Per risalire alle origini della festa del “MUZZUNI”, che ogni anno si svolge ad Alcara Li Fusi il giorno del solstizio d’estate, il 24 giugno, è necessario tornare indietro nel tempo, al periodo in cui, alcuni troiani sfuggiti alla distruzione ed alla rovina della loro madre patria, la città di Troia, trovarono rifugio dove sorge attualmente il Paese di Alcara.
Nello stesso giorno due feste per la comunità degli Alcaresi.
La chiesa, di giorno, celebra la festa di S. Giovanni Battista, dal collo mozzo. Finita la festa di S. Giovanni, la gente rientra in casa, ed ecco che le donne si accingano a preparare il quartiere, per la festa del MUZZUNI.
In quasi tutti i quartieri si incomincia a vestire il luogo dove dovrà essere sistemato il MUZZUNI, con “pezzare” tessute al telaio di legno, con vasi di grano germogliati al buio, (per prendere il colore dell’oro). Le ragazze prendono il posto della “Sacerdotesse”, davanti al MUZZUNI.
La brocca è col collo mozzo, rivestito con un fazzoletto di seta, dal collo della brocca spuntano steli di grano, un rito magico propiziatorio per le primizie della terra che erano offerte alla Dea Demetra, per ringraziarla del buon raccolto, i riti si collegavano alla fatica dell’uomo per dominare le forze della natura.
Da questo momento il MUZZUNI si erge come simbolo fantastico, come fallico trofeo della Dea Demetra, “fonte di ricchezza e Fecondità” come trionfo della vegetazione della vita, divinità agreste, che accentra la devozione dei contadini che con l’offerta dei “Lavuri” rappresentati nei giardini di Adone, simbolo delle aspettative contadine per un nuovo raccolto che si voleva abbondare.
Una delle caratteristiche più importante di questa festa e quella del comparatico, la quale consiste nella promessa di amicizia fraterna fra due persone attraverso, lo scambio di confetti, l’intreccio dei mignoli ed una breve proposta seguita da una filastrocca.