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Abito da passeggio con tournure in taffetà di seta di colore nocciola e inserti in pizzo valenciennes - 1882-1885

(Abito da passeggio con tournure in taffetà di seta di colore nocciola e inserti in pizzo valenciennes)

TESSITURE CONTEMPORANEE

VII ANNIVERSARIO FONDAZIONE LA VERDE LA MALFA

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Catania. La Fondazione festeggia con relazioni  di Giovanni Portelli e Giovanna Giallongo – Responsabili Museo del costume/cucina di Scicli

Inaugurazione SEZIONE ABITI D’EPOCA in collaborazione con il Museo del costume/cucina di Scicli

Alberto Gianfreda Dove cade lorizzonte tessuti lampasso e legno dimensini variabili 2015

(Alberto Gianfreda, Dove cade l'orizzonte, tessuti lampasso e legno, dimensini variabili)

 

Inaugurazione collettiva d’arte
TESSITURE CONTEMPORANEE con
i
Paola Anziché
Alberto Gianfreda
Francesca Pasquali
Laura Renna

Per concludere la serata, il  concerto di chitarra classica eseguito da

Agatino Scuderi

Il Programma: Francisco Tarrega:
Preludio a Llobet, Marieta (mazurka), Maria (gavotta).
Francesco Corbetta :suite in sol monore
Da "la guitare royale":preludio, allemanda, sarabanda, giga.
Leo Brouwer :elogio de la danza(lento-obstinato).
Federico Moreno Torroba:Sonatina en la mayor (allegretto-andante-allegro)

Giamberghino-Gilet da uomo in taffetà di seta di color salmone con ricami floreali in fil di seta - primi anni del 700

 

 

(Giamberghino-Gilet da uomo in taffetà di seta di color salmone con ricami floreali in fil di seta - primi anni del '700)

 

 

20150628 192951-1

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Ispica, RG. Grande attesa per la serata spettacolo in diretta tv diretta da Giorgio Frantantonio, in omaggio20150628 193202-1 a Donna Livia FRatantonio; ogni anno la notte delle stelle ricorda una stella, in allegoria alla madre del giornalista scomparsa 12 anni or sono. La dodicesima edizione contempla la giuria formata da insigni personalità del mondo lettarario e del giornalismo: Salvo Falcone direttore di Video Mediterraneo, Grazia Dormiente, saggistam studiosa di Quasimodo e carteggi La Pira Quasimodo, Anna York, manager organizzazione eventi Villa Anna di Ispica, la Villa stupenda che ospiterà per la terza volta l'evento di poesia arte spettacolo musica. Caterina Zaffora donerà una sua splendida opera, dal titolo Maternità che è il tema del concorso di poesia. Lo scorso anno Silvana Consoli aveva donato l'opera all associazione organizzatrice del Premio. Altri giurati: Paolo Oddo e la scrivente che da undici anni ha seguito tutte le edizioni che si sono avvicendate a Pozzallo a Comiso e persino nella sede straordinaria del Castello di Donnafugata, con successo di pubblico e con ore di intenso e stupendo spettacolo.

In questa edizione il 9 agosto vi sarà la presenza del Ballo Storico con Lucio di Mauro, noto giornalista e con 12 coppie che accenneranno passi di danza storica nella meravigliosa Villa Anna del 1817, oggi sede dei più prestigiosi eventi quale quello dei Ragusani nel mondo.20150628 193207-1

20150628 193120-1Inoltre un'orchestra a fiati delizierà i presenti, un tenore allieterà le ultime ore di intenso spettacolo. Poesie saranno lette dalla inossidabile Isabella Papiro mirabile interpretazione , unitamente all'attore Cartier che inaugura proprio sabato 11 luglio il suo interessante cartellone teatrale.

Vi aspetto, naturalmente, in abito scuro per una indimenticabile serata di Gala: ingresso ad inviti. Potrete inviare un sms al 3427634086 con il vostor nome e cognome; i primi 50 saranno invitati da www.messinaweb.eu ed accolti con un caloroso cocktail di benvenuto a fine spettacolo.  

 

(nelle foto -La Giuria)

PER MESSINESI ....A MILANO

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Paola Gatti

Milano. Vi assicuro che quando abitavo a Milano, dal 1975 al 1981, la mia felicità era recarmi ai Navigli che incominciavano priprio allora, con il Baretto, con il Vicolo delle Lavandaie, con il Ca' Bianca Club, a rinascere.

Oggi più che mai, andare per i Navigli significa abbracciare la vecchia Milano di un tempo perduto e ritrovato....

Oggi: Marco Bellomi, Giulio Belloni, Valentina Carrera, Raffaele De Francesco, Rossano Di Cicco Morra,

Siberiana Di Cocco, Anna Epis, Carlo Fontanella, Silvia Gobbo, Paolo Lo Giudice,

Clara Luminoso, Marija Markovic, Italo Mazzei, Giuseppe Orsenigo, Lyudmila Vasilieva, in mostra con le loro opere, per voi, una giustificazione in più per recarsi al Vicolod ellelavandaie e bearsi di una Milan la gran Milàn, più assonnata, "passeggiata", in versione, insomma, slow 

Gruppo E Fotografi: Comunicazione

presso lo Spazio E2

Alessandro Baito, Fiorenzo Bordin, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Liliana Casadei,

Paola Gatti, Serena Groppelli, Marco Lombardo, Monica Mietitore, Luigi Profeta,

Alessandra Repossi, Francesco Romoli, Susanna Serri, Pavel Vavilin

dal  4  al  10  luglio  2015

Orari:

dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00

domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00

Ingresso libero 

bellomi

Con questa mostra si chiude il ciclo tematico a cui gli artisti del Gruppo E si sono dedicati sin dall’ottobre scorso. Si sono succedute dieci mostre, ciascuna con un’ispirazione leonardesca omaggiando la città di Milano che quest’anno ospita l’Esposizione Internazionale. Si sono succeduti trenta modi di rappresentare la realtà: per metà fotografi e per metà pittori o scultori gli artisti del Gruppo E si sono dedicati alla sperimentazione delle proprie tecniche, cercando il più possibile un confronto, un dialogo con gli altri, una comunicazione aperta che poi risulta essere la sostanza stessa dell’essere non solo artisti, ma semplicemente uomini e donne in questo mondo.

La comunicazione è il tema di questa mostra, una chiusura in levare che apre come non mai ad ogni tipo di interpretazione e sviluppo, ad ogni pensiero. Civiltà, società, evoluzione, probabilmente la storia umana in senso più lato vengono definiti dalla comunicazione: tra gli uomini, tra le comunità, tra le nazioni. E’ la base stessa che determina lo sviluppo della società umana.

Senza le vie di comunicazione e i mezzi per percorrerle realtà diverse non si sarebbero trovate e non si sarebbero influenzate a vicenda e non si sarebbero stimolate per un miglioramento della vita.

Senza il desiderio o anche la necessità di comunicare non si sarebbe sviluppato il linguaggio e l’Uomo non avrebbe avuto modo di comprendere anche le necessità degli altri, per arrivare ad un accordo e non ridurre tutto ad una lotta animalesca per il territorio.

Senza essere così idealisti potremmo pensare ad un triste mondo senza musica o poesia, figlie predilette della comunicazione.

Se siamo quello che siamo è grazie alla costante spinta umana verso lo sviluppo di sempre nuovi modi di comunicazione.

Nella società contemporanea spesso si criticano i mezzi di comunicazione come cellulari o media sociali legati alla rete. Si parla di spersonalizzazione o di diffuse mitomanie per cui ci si presenta al mondo per quello che non si è. E tutto ciò è vero.

Prima di tutto però si dovrebbe fare un passo indietro e cercare di immaginare come sia stata accolta a suo tempo la macchina da scrivere, fredda riportatrice di parole, certamente incapace di reggere il confronto con il calore e la personalità della scrittura a mano.

E poi bisognerebbe riflettere sul fatto che la banalizzazione delle idee e la creazione di immagini fittizie di sé non sono state inventate dalla tecnologia, bensì insite nella struttura stessa della fragilità umana. Le nuove tecnologie danno loro una maggiore, più sensibile, visibilità, ma erano e saranno comunque sempre parte della vita sociale.

Speriamo anzi che il fatto che siano così visibili e criticabili e ridicolizzate, queste tendenze vengano almeno in parte superate per andare verso un ulteriore sviluppo dell’Umanità.

Alessandro Baito

in allegato alcune immagini di opere in mostra

 

Memorie Adriano 01

- di Maria Teresa Prestigiacomo-

per i messinesi a Roma

 

 

GIORGIO ALBERTAZZI

“MEMORIE DI ADRIANO”

REGIA: MAURIZIO SCAPARRO

 

Venerdì 10 e Sabato 11 luglio 2015, ore 21.30

Castel Sant’Angelo, Cortile di Alessandro VI

Info, prevendita e prenotazione biglietti:

Tel. 06/32810

www.castelsantangeloestate.it

 

C'è una frase di Flaubert che spiega il fascino immortale del protagonista: "Quando gli déi non c'erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c'è stato un momento unico in cui è esistito l'uomo solo".
Adriano è il "ritratto" di ciò che noi siamo oggi, nelle sue parole ritroviamo le radici della nostra storia.
In un mondo dove i fondamentalismi e l'ignoranza seminano morte e distruzione, le parole di Adriano assumono un significato nuovo indicandoci, forse, uno spiraglio di speranza: «...non tutti i nostri libri periranno;...altre cupole sorgeranno dalle nostre cupole...e se i Barbari s'impadroniranno mai dell'impero del mondo, saranno costretti ad adottare molti dei nostri metodi; e finiranno per rassomigliarci".
Ripensare a Giorgio Albertazzi ventisei anni dopo quel memorabile debutto del 1989, nella magica cornice di Villa Adriana, sfiorati dai fantasmi del secondo secolo Dopo Cristo, ci ha spinto a riproporre il viaggio di Adriano ripartendo dal suo Aedrianeum (oggi Castel Sant'Angelo), sua casa-mausoleo, che si concluderà, non si sa dove, non si sa quando, forse in Spagna o forse in Grecia, sue patrie.


Maurizio Scaparro

Ufficio stampa Notti d’estate a Castel Sant’Angelo                    

StudioBegnini - Roberto Begnini, Flaminia Persichetti

348 4105409 - 349 5512059                                                

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. studiobegnini.it

 

onair

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

OnAir, gli scatti di Enzo Gabriele Leanza in mostra dal 16 al 31 luglio a Palazzo Grimaldi

Nell’ambito del Med Photo Fest 2015 Palazzo Grimaldi ospiterà dal 16 luglio al 31 luglio la mostra personale di fotografia “OnAir” di Enzo Gabriele Leanza (inaugurazione giovedì 16 ore 19.00), ispirata all’omonimo volume fotografico in uscita per i tipi dell’editore “The Dead Artists Society” e impreziosito da una nota introduttiva di Maurizio Galimberti, uno dei più importanti artisti italiani contemporanei.La mostra è organizzata dall'Associazione culturale Mediterraneum di Catania, dal Gruppo fotografico Luce iblea di Scicli e dalla Fondazione Giovan Pietro Grimaldi, con il patrocinio del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli studi di Catania e il sostegno della Banca Agricola Popolare di Ragusa.Il percorso espositivo allestito nella sede della Fondazione si snoda attraverso una trentina di opere nelle quali l’artista, con una tecnica fotodinamica non ignara della lezione futurista, riesce a trasferire sulla pellicola le note musicali di un concerto solitamente riservate all'ascolto e all’udito, in una sintesi visiva che rompe la staticità dell’immagine e ingloba artisti ed esecuzione, tempo e spazio, movimento e luce, forma e colore. Manca la traccia sonora, ma lo spettatore ha l’impressione di “sentire” la musica che gli gira intorno. Le immagini, frutto di un decennale lavoro di ricerca fotografica, sono state realizzate senza alcun intervento manipolativo in post-produzione.«La trasformazione – scrive a tal proposito Enzo Gabriele Lenza - che i corpi reali di musicisti e strumenti subiscono attraverso l’atto fotografico da me realizzato, per quanto non ce li restituisca come essi apparirebbero al nostro occhio in quel determinato momento, non è comunque estranea al reale. Il movimento è parte del reale stesso, solo che non è percepito in maniera così evidente. Ma la vita stessa senza movimento, per dirla con le parole di Anton Giulio Bragaglia, sarebbe priva “del suo più vivo ed essenziale carattere».Enzo Gabriele Leanza (Catania, 1975) è fotografo professionista dal 2005. Docente della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) e del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha collaborato con le riviste “Fotoit” e “Riflessioni” e ha pubblicato numerosi testi di critica fotografica e di storia della fotografia. Ha curato mostre personali di grandi autori della fotografia italiana e internazionale. Suoi ambiti di ricerca sono il ritratto, l’autoritratto, la fotografia di moda, la musica, il linguaggio del corpo, gli spazi urbani e le tradizioni popolari.La mostra potrà essere visitata dal lunedì al sabato, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00.

 EROE

 

Maresciallo Maggiore Aiutante, 47 anni,nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, in servizio al comando provinciale di Asti.

Era noto con il soprannome di 'Serpicò. Lascia la moglie e la piccola Lucrezia, 4 anni. Era già stato impegnato in altre missioni in Kosovo e in Macedonia.

 

Insignito :

 

Sottotenente, Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero "alla memoria", nato a Messina il 21 giugno 1956, deceduto il 12 novembre 2003.Alla sua memoria sono intitolate: dal 7 aprile 2009, la Caserma sede della Stazione Carabinieri di Ganzirri (ME); dal 19 ottobre 2010 la Caserma sede del COmnado Stazione Carabinieri di Nizza Monferrato (AT).

Fu insignito della Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero con la seguente motivazione: "Comandante del plotone infoinvestigativo dell'unità di manovra del Reggimento M.S.U. impegnato in missione a sostegno della martoriata popolazione irachena nell'ambito dell'operazione "Antica Babilonia", coraggiosamente consapevole dei gravi rischi ai quali si esponeva, si prodigava per assolvere il proprio delicato incarico con fermezza di intenti, senso del dovere ed altissimo spirito di sacrificio. Il 12 novembre 2003, a seguito di improvviso attacco ad una installazione del contingente nazionale, veniva mortalmente investito dal devastante scoppio di un'ingente quantità di esplosivo, provocato proditoriamente da cellula terroristica suicida, sacrificando così la propria vita ai più sacri valori dell'amor di patria e dell'onore militare. Chiarissimo esempio di eletta abnegazione ed incondizionata dedizione al dovere". An Nassiriya (Iraq), 12 novembre 2003".

 

 

12 novembre 2003 - ore 8.40 italiane, ore 10.40 a Nassiriya, città irachena a maggioranza sciita e capoluogo della provincia di Dhi-Qar.

 

Un vile attentato, compiuto con un camion e un'auto imbottiti di esplosivo, devastò la base italiana Maestrale a Nassiriya e portò la morte tra i militari italiani

 

Dodici carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) uccisi.

 

L'esplosione fece venir giù gran parte di uno dei due edifici e danneggiò l'altro, quello che era sede del comando.

 

ALFIO RAGAZZI

Apr 25, 2024

EROE

 

Maresciallo Capo dei carabinieri in servizio, 39 anni, al Ris di Messina, sposato e con due figli di 13 e 7 anni.  Era specializzato nelle tecniche di sopralluogo e rilevamento.

Il suo compito era quello di istruire la polizia locale.

 

PROMOZIONI STRAORDINARIE PER "BENEMERENZE D'ISTITUTO"

05/12/2003, Maresciallo Capo (ora Maresciallo Aiutante s. UPS) 

 

 

"12 novembre 2003 - ore 8.40 italiane, ore 10.40 a Nassiriya, città irachena a maggioranza sciita e capoluogo della provincia di Dhi-Qar.

 

Un vile attentato, compiuto con un camion e un'auto imbottiti di esplosivo, devastò la base italiana Maestrale a Nassiriya e portò la morte tra i militari italiani.

 

Dodici carabinieri della Msu (Multinational Specialized Unit) uccisi.

 

L'esplosione fece venir giù gran parte di uno dei due edifici e danneggiò l'altro, quello che era sede del comando. "

 

 

«Don José?Un uomo bipolare che non ha mai amato Carmen»

- di  MARIA TERESA PRESTIGIACOMO -

 

 INTERVISTA IL TENORE MONSALVE 

 

           Chi è per lei Don José, chiediamo a Giancarlo Monsalve

 

«Un uomo passionale dal carattere turbolento e con un passato dal quale fuggire». Questi, secondo il tenore Giancarlo Monsalve, i tratti salienti di Don José, protagonista maschile della Carmen di George Bizet, che andràin scena il 15 luglio - repliche 1-7-10-13 agosto - al Teatro Antico di Taormina con regia e scene firmate da un artista di fama internazionale come Enrico Castiglione,.

          Giancarlo Monsalve - acclamato nei teatri di tutto il mondo, dalla Royal Opera House Covent Garden di Londra alla Washington National Opera - torna quest'anno a Taormina, dopo il grande successo ottenuto nel 2014con Tosca, ennesimaproduzione di alta qualitàtargata Castiglione, in cui interpretava il romantico pittore Cavaradossi. «Sono felicissimo di potertornare ancora una volta nella Perla dello Jonio e di cantare nuovamente sul meraviglioso palcoscenico del Teatro Antico, davanti ad un pubblico che lo scorso anno si èdimostrato molto caloroso nei miei confronti e di tutto il cast».

          Insieme a lui sulle pietre della cavea taorminese, il maestro Castiglione ha voluto il mezzosoprano Elena Maximova, tra le più quotate al mondo nel ruolo del titolo e il rinomato Michael Bachtadze in quello del torero Escamillo.Si rinnova, inoltre, il sodalizio artistico che lega il regista e scenografo alla costumista Sonia Cammarata: al suo estro artistico, infatti, èaffidata la realizzazione degli abiti di scena creati appositamente per questo nuovo allestimento, mentre alla direzione dell'orchestra del Taormina Opera Festivalci saràMyron Michailidis, uno dei piùillustri direttori d'orchestra greci.

          Monsalve, tenore eroico classe 1982, nel corso della sua prestigiosa carriera ha interpretato i ruoli piùimportanti dell'universo operistico: da Calaf (Turandot) a Mario Cavaradossi (Tosca), passando per Don Carlo (Don Carlo), Turiddu (Cavalleria rusticana), Radamés (Aida), Pollione (Norma) e Manrico (Il trovatore). Quello di Don José, però, sembra proprio essere uno dei suoi preferiti in assoluto, come ci conferma lui stesso d.

urante una pausa delle prove al Teratro Antico.

 

Quale caratteristica definisce meglio questo personaggio?

 

Quello che mi colpisce ogni volta che mi ritrovo a vestire i suoi panni,èla sua estrema complessità, ha un background molto complicato che viene solo debolmente accennato nell'opera, ma è ciòche fa di lui Don José.Non tutti sanno che quello di Carmen non èil primo omicidio da lui compiuto: il giovane soldato si trova in Siviglia perchénella sua cittànatale, Navarra, aveva ucciso un uomo che lo aveva imbrogliato al gioco delle carte, e si èvisto quindi costretto a fuggire via per evitare la prigione. A Siviglia imbriglia se stesso in un estremo autocontrollo, finge di essere buonoe pacifico, ma in realtàdentro di lui arde un fuoco fatto di rabbia e impulsivitàdal quale non puòfuggire per tutta la vita. Proprio per questo lui èil personaggio che cambia di piùnel corso dell'opera, anche se non si tratta di un vero e proprio cambiamento, ma di uno svelamento: piùandiamo avanti e più ritorna a essere quello che era prima dell'inizio della storia a cui assistiamo. A tutti sembra una persona riservata, ma la verità è che sta semplicemente fingendo, cerca di tenere calmo il vulcano che ribolle dentro di lui e che Carmen riesce pian piano a far emergere: peccato peròche non si tratti di un'innocua vivacità, ma di un'insana follia. Proprio nel finale capiamo che non vuole che lei stia con un altro perchéormai non ragiona piùlucidamente, soltanto un pazzo potrebbe uccidere una donna: alla bella sigaraia dice "aiutami a salvarti e a salvare me stesso con te". Secondo me lui èsemplicemente bipolare: teneva a bada il suo mostro interiore tanto da essere considerato un uomo tenero, ma alla prima occasione ètornato ad essere un mostro. Dal punto di vista artistico, però, èun personaggio che ha davvero tutto: vocalmente, fisicamente e psicologicamente èmoltoaffascinante, adoro interpretare Don José».

 

E dal punto di vista vocale, quali sono le sfide maggiori nell'affrontare il ruolo?

 

Solitamente si dice che ci vogliano due tenori diversi per poter interpretare Don José: sarebbe necessario avere un tenore lirico all'inizio dell'opera, mentre dal terzo atto in poi ce ne vorrebbe uno drammatico. La sfida piùgrande consiste proprio in questo: riusciread essere entrambi. Quel che èfondamentale, ètrovare un punto d'equilibrio, ottenere sia la dolcezza del primo atto che la furia dell'ultimo: anche la voce deve seguire il suo sviluppo emotivo, trovando un compromesso tra delicatezza e delirio.

 

Quale battuta, secondo lei, inquadra meglio un personaggio cosìsfaccettato?

 

Vista la sua natura poliedrica, èdifficile trovare una sola battuta che possa identificarlo appieno. Credo che un momento che aiuti a capire chi è veramente Don José, sia il duetto con Micaela, in cui le chiede di riferire alla madre che suo figlio la ama, la venera, che si pente ogni giorno di quello che ha fatto e che non vede l'ora di renderla nuovamente orgogliosa di lui e tornare da lei. Questa frase è importante in quanto dice tutto: se la ama cosìtanto perchénon puòtornare da lei, perché vuole renderla di nuovo orgogliosa? Lì c'ètutto il background, inespresso, di Don José.

 

Quanto èimportante, a suo avviso, l'ambientazione sivigliana in Carmen? Crede che se la medesima storia fosse stata ambientata in un luogo meno 'caliente' avrebbe avuto minor successo?

 

Sono convinto che l'ambientazione sivigliana sia assolutamente fondamentale. Nel caso di Carmen, Siviglia èessa stessa un personaggio dell'opera, con i suoi colori e i suoi suoni. Nonostante il testo sia scritto in francese, la natura profonda del plot èspagnola, la sua essenza èalimentata da quell'atmosfera passionale che solo la penisola ibericapuòoffrire. E poi, non bisogna dimenticare che Bizet ha scritto la musica avendo in mente solo e soltanto la Spagna, ogni nota dello spartito trasuda l'anima sivigliana

.

Il maestro Castiglione èun regista molto esigente, com'èlavorare con lui sul palcoscenico?

 

Mi sono sempre trovato favolosamente bene con Enrico Castiglione, ci siamo capiti sin dal primo momento. Sono contento di lavorare con lui, tra di noi c'èquesta connessione che èdifficile da spiegare a parole: ci capiamo al volo, quando lui dice qualcosa io la recepisco immediatamente, non va sempre cosìcon i registi. Spesso c'èbisogno di parlare molto, di analizzare, invece con Enrico ètutto molto immediato: si intuisce subito che lui sente davvero ciòche vuole fare con noi cantanti sul palco. Ed èproprio questo che secondo me la gente apprezza, perchéavverte che c'è amore per quello che si sta facendo, si vede che lui ama sul serio la sua professione.

 

La "liaison dangereuse" tra Don Josée Carmen èsimile a quella di coppie tormentate che, purtroppo, finiscono sulle pagine della cronaca nera. Lei, da uomo e da uomo sposato, cosa pensa del femminicidio?

 

Non saprei veramente spiegare come sia possibile arrivare ad un punto di follia tale da uccidere la persona amata, perché in quel caso non è piùpossibile parlare d'amore. Se uccidi la persona che dici di amare perchéti ha tradito o ti ha lasciato, vuol dire che non la ami, che sei molto egoista e hai bisogno di aiuto perché soffri di problemi mentali davvero gravi e profondi. Personalmente, non penso che Don Joséprovi un amore puro per Carmen, quell'amore vero che ti porta a progettare il futuro, a costruire una famiglia e a voler dei bambini. La sua èpiuttosto un'ossessione mischiata ad una cotta a prima vista, èstata tutta una questione di chimica, un'attrazione che, unita al suo background psicologico, ha portato all'esplosione.

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