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Vittorio Siracusa

di Vincenzo Mancuso

Con la morte di VITTORIO SIRACUSA,avvenuta in Messina il 1 agosto 1983, scompariva uno dei cultori più eminenti della Medicina legale italiana, partecipe e protagonista dei mutamenti che lungo l'arco i un cinquantennio vivificarono la disciplina. Nacque a Messina il 10 novembre 1896, dopo la laurea conseguita nel 1921, seguendo una naturale inclinazione si volse subito allo studio delle discipline medico- forensi frequentando l'Istituto di Medicina Legale dell'Ateneo peloritano, diretto in quel tempo dal Prof. Leone Lattes, dal quale apprese i principi dell'ematologia forense e proprio la profonda conoscenza di questo settore della medicina legale gli consentì di mettere a punto nel 1923 la tecnica dell'assorbimento-eluizione per la tipizzazione gruppo- specifica delle tracce di sangue, tecnica oggi diffusa in tutto il mondo per la sua affidabilità. Alla sua formazione medico-legale contribuì, particolarmente la vicinanza con il Prof. Antonio Cazzaniga, che diresse l'Istituto di Medicina Legale della nostra Università negli anni 1922 - 1923 - 1924, e per il quale nutrendo sempre devozione filiale, mantenne sempre vincoli di scuola e di sincera amicizia. Nel 1933 subentrò al Prof. Giuseppe Falco nella Cattedra universitaria dapprima come incaricato e dall'anno 1937, come titolare. E proprio in quell'anno al VII Congresso della Società Italiana di Medicina Legale fu relatore ufficiale con un elaborato molto impegnativo condotto con notevole competenza ed estrema accuratezza sul " Giudizio prognostico medico - legale ", pubblicato dall'Editore Bocca di Milano, i cui contenuti tuttora sono validi. Di questa pregevole opera mi sembra opportuno riportare alcuni brani dai quali emerge in tutta la sua lucidità il pensiero del Siracusa sul metodo medico-legale e sulle finalità dell'indagine medico-legale, concetti non limitabili al ristretto campo della prognosi ma applicabili a qualsiasi tematica medico-legale. " Invero - scriveva - quanto si pensa che la Medicina legale non si occupa tanto della natura dei fatti che ne formano oggetto di studio, quanto del metodo col quale tali fatti debbono indagarsi , e specialmente del fine, che è di valutarli giuridicamente, allora si intuisce quanta differenza può assumere il giudizio prognostico clinico quando deve essere formulato sotto un profilo giuridico, il che è quanto dire, quanto è importante il giudizio prognostico medico-legale. Per la stessa natura poi dei fatti investigati, i quali, come fatti biologici, hanno per caratteristica la varietà, i giudizi prognostici medico-legali possono essere giudizi di certezza, ma per lo più deve bastare che siano giudizi di probabilità o di relativa certezza; e che richiedono, come ogni parere medico-legale che può importare conseguenze giuridico-sociali anche assai gravi, competenza medico-chirurgica ( semeiologica e dottrinale ), orientamento mentale giuridico, obiettività, prudenza e buon senso ". Chi trascorreva con lui lunghe ore in laboratorio constatava con quanta accuratezza e meticolosità svolgesse le sue indagini, vivendo con lui l'atmosfera di paura dell'errore che egli stesso creava, tanto che persino i più accurati controlli sembravano non essere sufficienti per fugare del tutto dubbi e timori: il pensiero che un errore di laboratorio potesse influire sulla libertà di una persona lo angosciava profondamente. Ciò documenta il senso di responsabilità che improntava ogni tipo di indagine da lui eseguita rispecchiando così concetti ribaditi nell'opera " Giudizio prognostico medico-legale ". Molti altri sono i campi nei quali portò indagini sagaci, in tutti lasciando impronte notevoli della sua attività, compendiatasi in oltre 150 pubblicazioni personali e in quasi altrettante di allievi e collaboratori nell'arco di una lunga applicazione che non conobbe soste neppure nell'età più tarda, dove la salda tempra e la rara sobrietà di vita lo avevano condotto in sorprendente vigoria e lucidità: la tossicologia, la tanatologia, la sessuologia,la neuro-psichiatria. Alla sua Scuola si formarono numerosi allievi:Umberto Albarosa, primario medico-legale a Catania, Giuseppe Faraone docente a Cagliari dal 1958 al 1967 e a Messina dal 1968 al 1982; Luigi Auteri, prematuramente scomparso nel 1964, Francesco Aragona, studioso di antropologia criminale, Antonio Modica, Giuseppe Ortese, Claudio Crinò attuale Cattedratico di Medicina legale, Leonardo Privitera, Vincenzo Bonavita e Gaetana Russo. Fu socio emerito dell'Accademia Peloritana dei Pericolanti, dal 1950 al 1953 fu presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi di Messina. Vittorio Siracusa fu, dunque, medico legale per eccellenza. Questo giusto titolo gli deriva non soltanto dal lavoro paziente e tenace che portò notevole contributo al patrimonio dottrinale e pratico della disciplina, ma soprattutto dall'alto concetto in cui tenne la Medicina legale nella sua funzione più elevata di Medicina giuridica. Non credo che più alto riconoscimento possa toccare a medico legale. Vittorio Siracusa fu nell'eletta schiera di coloro che dalla cattedra e con la loro opera impressero una svolta decisiva alla Medicina legale italiana nella sua storia recente.

Ultima modifica il Sabato, 14 Gennaio 2017 09:42
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