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Tutte le associazioni, enti e circoli aderenti ad Assocral Europa hanno stipulato un protocollo d'intesa per la fornitura e la divulgazione delle convenzioni con la promozione delle stesse ai loro associati o tesserati sia sul web che sulla carta stampata. Assocral, associazione non profit e nata oltre 26 anni fa, ad oggi ha raggiunto circa 800.000 tesserati.

 

 

 

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GYSLAINE PACHET MICHENEAU Plage dargent

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Beziers. Gyslaine Pachet Micheneau, un bel curriculum vitae d artista conseguito tra steps importanti in Francia con critici autorevoli.

Ricordiamo il passaggio dell'artista, con le sue opere in mostra anche a Messina, presso il  noto Caffè Letterario ormai storia di messina, caffè Letterario Il Giulietti del commercialista giornalista Carmelo Ialacqua, location prestigiosa, ritrovo degli intellettuali di Messina e di Reggio Calabria, location che ha visto anche  Maria Luisa Spaziani avvicendarsi al Caffè Letterario con la poetessa Maria Gabriella Adamo ed altri autorevoli letterati dello Stretto di Messina.

Il 9 aprile e sino al 16 aprile la pittrice francese Gyslaine Pachet Micheneau sarà presente con le sue opere al noto Salon d'Art cui aderì Picasso nel 1920 a Beziers, a due passi dai Catari, non lontano dalla casa di Dalì e dal suo Museo, un po' spagnola e molto francese, Beziers conquista un posto al sole da 60 anni per la  storia del suo Salon d'Art di prestigio,  ed anche trampolino di lancio fortunato per molti artisti come Picasso. Il nostro referente sarà Cargol noto per avere esposto a Messina per il festival del Cinema dello Stretto al Teatro Vittorio Emanuele, sotto la direzione artistica dell'Accademia Euromediterranea delle Arti.

Gyslaine Pachet Micheneau è solita rappresentare le atmosfere di luce serena e limpida del sud della Francia, tra pini sul mare e barche tranquille sulle baie; una pittura classicheggiante ma con originalità nella stesura del colore, sempre netto pulito, composto, senza nessuna sbavatura. La pittrice ha al suo attivo numerose mostra in Italia ed all'estero e si conferma pittrice di paesaggio, brillante ed apprezzata. Le sue rappresentazioni di paesaggio dalla efficace potenza tecnica, sono sempre poetiche e romantiche, di memoria e di sogno, quel sogno di ritrovare i luoghi dell'infanzia e della giovinezza mai violati dalla mano dell'uomo.    

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- di MARIA TERESA PRESTIGIACOMO -

Ma un intelligence.... pagata fior di quattrini che non controlla gente con guantoni  e passamontagna  e occhiali in aeroporto....all ingresso....laddove tutto è  libero....?
Purtroppo le guerre oggi,si disputano tra la gente...prima si facevano  tra basi militari e flotte aeree o navali, anche ai tempi degli antichi romani, mercati e piazze non erano colpiti se non dai barbari: Unni e Vandali con Attila e simili...
I neo barbari ....sono arrivati...tra noi....ma senza obiettivo!
Almeno i barbari l avevano un obiettivo.....costoro vorrebbero conquistare l Europa  come si conquisti  il K2 e mettere la loro bandiera?
E' una guerra infinita ed impossibile....si facciano avanti i capi a trattare....cosa vogliono? petrolio.... dove?...terre?

A l tempo delle crociate....il santo sepolcro da liberare era solo un pretesto....ed il loro qual è?
Non vedo, purtroppo, la fine....non vedo vincitori né  vinti....non vedo risultati....obiettivi possibili. ..di una guerra giocata ogni giorno su povere vittime innocenti.....figli del sudore della fronte, quei figli che prendono metropolitane e bus,   non figli di amministratori delegati di multinazionali che non viaggiano in metropolitane ma in comodi taxi.

In questo caso la vendetta è  su Bruxelles, capitale d Europa, per punirla degli sbarramenti alle frontiere?

Ma l 80 per cento della popolazione è  araba ....leggevo....il GIORNALE  eri. ...se è  esatto...640.000 arabi a Bruxelles...o nel Belgio...non vorrei sbagliarmi, forse è  colpa nostra del nostro buonismo multietnico  che ha concesso a 640.000 persone di radicarsi nel tessuto sociale? Spero di no. Non sono razzista. Amo gli arabi e i musulmani buoni dai sani valori del diritto alla vita ed alla libertà  individuale, nel rispetto degli altri....e ce ne sono tanti...ma occorre maggiore controllo su tutti noi purtroppo arabi e non arabi ...AMO LA VITA  AMO DIVERTIRMI AMO VIAGGIARE..Amo conoscere e comprendere  le culture diverse dalla mia.PERCHE MAI SI DOVREBBE MORIRE PER AMORE DELLA VITA?

  
           
   df  
                       
     

Presentazione del libro di Margherita       Salvador
      "Il gioco del domino"

     


      Ed. Gruppo Albatros
      Il Filo

     

Sabato 26–03–2016
     
h.18.00
     
      Interviene Santina Bucolo. In collaborazione con Unitre 
     
     
Sala Convegni, Excelsior Palace Hotel 
     
Taormina

     
   
         
 
         
   

Molti,     nella società di oggi, inseguono il successo e fanno di tutto per essere     sempre belli, giovani e scattanti. Per rispettare i canoni di una società     spietata che vuole i suoi individui sempre più "perfetti". Con le     chiavi ancora in mano, si trovano adesso a vivere in una "gabbia"     che li rende prigionieri in un mondo di falsità, da cui fanno fatica a     liberarsi. Siete pronti ad uscire dalla "gabbia" e a gettare via     le chiavi? Non dovete che fare il primo passo!
   
     

   

 

Lassessore Cracolici1

Il commissario Seminara e il direttore Caracappa: “Il nostro Centro è l’unico a livello regionale”

il commissario Seminara con il sindaco orlando

Palermo. Quando fu trovata da un diportista, e recuperata qualche settimana fa dalla Capitaneria di porto di Cefalù, Giulia pesava 22 chili. La tartaruga della specie Caretta caretta non respirava bene e aveva ingerito numerosi pezzi di plastica, scambiandoli probabilmente per sarde o seppioline, il suo cibo preferito. Giulia, che ora pesa 24 chili, oggi ha ripreso il largo tra la gioia dei medici che l’hanno soccorsa e dei bambini che hanno partecipato all’evento, nella caletta di Sant’Erasmo al Foro Italico, presso la “Casa lavoro e preghiera di padre Messina”. La tartaruga è stata liberata grazie alle cure di biologi e veterinari del “Centro regionale di recupero per tartarughe marine”, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, dove è arrivata a metà febbraio. Dal carattere vivace, Giulia ha 20 anni ed è lunga 60 centimetri. Sottoposta alle indagini diagnostiche, ha espulso la plastica e ha trascorso un periodo di riabilitazione in una vasca grande.

Le tartarughe marine sono specie minacciate, a rischio di estinzione e per questo motivo alcune, come la Caretta caretta, sono inserite nella lista rossa della Iucn (International Union for Conservation of Nature), organismo internazionale che supervisiona gli esemplari protetti. Il Centro di monitoraggio dello Zooprofilattico è un grande osservatorio del territorio costiero, che ha lo scopo di tenere sotto controllo la situazione epidemiologica relativa agli spiaggiamenti. Quando le tartarughe recuperate sono ancora vive interviene per ripristinare le loro funzioni organiche. Dal 2013, anno della nascita del Centro, sono 250 le tartarughe soccorse dall’Istituto, di cui una quarantina, dopo aver ricevuto le cure necessarie, sono già state liberate nel loro habitat naturale. “Giulia è la prima che quest’anno liberiamo – ha spiegato Santo Caracappa, direttoresanitario dell’Istituto Zooprofilattico -. Con l’arrivo della primavera, le tartarughe si avvicinano alle coste per deporre le uova e il recupero si intensifica. Solo in questa settimana ne abbiamo soccorse tre ad Augusta, Milazzo e Pozzallo. Inoltre, nell’Istituto di padre Messina creeremo un centro di riabilitazione, prima di liberarle nel loro habitat naturale”. “Grazie alla rete di collaborazione tra l’istituto Zooprofilattico, le Capitanerie di porto, gli assessorati regionali all’Agricoltura e alla Salute, il nostro Centro, l’unico a livello regionale, ha già raggiunto ottime percentuali di recupero e si pone all’avanguardia per numero di esemplari curati – ha detto Salvatore Seminara, commissario straordinario dell’Izs -. Il monitoraggio delle carcasse assume un importante interesse epidemiologico e sanitario per il controllo della diffusione delle malattie infettive e diffusive. Invitiamo i pescatori a continuare a contattarci senza temere di avere problemi burocratici di alcun tipo”.

Erano presenti anche il sindaco e l’assessore regionale all’Agricoltura. “Ringrazio le suore del centro Padre Messina per aver accolto questa iniziativa, che segna il primo passo per costituire un centro internazionalmente riconosciuto per la cura delle tartarughe”, ha detto Leoluca Orlando. Antonello Cracolici ha sottolineato come “l’efficienza di strutture come il Centro regionale dello Zooprofilattico, che tutela le specie a rischio, sono motivo di grande orgoglio per tutti i siciliani. Giornate come questa ci regalano un momento di felicità e ci riavvicinano ad una natura che dovremmo imparare a rispettare e ad amare sempre di più.”

Il numero verde per segnalare il ritrovamento di tartarughe in difficoltà è 800620266.

 

E' nato il 10/ 12/ 1948, Siciliano di Messina, perito commerciale, single, per lungo tempo è stato impegnato nei movimenti sindacali della provincia di Messina e della Sicilia, con una permanenza anche a Milano negli anni '80 del secolo scorso. Incontrò la Poesia come compagna della sua vita schiva, proprio a Milano, conservando pochissimi pezzi della sua produzione fino al 2010, anno in cui, spronato dagli amici, comincia un lavoro poetico sistematico e continuo.

Scrive in lingua italiana, in quella poetica siciliana ed in dialetto messinese. L'amore,l'amicizia, l'impegno sociale, le tradizioni messinesi e siciliane, sono i suoi temi preferiti.

Vincendo la ritrosia ed un certo riserbo, ha partecipato ad alcuni concorsi poetici e letterari, dove ha avuto apprezzamenti e menzioni.

 

All’inizio del Terzo millennio eravamo rassegnati – noi, cristiani sessantottini, investiti dal rinnovamento giovanneo e dalle vivificanti aure del Concilio Vaticano II – all’ineluttabilità di una chiesa cattolica double face: vivificata, da un lato, come non mai, da forti fermenti evangelici (Madre Teresa), e definitivamente ingessata, dall’altro, dentro la sua bimillenaria struttura verticistica, tridentina, romana.

Si andava perdendo persino il ricordo, qua a Messina, di quella splendida stagione dei cattolici democratici (i Providenti, i Magistro, i Giunta e non pochi altri) che avevano saputo spargere semi di novità missionaria, di cultura e di carità cristiana negli aridi, piatti e cespugliosi terreni – con poche eccezioni – della cattolicità locale.

Su scala nazionale, parimenti, il cattolicesimo appariva viepiù offuscato dai maneggi politico-economici della Curia romana e della Banca Vaticana (Marcinkus), nonostante la luminosa presenza dei grandi papi del secondo Novecento. Si pensi: Giovanni Paolo II annunciava la buona novella al mondo intero, con modi nuovi, anche rudi, improntati ad autentica spiritualità, e denunciava la fallacia delle ideologie sia comuniste sia liberiste, ma trionfavano, in pratica, i cardinali Sodano e Bertone, che imponevano al popolo dei credenti lapax berlusconiana in cambio della stabilizzazione dei professori di religione, mettendo peraltro un macigno sulle aperture del Concilio e sui cosiddetti principi «non negoziabili».

Ma venne Francesco e ci restituì, sin dal sua prima apparizione, da papa, sul balcone di San Pietro, la gioia della speranza giovannea: il linguaggio anticuriale del corpo e lo stile disadorno del saluto ai fedeli esprimevano immediatamente la forza dirompente della sua personalità e preannunciavano il suo modo radicale d’intendere e praticare l’alto ufficio a cui era stato chiamato.

Certo, in meno di un anno, papa Francesco ha realizzato, con semplici ma efficaci gesti, la rivoluzione cristiana, che era stata non solo nei nostri sogni giovanili ma anche nelle più alte aspettative di autentici pilastri del cattolicesimo giovanneo, quali il cardinale Carlo Maria Martini e il cardinale Gianfranco Ravasi: l’idealediventava di nuovo, finalmente, reale.

Ciò che connota, invero, il papato di Francesco è proprio lo smantellamento progressivo delle bardature romane della millenaria Ecclesia triumphans, con la restituzione definitiva della chiesa al mondo, ai fedeli, agli uomini di buona volontà: «una chiesa povera per i poveri», secondo una sua precisa dichiarazione d’intenti, e una chiesa «ospedale di campo», che curi le ferite dell’anima, senza chiedere la carta d’identità a nessuno, secondo le intenzioni del suo divino creatore.

Accantonata ogni preoccupazione rigidamente dottrinaria, speculativa, filosofica, Francesco torna, invero, alla purezza e alla essenzialità del messaggio di Cristo, che sull’amore (e non sulla Legge) si fonda. E rivive, a Roma, nel suo vicario, Gesù di Nazareth, dio misericordioso – «misericordioso» ripete spesso Francesco – dei poveri, dei peccatori, dei deboli, dei vinti (non già dei sovrani, degli eroi e dei potenti), messia di una religione che insegna a offrire l’altra guancia, ad amare tutti, anche i propri nemici.

Lui stesso, Francesco, per dare concretezza alle parole, riforma la Curia e i vertici della Banca Vaticana, abbandona i sontuosi appartamenti papali, vive come un prelato qualunque a Santa Marta, rinuncia alle croci d’oro, risponde a quelli che lo interpellano, dialoga con tutti, anche con gli atei (non devoti), porta scarpe grosse di contadino e viaggia in aereo con una borsa nera per gli indumenti personali e per gli oggetti utili nella vita quotidiana.

Quanto dire che non siamo più rassegnati, che non abbiamo perso. Il papa si è fatto uomo ed ha abitato tra noi (2014).

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