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Il critico letterario Domenico Calcaterra pubblica «L’anno del bradipo», diario di un anno vissuto a cavallo della pandemia

 - di Marcello Crinò -

«Un bradipo tridattilo appartato su un albero, campione di lentezza e sedentarietà, ne sono convinto, è la figura araldica che dovrebbe campeggiare su di un mio ipotetico blasone. Solo in apparenza il mammifero più fannullone del regno animale, esso è al contrario un ecosistema in sé autonomo che con insospettata coerenza alimenta il ciclo della vita…».

Così scrive Domenico Calcaterra quasi a conclusione del suo “L’anno del bradipo. Diario di un critico di provincia”, pubblicato da poco dall’editore Schibboleth. Calcaterra è un docente di materie letterarie e critico letterario (scrive su “L’Indice dei libri del mese” e “Succedeoggi”) che vive a Sant’Agata di Militello, conterraneo quindi di Vincenzo Consolo (ha pubblicato nel 2014 “Conversazione con Vincenzo Consolo”).

Il libro è una sorta di diario (non minimo! (Eco)) dove, con una struttura a piccoli capitoli di una, due pagine al massimo, con giorno, mese  e ora, racconta e sviluppa vicende letterarie, artistiche, musicali. Non è indicato l’anno, ma le storie raccontate vanno dal 13 luglio del 2019 al 13 luglio del 2020, comprendendo quindi l’inizio della pandemia ancora in corso nel momento in cui scrivo questa nota. In quanto collega di lavoro di Domenico, ho in parte vissuto la genesi di questo libro, del quale comunque non avevo chiara la struttura; abbiamo discusso a lungo su certi argomenti adesso trovati nel testo, abbiamo ascoltato assieme musiche “difficili”. Ricordo con piacere l’attraversamento di un bosco con l’ascolto a RadioTre di una sinfonia di Mahler!

Domenico Calcaterra

La struttura del libro ha rimandato la mia  mente alla “Biblioteca” di Fozio, alle “Croniche” dei fratelli Villani, a “Sono apparso alla Madonna” di Carmelo Bene, alle “Cronachette” e a qualche altra opera di Sciascia e infine agli articoli su vicende culturali scritti da Alberto Arbasino per la Repubblica e per il Corriere della Sera. Cita, Domenico Calcaterra, nel suo “bradipo”, un libro elogio della lentezza e della riflessione meditata, tantissimi autori, oltre  un centinaio ad occhio e croce, e su alcuni si sofferma e ritorna più volte: Calvino (Italo), Perriera, Pasolini, Giorgio de Santillana, Lucio Piccolo, Glenn Gould, Fabrizio Clerici, Enrico Ghezzi, Andrej Tarkovskij, Dallapiccola, Berio, Renzo Piano, Bufalino, Fosco Maraini… Come si vede frequentazioni “alte” di personaggi non alla portata di tutti. Si sofferma anche su alcuni protagonisti della scena culturale messinese ma proiettati sulla dimensione nazionale: naturalmente Consolo, ma anche Emilio Isgrò e Bartolo Cattafi. Del primo riflette sulle parole che si fanno immagini e delle immagini partorite dalle parole, e così comincia a giocare, e nel capitolo del 19 ottobre, ore 23:24, propone un testo cancellato, non graficamente alla Isgrò, ma sfruttando le possibilità offerte dal computer.

Per quanto riguarda Bartolo Cattafi, fa riferimento alla pubblicazione di “Tutte le poesie”, la raccolta completa della produzione poetica dell’autore barcellonese, notando la qualità estrema del suo verseggiare. Ma più avanti ritorna su Cattafi, allibendo alla lettura di un recente saggio che muove dal dichiarato obiettivo di voler porre rimedio a letture fuorvianti dell’opera cattafiana.

Non manca la pandemia dovuta al Covid-19, a partire dal capitolo 11 marzo, ore 17,41, dove, sottolinea, per un curioso allineamento temporale, la pandemia ha finito per coincidere con l’avvio della quaresima. E ribadisce che non è scontato che questa esperienza di quaresima sociale possa trasformarsi in un cammino di guarigione a riparo dall’odio e dall’egoismo.

Un libro che si può anche leggere velocemente ma sul quale ritornare lentamente, bradipescamente!

19 giugno 2021

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