Sette rappresentazioni dal 24 al 28 gennaio per il secondo appuntamento della stagione di opere e balletti
Al Teatro Massimo Bellini “Il lago dei cigni” bissa il sold out di “Turandot”
Il celeberrimo capolavoro di Petipa-Ivanov-Cajkovskij viene proposto nell’allestimento del
prestigioso Balletto di Stato della Georgia, affidato alla direzione artistica di Nina Ananiashvili
CATANIA – Il Cigno bianco, il Cigno nero. La purezza immacolata di Odile, la seduzione
ingannatrice di Odette: entrambe deflagrano senza appello, la prima nel cuore, l’altra negli occhi di
Siegfried, incapace di discernere la misteriosa ambiguità del ‘doppio’. Troverà il Principe la
fermezza per rispettare il giuramento d’amore, condizione necessaria per arrestare la metamorfosi
della donna-cigno? Su tutto aleggia il maleficio del mago Rothbart, catalizzatore dei più profondi
abissi dell’animo. Succede nel più emozionante e avvincente titolo del balletto classico, complici le
geniali coreografie originali di Petipa e Ivanov in uno con la soggiogante partitura di Čajkovskij.
“Il lago dei cigni” è perciò da quasi un secolo e mezzo paradigma perfetto della drammaturgia
romantica che si invera nella danza accademica più rigorosa.
Solo le grandi compagnie superano la grande sfida di un’esecuzione all’altezza del capolavoro. Tra
queste spicca il Balletto Statale della Georgia, il cui prestigioso allestimento, annunciato al Teatro
Massimo Bellini dal 24 al 28 gennaio, è già sold out da settimane, al pari della precedente
messinscena di “Turandot”, a conferma dello straordinario successo registrato dalla nuova stagione
dell'ente lirico etneo. Una serie positiva che in realtà è in atto, senza soluzione di continuità, sin
dagli esordi della governance guidata dal Sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano a partire
dal 2019. E un ulteriore impulso al rilancio del Teatro Massimo Bellini viene dal Cda insediatosi a
novembre e presieduto dal Sindaco Enrico Trantinto, con Daniela Lo Cascio vicepresidente e il
sindacalista Antonio D’Amico in qualità di rappresentante dei lavoratori.
Varando le sette rappresentazioni del “Lago”, il Bellini rafforza la collaborazione con il Teatro
Statale di Opera e Balletto di Tbilisi, che offre una mirabile produzione dello struggente “balletto
fantastico in un prologo e quattro atti”: due ambientati nella corte principesca, e due sulla riva dello
specchio lacustre.
L’allestimento rappresenta un fiore all’occhiello della compagnia, una delle più celebri e
prestigiose al mondo e massimo esempio della tradizione coreografica romantica; un retaggio
prezioso, affidato dal 2004 alla direttrice artistica Nina Ananiasvili, star di levatura mondiale. La
coreografia di Aleksej Fadeechev si ricollega a quella di Marius Petipa e Lev Ivanov: l’attuale
versione, rivisitata anche sul piano musicale, risale all’11 marzo 2016, quando è andata in scena,
per la prima volta all’Opera di Tbilisi.
L’Orchestra del Bellini sarà diretta da Papuna Gvaberidze. Le scenografie sono di Vjaceslav
Okunev, i costumi di Steen Bjarke. Interpreti principali alcune delle più celebri stelle del Balletto di
Stato della Georgia, che si alterneranno nelle diverse recite: Nino Samadashvili/Laura Fernandez/
Maria Kochetkova (Odette/Odile); Daler Zaparov/Filippo Montanari/Efe Burak (Siegfried);
Marcelo Soares/Sungwook Jung (Rothbart).
“Il lago dei cigni” è il primo dei tre balletti musicati da Čajkovskij, che attese alla composizione tra
l’agosto 1875 e l’aprile 1876. La prima rappresentazione assoluta avvenne al Teatro Bol'šoj di
Mosca il 20 febbraio 1877, con la debole coreografia di Julius Wenzel Reisinger. Il libretto
originale indica come autori Vladimir Petrovic Begičev, direttore dei teatri imperiali di Mosca, e il
ballerino Vasil Fedorovič Geltzer; tuttavia pare più verosimile che il plot sia stato adattato dal
coreografo sulla base dell’antica fiaba tedesca “Der geraubte Schleier” (“Il velo rubato”) . L’esito
tuttavia non fu esaltante e per il successo bisognerà attendere la profonda rielaborazione dei
coreografi Marius Petipa e Lev Ivanov, presentata il 15 gennaio 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij
a San Pietroburgo, protagonista la mitica ballerina italiana Pierina Legnani. La musica di Čajkovskij
venne rivisitata da un altro italiano, Riccardo Drigo, allora maestro di cappella dei Teatri Imperiali.
La maggior parte delle compagnie di danza basa l'allestimento, dal punto di vista sia coreografico
sia musicale, su questo revival. Anche la trama fu semplificata: Odette e le sue sventurate
compagne sono vittime del sortilegio del mago Rothbart che di giorno le tramuta in cigni, per
riprendere di notte le vere sembianze. Solo l’uomo che amerà la principessa in assoluta fedeltà
potrà liberare lei e le altre. E sarà proprio il sentimento tra Siegfried e Odette, il Cigno bianco, a
vincere sugli intrighi del mago e di sua figlia Odile, il Cigno nero, spezzando il malvagio
incantesimo. Ma a quale prezzo? La versione primigenia, accanto alla sconfitta di Rothbart,
prevede infatti il sacrificio dei due amanti e la loro perpetua unione post mortem. Invece il pensiero
sovietico, così favorevole alla configurazione di eroi positivi, ha portato a consolidare un lieto fine
senza riserve, tuttora preferito nei Paesi dell’ex Urss per il portato di ottimismo concreto, non solo
ideale, insito nella vittoria del Bene sul Male. E così sarà anche nella messinscena che vedrà
protagonista la formazione in arrivo da Tbilisi.
È interessante ricordare che la nascita della Scuola del Balletto della Georgia si deve alla danzatrice
italiana Maria Perrini, allieva di Enrico Cecchetti. Il Teatro di Tbilisi ospitò il debutto internazionale
di questa grande ballerina che presentava, per la prima volta al pubblico georgiano, i famosi 32
fouetté. Vi rimase dal 1897 al 1907 e fu grazie a lei che si aprì il primo centro georgiano per lo
studio della danza classica. Il suo metodo di insegnamento e i suoi allievi posero le fondamenta per
la creazione del Balletto di Stato della Georgia.
Maria Perrini ritornerà in Italia nel 1936; alla direzione del Balletto e della Scuola resta il discepolo
Vakhtang Chabukiani, che raggiunge l’apice della carriera con Otello, di cui cura la coreografia.
All’inizio degli anni ’70 il nuovo direttore artistico è Gogi Aleksidze, allievo di Fedor Lopoukhov.
L’apporto di Aleksidze si caratterizza soprattutto per l’introduzione nel repertorio di pezzi
neoclassici e per la creazione di balletti ad atto unico. Gli succede Mikhail Lavrovsky, storico
ballerino e coreografo del Bol’soj di Mosca. Sotto la sua direzione si realizzano altri numerosi titoli,
da Romeo e Giulietta di Prokof’ev a Porgy and Bess di Gershwin.
Da un ventennio la direzione è affidata a Nina Ananiashvili, già principal in due fra le massime
compagnie internazionali: l’American Ballet Theatre di New York e il Bol’soj di Mosca. Fra i suoi
molti meriti, vi è quello di aver affiancato allo stile classico della Compagnia, altri linguaggi
coreografici, tra cui quello del sommo George Balanchine. Di rilievo le collaborazioni
internazionali avviate dalla Ananiashvili, tra le più importanti quelle con Covent Garden, Mikhail
Lavrovsky, Aleksej Fadeechev, Yuri Possokhov, Ben Stevenson. Tra i grandi ballerini che negli
ultimi anni hanno fatto parte del Balletto della Georgia, spiccano Andrey Uvarov, Sergei Filin, Igor
Zelensky, Maria Aleksandrova, Nadejda Grachova, Galina Stepanenko, Sebastian Kloborg.