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Articoli filtrati per data: Martedì, 18 Maggio 2021

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

San Pietroburgo. Ho conosciuto alcuni componenti della famiglia Romanov al Concert Noble di Bruxelles, invitata dal conte Grégoire Tölstoj. In quell' occasione, da Messina vi erano l' Avv Anna Mazzaglia ed Adriano Tilgher, l’Arch Giuseppe Capuana e la pittrice discendente dallo scrittore Verga: Adele Verga. In quell' occasione, venuto da Roma presenziava anche il manager Fabio Allegretti e il dr Enrico Pastura aveva determinato il mio incontro con alcuni componenti della famiglia Romanov tra l''hotel de Paris a Parigi e Bruxelles. Belle persone, i Romanov, decisamente. Sempre pronti a compiere azioni di Charity a beneficio delle fasce disagiate e dei bambini, visitando di persona gli orfanotrofi.( video in facebook)

Oggi, la Cattedrale di Sant' Isacco attende, a San Pietroburgo, l'imminente matrimonio tra il Granduca Giorgio di Russia e la sua futura sposa: Victoria Romanovna Bettarini. E le Fedi ? Naturalmente, non potranno essere che d' autore: questa è la prima volta che Fabergé creera' fedi nuziali per i membri della famiglia Romanov da prima della rivoluzione russa. L'evento dell'ottobre 2021 è già stato definito il "matrimonio del secolo" dalla conduttrice televisiva Ksenia Sobchak.

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Le fedi nuziali sono state progettate per la coppia su richiesta di Sarah Fabergé, direttrice dei progetti speciali e pronipote di Peter Carl Fabergé.

Sarah è anche un membro fondatore del Fabergé Heritage Council, formato nel 2007 per consigliare il marchio Fabergé nella sua ricerca dell'eccellenza e dell'esclusività e per consigliare e fornire indicazioni su Peter Carl Fabergé e la sua eredità.

Gli anelli di nozze saranno scambiati in questo matrimonio Romanov nella splendida Cattedrale di Sant'Isacco, a San Pietroburgo.

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Gli antenati del granduca Giorgio, granduca e granduchessa Vladimir, furono clienti molto importanti di Fabergé all'interno della famiglia Romanov, a partire dagli anni Ottanta del secolo dell'Ottocento. La collaborazione tra Fabergé, il Granduca Giorgio e la sua fidanzata ripristina il famoso rapporto tra la Casa dei Romanov e la leggendaria casa Fabergé. La bellissima Victoria, convertita alla religione ortodossa, indosserà una splendida tiara Chaumet acquistata presso l’atelier del Lusso a Place Vendome, vicino al noto Hotel Ritz. Parigi,accompagnata nella scelta da Stephane Berne e Jean Marc Mansvelt, PDG di Chaumet; un diadema classico, sontuoso tradizionale ma semplice, questa tiara meravigliosa, creata da Benoit Verhulle, chef d'atelier Chez Chaumet; il diadema ricorda l'acconciatura portata nei secoli scorsi, dalle donne russe. 438 diamanti, tecnica "fil couteau", specialità della Maison Chaumet. Diadema in oro bianco con diamante di taglia ovale di 5 carati e da un diamante "a pera" di due carati A Victoria ed a Giorgio, anche la redazione di www.messinaweb.eu augura un radioso futuro di coppia. In occasione del matrimonio la nonna, la gran Duchessa Maria Vladimirovna le conferirà il titolo di Principessa e " Le predicat" di Altezza reale. Grande attesa, pertanto, per il grande giorno l’uno otobre 2021, a San Pietroburgo e se saremo invitati, potremo dedicare pagine speciali su Red Carpet Magazine,( cartaceo, italiano ed inglese ed anche on line) registrando dal vivo l’evento, sensazioni ed emozioni di un matrimonio che evoca la grande storia degli Zar, imperatori di Russia.


Pubblicato in Comunicati stampa

- di  Francesca Rossetti -

Intervista a Bruna Bianca De Stefano: scrittrice, giornalista e scienziata

Roma - Bruna Bianca De Stefano di Ravenna è scrittrice, giornalista e scienziata, già nota per le sue numerose opere di letteratura che le sono valsi importanti premi ed alle prese con la stesura di nuovi libri di medicina scientifica.

Chi è Bruna Bianca De Stefano e come nasce la Sua passione per la letteratura?

Ho iniziato all’età di 13 anni con i diari dell’epoca, ho poi collaborato con i giornali locali in Sicilia, mia terra natale,  fino a quando ho conseguito l’esame da giornalista a Roma durante gli anni dell’Università”.

Lei ha pubblicato vari romanzi ambientati in Sicilia, dove è nata: di che cosa parlano?

 “Il mio primo romanzo è del 1980 e si intitola “La Siciliana” la cui protagonista trascorre la propria vita in Sicilia e il cui personaggio, con le sue alterne vicende, rimane nella memoria del lettore anche dopo molti anni, mentre nel 1983 ho pubblicato “La Baronessa ” ambientata in una regione italiana, sullo sfondo di violenze e passioni che spesso escludono i figli dalla vita dei protagonisti adulti. Il messaggio è molto chiaro: troppo spesso ci dimentichiamo dei figli che sono vittime della nostra indifferenza causata dai problemi della vita quotidiana e i giudizi del pubblico e della critica sono stati molto positivi. Il libro ha avuto un grande successo all’epoca ed ecco perché ho deciso di ripubblicarlo, è appena uscito ed è presente nelle maggiori librerie delle città più importanti. Nel 1989 è stata la volta del mio terzo romanzo, “L’Amante del “Papa”, ambientato a Siracusa fra mafia, droga, AIDS, massoneria ed intrighi ad ampio raggio, i cui tentacoli pericolosissimi sono manovrati dal boss, denominato “Papa” e dai suoi “nominati ed innominati” che non sbagliano mai la mira, purtroppo favoriti dagli errori di alcuni membri della giustizia, mentre nel 2000 ho pubblicato “L’Amante del Cardinale” che narra le tormentate vicende della protagonista, Santa, perseguitata da personaggi noti e meno noti e da influenti capi della criminalità organizzata e che sarà aiutata da un personaggio importante. Santa da sempre è il passatempo di personaggi senza scrupoli e si trova suo malgrado ad assistere ad episodi di mafia nel campo finanziario e politico da loro diretti. Nel 2005 è uscita la seconda parte de “L’Amante del “Papa” .

Nel 1997 ha pubblicato la prima parte de “L’Aracnide, il 13° segno zodiacale” e un Suo romanzo, “La voce del mio silenzio”, parla della medicina psicosomatica: come si collegano astrologia e malattie e quale ruolo svolge la medicina alternativa rispetto a quella tradizionale? 

L’Aracnide è stato da me scoperto nel 1965 in seguito ad alcuni studi compiuti in Cina, dove esiste come segno zodiacale, anche perché premetto che non credo all’astrologia classica, quella televisiva e pubblicata sui giornali tanto per intenderci, dato che si tratta di una scienza esatta e il singolo tema natale va calcolato sulla base dell’ora esatta e dell’ascendente, che cambiano da una persona all’altra. Si tratta di un settore strettamente legato alla medicina, dato che i pianeti indicano come prevenire eventuali malattie così come i periodi favorevoli per iniziare un nuovo lavoro o per compiere scelte determinanti quali il matrimonio od un trasferimento. Il libro ha riscosso un grande successo ed ho ottenuto premi molto importanti sia in Italia che all’estero(Boston, Tokyo, Melbourne) e recensioni sui più importanti giornali locali e non solo ed in esso ho analizzato gli influssi lunari (durante le 4 fasi mensili) sulle malattie, quindi i periodi più indicati per operazioni chirurgiche e i numeri personali legati alla data di nascita e non solo, numeri che caratterizzano tutta la nostra vita, oltre a tanti altri argomenti. Il  romanzo, “La voce del mio silenzio”  è uscito nel 2013 ed in esso affronto il problema delle malattie psichiatriche come frutto di pensieri sbagliati e quindi il ruolo della mente e dei pensieri positivi per essere sempre in buona salute. Ho vinto diversi premi importanti con questo libro.”

Uno dei Suoi libri è dedicato alle ricette ed al galateo siciliano: quali sono le più famose e quali abitudini è bene adottare per una vita sana e longeva?

 “ Il libro è stato pubblicato nel 2005 e si intitola “Ricette Siciliane – Sapori, profumi, galateo e tradizioni della Terra di Sicilia” con indicazioni di medicina e spiegazioni sulle vitamine e minerali necessari per ogni età, perché ci si ammala e si invecchia e come mantenersi sani e giovani il più a lungo possibile. Le pietanze hanno nomi particolari e simpatici: carciofi del capo mafia e del criminale Benito, spaghetti dell’omertà, insalata del giudice cornuto ecc. E’ importante fare sempre movimento e un ruolo determinante è quello della frutta e della verdura che non devono mai mancare nell’alimentazione quotidiana, mentre cibi fritti, grassi e dolci vanno ridotti il più possibile”.

Il Suo ultimo romanzo da poco terminato si intitola “L’ultimo intermezzo”: di che cosa parla?

E’ la vera storia della vita di un famoso Ministro, del quale ovviamente ho cambiato il nome in Rodolfo, partendo dall’ultima guerra e passando per vari ricoveri che ha avuto ed in cui parlo naturalmente anche del ruolo della medicina e di vari disturbi della salute (anche articolari) che segnalano i nostri limiti a livello di sopportazione: stress, ansie, angosce e simili. Osservando gli accertamenti clinici non troviamo patologie, cioè nessuna malattia organica, dato che in questi casi le vere origini dei disturbi provengono dalla mente soffocata dai vari dispiaceri, “mens sana in corpore sano”

L’ho conosciuto durante un processo a Siracusa, dato che il cugino di mio padre era Presidente del Tribunale e quindi ho potuto seguire diversi processi privati non accessibili al pubblico, fra i quali questo ed in cui ho potuto parlare direttamente con le persone coinvolte nella storia.

La vicenda si svolge nella Sicilia orientale nel 1940 e sono narrati molti episodi comici ma anche drammatici: la Sicilia è anche questo! C’è la descrizione del funerale di Don Vito, famoso boss della malavita, che sembra il classico funerale di Stato, con parenti ed amici ma più che altro nemici, tutti avidi dei soldi che speravano fossero stati lasciati dal defunto. Don Vito, però conoscendo i suoi polli aveva già sistemato la situazione molto prima del decesso ed aveva confidato ad un suo amico:” Lascerò che si scornino fra loro e riderò da dove riposerò finalmente in pace, dato che ho deciso di lasciare tutto ad un orfanotrofio nel quale sono stato cresciuto”.

Durante la processione la macchina della polizia, con le sirene assordanti, sorpassò con velocità il carro funebre. I cavalli si impaurirono ed iniziarono una corsa sfrenata; la bara, non ancora sigillata, si rovesciò sulla strada ed avvenne un fuggi fuggi generale fra il panico dei presenti, quindi ecco un risvolto comico della storia.

In seguito a questo ho subito minacce ed un sequestro, che per fortuna si è risolto con il mio rilascio e ricordiamoci che siamo di passaggio sulla Terra, come viaggiatori frettolosi. La vita è paragonabile ad un treno veloce, ad un viaggio faticoso pieno di trappole prima di arrivare alla stazione finale e alla quale nessuno vorrebbe giungere in orario.

Nel libro descrivo in modo turbolente e terrificante la Seconda Guerra Mondiale ed il terribile governo fascista, con i rifugi durante i bombardamenti che furono la salvezza di parte dei Siciliani.

Descrivo poi la morte di Lusi, il grande amore del Ministro, a causa di un errore sanitario e le conseguenti denunce, la visita di un ufficiale di Stato al Conte Manfredi per costringerlo a pagare regolarmente le tasse, ma il Conte risponde:” Io non pago le tasse? E’ falso! E’ il Governo che truffa me, le Vostre leggi romane vanno bene per Roma che è un altro Stato. Per fortuna abbiamo le nostre leggi ed i mezzi giusti per farli rispettare”. L’ufficiale di Stato si mise a ridere e il Conte minacciò:” Vuole ritornare a Roma con i Suoi piedi o con un altro mezzo?”.

Il Conte morirà poi per Coronavirus sconfitto in un’invincibile guerra contro l’epidemia e con lui molte altre vittime dovranno cedere le “armi” a causa delle tante sofferenze che precederanno la loro morte.

L’associazione mafiosa aumenterà durante la dittatura fascista, così come il contrabbando di sigarette e altro: la mafia storica è tramontata ma rimane sempre come protagonista un virus internazionale inguaribile e che non ha il marchio esclusivo della Sicilia”.

Pubblicato in Comunicati stampa

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

RENDEZ-VOUS, il FESTIVAL DEL NUOVO CINEMA FRANCESE, torna a Roma al Cinema Nuovo Sacher, dal 9 al 13 giugno 2021, e con selezioni speciali alla Cineteca di Bologna e al Cinema Massimo di Torino.

« E’ con grande piacere vedere le sale riaprire e salutare la nuova edizione del Festival Rendez-vous pronto ad accogliere un pubblico affezionato e fedele. I legami cinematografici tra Italia e Francia, sono sempre più forti e, in questo momento di rinascita, saranno da volano a nuovi progetti cinematografici tra i nostri Paesi », con queste parole l’Ambasciatore Christian Masset, saluta la XI edizione della manifestazione.

«Dopo lunghi mesi segnati dalla chiusura dei cinema nel mondo, UniFrance è lieta di poter presentare al pubblico italiano, così fedele al cinema francese, una selezione delle migliori produzioni francesi a Roma, Bologna e Torino. Siamo felicissimi che i nostri film e i nostri artisti stiano finalmente ritornando in sala, specialmente in Italia, un paese che ci è così caro»  gli fa eco Daniela Elstner, direttrice generale di UniFrance.

Iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, la manifestazione è realizzata dall’Institut français Italia, co-organizzata con UniFrance, ente di promozione del cinema francese nel mondo. Il responsabile del progetto è Benoît Blanchard e la direzione artistica affidata a Vanessa Tonnini.

BNL Gruppo BNP Paribas, per l’undicesimo anno consecutivo, è sponsor principale della rassegna. Il festival beneficia anche del sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea – dell’Hotel St. Regis Rome, di France 24, la chaîne d'information internationale.

Nel solco del tradizionale format della manifestazione, nata con l’intento di far scoprire la pluralità di voci del cinema d’Oltralpe, l’XI edizione di Rendez-vous mette al centro della scena le DONNE DEL CINEMA FRANCESE. Una panoramica di cineaste e attrici, volti noti ed esordienti, per offrire un’istantanea di un cinema creativo, vitale, plurale.

FOCUS | EMMANUELLE BÉART: Il cuore non sbaglia

Il focus speciale dell’XI edizione del festival è dedicato a Emmanuelle Béart, attrice versatile, perfezionista e sensibile, femme fatale dal fascino magnetico che non ha mai smesso di vivere con intensità il suo tempo e di mettere la sua notorietà al servizio del sociale. Attivista per numerose campagne umanitarie e ambientaliste, da ambasciatrice per l’UNICEF a militante per i diritti dei sans papier.

L’attrice sarà a Roma per presentare, in anteprima nazionale, il suo ultimo film L’ÉTREINTE, al fianco del regista Ludovic Bergery. L’opera prima riporta sullo schermo l’attrice, dopo un lungo periodo in cui ha consacrato il suo lavoro al teatro. Abbiamo la gioia di ritrovarla in un ritratto di donna vedova alle prese con la sua « seconda vita », tra solitudine e riappropriazione del proprio corpo e una liberazione che ha il sapore di un’autentica rinascita.

Per il focus dedicato, il pubblico romano riscoprirà sul grande schermo UN CŒUR EN HIVER | UN CUORE IN INVERNO, il magnifico film del 1992 di Claude Sautet.

Sulle musiche di Ravel, una raffinata e dolente storia d’amore e d’amicizia con tre straordinari protagonisti: Emmanuelle Béart, Daniel Auteuil e André Dussollier, un gioco dei sentimenti valso a Sautet il César e il Leone d’Argento alla regia a Venezia 49, e poi tre David di Donatello (miglior film straniero, migliore attrice straniera a Béart e miglior attore straniero ad Auteuil).

EMMANUELLE BÉART | Figlia d’arte – il padre Guy Béart è stato una delle grandi voci della canzone d’autore francese, la madre è la modella e attrice Geneviève Galéa – fin da bambina sogna di diventare attrice. È il regista Claude Berri a rivelarne al mondo le capacità drammatiche e a trasformarla in icona di seduzione con Manon delle sorgenti, che le vale un César. Da quel momento le collaborazioni con i grandi nomi del cinema francese si moltiplicano : Jacques Rivette, Claude Sautet, André Téchiné, Claude Chabrol, Danièle Thompson, Olivier Assayas, François Ozon, Anne Fontaine e ancora Danis Tanović, Ettore Scola, fino alla parentesi americana di Mission: Impossible di Brian De Palma, che la fa conoscere a livello internazionale. Oggi, la troviamo più facilmente a teatro, dove è felicemente diretta da Bernard Murat e Jacques Weber, Jean-Pierre Vincent e Stanislas Nordey

FILM DI APERTURA | ANTOINETTE DANS LES CÉVENNES di Caroline Vignal

In un’edizione consacrata al cinema delle donne, non poteva mancare ANTOINETTE DANS LES CÉVENNES di Caroline Vignal. La commedia neo-western femminista – selezionata al Festival di Cannes 2020 – ha entusiasmato il pubblico e la critica francese e ha coronato la protagonista – la sensazionale Laure Calamy, conosciuta in Italia per il suo ruolo di Noémie nella serie Chiami il mio agente! – con il César 2021.

Al centro di questo racconto di emancipazione, brillante e solare, che strizza l’occhio alle commedie di Éric Rohmer, l’imprevedibile viaggio sul cammino di Stevenson della buffa Antoinette alle prese con il suo mal d’amore. Una volta arrivata nella cornice dei magnifici paesaggi montuosi del Midi, la donna non troverà traccia del suo amante, ma si ritroverà a tu per tu con Patrick, un asino recalcitrante che l’accompagnerà in un viaggio molto singolare.

Il film è presentato a Roma, in anteprima nazionale, dalla regista Caroline Vignal e uscirà in sala con Kitchen Film.

CAROLINE VIGNAL | Regista, sceneggiatrice e attrice, classe 1970. Figlia di diplomatici, dopo aver trascorso la sua infanzia in Africa del nord, ha studiato cinema a La Fémis di Parigi. Dopo due cortometraggi (Solène change de tête e Roule ma poule) firma nel 2000 il lungometraggio Les Autres Filles, presentato alla Semaine de la Critique di Cannes. Con Antoinette dans les Cévennes – Selezione Ufficiale al Festival di Cannes 2020 – ha ottenuto otto nomination e un Premio César per l’attrice protagonista Laure Calamy.

ANTICIPAZIONI | A Roma il cinema eccentrico ed esilarante di Quentin Dupieux

Sul fronte commedie, direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia 77, il regista Quentin Dupieux presenta a Roma: MANDIBULES – DUE UOMINI E UNA MOSCA.

Conosciuto con lo pseudonimo di Mr. Oizo per la sua attività di produttore e DJ e per film surreali come Rubber, Wrong e Le Daim, Dupieux ci regala ancora un film esilarante, al limite dell’assurdo, un racconto spumeggiante e liberatorio sull’amicizia, dove la leggerezza è un modo per sopravvivere, nonostante tutto.

La storia segue le vicende di due amici squattrinati: Jean-Gab e Manu, due scemi (e più scemi), partiti in missione per conto di un misterioso cliente: devono consegnare una valigetta in cambio di cinquecento euro. Nel rubare una vecchia auto per il viaggio, trovano nel cofano una mosca gigante. Decidono di addestrarla al furto, con il sogno di diventare ricchi. Lungo la strada si imbatteranno in una serie di avventure tragicomiche sullo sfondo di un’estate in una Costa Azzurra che somiglia alla California. Solo la stravagante Agnès (Adèle Exarchopoulos) si accorgerà del loro segreto. Dupieux regala all’attrice un inedito e riuscitissimo ruolo comico.

Il film sarà nelle sale dal 17 giugno, distribuito da I Wonder Pictures.

QUENTIN DUPIEUX | Il più imprevedibile e folle dei registi francesi, protagonista a tutto tondo della scena culturale d’Oltralpe, Dupieux debutta al cinema al fianco di Michel Gondry. Con Mandibules firma il suo ottavo lungometraggio dopo Nonfilm, Steak, Rubber, Wrong, Wrong Cops, Réalité e Le Daim. Conosciuto nella scena musicale europea come Mr. Oizo, ha registrato diversi album in studio, tra cui : Analog Worms Attack, Moustache (Half a Scissor), Lambs Anger, Stade 2 e The Church, e le colonne sonore di film.


Le proiezioni sono in versione originale con sottotitoli in italiano.

rendezvouscinemafrancese.it
institutfrancais.it
it.ambafrance.org

sacherfilm.eu
www.unifrance.org

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Il maggio  dei libri si profila ricchissimo  di una passerella di autori e di libri  presentati da relatori di elevato profilo professionale.

Da non perdere: un mese all' insegna del buon libro d' autore. Pubblichiamo la locandina.

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Sciacca Le Terme debbono essere salvate! Questo è  l' appello che lanciano alla Stampa gli intellettuali di "Chez toi",capinati dal dirigente scolastico Enzo Randazzo. "Queste magnifiche Terme, vergognosamente sottovalutate da troppi medici e cittadini, troppo a lunghe escluse dal cuore di molti! Sarò spiritualmente in prima fila come medico, come paziente fruitrice di questo dono immenso della natura e come cittadina del mondo,  visto che di terme come queste ce ne sono solo 4 in tutto il Pianeta! EVVIVA  le Terme di Sciacca, che torni ad essere SCIACCA TERME!"questo l 'appello della scrittrice e medico dott.ssa Anna Maria Daina la cui intervista figura nel nostro giornale  web.

Il preside, prof. Randazzo, è  un profondo sostenitore del savataggio delle Terme individuandone le potenzialità  legate  anche allo sviluppo turistico  del territorio. Riportiamo le sue affermazioni, in proposito ed integralmente.

"La battaglia per riaprire le Terme di Sciacca non riguarda solo la Città, ma tutto l'interland  e la Sicilia intera.

 Le Terme di Sciacca hanno costituito e possono tornare ad essere un volano trainante per lo sviluppo turistico-occupazionale di tutto il territorio circostante  e della nostra isola. Tutte le forze politiche, i Sindaci,  la Regione Siciliana, le Associazioni, la popolazione devono unirsi in uno sforzo comune per la rinascita delle Terme. 

Distinguo e strumentalizzazioni vanno messi da parte. 

Non è il momento di processi per accertare responsabilità. Occorre uno sforzo di sintesi dei tanti progetti per ripartire.

Lo sviluppo del nostro territorio e della Sicilia al  primo posto! Insieme...si può! "

Aggiungo: perché  mai le terme di Abano sono fiorenti e costituiscono un sicuro attrattore turistico del benessere nel Veneto e Terme come quelle di Sciacca o come quelle di Acireale, si lasciano andare alla deriva, abbandonate alla decadenza ed alla morte?

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ING. CARMELO CASCIO

                             Cara Fiorenza facendo seguito al nostro colloquio telefonico, ti scrivo queste poche righe per farti riflettere e pensare ..

   Soltanto dopo averle lette e rilette , con l’attenzione necessaria, comprenderai i concetti espressi che , se correttamente applicati, potranno condurti ad una vita più felice.

   La…. Figa… dà piacere (solo a chi, come te, e siete in pochissime) ha la sensibilità e l’umanità che sembrano appartenere al tuo animo e che si manifestano o meglio si materializzano nel fortissimo

piacere che ti avviluppa soltanto nel momento in cui pratichi il sesso (più o meno il concetto dell’alcool, che ti dà euforia fin quando c’è l’hai in…… corpo

     Ma il sesso , se fine a se stesso, dà piacere esclusivamente fisico e non psicologico, e solamente nel momento in cui è praticato e ,comunque, non con la giusta intensità ….

     Questo piacere, invece, potrà farti raggiungere l’estasi e la sublimazione del tuo essere se il rapporto fisico che unisce i due corpi, è governato dal cervello, ossia se entrano in gioco i sentimenti e il dialogo tra le anime.   Intendo dire che l’attrazione fisica (condizione necessaria, ma non sufficiente), imprime accelerazione alla coppia ma dopo solo il cervello è in grado di gestire lo stato emozionale creato dal rapporto dei due esseri , anime complici ,in totale sintonia.,pronte ad andare incontro all’estasi corporea e celebrale sotto la spinta della stessa carica emotiva.

       Se il teorema si realizza, potrai ben dire che sei innamorata e ,dunque , in grado di raggiungere quella felicità alla quale solo poche anime elette possono aspirare.

         Infatti ,la vera felicità è raggiunta insieme al partner, e, per entrambi , governa solo e soltanto il piacere ed il desiderio di stare insieme.

         E non c’è posto per tormenti, atteggiamenti nevrotici, inconcludenti e cose similari.

Se ciò è vero , l’amore si ciba di due anime innamorate che dialogano, anche se solo per un’ora …………..gli amori, infatti, hanno un inizio e, quasi sempre , anche una fine.:

Un amore vero che abita in due corpi che fremono governati dal cervello , può durare anche una sola ora, o una vita intera o addirittura oltre la vita terrena.

Ma, mia cara Fiorenza, al momento, tu, scopi soltanto, io, invece, faccio l’amore………….

Siamo ovviamente su pianeti diversi per cui non posso sottrarmi dal formulare alcune considerazioni sulla tua persona., considerazioni ovviamente solo a fin di bene, e non di….. pene,…….

Le persone di intelligenza normale ,qual tu sei, si vogliono migliorare., circostanza che ingenera in te un continuo travaglio perché vivi una condizione di vita diversa rispetto alle potenzialità. che possiedi.. E’ pur vero che se non si ha la maturità necessaria per porsi in discussione , ogni sforzo va in… fumo.

Ci sono momenti in cui una persona deve individuare le priorità, utilizzando i tempi per migliorarsi e fare il salto di qualità . Il tempo della storia di ciascun individuo , se perso , non ritorna e ti vedrai costretto ad una esistenza anonima , strangolata dalla depressione e dalla insicurezza   che nascono da un quotidiano vivere di scarso profilo e dalla incapacità di dar vita a   nuove ,forti emozioni. che solo la riscoperta dell’essere può dare.

Nel tuo caso, e, ancora una volta, te lo dico a fin di bene, abbandona il possesso del pene e concentrati sull’obiettivo della qualità della vita.

Cercati un nuovo lavoro, possibilmente l’attività imprenditoriale   perché attraverso il lavoro possa realizzarsi il tuo inserimento nella società., abbandonata la vita anonima e insignificante e guidata

da un cervello illuminato in grado di discernere il bene dal male.

Devi vivere da donna attiva che partecipa alle dinamiche sociali, magari come imprenditrice brillante ed accorta , ovviamente senza rinunciare ad accogliere ,consapevolmente nel tuo nido qualche fringuello…in ogni caso le donne si amano e non …si… scopano

Ing. Carmelo Cascio

                 e-mail     Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Martedì, 18 Maggio 2021 07:59

CARIDDOTI, NON FAROTI

- di Giuseppe RANDO -

Noi nativi di Torre Faro, quando eravamo ragazzi e andavamo a scuola, sentivamo molto la distanza dalla città di Messina (quindici chilometri!): già il viaggio in autobus, della durata di mezz’ora, era un intervallo troppo lungo tra l’uscita di casa e l’ingresso al “Galatti” o al “Gallo” o al “Nautico, o al “Tecnico” o all’ “Industriale” o al “Maurolico”; per non dire di quella mezz’ora di sonno che ci veniva rubata ogni mattina, proprio nell’età in cui il sonno è più dolce.

Avevamo peraltro la sensazione netta – che non era ancora coscienza di classe – del fatto che i messinesi e i nostri compagni messinesi fossero consapevoli del privilegio di abitare in città e di non essere costretti alle effettive «odissee» dei poveri faroti o ganzirroti, sentendosi, per certi versi, migliori. A tale presunzione noi rispondevamo, invero, considerando rammolliti o femminucce i ragazzi di città, magari esibendo nostre, altrettanto presunte, valentie.

La verità, storica e sociologica, era che, nel mondo ancora chiuso, provinciale, premoderno dei primi anni Sessanta, la distanza tra la città e i villaggi viciniori era davvero notevole. Tanto che i messinesi praticamente ignoravano Torre Faro e mostravano di conoscere solo Ganzirri (per loro, “faroto” e “ganzirroto” erano, fino a ieri, sinonimi), dacché a Ganzirri venivano a comprare o a mangiare le cozze e da Ganzirri giungevano i «cocciulari» che vendevano le «cocciule» (le vongole) per le vie della città.

Sono passati sessant’anni e il mondo è radicalmente cambiato. Ora, le distanze sono state annullate dalle automobili – anche più di una per famiglia (non povera) – e dai motocicli, tanto che non si avverte più la distanza dei villaggi rivieraschi dal «centro» e non pochi «signori» di città si mostrano orgogliosi di abitare in villa a Torre Faro o a Ganzirri. Insomma, Torre Faro o Ganzirri non sono più l’infima periferia nord di Messina, ma rappresentano il fiore all’occhiello per la città e per i messinesi, la meta preferita, quantomeno, dei loro tours culinari o delle loro gite al mare. Meglio tardi che mai.

Ma sembra ancora sfuggire ai messinesi e soprattutto agli amministratori messinesi l’importanza storica, culturale, paesaggistica – nonché l’enorme potenzialità turistica – di Capo Peloro, che è (non da oggi) un luogo davvero unico nell’orbe terracqueo.

Manca in effetti, da settant’anni almeno, una saggia politica di conservazione e valorizzazione del luoghi (delle spiagge, delle colline, del lago). E manca soprattutto un basilare intervento di recupero della denominazione originaria del sito: Torre Faro è, in realtà, un nome posticcio, attribuito, nel Settecento, al villaggio, come Torre di Faro (cioè di Faro Superiore), quando divenne una parrocchia autonoma (rispetto a quella di Faro Superiore) della diocesi di Messina; il nome vero, autentico, originario di questo sito impareggiabile è Cariddi, dapprima adottato da Omero nella sua Odissea, e conosciuto in tutto il mondo insieme con quello, indissolubile, di Scilla.

Ora, non si capisce perché il nome di Scilla si sia conservato intatto nel corso dei secoli, in Calabria, mentre quello di Cariddi è scomparso, in Sicilia. È ormai tempo, ad ogni modo, che Cariddi si riappropri del suo nome vero.

E ciò, non solo, per rigore filologico, ma anche e soprattutto per la forte risonanza turistica, pubblicitaria che ne deriverebbe. Scilla e Cariddi costituiscono, in effetti, un’endiadi nota anche in Papuasia, laddove Scilla e Torre Faro non dicono niente a nessuno.

Si pensi, a un (non ipotetico) dialogo tra due cittadini facoltosi, in Finlandia.

- Dove vai, quest’estate, in vacanza?

- A Torre Faro.

- Dove?

Ma mettete Caridddi, al posto di Torre Faro.

- Dove vai, quest’estate, in vacanza?

- A Cariddi.

- Oh! Scilla and Cariddi. Beatiful, Omero, Ulixes. Dante, Horcynus, the «nest cariddoto», the «cariddoti». Ci veniamo anche noi.

E, a proposito di Horcynus Orca: i messinesi morirebbero d’invidia, se i faroti diventassero improvvisamente, e giustamente, cariddoti, come li chiamò Stefano D’Arrigo. O no?

P. s. Valga, questo articoletto, che invio anche al sindaco e ai suoi assessori, nonché al Presidente del Consiglio Comunale, come proposta di un cittadino innamorato della sua città e desideroso di contribuire alla sua rinascita (anche turistica).

Pubblicato in Angolo di Giuseppe Rando

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Muore un cantante originale strairdinario e d' eccellenza come Dalì nella pittura, Battiato ha fatto scuola con le sue canzoni che già  dagli anni Settanta contenevano testi originali e unici che rompevano gli schemi tradizionali. I suoi testi che recavano al 90 per cento la firma del filosofo poeta Sgalambro, contengono versi pregnanti di quella sua filosofia dall' essenza profondamente religiosa, una religione, la sua che al di là delle confessioni religiose, varcava tutti i  confini dei sentimenti e dei temi e valori universalmente riconosciuti:la pace, l' amore, il superamento delle discriminazioni. Lo intervistai a Milo, ero con mia figlia Letizia sull' Etna nella sua villa accanto a quella del suo collega Lucio Dalla. Un' intervista straordinaria per un uomo dai sentimenti puri, fuori dal normale.

Amante dei misteri dell' universo, era persino affascinato dagli Ufo...

Adesso, Battiato percorre correnti ascensionali per comprendere i misteri di quell' al di la' che ha sempre cantato nelle sue canzoni con  una passione estrema ed intrigante dal fascino di un pifferaio magico delle favole di Grimm.

Pubblicato in Comunicati stampa

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