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Articoli filtrati per data: Martedì, 05 Gennaio 2021

- di Maria Vadalà -

Rosita Orifici Rabe, nata nel 1935 a Castroreale Terme (Me), ha pubblicato diversi libri di poesie e saggi di pedagogia riportando lusinghieri successi in vari Concorsi Letterari e meritando l’epiteto di “Musa della Trinacria”. “Il Tempo della Memoria” è una silloge poetica dall’elegante veste grafica, in copertina ammiriamo l’opera “La Venere dell’Amore” dell’artista messinese Maria Lidia Simone. La poetessa è una donna molto gioviale, solare e sempre affascinante, che manifesta la sua ricchezza d’animo attraverso le sue liriche. Nella dedica del volume è racchiuso il valore della sua poetica” Ho ricevuto il dono da Dio di trasformare le mie emozioni in poesie e di affrontare i problemi della vita senza mai perdere il mio eterno sorriso”. Il suo linguaggio artistico è semplice e spontaneo, ma ricco di vigore espressivo e di liricità. Nell’immediatezza dei suoi versi agili e musicali i sentimenti e le emozioni si trasformano in una poesia che manifesta la luminosità della sua anima. Le molteplici tematiche affrontate sono vivificate dal leitmotiv dell’Amore che appare in tutte le sue variegate sfaccettature: la famiglia, l’amicizia, il nastro del tempo, la natura, il prossimo. Nello scrigno dei ricordi spicca come una gemma preziosa la figura della madre “Non posso tenerti per mano allora ti tengo nel cuore, ed è proprio lì che sei e sarai un’indelebile presenza eterna”. La profonda umanità della Rabe si manifesta nel desiderio di portare sollievo a chi soffre “Ho piantato il seme dell’amore nel giardino della mia anima… Sciogliere il rancore del proprio animo, dissetarsi all’acqua limpida del perdono… Vorrei lasciare la mia umile voce in ogni solitudine, affinché potesse rilevarsi luce in ogni sofferenza”. Nei versi, che infondono tanta serenità, traspare sempre la speranza nel domani, un faro che illumina i sentieri della sua anima. Lieve come il volo di una farfalla la sua poesia tratteggia le bellezze del creato con un gioco paesaggistico di estrema bellezza e le delicate pennellate di luce, ricche di sfumature cromatiche, trasfigurano i versi nel “Canto della vita”, una ideale sinfonia della gioia permeata da una profonda fede in Dio. Il volume è impreziosito dalla Premessa di Sua Ecc. Mons. Biagio Amata; dalla Prefazione di Gianni Ianuale; dall’Introduzione del critico Carmine Iossa, da un simpatico Acrostico di Francesco Rocco Arena e da alcune recensioni dedicate alle liriche della poetessa. Le numerose fotografie inserite nel testo testimoniano il meraviglioso matrimonio che da più di 65 anni illumina la vita di questa donna “maestra di vita e messaggera di pace e di amore”.

Rosita Orifici Rabe

 La poetessa Rosita Orifici Rabe

Pubblicato in Comunicati stampa

 - di Marcello Crinò -

Con un progetto redatto da fra Giacomo della Rocca, “maestro di muro”, nel 1623 i monaci Cappuccini fondarono su una collinetta che domina Pozzo di Gotto, la chiesa di san Francesco d’Assisi con l’annesso convento.

I Cappuccini, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi emanata nel 1866 dovettero abbandonare il loro eremo, che dagli anni Venti agli anni Cinquanta del XX secolo fu adibito a carcere.

Venuta meno questa funzione, iniziò il degrado dell’edificio, tanto che nel 1984, per le precarie condizioni in cui si trovava, l’ex convento fu demolito, mantenendo la chiesa, che in parte era stata restaurata qualche anno prima.

1 cartolina cappuccini

Al suo interno si conservano numerosi dipinti, come la Sacra Famiglia con San Giovannino (Madonna dei Garofani) di Domenico Guargena del 1666, la Madonna e San Felice dello stesso autore, e un altare ligneo di grande pregio del XVII-XVIII secolo, forse opera di Francesco Li Volsi e Domenico Diolosà, due Cappuccini di Castelbuono. Si custodisce pure una pregevole scultura che rappresenta il Cristo caduto sotto la Croce, realizzata dallo scultore messinese Giuseppe Fiorello. Fu presentata all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, dove ricevette il primo premio per la scultura di Arte Sacra.  I Padri Cappuccini l’acquistarono per la loro chiesa e dal 1912 fa parte della processione delle varette del Venerdì Santo.

4 RESTI CONVENTO CAPPUCCINI 3 FOTO M.C. 2004

Nel 2004, durante alcuni lavori di scavo accanto alla chiesa, riemersero consistenti resti murari del convento. La chiesa, chiusa per un certo periodo per  inagibilità, è stata riaperta al culto il 31 marzo del 2007, dopo interventi sul tetto e la realizzazione di una palificata per frenare lo smottamento della collina. Nello stesso tempo i resti del convento furono ricoperti da terreno vegetale in attesa di un recupero dell’area con la sistemazione a verde salvaguardando i ruderi. Nell’aprile del 2009 è avvenuto il ritrovamento di una cripta sotto la navata.

3 interno dei cappuccini DSCF3201

5 gennaio 2021

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