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- di Giuseppe RANDO -

Alcuni amici, nell’osservare, su Facebook, la pagina d’apertura del mio profilo, in cui figuro sorridente accanto a Maria Costa, mi chiedono di parlare ancora della grande poetessa dello Stretto, nell’anniversario della sua scomparsa.

Pertanto, dirò loro, subito, che Maria Costa era certamente messinese, ma, in ispecie, cittadina della Riviera Nord di Messina (che non è un mondo a sé né un paradiso terrestre, ma una realtà socio-culturale ben definita): veniva dalle barche, non – con rispetto parlando – dai salotti; conosceva bene, lo «sciroccu», il «ventu cavaleri», il «maistrali», la «lupatina, la «tramuntana, il «livanti», la «scinnenti», la «muntanti», la «pignatedda» che «bugghiva patati», la «brogna», le «bracere», i «fumenti», le vecchie «chi filavanu la lana», i «rinninuni», il «piscispadu», il «luvarottu», la «ciciredda», la «ncioarina», i «peddisquatra», i «cavuliceddi», l’«aspareddu ntô bucali», il «friddu chi vi tagghiava a facci», i «maistri di nassa»; mostrava, con quel suo busto eretto, la fierezza delle donne dei marinai; parlava la lingua diretta, senza sdolcinature, senza eufemismi e senza ipocrisie moralistiche, della gente di mare; aveva il dono dell’ironia leggera e sorridente che rende meno amara la vita alla gente di mare; gettava ponti, come la gente di mare, e non costruiva muri tra sé e gli altri, come tutti i piccoloborghesi; guardava avanti, come la gente di mare, anche quando rievocava volti, fatti, eventi del passato.

Maria Costa ebbe, insomma, il dono di trasformare in poesia il mondo dei pescatori dello Stretto e in particolare dei pescatori del villaggio Paradiso della Riviera Nord di Messina (la «Riviera del Faro», celebrata da Boner nei Racconti peloritani). Questo mondo ella conobbe, frequentò, praticò e assorbì fino a farne fibra delle sue fibre corporee, nel corso dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza, vissute nella casa bassa, sul mare di Paradiso, accanto al padre, alla madre, ai fratelli amatissimi, negli anni che precedettero e seguirono la seconda guerra mondiale: il mondo di Maria Costa è, in altri termini, quello messinese, marinaresco, umile, popolare, povero (giammai misero), preborghese della prima metà del Novecento, che collide infine con quello ultramoderno della contemporaneità omologata e smarrita, nonostante l’abbondanza dei beni materiali.

Senza volere riesumare vecchie polemiche degli anni Sessanta, va dunque detto, serenamente, che Maria Costa non era per nulla assimilabile alla borghesia (piccola, media o alta) messinese: era naturalmente antiborghese o meglio preborghese.

Si deve a lei, ad ogni modo, la “salvezza” del patrimonio linguistico protonovecentesco dei pescatori della Riviera del Faro di Messina: avendolo - la poetessa - codificato sulla pagina scritta (e stampata), quel linguaggio ha difatti acquistato la stabilità della lingua. E vale forse la pena di ricordare c he un linguaggio diventa lingua quando viene codificato, cioè scritto (lo insegnava già Dante Alighieri nel De vulgari eloquentia): le centinaia, se non migliaia, di linguaggi non scritti (solo parlati), in Amazzonia e in tutte le parti pre-civili del mondo, praticamente non esistono, non sono lingue: moriranno con quelli che li parlano, a meno che un etnologo non li registri e poi li trascriva.

Invece, il tempo passerà, cambierà il mondo e - con esso - le lingue degli uomini, ma la lingua di Maria Costa e dei pescatori dello Stretto resterà là, fissata in eterno, immutabile nelle pagine delle sue raccolte poetiche (finché ne resterà qualche copia sulla Terra «e finché il Sole / risplenderà su le sciagure umane»).

Quindi, i nostri figli, i nostri nipoti, pronipoti e i loro successori nei secoli a venire, potranno conoscerla, quella lingua. E, con quella lingua, potranno conoscere i valori, i sentimenti, i sogni e i bisogni degli “antichi” pescatori dello Stretto. È uno dei miracoli – il più clamoroso - della poesia. Non fosse altro che per questo, Maria Costa meriterebbe più di un monumento a Messina. Ma non lo avrà, con questi chiari di luna. Meno male che qualcuno oggi finalmente legge le sue poesie. Per troppi anni – se vogliamo essere sinceri fino alla spietatezza – Maria Costa è stata “vissuta” dalla maggioranza dei messinesi, magari abbagliati dai miti della poesia dotta, altolocata, in lingua, e, in ispecie, dalle svagate signore piccolo-borghesi di Messina (che non passeranno, certamente, alla storia: nemmeno i loro figli se le ricorderanno dopo la morte) come una sorta di clown pittoresco. Ed era, invece – lo è sempre stata –, a dispetto dei professori retori, delle signore e dei signori piccoloborghesi, un poeta, «pueta du mari».

E mi si lasci, infine, dire che sono fiero di essere l’unico professore universitario messinese ad avere scritto e pubblicato un saggio sulla sua intera produzione dialettale: la poetessa delle «case basse» di Paradiso ha molto gradito e apprezzato quel saggio che ho poi inserito in un mio volume, Vero e immaginario tra Sicilia e Calabria, oggi ospitato nella famosa Library of Congress di Washinghton e nella prestigiosa Bibliothéque Nationale di Parigi (la relativa notizia che le diedi, un mese prima della sua morte, la commosse fino a un accenno di pianto, tuttavia sorridente, negli occhi).

 

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Gentile Artista,

desideriamo informarLa che l’Associazione Culturale “Accademia Euromediterranea delle Arti” (fondata e presieduta dal critico d’arte e giornalista Maria Teresa Prestigiacomo) ha indetto la 10ª edizione del Premio internazionale “Mare Nostrum Mediterraneo”, con tema “Il mare e la mediterraneità”, articolato nelle sezioni Poesia, Pittura, Fotografia, Racconti brevi e Articoli giornalistici nonché la 9ª edizione del Premio internazionale di poesia “Maria Celeste Celi”.

La scadenza delle adesioni è il 31 OTTOBRE 2020.

La quota di partecipazione è di € 15,00 a sostegno delle spese di segreteria organizzativa per ciascuna opera in concorso.

La cerimonia di premiazione si terrà a Messina, o in altra località della Provincia di Messina, nel mese di Dicembre 2020, preferibilmente di sabato, secondo la disponibilità delle sale istituzionali.

Data e location della cerimonia di premiazione saranno comunicati almeno 15 gg prima dell’evento a tutti i partecipanti.

Qualora fosse interessato troverà in allegato il bando con la scheda di partecipazione.

Per ulteriori informazioni non esiti a contattare via mail la segreteria dell’Associazione Culturale al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Grazie per l’attenzione prestata.

Gennaro Galdi (Vicepresidente Ass.Cult. Accademia Euromediterranea delle Arti)

Cher Artiste,

nous désirons Vous informer que l'Association Culturelle "Accademia Euromediterranea delle Arti" (fondé et présidé par le critique d'art et journaliste Maria Teresa Prestigiacomo) a lancé la 10eme édition du Prix international "Mare Nostrum Méditerranée”, sur le thème “La mer et la Méditerranée", organisé en sections poésie, peinture, photographie, Histoires courtes et Articles de journaux  et a également lancé la 9eme édition du Prix international pour le poésie "Maria Celeste Celi."

La date limite pour la participation aux deux prix  est le 31 OCTOBRE 2020.

Les frais de participation s'élèvent à 15,00 € pour couvrir les frais de secrétariat de l'organisation pour chaque travail en compétition.
La cérémonie de remise des prix aura lieu à Messine ou dans un autre lieu de la province de Messine en Décembre 2020, de préférence le samedi, en fonction de la disponibilité des salles institutionnelles.

Si vous êtes intéressé, Vous trouverez ci-joint l'avis et le formulaire de demande en langue italienne..

Pour des autres informations ou pour avoir le formulaire en français, Vous pouvez demander par mail au secrétariat de l'Association Culturelle à l’adresse suivante: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Merci pour votre attention.

Gennaro Galdi (Vice-Président Ass.Cult. Accademia Euromediterranea delle Arti)

Dear Artist,

We wish to inform you that the Cultural Association "Accademia Euromediterranea delle Arti" (founded and chaired by art critic and journalist Maria Teresa Prestigiacomo) has announced the 10th edition of the International Prize "Mare Nostrum Mediterraneo", with the theme "The Sea and the Mediterranean" articulated in sections Poetry, Painting, Photography, Short stories and Newspaper articles well as the 8th edition of the international Prize for the poem "Maria Celeste Celi"

The expiry of the adhesions is the 31 OCTOBER 2020.

The participation fee is € 15.00 to support organizational secretarial expenses for each work in competition.
The award ceremony will be held in Messina, or in another location in the Province of Messina, in December 2020, preferably on Saturday, according to the availability of the institutional rooms.If you are interested, you will find here attached the notice and the application form in Italian.

For more information or to receive the form in English, please contact by email the secretariat of the Cultural Association at following address: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Thank you for your attention.

Gennaro Galdi (Vice-President Ass.Cult. Accademia Euromediterranea delle Arti)

COMUNICATO STAMPA n. 3

#LIBERTÀDISALUTE È IL NUOVO HASHTAG CHE, UNENDOSI A QUELLO CHE DÀ IL NOME ALLA CAMPAGNA, INVITA ALLA RIFLESSIONE

Farmacisti, infermieri, fisioterapisti e tutti gli operatori sanitari si uniscono al coro di #Mettiamolamascherina nell’ambito della campagna di sensibilizzazione ideata e diretta dalla giornalista Lilly La Fauci e partita dal sito della Gazzetta del Sud lo scorso 2 agosto con la partecipazione anche dell’Assessore Regionale alla Salute Ruggero Razza. Dopo il primo video con diciotto giornalisti e quello con diciotto medici messinesi con in testa il presidente dell’Ordine dei Medici di Messina dott. Giacomo Caudo, a lanciare l’appello sono ulteriori diciotto professionisti del settore sanitario. Alla campagna finalizzata a sensibilizzare la popolazione sull’importanza dei presidi di protezione nell’ambito dell’emergenza Covid ha aderito anche l’Ordine dei Farmacisti della provincia di Messina rappresentato, nel terzo video del progetto, dal presidente Sergio Papisca.

«Settembre – sottolinea Lilly La Fauci, ideatrice e prima testimonial del progetto -, con la fine delle ferie che hanno comportato un notevole incremento delle attività sociali e l’imminente inizio della scuola è uno dei mesi che potrebbe risultare determinante nell’ambito della lotta, ma soprattutto della convivenza col virus. La ricerca fa ogni giorno importanti passi avanti in merito alle cure e al vaccino per il nuovo coronavirus. Finché non ci sarà un vaccino, però, resta fondamentale rispettare le regole per mantenere la situazione sotto controllo. Soltanto rispettando le regole possiamo garantire a tutti la libertà più importante, la libertà di salute. E proprio #libertàdisalute è il nuovo hashtag, mai usato prima sui social, che ho scelto di lanciare affiancandolo a quello che dà il nome alla campagna per invitare tutti a riflettere sull’importanza di non sottovalutare i rischi e di pensare anche al nostro prossimo, mettendo sempre al primo posto il bene più prezioso, che è appunto la salute».

Nel video, in ordine di apparizione: Lilly La Fauci, collaboratrice Gazzetta del Sud, ideatrice e prima testimonial del progetto “Mettiamo la mascherina”; Francesca Fucile, infermiera Malattie Infettive – Papardo; Giusi Passalacqua, coordinatore infermieristico Ortopedia e Chirurgia Endocrina – Policlinico G. Martino; Francesco Molonia, infermiere – IRCCS Centro Neurolesi Bonino Pulejo; Giuseppa Marullo, referente infermieristico Malattie Infettive Cutroni Zodda di Barcellona – ASP Messina; Grazia Fiordilino, OSS Malattie Infettive – Papardo; Mariella Di Pietro, infermiera Malattie Infettive – Papardo; Antonella Mirabile, infermiera Malattie Infettive Cutroni Zodda di Barcellona – ASP Messina; Luigi Carioti, fisioterapista – IRCCS Centro Neurolesi Bonino Pulejo; Lucia Inferrera, coordinatore infermieristico Malattie Infettive – Policlinico G. Martino; Cinzia Livoti, OSS – IRCCS Centro Neurolesi Bonino Pulejo; Mariella Caruso, coordinatore infermieristico Covid Hospital – Policlinico G. Martino; Santa Catanese, infermiera Malattie Infettive Cutroni Zodda di Barcellona – ASP Messina; i farmacisti dott. Renato Pinnizzotto; dott.ssa Annamaria Abate; dott. Claudio Franchina; dott.ssa Carmen Tripodi; dott.ssa Selene Grosso; dott. Giovanni Crimi, Presidente Federfarma Messina; e il dott. Sergio Papisca, presidente Ordine dei Farmacisti della provincia di Messina.

Per info

L’Ufficio Stampa

Dott.ssa Letizia Lucca

3476756133

Voglia di cinema in sala: riprende il Cineforum della Multisala Apollo A Messina dal 9 settembre ogni mercoledì

Voglia di cinema. Voglia di cinema in sala, pur nel rispetto delle norme sul distanziamento. Dopo la sosta obbligata, da mercoledì 9 settembre riprende il Cineforum della Multisala Apollo di Messina, per completare la stagione 2019-20, ogni mercoledì fino al 18 novembre, prima di passare al nuovo cartellone. Ingresso con abbonamento, o con biglietto singolo a 5,00 €. “Ci fa particolarmente piacere riprendere il nostro Cineforum e il nostro rapporto con gli spettatori, nel segno della centralità della sala e della passione per la visione sul grande schermo”, sottolineano Fabrizio La Scala e Loredana Polizzi, della Multisala Apollo.

Si comincia mercoledì 9 settembre con il film “Red Joan” di Trevor Nunn, thriller britannico con il premio Oscar Judi Dench, spettacoli ore: 16.30 / 18.30 / 20.30.

Marco Olivieri
Giornalista professionista e dottore di ricerca
 contatto Skype marco.olivieri5

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https://twitter.com/MarcoOlivieri16
http://marcoolivierigiornalista.wordpress.com/

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Villafranca Tirrena, Me. Continua al Viola Palace Hotel  4 stelleToto' trattoria e pizzeria napoletana by Roger , la mostra dell' opera "L' Angelo" di Delia Meduri che prende spunto dal titolo della mostra collettiva Mediterraneo &dintorni per offrirci la visione  di un delicato angelo realizzato a penna, un' opera che mostra notevole padronanza tecnica dell' artista calabrese che esprime la voglia di un ipotetico ricongiungimento (della nostra attuale societa' sofferta) al divino in un delicato afflato mistico che affascina e conquista il lettore dell' opera.

La mostra continua sino al giorno 28 ottobre .Accludiamo il ricco C.V. della pittrice ,  valore aggiunto alla sua produzione pittorica.

Si è tenuta domenica 30 agosto la presentazione del più recente libro del prof. Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana (in pensione) presso l’Università degli Studi di Messina. L’evento, diretto e organizzato dalla Proloco Capopeloro, si è svolto nell’ampio salone della “Fondazione Horcynus Orca” di Capo Peloro, colmo di partecipanti nel pieno rispetto delle disposizioni e dei protocolli anti-Covid.

Mai locazione è stata, invero, più opportuna, ove si consideri che Giuseppe Rando è nato proprio a Torre Faro e che lo Stretto di Messina insieme alla sua città costituiscono uno dei poli sentimentali e culturali del suo libro.

Il testo presentato s’intitola “Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici” ed è composto da quattro sezioni (“Messina e oltre”, “Per l’Università”, “Per una didattica formativa”, “Letteratura e Vita”).

L’evento ha avuto inizio con la proiezione del toccante documentario “Messina, un secolo di Storia” per gentile concessione di Egidio Bernava.

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La prof.ssa Michela D’Angelo, ordinario di Storia Moderna presso l’Università di Messina, relatrice ufficiale dell’evento, ha osservato acutamente come, collegando mirabilmente le varie sezioni, un limpido filo rosso attraversi il libro, quello dell’amore di Giuseppe Rando per la sua città, per l’Università e per la sua professione di professore e di critico letterario. Il professore, infatti– ha aggiunto la D’Angelo – parte da Messina («di cui recupera gl’incanti del passato anche recente, e depreca l’attuale decadenza, ma per opporvisi decisamente, senza arrendersi al peggio»), e illustra, nella seconda sezione, i meriti oggettivi conseguiti dalla grande Università dei “maestri”, senza chiudere gli occhi di fronte alle vergogne dell’Università dei “baroni” e – peggio – dei “baronelli” di oggi.

La D’Angelo ha quindi elogiato l’istinto pedagogico orizzontale, democratico di Giuseppe Rando che, nella terza sezione del libro, offre agli studenti e ai professori, in forma chiara, leggibile, le acquisizioni più recenti della didattica delle materie letterarie nella Scuola e nell’Università, per scongiurare le trappole di una didattica usurata, incapace di trasmettere agli studenti «saperi e valori», indispensabili in una scuola che voglia essere davvero formativa.

La relatrice ha infine dichiarato di ammirare i saggi critici della quarta sezione del libro, che fanno amare, anche ai «quasi profani», gli autori e i testi trattati: li attraversa, secondo la studiosa, lo stesso «intento pedagogico e innovativo che si può considerare lo stemma di Giuseppe Rando».

Non sono mancati interventi illumimanti del professore stesso che hanno entusiasmato i presenti.

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È seguita la proiezione, perfettamente sintonica, di un limpido cortometraggio di Gianmarco Orlando, giovane regista messinese, sul grande tema della identità (messinese, nella fattispecie) che rischia di essere smarrita da chi è costretto a lasciare la città per lavoro.

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Chi scrive ha avuto l’onore e il piacere di presentare l’evento e di dirigere i lavori, collegando i vari interventi.

Il Prof. Giuseppe Rando continua indubbiamente ad onorare l’Università e la città con i suoi studi innovativi, con il suo entusiasmo pedagogico e con la sua assoluta estraneità ai vuoti rituali accademici.

Si ringrazia la Fondazione Horcynus Orca, il suo Responsabile Giacomo Farina e tutti i ragazzi della Proloco Capopeloro per il lavoro svolto nell’organizzazione dell’evento.

Nello Cutugno

(Presidente Proloco Capopeloro)

 - di Marcello Crinò -

Domenica 6 settembre 2020 nei Giardini dell’Oasi di Piazza San Sebastiano la Pro Loco Manganaro, presieduta da Flaviana Gullì, ha promosso un interessante evento culturale, presentando il libro “La bambina e il Nazista” di Franco Forte e Scilla Bonfiglioli, pubblicato da Mondadori. Presente uno dei due autori, Franco Forte, che oltre ad essere scrittore e giornalista, è anche “Editor” della collana di fantascienza Urania, dei Gialli Mondadori, e di tante altre collane.

Ad introdurre la serata è stata la giornalista Cristina Saja, che ha delineato il profilo biografico dell’autore, per passare la parola al medico scrittore barcellonese Nino Genovese, il quale, nel ricordare i fermenti culturali in corso nella città, ha sottolineato come Franco Forte sia un personaggio che ha fatto la storia del giallo e della fantascienza in Italia. Ha evidenziato come “La bambina e il Nazista” sia un romanzo potente, che resta dentro, un “noir” al contrario. E’ una storia triste, ambientata nella Germania del 1943, con la figura centrale dell’ufficiale delle SS Hans Heigel che non condivide l’aggressività del suo Paese. Non vuole chiudere gli occhi di fronte a ciò che vede, soprattutto quando tra i prigionieri destinati alle camere a gas incontra Leah, una bambina ebrea che somiglia come una goccia d'acqua alla sua figlia Hanne, morta di tubercolosi. Giorno dopo giorno, Hans si ritrova a escogitare sempre nuovi stratagemmi pur di strappare una prigioniera a un destino già segnato, ingannando i suoi commilitoni, prendendo decisioni terribili, destinate a perseguitarlo per sempre, rischiando la sua stessa vita.

 

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Genovese ha dialogato con Forte per capire la genesi del romanzo e se racconta una storia reale. La risposta di Forte è stata “ni”, nel senso che non si hanno notizie storiche sulla vicenda, ma quanto è stato raccontato si basa su poche cose vere, cioè la vicenda di un ufficiale nazista che ha rischiato la vita per salvare una bambina ebrea. C’è voluto un anno intero di studio assieme a Scilla Bonfiglioli per mettere assieme tutto il materiale per la stesura del testo. Ha rivelato inoltre un dato poco conosciuto, cioè il suicidio di diciassettemila ufficiali nazisti.

Forte si è infine soffermato sull’altro libro pubblicato di recente, “Romolo il primo re”, scritto con Guido Anselmi, il primo di un progetto editoriale unico che vedrà, negli Oscar Mondadori, altri sei libri sui re di Roma.

7 settembre 2020

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