, a punto croce , ad intaglio, al chiacchierino, al tombolo ecc.)
Durante l’incontro si gustano torte e dolci rigorosamente fatte a mano accompagnate da caffè,
thè ecc., che a turno le signore preparano.
Nel mese di dicembre 20.12.2013 e hanno partecipato alle manifestazioni natalizie organizzate dal Comune di Capo d’Orlando, esponendo i loro lavori artistici

 

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Andrea Cipriano, nasce a Maracay - Venezuela, il 25 agosto del 1957 da genitori italiani emigrati. Risiede a Capo d'Orlando ( ridente cittadina sulla costa tirrenica siciliana ) dove vive la maggior parte della sua vita sino ad oggi. Perito industriale amante dell'arte inizia la sua attività lavorativa a Napoli nel 1975 nell'azienda SIP ( Società Italiana per L'Esercizio delle Telecomunicazioni. Ama definirsi "l'artigiano del presepe". Da sempre ha amato il presepe, quello che egli stesso idea, progetta e poi realizza con i materiali più disparati, infatti l'amore e la passione con la quale fin da bambino insieme alla mamma provava ad allestire un presepe, lo portano oggi a continuare le sue creazioni che gli hanno permesso di affinare la sua arte rendendola preziosa.

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Fare il presepe per Andrea, ha significato vivere in un incantesimo, in una magia, in una dimensione in cui senti la tua anima inquieta trovare pace. Le sue creazioni sono realizzate con una precisione certosina: ispirate tutte alla sua terra, la Sicilia; ricche di una serie infinita di minuscoli ed elaborati particolari che non servono tanto ad addobbare la scena, quanto a introdurre il fedele nella teologia della stessa, inoltre contengono tutti quegli elementi che sono alla base di una illustrazione semplice e veritiera dei vangeli. Intanto, prosegue la sua attività, anno dopo anno partecipando con le sue opere, a convegni, mostre nelle chiese e in varie strutture che gli hanno permesso di fare apprezzare le sue creazioni.

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Fondamentale è anche la sua passione da autodidatta, per la pittura a olio o ad acrilico che gli ha permesso di migliorare la sua stessa arte creativa e non solo, il saper creare oggetti preziosi in fiammiferi, modellando gli stessi nelle forme più svariate, arte appresa alla TV, negli anni 60 nella trasmissione “ Non è mai troppo tardi” del famoso maestro Alberto Manzi, hanno fatto di Andrea, un'artista a tutto tondo.

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Si occupa altresi di restauro di oggetti sacri e statue religiose nelle più svariate tecniche lignee o a gesso. Dall'anno 2010 fa parte dell' AIAP Associazione Italiana Amici del Presepe con sede a Roma. Infine amico e amante della natura vive le sue estati in una piccola casa di campagna a Torrenova dove coltiva la passione dell'orto. Nella sua laboriosa attività lavorativa ha saputo distinguersi ricevendo il 1° maggio 2013 “La stella al merito del Lavoro” da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Andrea è anche impegnato nel sociale: ASL ( Associazione Siciliana Leucemia ) dove presta il suo contributo in attività di volontariato.

Partecipazione a Mostre, Concorsi ed Eventi:
Anno 1979 – Mostra Artigianato di Quartiere - Palermo ( Sedia a Dondolo in fiammiferi )
Anno 1980 – Mostra del Presepe di Quartiere - Palermo ( Presepe nel Pianino in fiammiferi)
Anno 1985 – Capo d'Orlando - Riproduzione della nave della “Speranza” su Ordinazione di Mons.Padre F.sco Manzella esposta permanentemente nella Chiesa del Monte della Madonna.
Anno 1988 – Tindari - consegna per la visita di Papa Giovanni Paolo II ( di un Veliero costruito in legno interamente a mano dal nome “Totus Tuus”
Anno 1990 – Presentazione del 1° presepe da passeggio. Capo d'Orlando
Anno 1992 – Mostra Artigianato Capo d'Orlando ( Oggettistica in fiammiferi ).
Anno 1995 – Capo d'Orlando – Mostra artigianale di quartiere.
Anno 1999 - Capo d'Orlando – Mostra artigianale di quartiere.
Anno 2002 - Capo d'Orlando – Mostra artigianale di quartiere.
Anno 2005 – Chiesa Cristo Re Capo d'Orlando
Anno 2006 – Chiesa Cristo Re Capo d'Orlando
Anno 2007 - Chiesa Cristo Re Capo d'Orlando
Anno 2008 - Capo d'Orlando : I° Mostra “ I presepi di Natale” Fiera dell'artigianato.
Anno 2009 - Torrenova: Associazione Pro Familia Onlus - V° Mostra dei presepi in miniatura.
( Primo Classificato)
Rodi Milici: Mostra di Arte Presepiale – Museo Antiquarium.
Capo d'Orlando : II° Mostra “ I presepi di Natale”. Chiesa Porto Salvo.
Anno 2010 - Torrenova: Associazione Pro Familia Onlus - VI° Mostra dei presepi in miniatura.
Capo d'Orlando : III° Mostra “ I presepi di Natale”. Chiesa Porto Salvo.
San Piero Patti: Rassegna Internazionale del XXIII Concorso del presepe.
Mostra Valle Alcantara – Direttore artistico Dott. Marcello Proietto di Silvestro.
Sinagra : Mostra dei Presepi c/o Proloco. Direttore atistico Dott.ssa Enza Mola.
Capo d'Orlando: Diorama Pasquale ( La Resurrezione ) Chiesa Cristo Re.
Anno 2011 - Torrenova: Associazione Pro Familia Onlus - VII° Mostra dei presepi in miniatura.
Capo d'Orlando : IV° Mostra “ I presepi di Natale”. Chiesa Porto Salvo.
( Secondo Classificato)
San Piero Patti: Rassegna Internazionale del XXIV Concorso del presepe indetto dalla Confcommercio di Messina ( Direttore artistico Massimo Natoli ).
( Primo Classificato).
Messina: Chiostri dell'Arcivescovado VI° Mostra di Arte Presepiale.
Rodi Milici: Mostra di Arte Presepiale – Museo Antiquarium
Anno 2012 - Torrenova: Associazione Pro Familia Onlus - VIII° Mostra dei presepi in miniatura.
( Primo Classificato)
Messina: Chiostri dell'Arcivescovado VII° Mostra di Arte Presepiale.
San Piero Patti: Rassegna Internazionale del XXV Concorso del presepe.
Capo d'Orlando : V° Mostra “ I presepi di Natale”. Chiesa Porto Salvo.
Barcellona P.G. : XII Mostra dei Presepi – AVIS
Sinagra: PRO LOCO - Settimana della Cultura 14-22 aprile
San Piero Patti: Settimana della Cultura 14-22 aprile
Capo d'Orlando – Diorama Pasquale ( L'ultima Cena ) Chiesa Cristo Re .
Anno 2013 - Capo d'Orlando : VI° Mostra “ I presepi di Natale”.Chiesa Porto Salvo, in qualità
Direttore Artistico (nominato dal Comune di Capo d'Orlado - Assessorato
Artigianato ed al Culto) sia come artista espositore.
Messina: Chiostri dell'Arcivescovado VIII° Mostra di Arte Presepiale.
San Piero Patti: Rassegna Internazionale del XXVI Concorso del presepe.
Naso: Mostra d'Arte presepiale - Chiesa S. Giovanni ( Primo Classificato)
Termini Imerese – Presepiando – Mostra al Museo Civico Baldassarre Romano.
Pace del Mela – Il Presepe, riscoprire antiche tradizioni. ( Primo Classificato)
Anno 2014 – Naso - Mostra di Pittura scultura e Fotografia. ( Attualmente in corso... fino al 21 marzo.

 

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Marianna da dieci a sedici anni frequentò il laboratorio sartoriale del ricamo e del vestiario nel suo paese di origine Sant'Agata di Militello. A 23 anni sposò un ragazzo di Ficarra e lasciò il paese di origine per trasferirsi a Ficarra.
Marianna è sempre stata una persona attiva e socievole. Arrivata in paese conobbe la signora Pizzzuto una vicina di casa e si innamorò dei merletti che la signora realizzava con il tombolo.
Lei si fece costruire dal padre il tombolo ed imparò l'arte, realizzando i merletti.
Guidata della signora piano piano iniziò la sua laboriosa attività.

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Oggi è rimasta l'unica signora nel territorio di Ficarra a realizzare merletti e trine al tombolo.
Durante gli anni ha regalato completi per il corredo ai figli, nipoti, parenti ed amici.
Per lavorare il tombolo occorre molta passione e pazienza, ma una volta realizzato il lavoro si rimane meravigliati.

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Il tombolo si compone di tre parti realizzate interamente in legno: un sostegno, un tamburo circolare, appoggiato sul sostegno, imbottito ricoperto di morbido panno verde la base sulla quale viene realizzato il pizzo intrecciando i fili fissandoli opportunamente con degli spilli, i fuselli sui quali vengono avvolti i singoli fili;

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Sul tombolo si applica il disegno e poi si lavora con dieci fuselli in cui si inserisce il filo DMC n. 100 e si lavora con gli spilli che fissano il lavoro e con altri due fuselli si realizza la rifinitura della trina.
E’ molto brava anche con il ricamo, è impossibile stabilire il dritto dal rovescio, realizza inoltre una rete a spicchi di limone che è uno spettacolo.

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Il Signor Caliò ha trascorso la fanciullezza nel podere della Famiglia Piccolo.
Il padre lavorava alle dipendenze della suddetta famiglia esercitando la professione “du camperi”. Più volte all’anno gli operai guidati dal padre realizzavano dei contenitori che servivano per la casa e la campagna cufini, coffi, ziruni, cestini, cannizzi ecc. Che bello guardare tutta “a ciurma trovaghiari” .
Dopo che preparavano la materia prima (canne, rami di salice e di ulivo), gli stessi venivano tagliati, sbucciati e lavorati. Caliò guardava incantato!
Crescendo ha messo in un angolo del proprio cuore questa passione, quasi se né dimentica.
Dopo tanti anni riaffiora il ricordo ed inizia a realizzare da solo vari oggetti per occupare piacevolmente il tempo libero, perfezionandosi sempre di più.
Ha partecipato a svariate mostre in diversi Comuni quali : Naso, Brolo, Gliaca di Piraino.
Da circa un anno, insegna all’oratorio di “Cresta” a Naso a bambini e ragazzi. Per lui è una grande gioia vedere questi ragazzi interessati a questo mestiere ormai quasi dimenticato.

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Materiale occorrente :
Canne, rami di ulivo o salice rosso o scuro.
La canna e il salice rosso che lui usa maggiormente, vengono raccolti a Gennaio/Febbraio, ma si possono raccogliere in tutti i periodi dell’anno.
Il salice se viene raccolto nel mese di maggio, una volta tolta la buccia si presenta di colore bianco.
La canna, si lavora più facilmente se si raccoglie quando è verde.
Il tempo impiegato per realizzare un paniere di media grandezza è di circa un giorno.
Il materiale può resistente è l’ulivo.

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Quando ero bambino, all'età di dieci anni, imparai con pazienza a lavorare i materiali, come la canna e la verga, che la natura ci fornisce per costruire le classiche ceste (cufine), cestini (panari), i contenitori per il pane (ziruni), essiccatoi per la frutta (cannizzi). Allora era il bisogno che spingeva noi giovani a ritrovarci davanti al fuoco durante le sere d’inverno, per produrre quelli che non sarebbero stati oggetti decorativi ma di uso quotidiano come per la raccolta di olive, nocciole, agrumi e funghi.
Ho continuato a lavorare la canna fino all’età di venticinque anni, quando nuove esigenze mi hanno spinto ad abbandonare questa che considero una vera e propria “arte”. Ora che ho sessantotto anni e più tempo da dedicare a questa passione, ho deciso di ricominciare da dove avevo terminato e trasformare questa da lavoro in hobby, poiché i bisogni sono cambiati e gli stessi “panari” hanno assunto l’unica funzione di manufatti artistici, atti a testimoniare un passato non molto lontano di cui anche io orgogliosamente facevo parte. Col mutare dei tempi però a cambiare è stato anche il mio lavoro, adesso ho cominciato a creare piccoli oggetti che con la fantasia si sono trasformati in lampadari, portaombrelli, portabottiglie, portafrutta ed vari altri, non abbandonando mai però la strada maestra. Il mio lavoro incomincia quando andando in giro per la campagna raccolgo la verga di ulivo, salice, castagno e roverella. Altro elemento importante è la canna, raccolta nel “mancu da luna di innaru” (in gennaio, colla luna nuova) che all’occorrenza viene pulita e tagliata in modo da rapportarsi alla misura delle verghe.

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Alla prima fase segue la creazione del “panaro” vero e proprio partendo dal fondo incrociando otto verghe spesse intrecciando su esse altre tre verghe più fini che man mano che finiscono sono congiunte ad altre. Prima che il fondo venga terminata con il cosiddetto “trizzune” (treccione) vengono innestate circa cinquantasei verghe che serviranno a sostenere la canna che funge da parete per il “panaro”; la canna intrecciata è poi bloccata dalla cosiddetta “trizza” (treccia) ottenuta intrecciando la rimanente parte di verga. Il tutto oggi mi rende orgoglioso in quanto non solo mi permette di passarmi il tempo quotidianamente, ma riesco a trasmettere alla gente una tradizione che faceva parte del mio passato, augurandomi che quest’arte e/o antico mestiere non svanisca mai.

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