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MESSANENSI

MESSANENSI

- di Daniele Espro -

Fondata tra il 1598 ed il 1604, per volere di Don Lorenzo Abbate, la chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio (conosciuta anche come "chiesa del Ringo") è stata più volte modificata, nel corso della sua storia.

L'attuale costruzione è frutto di interventi seguiti al terremoto del 1783 che, senza distruggere l'edificio, gli arrecò comunque seri danni.
Il prospetto anteriore, a ordine unico, è munito di gradevoli paraste in stile corinzio su cui poggia un frontone di forma triangolare.

Le due statue raffiguranti rispettivamente Gesù (a sinistra della facciata), e Maria (a destra), sono di fattura artigianale. A detta degli anziani del piccolo borgo, anticamente, i due simulacri reggevano due lampade, al fine di guidare nelle ore notturne i pescatori.

L'interno, di forma rettangolare e a navata unica, possiede diverse opere d'arte degne di nota.


L'altare centrale neoclassico domina la scena, mentre sulle pareti laterali sono sistemati altri due altari di fattura settecentesca.
Interessanti sono i quadri custoditi nella chiesa: una Madonna del Buonviaggio con veduta di Messina (attribuita a Giovanni Simone Comandè), un Sant'Antonio di Padova (probabile opera dello stesso), proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Maria di Gesù Inferiore, un seicentesco Gesù e Maria ai lati della Santa Croce, quest'ultimo sistemato nell'altare maggiore, ed un quadro della Madonna del Rosario (di fattura probabilmente settecentesca, ma il cui autore rimane ignoto).

All'inizio della navata sono visibili due finestre che venivano usate dagli abitanti di Palazzo Formento e del palazzo contiguo al lato sinistro della chiesa (oggi purtroppo distrutto), in modo da poter assistere alle funzioni religiose, senza tuttavia dover uscire di casa.

Degli inizi del XX secolo è la statua policroma della Madonna del Buonviaggio, mentre non antico risulta essere il simulacro del Crocifisso: entrambe le due opere sono collocate ai lati dell'altare maggiore.
Di qualche interesse sono gli stucchi che sovrastano gli altari laterali.

 

- di Mons.Foti -

Sita in Via Tommaso Cannizzaro, Isol. 210.

II suo titolo deriva dal possesso che ne ebbero i Padri Mercedari (o della Madonna della Mercede) a partire dall'anno 1595, ma essa esisteva anche prima e aveva il titolo di SANTA MARIA DI PIE' DI GROT­TA.

II Samperi lo spiega col fatto 'che il quadro venerato nella chiesa raf­figurava la Madonna della Pietà, ossia la Madonna col figlio morto nelle braccia, dinanzi alla grotta del suo sepolcro. Anche la Confraternita sorta per coltivare la devozione 'in quella chiesa, portava il titolo della Madonna di Piè di Grotta.

I religiosi Mercedari ingrandirono la chiesa e collocarono sull'altare Maggiore una bellissima immagine raffigurante l'apparizione della Madonna a S. Pietro Nolasco e a S. Raimondo di Pennafort, fondatori dell' Ordine dei Mercedari per la redenzione degli schiavi. E' per questo che a poco a poco venne dimenticato l'antico titolo di “PIE' DI GROTTA”, il quale fu sostituito da quello della «MERCEDE».

I religiosi dotarano la chiesa anche di una statua della Madonna la quale, già al tempo del Samperi, si portava in processione per la città nella mattinata di Pasqua e la si faceva incontrare in piazza Duomo con la statua del Figlio Risorto, mentre il popolo tripudiava al suono di trombe e di tamburi e al rimbombo dello sparo di mortaretti. Questa tradizione si conserva ancora, ed è l'unica processione che a Messina si svolge di mattino; essa è accompagnata da una festa esterna con banda e fuochi di artificio che interessa tutto il quartiere di Portalegni (nome del torrente che scorre sotto via Tommaso Cannizzaro), apre il ciclo delle feste nei vari quartieri della città e si suole ancora chiamare la festa «di Spampinati».

Dopo la distruzione terremoto la chiesa fu ricostruita nel 1934  su progetto degli ingegneri confrati Raffa e Palmeri, i quali prestarono gratuitamente la loro opera, facilitando così il compimento dell'opera.

La Chiesa, di modeste proporzioni, 156 metri quadrati, oltre il campanile, e di architettura molto semplice, è ancora oggi affidata alla Confraternita che la tiene con molto decoro. L'antica immagine della Madonna della Pietà di Piè di Grotta, costituisce il suo miglior cimelio.

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