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⯑ARTABAN, Il Quarto Re Magio NEL RACCONTO DI Salvator d' Elia

- di Maria Teresa Prestigiacomo 

Scrive Salvator D Elia

"Vista la stella spuntare ad Oriente come Gaspare, Melchiorre e Baldassare, il quarto Re vendette tutti i suoi beni per acquistare uno zaffiro, un rubino e una perla da portare in dono al Re. Rimasto indietro per aiutare un moribondo, arrivò a Betlemme quando i tre Magi se ne erano andati da tre giorni. Qui diede dei soldi a un soldato di Erode, per farlo andare via e salvare la vita di un bambino, durante la strage degli Inmocenti. 

Dopo varie peripezie, sempre in affannosa ricerca, chiese aiuto a un rabbino perché gli indicasse dove poter trovare il Messia. Il rabbino, preso un papiro, lesse: “Il Messia conviene cercarlo tra i poveri, tra gli umili, tra i sofferenti e gli oppressi“. A tali parole, Artaban vendette il rubino e si diede a nutrire gli affamati, a rivestire gli ignudi, a curare gli infermi, a visitare i carcerati. Passarono così trentatré anni da quando era partito in cerca della “Vera Luce“. Esausto ma sempre in cerca del Re, Artaban tornò per l’ultima volta a Gerusalemme nel periodo della Pasqua, proprio mentre Cristo veniva crocefisso....

La ricerca del Quarto Magio è imperfetta. Non segue lo schema del presepe o della recita natalizia. Arriva in ritardo, non trova Cristo nella grotta e arriva a mani vuote. Perché il disegno dell’Uomo – Dio, del Bambino – Re, per Artaban era diverso: non doveva adorarlo, ma toccarlo nella carne del moribondo, nella difesa della vita innocente, nella fatica e nella stanchezza di una ricerca in cui si intersecano le attese e le ricerche di speranza di tutti gli uomini.

La Verità che, per dirla con Tolstoj, alla fine “si prende ciò che è suo”, probabilmente è fatta così. Si fa trovare da imperfetti e ritardatari. Da chi non si aggrega alla folla, da chi non fa come gli altri in maniera conformistica, fosse anche il rito di andare ad adorare il Messia....

Artaban riconosce Cristo nel volto degli ultimi, laddove nessuno potrebbe mai immaginare di vedere un Re.

La leggenda ci consegna un Quarto Re Magio imprevedibile, ritardatario, controcorrente. Che non fa un uso razionale delle risorse, che svende e perde tutto. Ma in tutto questo è capace di amare....E fintanto che continua a cercare, a interrogarsi, a lasciarsi trafiggere il cuore di fronte alla sofferenza umana e all’ingiustizia… rivediamo nel Quarto Magio ognuno di noi."

Salvatore D’Elia

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