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Martedì, 31 Dicembre 2019 08:34

Auguri di Buon Anno

DA TUTTI I COMPONENTI L'ASSOCIAZIONE CULTURALE  MESSINAWEB.EU

Pubblicato in Comunicati stampa

COMUNICAZIONE

musiche di Tchaikovsky, Rossini, Bizet, Verdi, Strauss e Strauss Jr.

direttore Marco Alibrando

pianista Giuseppe Andaloro

Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele

coproduzione

E.A.R. Teatro di Messina

Ass. Musicale “Vincenzo Bellini” di Messina

Programma

Tchaikovsky Lo Schiaccianoci, Suite Op. 71

Ouverture-miniature

Danze caratteristiche - Marcia - Danza della Fata dei confetti - Danza russa

Danza araba - Danza cinese - Danza dei mirlitons - Valzer dei fiori

Tchaikovsky Concerto per pianoforte e orchestra N. 1 in Si minore Op. 23

Allegro non troppo e molto maestoso. Allegro con spirito - Andantino semplice - Allegro con fuoco

Intervallo

Gioachino Rossini Il Barbiere di Siviglia, Ouverture

Georges Bizet Carmen, Ouverture

Giuseppe Verdi Traviata, Preludio dall’Atto I

Johann Strauss II An der schönen blauen Donau, Walzer, Op. 314

Johann Strauss Jr. Kaiser Waltz

 Andaloro 4

GIUSEPPE ANDALORO, pianista

Giuseppe Andaloro è considerato uno dei più apprezzati artisti della sua generazione.

Nato a Palermo nel 1982, ha iniziato giovanissimo una intensa attività concertistica, proponendo al pubblico un vasto repertorio che spazia dal Rinascimento alla musica moderna e contemporanea. La sua trascrizione della “Sagra della Primavera” di Stravinsky per due pianoforti e due violoncelli ha riscosso sincera approvazione dalla critica e grande successo di pubblico alla serata sold-out della prima esecuzione.

È stato ospite di importanti festival (Salzburger Festspiele, Ruhr Klavier, Spoleto Due Mondi, Bucarest Enescu, Ravello, “Chopin” Duszniki-Zdròj, A.B. Michelangeli di Brescia e Bergamo, “Al Bustan” Beirut, “Mehli-Mehta” Mumbai) e in alcune delle più celebri sale da concerto del mondo, fra cui La Scala di Milano, Salle Gaveau di parigi, Konzerthaus di Berlino, Gasteig di Monaco, Royal Festival Hall e Queen Elizabeth Hall idi Londra, Santa Cecilia nel “Parco della Musica” di Roma, Rudolfinum Dvořák Hall a Praga, Anfiteatro Simón Bolívar a Città del Messico, Teatro Oriente a Santiago del Chile, Sumida Triphony Hall a Tokyo, Esplanade Auditorium di Singapore, City Hall Concert Hall a Hong Kong, ecc.

Suona regolarmente con rinomate orchestre (London Philharmonic, Tokyo NHK Symphony, Singapore Symphony, Hong Kong Philharmonic, Philharmonische Camerata Berlin, London Mozart Players, Czech Philharmonic Orchestra) e grandi direttori del calibro di Vladimir Ashkenazy, Jean-Jacques Kantorow, Gianandrea Noseda, Andrew Parrott, Giuseppe Lanzetta; tra le sue collaborazioni con altri acclamati artisti spiccano quelle con Sarah Chang, Giovanni Sollima, Sergej Krylov, Anna Tifu, Svetlin Roussev, John Malkovich.

Vincitore del Primo Premio in diversi tra i più prestigiosi concorsi pianistici internazionali – fra cui il “Ferruccio Busoni” di Bolzano, il London Piano Competition, Porto, Sendai, Hong Kong – nel 2005 è stato insignito del premio per meriti artistici conferito dal Ministero Italiano dei Beni e delle Attività Culturali.

Ha al suo attivo registrazioni per diverse etichette discografiche (Sony, Warner, Naxos, Fontec) ed è stato ospite di molte radio e televisioni italiane e straniere, come NHK-BS2 Tokyo, BBC London, Radio France Musique, Amadeus 103.7 Buenos Aires, Classic FM Radio Allegro Johannesburg, RTSI Lugano, RDP Radiodifusão Portuguesa, Rai Radio3 Italia, German Radio SWR2, Vatican Radio, WRR Dallas Classical Radio, Hong Kong Radio 4, Singapore Symphony 92.4FM, Fresno Valley Public Radio, ecc.

Alibrando 3 

MARCO ALIBRANDO, direttore

Messinese, classe 1987, debutta a soli 24 anni a Firenze e da quel momento un’intensa attività lo porta a dirigere in prestigiosi Festival quali il Rossini in Wildbad, il Rossini Opera Festival di Pesaro e il Festival di Spoleto. Recentemente è stato assistente di Iván Fischer per Falstaff.

Ha diretto lo scorso settembre l’Eroica di Beethoven con l’Orchestra dei Talenti Musicali della Fondazione CRT alle OGR di Torino ed al Teatro di Biella e il 14 e 15 dicembre 2019, sempre alle OGR, il nuovo spettacolo di Igudesman & Joo.

Nel febbraio 2020 dirigerà L’Italiana in Algeri per VoceAllopera con Gianmaria Aliverta, a maggio L’Anfora di Clio - il nuovo Opera Show scritto e diretto da Mario Acampa - e successivamente sarà ancora assistente di Iván Fischer per Falstaff al Lincoln Center di New York.

Nella stagione 2020/21 dirigerà C’era due volte il Barone Lamberto - opera vincitrice del concorso CompositoriAllOpera - nei Teatri di Piacenza, Modena, Reggio Emilia e Novara. Prossimamente debutterà con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala alla Royal Opera House Muscat (Oman) dirigendo Ahmed – The lion of the sea di Alberto Colla.

Alla guida dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina ha diretto numerosi concerti sinfonici, opere (La Bohéme) e balletti (La Pastorale di Beethoven coreografata da Micha van Hoecke).

Grazie ad una naturale predisposizione per gli autori del primo ‘900 - in particolare Bartók, Stravinsky e Ravel - Marco ha diretto Il Castello del Duca Barbablù con l’Orchestra Sinfonica G. Verdi “laVerdi” di Milano per Expo 2015.

Dal 2011 ad oggi ha diretto inoltre l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra Sinfonica G. Verdi “laVerdi” di Milano, l’Orchestra del Teatro F. Cilea di Reggio Calabria, Delitto e Dovere di Alberto Colla al Festival di Spoleto e al Teatro Coccia di Novara per la regia di P. Gavazzeni e P. Maranghi (trasmessa da Sky Classica HD), Obiettivo Orchestra - su invito di Gianandrea Noseda in collaborazione con la Filarmonica del Teatro Regio di Torino, Norma al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, il dittico Suor Angelica e Billy Budd (Ghedini) presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, La Cenerentola per VoceAllOpera con la regia di G. Aliverta, Beatrice di Tenda a Tenda, Rossini il buongustaio al Teatro Nazionale dell’Albania di Tirana, la IX Sinfonia di Beethoven al Teatro F.Cilea di Reggio Calabria, La maschera di Erato – l’Opera show scritto e diretto da Mario Acampa - (Fondazione CRT – Accademia Perosi). È ospite regolare dell’Orchestra di Toscana Classica e l’Orchestra da Camera Fiorentina.

Ha studiato direzione d’orchestra con Gianandrea Noseda, Gianluigi Gelmetti, Vittorio Parisi, Lutz Köhler, Antonino Fogliani, Donato Renzetti, Romolo Gessi e Giuseppe Lanzetta. Si è diplomato col massimo dei voti e la lode in Direzione d’orchestra al Conservatorio “G. Verdi” di Milano dove si è anche diplomato in Composizione con D. Lorenzini e G. Possio. Si è inoltre diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio della sua città con A. Salpietro.

È stato assistente di Giuliano Carella, Domingo Hindoyan e Antonino Fogliani.

Teatro Vittorio Emanuele:

Mercoledì 1 gennaio 2020, ore 19:00 – Fuori Abbonamento

Messina, 30 dicembre 2019.

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Per ogni informazione, contattare

Ernesto Pustorino tel. 351 1867479

Unità Operativa Gestione Marketing, Urp e Biglietteria

EAR Teatro di Messina

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Maria Vadalà -

Il 30 dicembre presso la Feltrinelli point di Messina si è svolto un interessante incontro culturale “Persone e fatti dimenticati a 111 anni dal 28 dicembre del 1908 ore 5.21”. La manifestazione è stata promossa dal “Comitato Messina 908” e dall’Associazione “Antonello da Messina”. Ha aperto il dibattito il Prof. Dino Calderone che ha sottolineato l’importanza di mettere in luce le vicende  tristi e dolorose, che hanno dovuto affrontare i superstiti del disastroso sisma, ma anche gli atti eroici, sconosciuti dalle nuove generazioni, compiuti dai marinai russi e inglesi e da tutti coloro che, spinti dal desiderio di aiutare il prossimo, sono giunti a Messina da molte città italiane e straniere. Il “Comitato Messina 908”, infatti, si prefigge lo scopo di salvare la memoria “interfamiliare” per poter affidare ai posteri le testimonianze ricevute direttamente dai nostri nonni e parenti che hanno vissuto in prima persona quel terribile evento. Per raccogliere questi ricordi cari e preziosi sono state elaborate delle schede che si possono inviare via e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  , oppure scrivere al numero 3385677501 tramite WhatsApp o inviare un messaggio alla pagina Facebook “Messina908. Verrà in seguito pubblicato un libro “Figli e nipoti raccontano…Le storie del Terremoto”. I relatori intervenuti hanno messo a fuoco una varietà di aspetti che hanno contribuito a ricordare le conseguenze del terremoto sia dal punto di vista umano che culturale. Il Prof. Antonino Sarica ha letto alcuni articoli da lui pubblicati sulla Gazzetta del Sud e raccolti in un saggio da Sergio Di Giacomo: ha tratteggiato la figura di Giuseppe Michelis di Parma, che si è prodigato alacremente per aiutare la popolazione messinese; ha descritto la situazione critica in cui versava la città dilaniata e offesa  anche dalla presenza degli “sciacalli”, che procuravano disordini tali da far proclamare lo stato d’assedio; infine ha ricordato l’importante opera svolta da Mons. Letterio D’Arrigo, definito “Arcivescovo della rinascita”, che pur avversato dalle autorità civili non ha abbandonato i suoi infelici figli. La Prof. Rosella Faraone ha prospettato una visione filosofica soffermandosi sulle alterne vicende che hanno caratterizzato la pubblicazione della traduzione dell’opera di Kant “Critica della Ragion pura” affidata, per volere di Giovanni Gentile, a Giuseppe Lombardo Radice il quale ha dovuto abbandonare il lavoro a metà perché nel terremoto tutto il materiale raccolto è andato disperso. Il Prof. Sergio Di Giacomo, autore di un volume sul Quartiere Lombardo, ha voluto ricordare la storia di questi primi edifici, realizzati in muratura con criteri antisismici grazie all’Opera Pia Lombarda promossa dal Corriere della Sera diretto da Alberto Albertini. Sono state consegnate nel 1910 ben 23 case progettate dai rinomati architetti: Cesare Nava e Carlo Brogi. La città di Messina per riconoscenza ha dedicato il nome delle vie circostanti alle province lombarde. Ha concluso la serata il Prof. Demetrio Chiatto cultore di Storia della musica, autore di una colossale opera che spazia dal IV secolo a.C. al 1908 dedicata ai musicisti messinesi e corredata da innumerevoli spartiti musicali. Nel suo intervento il Prof. Chiatto ha parlato dell’ultima esecuzione dell’Aida, avvenuta al Teatro Vittorio Emanuele, la sera del 27 dicembre del 1908, diretta dalla prestigiosa bacchetta del M° Riccardo Casalaina, che a soli 27 anni è rimasto vittima del terremoto insieme con la sua giovane moglie. Interessanti sono state le foto mostrate della locandina dell’opera con i nomi degli artisti, le immagini dei vari interpreti e la mappa dell’interno del teatro di tradizione, orgoglio e vanto della città. Il tenore Angelo Gamba è morto in quella notte insieme con la sua famiglia, ma tutti gli altri cantanti si sono salvati dando seguito la loro carriera. Il Prof. Chiatto a conclusione della sua disamina ha anticipato che in febbraio pubblicherà il nuovo volume dedicato alla storia delle Bande musicali messinesi.

Pubblicato in Comunicati stampa

- Di Giuseppe Messina -

   L’Associazione Culturale “Spazio teatro Europa 94”, presieduta dal messinese attore-regista di cinema e teatro Nico Zancle, ha organizzato un magnifico evento culturale nella ricorrenza del gravissimo terremoto di Messina avvenuto nella notte del 28 dicembre 1908.

   La manifestazione, ben riuscita, in omaggio alla comunità russa per il suo primo eccezionale soccorso durante il grave evento tellurico che ha distrutto la città dello stretto, si è svolta nel “Salone delle Bandiere della Comunità Europea” sito nel “Palazzo Zanca” sede del Comune di Messina.

NICO 1

   Per celebrare la grande letteratura russa, oltre Nico Zancle, Silvana Paratore e Gaetano Gemelli, che hanno interpretato “Una domanda di matrimonio” di Anton Cecov, hanno partecipato, Giovanni Giuffré, che con lo stesso Nico Zancle ha interpretato “Il canto del cigno” di Anton Cecov, Francesco Rigano, Cecilia Laganà e Argentina Sangiovanni, hanno interpretato un brano de “I fratelli Karamazov” di Fiodor Dostoiovskij. Hanno dato il loro contributo professionale anche: Renato Di Pane e Franz Franciò, che hanno interpretato rispettivamente le poesie “Anima tua” di Fedor Tjutcev e “Per la stanchezza” di Majakovskij. Ma non sono mancati altri pregevoli interventi di personaggi del mondo della cultura, come quelli del. Prof. Giuseppe Rando che ha parlato della letteratura russa e della sua importanza, Giuseppe Sturniolo che ha letto la poesia “La blusa del bellimbusto” di Majakovskioj; Ruslava Kustusik ha letto “Poesia” di Marina Cvetava. Altri lettori di poesie di autori russi sono stati: Giovanna Sculco, Viviana Guerra, Nino Minutoli, Salvatore Celano, Domenica Iero, angelo De Marco e Antonino Bevilacqua. Al sottoscritto è toccato leggere “La Partenza”, una poesia di Boris Pasternak, il poeta che era solito dire: «L'arte è nell'erba e bisogna avere l'umiltà di chinarsi a raccoglierla», l’autore dell’unico romanzo della sua produzione letteraria “Il dottor Zivaco”

NICO AL MICROFONO

C’è una significativa frase, tratta da questo suo romanzo: «Vivere significa lanciarsi sempre in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci.» e Boris Pasternak c’è riuscito. Da questo capolavoro della narrativa novecentesca, nel 1965 sarà tratto il film omonimo di successo diretto da David lean, con Omar SharifJulie ChristieGeraldine Chaplin,                                               Alec GuinnessRod Steiger ed altri.
 

   Il romanzo fu rifiutato dall'Unione degli Scrittori che ai tempi del regime bolscevico-stalinista non poteva permettere la pubblicazione di un libro che, fortemente autobiografico, raccontava i lati più oscuri della “Rivoluzione d'Ottobre. L'opera, bandita dal governo, fu causa per l'autore di persecuzioni intellettuali da parte del regime e dei servizi segreti che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento. Ad ogni modo il manoscritto riuscì a superare i confini sovietici e il libro, nel 1957, fu pubblicato per la prima volta in Italia, tra molte difficoltà, dalla Giangiacomo Feltrinelli Editore in una edizione diventata poi storica, di cui subito parlò il critico letterario Francesco Bruno.

NICO E IL PUBBLICO

   Il libro si diffonderà in occidente e nel giro di pochissimo tempo, tradotto in più lingue, diventerà il simbolo della testimonianza della realtà sovietica.

   Nel 1958, per Il dottor Živago, fu a Pasternak il Premio Nobel per la letteratura. Proprio l'assegnazione del premio scatenò una vicenda mai registrata prima che vide il coinvolgimento dei servizi segreti occidentali. Infatti il regolamento dell'Accademia Svedese, ente designato a scegliere il vincitore del Premio Nobel per la letteratura, prevede che per ottenere il riconoscimento, l'opera in questione debba essere stata pubblicata nella lingua madre dell'autore, requisito che il romanzo di Pasternak non aveva. Pertanto, a pochi giorni dall'assegnazione del premio, un gruppo di agenti della Cia e dell'intelligence britannica riuscì ad intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Malta. Obbligarono così l'aereo a deviare, per entrare in possesso, momentaneamente, del manoscritto che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente pubblicato su carta con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe. Questo lo stratagemma per consegnare il capolavoro perseguitato alla verità e al merito del Premio Nobel.

RANDO MESSINA PARATORE ETC

   Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma esprimendo la sua gratitudine attraverso parole di sorpresa e incredulità. Alcuni giorni più tardi, in seguito a pressanti minacce e avvertimenti da parte del KGB circa la sua definitiva espulsione dalla Russia e la confisca delle sue già limitatissime proprietà, lo scrittore con rammarico decise di comunicare all'organizzazione del prestigioso premio la sua rinuncia per motivi di ostilità del suo Paese. Pasternak rifiuta così la fama, il denaro del premio e il riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata la possibilità di rientrare nell'URSS. Da allora trascorrerà il resto dei suoi giorni senza aver ritirato il premio e comunque perseguitato. Morirà due anni più tardi in povertà a Peredelkino, nei dintorni moscoviti, nel 1960, (non aiutato da chi, vergognosamente, in Italia e in altre nazioni si arricchiva con la vendita del suo romanzo)

   Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988, nel periodo di riforma dell'Unione Sovietica promosso da Gorbačëv, e sarà il figlio dell'autore Evgenij che si recherà in Svezia nel 1989 per ritirare il  premio spettante al padre 31 anni prima. Evgenij, che ha dedicato la vita alla memoria del padre pubblicando tra l'altro un'edizione critica in undici volumi dell'Opera Omnia e ripercorrendo il percorso esistenziale che aveva portato lo scrittore alla conversione cristiana. Evgenij Borisovič Pasternak è morto a Mosca il 31 luglio 2012, all'età di 88 anni.

Pubblicato in Comunicati stampa

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