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 Oggi papa Francesco ha incontrato    il nostro webmaster – Davide Fodale. "È un grande onore per me. Sono un suo grande ammiratore", ha detto il nostro Davide al Santo Padre.

medaglia MESSINA 05 novembre 2014: Il Caporal Maggiore Capo Andrea Adorno, ha ricevuto ieri mattina dal Presidente della Repubblica, durante la tradizionale cerimonia all'altare della patria, la Medaglia d'Oro al Valor Militare,  massimo riconoscimento del valore militare, con la seguente motivazione: 

"Caporal Maggiore Scelto, Alpino paracadutista, nel corso dell'operazione "Maashin IV", mirata a disarticolare l'insurrezione afghana, conquistato l'obiettivo, veniva investito con la sua unità da intenso fuoco ostile. Con non comune coraggio e assoluto sprezzo del pericolo, raggiungeva d'iniziativa un appiglio tattico dal quale reagiva con la propria arma all'azione dell'avversario. Avvedutosi che il nemico si apprestava ad investire con il fuoco i militari di un'altra squadra del suo plotone, non esitava a frapporsi tra essi e la minaccia interdicendone l'azione. Seriamente ferito ad una gamba, manteneva stoicamente la posizione garantendo la sicurezza necessaria per la riorganizzazione della sua unità. Fulgido esempio di elette virtù militari".​ Bala Morghab (Afghanistan), 16 luglio 2010."

 

Il C.le Magg. Capo Andrea Adorno, ha prestato servizio per nove anni al 4° Reggi​mento alpini paracadutisti, in questo periodo è stato impiegato sette volte in operazioni al di fuori del territorio nazionale, nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan, dal 2011 è in forza al 62° Reggimento fanteria "Sicilia", è sposato e ha due bambini di sette e quattro anni.

Il C.le Magg. Capo Andrea Adorno è il primo graduato dell'Esercito Italiano, vivente ed in servizio, a ricevere la Medaglia d'Oro al Valor Militare.​

 

ospedale piemonte

- La Redazione -

Il Comitato spontaneo denominato “SANIDEA-UN’IDEA  PER LA SALUTE CITTADINA” formato da rappresentanti istituzionali cittadini , da professionisti della Sanità, del sindacato, dell’associazionismo per una ipotesi progettuale di mantenimento in vita  dell’Ospedale Piemonte di Messina si è riunito nella Sala Consiglio del Comune di Messina. Numerosi risultavano  presenti i proponenti documento  e tra questi: il Consigliere Comunale Antonella Russo,Lucy Fenech, Daniela Faranda, per la FPCGIL Clara Crocè. Antonio Trino Carmelo Pagana, Giuseppe Nava e i medici   Guglielmo Catalioto, Attilio Andriolo.

 Particolarmente significativa era la presenza  dell’UGL Medici con il Prof  Giuseppe Mobilia e Giacomo Camuri. Il Prof Mobilia faceva un breve ma interessante intervento con loro era il prof Domenico Venuti Presidente dei CO..B-GE Corpi Blu di Soccorso Internazionale Inspired ONU.UNESCO-OMS-

Tra gli altri ancora i presidenti dei quartieri  della III Circoscrizione, Lino Cucè.; Francesco Palano Quero Presidente della IV Circoscrizione; Santino Morabito  V. Circoscrizione; Matteo Mangraviti V. Presidente VI Circoscrizione oltre a numerosi rappresentanti  di Istituzioni e associazioni. Era presente anche l’On  Filippo Panarello.

Tutti concordavano nel non chiudere l’Ospedale Piemonte. Messinaweb.eu da lettura di un intervento del prof Domenico Venuti che ha avuto luogo in un secondo momento alla presenza di un gruppo qualificato di medici tra i quali i rappresentanti della UGL il Prof Giuseppe Mobilia e il Dott Camuri.

“ Signori,  La nostra Organizzazione CO.B-GE Corpi Blu di Soccorso Internazionale Inspired ONU UNESCO, OMSte in questo momento,perché si tratta della nostra città di Messina, la salute dei nostri concittadini e i diritti della nostra assistenza sanitaria, aspettative sollecitate dall’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità cui facciamo riferimento. Si tratta dei nostri ospedali cittadini il Piemonte ed il Papardo che devono assolutamente funzionareed in modo eccellente.Queste due Istituzioni hanno medici di valore e Messina ha necessità di vedrli operativi, guai a parlare di chiusura, non si deve neanche lontanamente accennare o peggio parlare di questo.Non possiamo dimenticareche il Piemonte quando Messina nel 1908 fu colpita dalla tragedia del terremoto ed ebbe migliaia di morti  senza contare i feriti ebbe il suo primo presidio di soccorso. Ebbene l’Ospedale Piemonte punto rilevante della popolazione della zona centro della città di messina, oggi si arriva ad un assurdo, si arriva a chiederne la chiusura. I politici di una città che ha vissuto una storia brillante, che ha avuto medici illustri come il Prof Gaetano Martino, che ha avuto la prima conferenza europea, sta cadendo nel baratro a danno della vita della popolazione messinese.Prima  è stato commesso l’errore, anzi l’orrore dell’eliminazione dell’Ospedale Margherita, oggi si parla dell’azzeramento del Piemonte, ”L’Ospedale Piemonte deve, dico deve avere funzione, una funzione importante.Messina è città a rischio e sarebbe più che logico che all’Ospedale Piemonte venisse insediato un Centro Emergenze della Protezione civile e farne centro anche Poliambulatorio”PET”Punto emergenza territoriale H 24 ( ore 24)di riabilitazione Cardiorespiratoria e mi sia consentito di lunga degenza. Occorre rispettare ed in maniera assoluta le linee guida Stato Regioni. Non è concepibile  il trasloco del PUNTO NASCITA dal Papardo al Piemonte. Non si capisce a quale logica risponda visto che lascia totalmente scoperta la zona nord e dei villeggi, quandoin 10 minuti si può raggiungere il Policlinicoche ha le strutture adeguate. Si può e si deve agire e realizzare invece con tempismo e lucidità. Occorre quindi concretizzarel’Unità Intensiva Neonatale, occorre provvedere con urgenza, somma urgenza, migliorare le strutture, ricordando che il Papardo gode di Centro sangue, consulenza interna, 451 posti letto e l’elipista per l’elipista per l’elicottero. Non si devono porre a rischio di vita le partorienti del comprensorio della zona nord della città annullando e sacrificando il Papardo. Come è possibile che le partorienti possano facilmente ed in pochissimo tempo raggiungere attraversando il caos cittadino dalla zona nord l’Ospedale Piemonte. Fatto gravissimo perché le partorienti così facendo potrebbero essere poste a pericolo di vita negando quindi l’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Dell’ONU Organizzazione delle Nazioni Unite . Noi Corpi Blu di Soccorso Internazionale crediamo con voi tutti nel diritto alla vita tutelarla e rispettarla."

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- di Giovanni ALVARO, Cosimo INFERRERA, Bruno SERGI -

Mai come oggi si è passati dall’euforia per la notizia del rifinanziamento della ‘Stretto di Messina’ che apriva l’iter della ripresa del progetto cassato dal bocconiano professor Mario Monti, alla doccia fredda per il comunicato del Ministero dei Trasporti che dichiarava essere non veritiera la notizia diffusa dal quotidiano ‘la Repubblica’ e ripresa da decine e decine di giornali on-line. Contemporaneamente c’era chi passava dallo scoramento più nero alla gioia indicibile come è avvenuto tra i sostenitori del ‘No al Ponte’.

Non sappiamo se quello di Repubblica sia stato un errore o, al contrario, si è tentato di verificare le reazioni dell’opinione pubblica e degli stessi governanti. Di certo c’è che una notizia pubblicata su una testata giornalistica come quella in questione, abbia tratto in inganno parecchia gente, e non solo al Sud. In realtà è stata considerata normale e sensata la ipotetica ripresa del progetto Ponte perché avrebbe fatto risparmiare una penale salatissima e, soprattutto, avrebbe sanato la ferita sulla credibilità del nostro Paese per la scelta, dei passati governanti, di lacerare una gara d’appalto regolarmente espletata e vinta da una cordata internazionale di imprese attive nel settore.

Ma la notizia del rifinanziamento è penetrata senza intoppo, nell’opinione pubblica, soprattutto, perché la differenza tra i salvatori della patria (sic!) - che hanno aggravato la crisi del Paese - e la voglia anticonformista del fare dei renziani, col sostegno dell’opposizione forzista sulle riforme, è oggi abbastanza marcata. Da una parte i governanti sotto dettatura che godevano a definirsi i ‘più tedeschi d’Italia’, dall’altra una squadra che vuole sembrare – e speriamo anche essere – autonoma dalle interferenze teutoniche. Si è quindi facilmente creduto che finalmente la gallina dalle uova d’oro, qual è il Ponte sullo Stretto, avesse conquistato l’attuale governo, dato anche che l’infrastruttura tanto contrastata, da sola, vale 2 punti di Pil ed è in condizione di contribuire alla fuoruscita dalla crisi economica che attanaglia il Paese.

Non sembra così, peccato, anche se qualche voce positiva, come quella del Vice Ministro alle Infrastrutture, on. Riccardo Nencini, si è fatta sentire. Peccato veramente, che si continui a ignorare la ricchezza delle merci che transitano nel Mediterraneo rappresentate da ben 5 milioni di container al mese. Non c’è un solo porto italiano capace di smistare tale volume di merci destinato a raddoppiarsi nel giro di due lustri con la conseguenza dell’utilizzazione di ogni porto del Paese. I ciechi non sono né calabresi, né siciliani. I monoculi stanno ad altra latitudine! Peccato, soprattutto, che il mancato abbattimento dei tempi di percorrenza costringerà i grossi armatori dei cargo container a trovare altre soluzioni. Del resto è stata proprio questa la motivazione dei famosi corridoi TEN per l’Alta Velocità e l’Alta Capacità: escludere, per i tempi lunghi di percorrenza, la vecchia rotta di comunicazione lungo le coste atlantiche dell’Europa. Il FerrMed spagnolo-francese è uno dei percorsi destinati a sostituire i corridoi italiani.  

Si possono capire le cautele su come si muove il Governo per la difficile situazione finanziaria del Paese, ma le penali si dovranno pagare perché l’Impregilo ha dichiarato che vi rinuncia solo se il progetto, vanto per l’Italia, riprende quota. Addirittura crediamo sia un’ipotesi praticabile quella di garantire soltanto, da parte del Governo, una cornice politico amministrativa al progetto senza impegnare alcun finanziamento, ma solo la piena operatività allo stesso con un convinto via libera alla cordata dei finanziatori internazionali. In questo modo si eviterebbero i continui benaltrismi dei no-ponte e di quanti si arrampicano capziosamente sugli specchi per poterlo bloccare. In pratica un project financing che arrivi a finanziare il 100% dell’intero costo del progetto.

Serve solo coraggio e determinazione per realizzare finalmente quella unità d’Italia mai realmente compiuta. Non c’è, infatti, unità vera se i servizi tra Nord e Sud sono totalmente diversi, se le occasioni di lavoro e di sviluppo sono abbastanza disuguali, se dopo 150 anni dal Risorgimento le differenze sono così fortemente marcate. I primi veri tentativi per una unità reale del Paese sono stati la ferrovia Nord-Sud e l’Autosole degli anni ’60 che ha determinato una forte riduzione dei prezzi al consumo per l’abbattimento dei tempi di percorrenza passati dai due giorni precedenti alle successive 8-10 ore. Oggi con l’Alta Velocità il tragitto Roma-Milano è stato ridotto ad alcune ore mentre per il Sud parliamo ancora di 7 ore per il continente e per 10 ore per la Sicilia.

Senza i trafori italiani* - mirabili opere costate enormemente di più di altrettanti Ponti sullo Stretto – che assicurano la perfetta osmosi con i paesi confinanti, non si sarebbe potuto consentire al Paese scambi commerciali, lavoro e sviluppo. Esattamente come capiterà alla Sicilia, alla Calabria, all’intero Meridione, e di rimbalzo alla stessa Italia se a Sud si realizzeranno solo fallimentari porti transhipment e non una filiera di porti gateway a cominciare dal trinomio Augusta.Pozzallo-Gioia Tauro!

Unificare realmente il Paese come fu fatto per le due Germanie (quella ad Est era peggio del nostro Sud) significa consegnarsi alla storia. Certo non bastano gli annunci perché c’è bisogno di scelte e di realizzazioni: il Ponte può essere il grimaldello per questi compiti. Renzi è interessato?

                                          

 

Cappella Funeraria Arciconfraternita dei Catalani

 Domenica 2 Novembre, nella solennità della commemorazione dei defunti, sarà riaperta ufficialmente la storica cappella funeraria della Nobile Arciconfraternita della SS. Annunziata dei Catalani sita nel Cimitero Monumentale di Messina. Dopo lunghi lavori di restauro, diretti dall'Arch. Fabio Todesco, è stata riportata all'antico splendore la pregevole cappella fatta realizzare a fine ottocento e in stile neoclassico dalla stessa Arciconfraternita. Molto interessante il prospetto principale, realizzato interemante in pietra arenaria, dotato di due grandi colonne con capitelli jonici che sostengono un grande timpano. Fra le varie decorazioni, che impreziosiscono il prospetto, spicca un grande stemma in marmo della monarchia spagnola in quanto l'Arciconfraternita dei Catalani raccoglieva tutte le nobili famiglie messinesi di origine iberica. La cappella funeraria è dotata al suo interno anche di un'ampia cripta a cui si accede attraverso la particolare scala in muratura. I complessi lavori di restauro sono stati finanziati interamente dai confrati dell'Arciconfraternita che si sono autotassati per riportare all'antico decoro l'antico luogo di sepoltura che negli anni era caduto completo abbandono. Un esempio di come, con l'impegno concreto dei cittadini, si possono recuperare le bellezze architettoniche e scultoree del nostro Gran Camposanto. Il merito dell'intera opera di recupero va all'attuale consiglio direttivo diretto dal Governatore Sergio Todesco e composto dal Vice Governatore Marco Grassi, dal Tesoriere Nino Bottari, dal Segretario Nicola Grassi e dai consiglieri Stefania Brunaccini, Elio Tavilla ed Achille Brunaccini. Ma non vanno dimenticati coloro che negli anni passati si sono impegnati attivamente affinchè si raggiungessero questi risultati e purtroppo non hanno colto i frutti come i compianti Vincenzo Muscolino, già Governatore, Mons. Salvatore De Domenico, storico Cappellano, Giacoma Giordano e Giuseppe Brunaccini. In occasione della riapertura Domenica 2 Novembre alle ore 9.00 l'attuale Cappellano dell'Arciconfraternita dei Catalani, Mons. Giuseppe La Speme, celebrerà in suffragio dei defunti una Santa Messa.

 

 

 

 

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     - La Redazione -

Ha avuto luogo a Pozzo di Gotto ( Barcellona) , voluto  dal Conte Angelo Molino della Torre, Delegato dell’Associazione Nazionale del Fante  per Barcellona Pozzo di Gotto “il Cenacolo”, che si poneva  in proseguo iniziato nell’ottobre 1981 oggi proposto “nel Ricordo del Risorgimento Italiano”  su richiamo “ dei valori patriottici “ espressi nel 150^ dell’Unità d’Italia dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ed oggi dal Presidente Giorgio Napoletano. “ Barcellona,  con la sua Pozzo di Gotto ha detto, il Delegato dell’ANF- ….con pochi comuni italiani ha mantenuto alto il senso profondo della Patria dedicando molte e storiche vie al Risorgimento”  Alla presenza di numerosi e qualificati ospiti venivano  comunicati i saluti pervenuti  da parte del Protettore Generale dei COBGE Corpi Blu di Soccorso Internazionale Fiancheggiatori ONU per i Diritti dell’Uomo Don Biagio Amata già Preside della Pontificia Università Salesiana di Roma; .del Comandante del Distaccamento Difesa  Marina Militare di Messina Santo Giacomo Le Grottaglie;: del Comandante del 5^ Reggimento Fanteria Aosta Colonnello Benito Anastasio. Presenziavano all’importante Cenacolo anche docenti dell’Ateneo messinese e tra  questi il prof  Giuseppe Rando Ordinario di Letteratura italiana nell’Università degli Studi di Messina. L’Inno di Mameli  cantato dal Soprano Angela Romeo e dal tenore Federico Parisi, prestigiosi giovani del bel canto italiano introducevano “il Cenacolo d’Autunno” , con il vigoroso plauso del pubblico, commosso ed entusiasta. Il Sindaco Dott.ssa Maria Teresa Collica, accompagnata dall’Assessore alla Cultura Raffaella Campo, dopo avere manifestato a nome dell’Amministrazione Comunale il più vivo apprezzamento per l’impeccabile “Cenacolo” a cadenza biennale  auspicava sempre nuove e qualificate iniziative e rilevava la prossima apertura del Teatro Placido Mandanici per eventuali esecuzioni liriche. I vari momenti del “Cenacolo” venivano presentati dal Prof Alberto Genovese Vice Delegato dell’ANF e Docente dell’Università della Pace della Svizzera Italiana Switzerland, Sede Sicilia, Ric dal diritto svizzero,  che si soffermava a considerare un momento storico vissuto da Pozzo di Gotto ab origene e ne ricordava la data del 1639, cioè quando avveniva il distacco da Milazzo e la relativa elevazione a Comune. Subito dopo faceva un brillante excursus del periodo risorgimentale nazionale, ponendone in rilievo i protagonisti principali: Gioacchino Rossini, Bellini e Giuseppe Verdi, che precisava è -il più noto autore del Risorgimento, per le sensibili sollecitazioni  libertarie espresse dai cori. -. Il Prof Genovese   leggeva inoltre i brillanti percorsi di studi del Maestro pianista Dino Visalli e dei  due cantanti lirici reduci  da trasmissioni televisive Angela Romeo  e Federico Parisi. Quest’ultimo proveniente dal successo nella trasmissione Canale 5 della De filippi, Talent Show. Gli ospiti del Salotto aristocratico del Conte Molino ne apprezzavano le aree melodiche risorgimentali porte con classe sublimale e soave tra gli applausi entusiastici dei presenti. Il Prof Genovese comunicava la presenza dell’ospite d’onore dell’occasione il Prof Domenico Venuti Presidente Provinciale dell’ANF Prorettore dell’International University of Peace e Consigliere Culturale del Ministro Plenipotenziario di Polonia Karol Kleszczynski che faceva riferimento ai fanti, agli eroici carabinieri tutti protagonisti dell’Unità d’Italia e  ne attenzionava  il “Cenacolo” ricordando che in quel periodo storico, fatti paralleli, a quella dei condottieri e dei patrioti , dei grandi artisti e dei grandi eroi si realizzavano nei salotti  di cultura in varie parti d’Italia  Cenacoli  in case di persone illuminate discussioni politiche alternate a esibizioni artistiche, poetiche e musicali, come ad esempio nel salotto di Giulia Falletti Colbert che riceveva la visita del giovane Camillo Benso Conte di Cavour e Silvio Pellico e in altri “Cenacoli”  frequentavano anche Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Leopardi. Il salotto patriottico per eccellenza in Italia fu quello, precisava il Prof Venuti, della Contessa Maffei a Milano e teneva a sottolineare che le donne erano tra le più attente ai valori patriottici e che Pozzo di Gotto anche a livello popolare aveva una grande eroina. “Peppa la Cannoniera” .Interveniva Il Mar. Antonino Calabrese Presidente Associazione Nazionale Carabinieri che si dichiarava entusiasta per la collaborazione data all’Associazione nazionale del Fante per la realizzazione del “Cenacolo” e ricordava  il Bicentenario della Fondazione dell’Arma con i suoi eroi di ieri e di oggi e che  in questi ultimi tempi ha rinnovato il pensiero al Carabiniere scelto Mario Pantaleo La Spada e che la locale ANC ha inaugurato anche con una partecipazione numerosa di pubblico una mostra documentale, presso la Sala Vetri Oasi, riscuotendone successo. Il Maestro Artista Mariano Pietrini Responsabile del Museo Jalari faceva dono di una sua magnifica creazione in pietra al Conte Angelo Molino. Il filosofo Carmelo  Maimone interveniva con il suo pensiero sui processi del bene ed il relativo contrario considerandone la positività del “Cenacolo” .Veniva letta la poesia “Sera” della silloge “Petali di Tramonto”,  della poetessa Elvira Alberti.

 

ave2 - La Redazione -

Il noto e qualificato “Polispecialistico medico” Amedeo d’Aosta”, diretto dal prof Giuseppe Mobilia sito in Corso Garibaldi 377 ha aperto all’ “humanitas” con l’inaugurazione del “Centro Studi Medico Umanistico- intitolandolo all’Insigne indimenticabile umanista Prof Antonio Mazzarino. Interveniva per l’occasione  da Enna l’Avvocato Cassazionista Bruno Grimaldi Consigliere del Consiglio Nazionale Forense. Erano presenti numerosi medici, docenti dell’Università degli Studi di Messina, il noto Direttore d’orchestra di Bucarest Orazio Baronello, personalità della cultura e dell’arte e tra queste l’artista e prestigiosa pittrice Presidente dell’Accademia”Amici della Sapienza” Dott.ssa Teresa Rizzo .Prendeva la parola il prof Giuseppe Mobilia Medico di chiara fama e Ispettore Generale dei CO.B-GE  Fiancheggiatori ONU per i Diritti dell’Uomo, che nel presentare l’impegno operativo dei 14 medici, sempre in linea con i principi dell’OMS- Organizzazione Mondiale della Sanità, si dichiarava lieto ed entusiasta all’apertura  del suddetto “Centro” come luogo di incontri scientifici medici e culturali. Il Prof  Domenico Venuti  Prorettore dell’Università della Pace della Svizzera Italiana Switzerland, che è parte integrante dell’Universum Academy, Organizzazione non governativa No Profit con 24 Sedi in Italia e 12 Delegazioni estere nei 5 Continenti dopo averne ricordato l’adesione per la trasparenza al Parlamento Europeo ne rilevava le finalità volte alla solidarietà e al dialogo culturale internazionale e la Pace nel mondo.Il Prof Venuti considerava inoltre la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale artistico mondiale, la sinergia con gli enti territoriali e ricordava i protocolli d’intesa; con la “Fondazione Salonia”, ( con le 800 firme inviate a Obama per la pace in Siria)con il Comune di San Fratello, con il Museo Etnoantropologico“Latteri “, accennava ai tre progetti  condivisi con l’assessorato P.I. del Comune di Messina ( Legalità, Sanità, Beni Culturali ), l’ottimale rapporto con il Museo Etnoantropologico dei Peloritani con i suoi 2000 reperti, Diretto dal Docente dell’Università della Pace, Cav.Domenico Gerbasi. Il Prof  Venuti  faceva presente di avere porto gli alti auspici dell’Ateneo alla Giornata Mondiale per la Poesia dell’UNESCO, presieduta a Messina dalla Dott.ssa Lidia Bentivegna Presidente del Club Incontri Europei, di avere ricevuto dalla Dott.ssa Anna Maria Celi della Comunità Ellenica la richiesta  del “Placet dalla Dott.ssa Anna Maria Celi, per il prossimo concorso Internazionale di Iconografia bizantina.Concludeva comunicando l’avvio alle lezioni multidisciplinari di “competenza”, non accademiche,  con propri docenti ed esperti qualificati. Il Prof Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana nell’Università degli Studi di Messina, che come è noto ha presieduto un Comitato scientifico che ha curato un ricco e interessante  volume in memoria di Antonio Mazzarino, si dimostrava entusiasta dell’apertura del “Centro” e in modo encomiabile poneva in rilievo la grande figura del maestro filologo, latinista di fama internazionale e eccellente guida della facoltà di Magistero dell’Ateneo Messinese. Il Prof  Josuè Gambino,  ordinario di Geografia Umana presso l’Università di Messina si soffermava sull’  “…..importanza dell’Istituzione di una Città Metropolitana dalle grandi potenzialità che potrà configurare nuove occasioni di sviluppo nel bacino del Mediterraneo, se maggiormente proiettata verso la realtà dello Stretto  e quindi strettamente collegata al sistema Reggio Calabria , Villa san Giovanni, Gioia Tauro sul fronte calabrese e Messina con Furnari da una parte e Giardini dall’altra. Accennava inoltre alle possibili risorse finanziarie che verrebbero concesse dall’Unione Europea e attuabile un rapporto privilegiato per Messina con l’UNESCO per i Beni culturali. Il Professore Domenico Venuti nella qualità di Prorettore dell’Ateneo della Pace e docente di Beni Culturali e ambientali apprezzava l’altissima qualità del progetto del Prof Michele Limosani e del Prof Josuè Gambino e con il Presidente del Museo Parco Jalari valoroso artista creativo  noto anche per le sue opere in pietra all’estero, dava la disponibilità per l’organizzazione di un Convegno, a largo respiro di coinvolgimento dei 60 possibili  Comuni, con gli alti auspici dell’Università della Pace. Prendeva la parola il Prof  Salvatore Mangione ex Sindaco di San Fratello e Direttore del Museo Etnoantropologico “Latteri” che richiamandosi ai protocolli di Intesa dell’”Ateneo”  con queste Istituzioni proponeva la creazione di un “Centro Studi”  e porgeva inoltre il saluto del Sindaco del Comune di Tortorici e nella qualità di esperto di questa istituzione faceva anch’esso richiesta della realizzazione di un “Centro Studi” per il suddetto Comune. 

ponte-di-messina1- di Giovanni ALVARO, Cosimo INFERRERA, Bruno SERGI -

La fiction sulla costruzione de ‘La strada dritta’, trasmessa di recente da Rai 1, ha avuto pregio e meriti indiscutibili di far vivere, a quanti non hanno conosciuto quel periodo, se non attraverso i racconti dei genitori o dei nonni, gli sforzi, i sacrifici e il coraggio con i quali si è permesso all’Italia del dopoguerra d’essere proiettata verso il miracolo economico che ha consentito al nostro Paese di trasformarsi da paese agricolo in paese industriale.

Dopo Olivetti e Mattei stavolta la costruzione della modernità spetta allagrande ingegneria italiana, che si è fatta apprezzare anche all’estero tra gli anni ’50 e ’70 ponendo mano all’integrazione del sistema dei trasporti: ed è stato il turno dell’ingegner Fedele Cova, ideatore della Autostrada del Sole Milano-Napoli. Alla tratta ferroviaria Milano Roma - realizzata attraverso la Grande Galleria dell’Appennino, più lunga al mondo a doppio binario nel 1934 - venne affiancato un asse meridiano principale della rete autostradale italiana lungo 755 km, che contribuì in modo decisivo al rilancio dell’economia nazionale sin dalla seconda metà degli anni ’60, determinando una forte riduzione dei prezzi al consumo per l’accorciamento dei tempi di percorrenza a 8-10 ore rispetto ai due giorni di prima.

Su quella autostrada e su tutte le altre che nel frattempo sono sorte in Italia, si viaggia bene e i tempi di percorrenza tra le varie località sono stati abbondantemente abbattuti. Per le nuove generazioni quella formidabile via di comunicazione sembra esserci sempre stata. Ignorano, infatti, che la sua realizzazione è stato il frutto della voglia di riscatto di formidabili “capitani” coraggiosi che hanno dovuto superare difficoltà finanziarie enormi, difficoltà tecniche che apparivano insormontabili e le dure critiche dei bastian contrari, dei benaltristi, degli oppositori alle novità, dei ciechi per scelta di schieramento.

La fiction ne ha dato qualche assaggio quando alcuni burocrati volevano bocciare il progetto di Cova perché nella nuova ‘strada’ mancavano i paracarri e i marciapiedi, e perché era uno sperpero ed era da criminali sottrarre terra all’agricoltura. Ricordiamo anche le critiche aspre degli oppositori anche al proseguimento dell’autostrada da Napoli a Reggio Calabria con la motivazione che “sarebbe servita alla Fiat per vendere maggiori macchine ed ai figli della borghesia per scorazzare su e giù nella nuova arteria”, quasi fosse preferibile perseverare nello stato di isolamento in cui ci si trovava. Quella realizzazione fu, comunque, una svolta culturale tolemaico-galileana impensabile, un vero k.o. tecnico per il giogo che deve restare imperante fra le sponde dello Stretto: due ore per un convoglio ferroviario attraversarlo, poco meno del tempo per la tratta Milano-Roma con l’AV ferroviaria.

Come può constatarsi i protagonisti sono sempre gli stessi. Gli ardimentosi e gli studiosi, da una parte e, dall’altra, i ‘signor NO’ che dell’opposizione alle scelte dei primi han fatto una vera e propria religione. Anche le motivazioni sono semplicemente cervellotiche e raffazzonate. Per il Ponte di Messina per esempio si sostiene che l’ombra dell’impalcato disturberebbe i delfini di passaggio (e non è politicamente corretto farlo. sic!), o molto prosaicamente liquida il tutto con il ‘c’è ben altro da fare che realizzare un’opera inutile’ come è stato affermato recentemente in TV.

Pensare per un attimo che il Ponte non è il capriccio di un vecchio governante, ma ha motivazioni serie che vanno aldilà delle bizze di chi governa, e molto aldilà degli interessi dei pendolari delle due coste interessate e anche dello stesso interesse turistico che innescherebbe, è cosa molto ardua, o egoisticamente si perseguono interessi personali come villette da difendere o una carriera accademica da ottenere o irrobustire.

Pensare per un attimo che senza il Ponte non ci sarebbe neanche l’Alta Velocità, ferma come Cristo, stavolta a Salerno, è cosa difficile da capire? Anche gli inesperti comprendono che se c’è una domanda ci dovrebbe essere l’offerta. La domanda è il trasporto ferroviario veloce che milioni di container, pieni di merci, chiedono che dall’Italia vengano movimentati verso il Nord Europa e viceversa. Non c’è questa offerta? Gli armatori non entrano in crisi ma cambiano percorso e usano il FerrMed che si sta realizzando in Spagna e in Francia, mentre il nostro Paese perderebbe una immediata opportunità di ripresa economica, non effimera, perché il volume delle merci transitanti nel Mediterraneo supererà l’attuale 30% del traffico mondiale perché non è un traffico stagionale nè passeggero. Tutto questo senza considerare il danno basilare alla credibilità dello Stato di diritto, l’indebolimento all’immagine della sua capacità imprenditoriale, la perdita secca della mancata fornitura di acciaio e dei materiali necessari, la mancata acquisizione del know how delle aziende e delle Università ai fini innovativi, scientifici e della formazione professionale … La partita è di importanza capitale per corroborare l’unità del Paese, come lo fu la guerra di Crimea, voluta da Cavour, per poterla avviare.

Ci consola, a quanti tra noi non sono più giovani, che tra 50 anni ci sarà chi racconterà anche la storia del Ponte con un’altra splendida fiction mettendo in luce gli sforzi dei tecnici (architetti, ingegneri, accademici) delle varie Università italiane che si sono battuti per aprire al Paese altre prospettive, che sappiano di crescita anche post industriale, e per rilanciare l’ingegno italiano che col progetto del Ponte riceve nuovo impulso se è vero, come è vero, che già oggi esso viene ‘copiato’ da una schiera internazionale sempre più grande di costruttori di ponti.

Ci consolerà il pensare che ciò che sarà ricordato, come nel caso dell’Autosole, saranno soprattutto gli sforzi positivi mentre quelli negativi occuperanno piccoli spazi anonimi e semplicemente insignificanti. Insomma “la guerra delle parole” degli allergici al progresso, considerato un salto nel buio, e dei paurosi del nuovo qualunque esso fosse. Al fondo di questo atteggiamento, comunque, una forte dose di incultura e di supponenza ignorando “qu’est-ce qui se passe”.

                                 

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