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- La redazione -

Il TaorminaFilmFest si rinnova. Nella veste, nella forma e nella destinazione. In un contesto globale eccezionale e imprevedibile, così incerto e delicato, l’evento – prodotto e organizzato da Videobank S.p.A. su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia, sotto il patrocinio dell’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo – ha deciso di non arrendersi e di rimanere al fianco del pubblico in un’estate quanto mai difficile per l’esperienza della sala e la filiera festivaliera. Con la ferma volontà di osservare le precauzioni previste dai protocolli, anteponendo l’incolumità di pubblico e ospiti, il festival debutterà in un’inedita edizione online, in streaming e on demand su MyMovies, dall’11 al 18 luglio prossimo.

Alla luce delle restrizioni imposte e dei recenti sviluppi internazionali, con senso di responsabilità e solidarietà nei confronti delle distribuzioni, l’iniziativa presenterà una selezione di oltre 40 anteprime, tra opere prime e seconde, produzioni indipendenti e documentari. Infatti, se la principale categoria competitiva sarà fruibile unicamente in sala presso il Palazzo dei Congressi di Taormina, la piattaforma offrirà un palinsesto alternativo realizzato in post-produzione, ricco di documenti video, immagini di archivio, suggestive riprese emozionali e interventi di ospiti, a parziale narrazione di un festival interamente virtuale. Le magnifiche immagini presentate nelle cartoline video della Sicilia e di Taormina, con il suo prestigioso festival cinematografico, saranno indiscusse protagoniste di un’innovativa operazione di promozione turistica e culturale che trasforma, adatta e ripensa – almeno in parte – l’audiovisivo e l’esperienza festivaliera alla grammatica e alle dinamiche della fruizione in streaming della sessantaseiesima edizione dell’evento.

Per la prima volta in una veste del tutto nuova, nonostante le attuali circostanze, la maggior parte delle tradizionali Sezioni e tanti altri imperdibili contenuti si sposteranno quindi online, continuando ad offrire nelle sale virtuali la possibilità di approfondimento e di incontro al numeroso pubblico, che valuterà attivamente i titoli selezionati – presentati dagli autori e dagli interpreti – e attribuirà alcuni speciali premi del pubblico. Tutti i dettagli del nuovo palinsesto del TaorminaFilmFest e le relative modalità di partecipazione saranno prossimamente svelate.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Giuseppe Carta è un iperrealista straordinario che riesce a cogliere più di una fotografia, nei suoi soggetti rappresentati, luci ed ombre, persino di un peperoncino che restituisce ai nostri occhi, quasi facendolo rivivere, come un Geppetto con un Pinocchio, con il suo pezzo di legno, allo stesso modo Giuseppe Carta dà un’anima ed un’esistenza elegante e dignitosa,  alle sue nature morte; pertanto, Carta compie questa operazione con la Natura Morta: essa torna a rivivere, attraverso la sapiente tecnica che supporta la produzione dell’artista; ed ecco che il peperoncino rosso diventa, ad esempio, protagonista assoluto della scena scultorea ma con eleganza e ironia, con perfezione tecnica che farebbe invidia anche ai falsari dei secoli precedenti, grandi maestri.

Carta certamente, passa dai suoi steps di Accademia, ma se ne allontana con disinvoltura, con una sua personale impronta che lo rende in un certo modo originale ed unico, nel genere iperrealista che conquista il collezionista.

Le opere presenti nella Galleria virtuale del giornale web www.messinaweb.eu sono le seguenti: Infinito peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 15x6x30h; Red Caroline, peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 8x8x46h.; Red Caroline peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 38x16x35h.

Nella Galleria Virtuale, la biografia sintetica. L’artista ha al suo attivo centinaia di mostre, in Italia ed all’estero, che non abbiamo pensato di citare, considerata la notorietà dell’artista, già ben visibile sul web.

 Giuseppe Carta Red Caroline Peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 8x8x46h allrightsreserved

Red Caroline Peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 8x8x46h allrightsreserved

Giuseppe Carta Red Caroline Peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 38x16x35h allrightsreserved

Red Caroline Peperoncino rosso in resina e bronzo policromo cm 38x16x35h allrightsreserved

E' un pittore e uno scultore italiano riconosciuto a livello internazionale. 

Nasce nel 1950 in Sardegna a Banari, un piccolo e caratteristico paese della provincia di Sassari.

Dipinge con commovente realismo e attenzione lenticolare, quasi maniacale, la Natura che lo circonda, i frutti della terra affollano le sue opere e traboccano di vita: melagrane, peperoncini, grappoli d’uva e tanti altri frutti che animano l’esistenza precaria e fragile di un vivere quotidiano.

Con medesima cura Carta crea, con l’antica tecnica della fusione a cera persa, la scultura a Pietrasanta, luogo emblematico della scultura a livello mondiale.

Nella scultura Carta si spinge oltre la materia che la compone, la indaga, la plasma e la forgia fino a generare, con un sapiente uso del colore, visioni scenografiche di vivace contemporaneità. Le ama chiamare Germinazioni perché le sue sculture sono come la Natura fonte di vita e di speranza.

 
www.giuseppecarta.net
Facebook Giuseppe Carta @giuseppecartaartist

Instagram Giuseppe Carta @the_art_of_giuseppe_carta

- di Rosario Fodale -

Il 12 giugno si festeggia S. Maria di Montalto. Il Santuario, sorge sul colle della Caperrina , in posizione panoramica con vista che spazia sulla città di Messina.

Secondo quanto racconta il Samperi,un fraticello di nome Nicola, che viveva in un piccolo romitorio alle falde del colle, sollecitato da una visione della Vergine Santa, aveva convocato sull'altura i capi della città e il popolo, e lì, a mezzogiorno, una bianca colomba scese dall'alto e, volteggiando a fil di terra, segnò il perimetro della chiesa che, secondo le rivelazioni a Fra Nicola, la Madonna voleva eretta sul colle.

Nel Giugno del 1295 la chiesa era terminata e aperta al culto, una chiesetta di appena m. 8 x 14, con l'abside volta a oriente secondo l'antica usanza, destinata a diventare il più celebre Santuario di Messina, vero Palladio della città.

Essa nasceva in un contesto storico molto movimentato, legato alle vicende del « Vespro Siciliano ».

Il 28 Aprile 1282, circa un mese dopo l'insurrezione di Palermo, anche Messina si ribellò ai Francesi, dando inizio a un periodo di epiche lotte che si trascinarono per un ventennio, fino al 31 Agosto 1302, data in cui fu segnata la pace di Caltabellotta.

Durante le alterne vicende di questo ventennio i Messinesi, oltre che nella forza delle loro armi, avevano posto la fiducia nella protezione della Vergine Maria, a cui rivolgevano continue preghiere. E la Madonna rispose all'attesa dei suoi devoti, proteggendo la città anche con segni visibili. Tra questi gli storici ne ricordano particolarmente due:

Il primo fu l'apparizione di una Bianca Signora sugli spalti della città, che rincuorava i combattimenti messinesi e incuteva spavento nei loro nemici.

Il secondo segno è legato agli ultimi mesi di guerra. La città era ancora cinta di assedio e prossima a cadere per fame; alcune galee, provenienti dal Sud, insperatamente forzarono il blocco ed entrarono nel porto per approvigionare la città, senza che i Francesi potessero impedirlo. Il fatto straordinario fu attribuito in modo particolare alla interecessione del Santo monaco carmelitano Alberto, che allora viveva a Messina, e tuttora è ricordato dal Vascelluzzo che ogni anno viene portato in processione nel giorno del Corpus Domini.

La chiesa fu intitolata S. Maria dell'Alto, e divenne poi S. Maria di Montalto.

Alcuni anni dopo, secondo la tradizione, l'8 settembre 1300, la chiesa fu dotata di un quadro della Madonna che sarebbe stato portato a Messina da una nave dall'oriente, non senza un palese intervento miracoloso. Questo quadro fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1908; restaurato negli anni '80 e posto sull'altare maggiore del Santuario.

Nella battaglia di Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, in quello stesso giorno e in quella stessa ora, il popolo messinese pregava nel Santuario di Montalto per la vittoria della flotta cristiana. A perpetuo ricordo il senato fece scolpire, probabilmente da uno dei Calamech, una statua marmorea della Madonna della Vittoria, che fu posta su di una torre accanto alla chiesa, e ora si trova sulla facciata del nuovo Santuario fra le due torri campanarie. Con lo stendardo che regge, la statua ci ricorda vagamente la Dama Bianca che durante la guerra del Vespro si aggirava sulle mura della città a protezione dei messinesi. E' forse da allora che ogni anno, il 12 giugno, in occasione della festa della Colomba, a mezzogiorno viene issato il labaro della Città di Messina nelle mani della Madonna, mentre si liberano uno stormo di colombi. Sin al 1860 l'alzabandiera era salutato dal rombo dei cannoni.

Un'altra tradizione è legata al triste ricordo della pestilenza che imperversò nella città il 1743. Allora il Senato Messinese invocò la Vergine perchè liberasse la città dall'epidemia e fece voto di offrire ogni anno un cero. La festa della Colomba vedeva questa offerta da parte dell'Amministrazione Comunale di Messina ormai cambiata negli ultimi due anni.

Fin dalla fondazione il Santuario fu affidato alle cure di Suore Cistercensi che avevano il loro monastero presso la Fiumara S. Michele, approssimativamente là dove ora sorge la Chiesa del villaggio Ritiro, e già convento dei Padri Carmelitani. Di questo monastero era badessa Suor Giovanna, al cui nome sono molto legate le prime vicende del Santuario. Le Cistercensi sentirono presto il bisogno di costruirsi il monastero accanto allo stesso Santuario, e, vincendo difficoltà di vario genere, tra cui l'originario impegno di non trasferirsi accanto ad esso, acquistarono nuovo terreno e costruirono un convento che conobbe periodi di grande floridezza. Le leggi eversive fecero sloggiare le suore nel 1866 e il terremoto del 1908 lo ridusse a un cumulo di macerie, insieme con il Santuario.

Papa Giovanni Paolo II ebbe modo di visitare il Santuario l'11 Giugno 1988.

Il rito religioso stamane, alle ore 10.30, che vede alla funzione il rettore del Santuario Don Lorenzo Campagna.

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

Roma. Iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, la manifestazione è realizzata dall’Institut français Italia, co-organizzata con UniFrance. Il responsabile del progetto è Benoît Blanchard e la direzione artistica è affidata a Vanessa Tonnini.

BNL - Gruppo BNP Paribas, per il decimo anno consecutivo, è sponsor principale della rassegna. Il festival beneficia anche del sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea – di Brioni, dell’Hotel St Regis Rome, di Yves Rocher, di France 24 e Air France, vettore ufficiale. 

Speciale Rendez-Vous 2020 | ANTICIPAZIONI

I GRANDI AUTORI DEL CINEMA FRANCESE 

Ad aprire questa edizione speciale, il 1° luglio alle 21.30, nella cornice dell’Arena Nuovo Sacher, è l’anteprima nazionale di ROUBAIX, UNE LUMIÈRE | ROUBAIX, UNA LUCE, l’ultimo lungometraggio di un cineasta amatissimo in Italia: ARNAUD DESPLECHIN, cui il festival, appena due anni fa, ha dedicato un focus speciale. 

Il film, in Concorso a Cannes 2019, distribuito da No.Mad Entertainment, sarà nelle sale in autunno.

In un’edizione che vede grandi autori ed autori emergenti cimentarsi e ridar nuova linfa al cinema di genere, anche Arnaud Desplechin si insinua in questo solco, con un’opera noir attuale e potente che sorprende per il radicale cambio di registro e per la profondità dei risultati.

Considerato la quintessenza del cinema d’autore francese, il regista si cimenta, per la prima volta, con il reale e con un genere che non gli è familiare come il polar. A fare da sfondo e ispirazione alla storia, la sua città natale, ritratta nel malore di una profonda decadenza economica.

Partendo da un fatto di cronaca, ben raccontato da uno sconvolgente documentario di Mosco Boucault per France 3, Desplechin realizza un thriller sociale teso, febbrile e spirituale, animato dall’intensità teatrale dei suoi protagonisti: Léa Seydoux, Sara Forestier, Roschdy Zem, che per la sua intepretazione ha ottenuto i premi Lumière e César.

Convinto che la finzione guadagni a essere uno specchio di indagine di quell’enigma che è il reale, il cineasta crea un noir che trascende elegantemente le strutture di genere per scandagliare gli abissi dell'essere umano e la miseria del mondo di oggi. «Per la prima e unica volta nella mia vita – spiega il regista – ho solidarizzato con due criminali: ho voluto riconsiderare le parole crude delle vittime e delle colpevoli come la più pura delle poesie»

IL CINEMA È DONNA

Secondo i dati del CNC, il numero di film diretto da donne, in Francia, negli ultimi dieci anni è aumentato del 62%. A confermare questo trend in crescita, un altro dato importante : il 40% delle opere prime prodotte nel 2019 sono dirette da cineaste.

Per dar conto di questo cinema « al femminile plurale » composto di un caleidoscopio di voci eclettiche, lo speciale RDV ne offre una selezione variegata.

Tra gli esordi dirompenti della stagione, già rivelazione della 72° edizione del Festival di Cannes, il festival presenta, in anteprima italiana, PAPICHA | NON CONOSCI PAPICHA di Mounia Meddour, distribuito da Teodora Film, nelle sale in autunno.

Scoperto a Cannes nella sezione Un Certain Regard, insignito di un doppio César per la regista e l’interprete principale, la giovanissima Lyna Khoudri (che sarà anche nell’attesissimo film di Wes Anderson, The French Dispatch), acclamato in Francia, con oltre 2 milioni di euro di incasso, il film è tuttora bandito in patria, per motivi mai chiariti dal governo algerino.

Inno alla emancipazione femminile, dramma dei contrasti, solare, teso, vitale e commovente insieme, racconta la vita della giovane e brillante Nedjma (soprannominata “Papicha”), una studentessa universitaria algerina che sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che fa precipitare il Paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un'indomita e drammatica battaglia per la libertà.

Arnaud Desplechin | bio

Nato a Roubaix nel 1960, Arnaud Desplechin reinventa il cinema francese negli anni Novanta con film quali La Vie des morts (1991), La Sentinelle (1992) e Comment je me suis disputé... (ma vie sexuelle) (1996). Desplechin entra negli anni Zero con altri lavori minimalisti, poetici e sprezzanti come Esther Kahn (2000, dal romanzo di Arthur Symons), Léo en jouant Dans la compagnie des hommes (2003, dalla pièce di Edward Bond), I re e la regina (2004) e il grande successo di critica e pubblico Racconto di Natale (2008). Nel 2013 dirige il suo primo film statunitense, Jimmy P., interpretato da Benicio Del Toro e dal suo attore feticcio Mathieu Amalric. Torna in Francia per realizzare I miei giorni più belli (2015) e I fantasmi di Ismaël, film d'apertura di Cannes 2017.

Mounia Meddour | Bio

Nata e cresciuta in Algeria, all’età di 18 anni si trasferisce in Francia con la famiglia a causa delle minacce di morte ricevute dal padre, il regista Azzedine Meddour, durante la guerra civile. Dopo la laurea in giornalismo, studia regia al Centre Européen de Formation à la Production de Films (CEFPF) e alla prestigiosa Fémis di Parigi. Lavora inizialmente come documentarista, firmando tra gli altri Cinéma algérien, un nouveau souffle, e nel 2011 gira il suo primo cortometraggio di finzione, Edwige, che vince l’UniFrance Short Film Award e viene presentato con successo in numerosi festival internazionali. Non conosci Papicha è il suo esordio nel lungometraggio ed è stato accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard.

Le proiezioni sono in versione originale con sottotitoli in italiano.

I biglietti si potranno acquistare su www.sacherfilm.eu

rendezvouscinemafrancese.it

institutfrancais.it

it.ambafrance.org

sacherfilm.eu

UFFICIALE ADDETTO ALLA PUBBLICA INFORMAZIONE

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COMUNICATO STAMPA

Il 4° Reggimento Genio distrugge l’ordigno

Palermo 11/10/2019. L’Esercito è intervenuto nel comune di Naso, in provincia di Messina, con le squadre EOD (Explosive Ordnance Disposal) del 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo per disinnescare un ordigno bellico rinvenuto in un ciliegeto.

L’ordigno, un proietto d'artiglieria da 88 millimetri di fabbricazione inglese della Seconda Guerra Mondiale è stato rinvenuto nei pressi di una abitazione.

L’artifizio è stato rimosso secondo le previste procedure di sicurezza dagli artificieri del 4° reggimento genio della Brigata “Aosta”, infatti sono stati fatti allontanare gli abitanti della casa e chiuso momentaneamente il traffico veicolare della vicina strada.

Il residuato bellico è stato quindi trasportato e fatto brillare presso la cava Bruno, nel comune di Torrenova (ME).

foto 2 trasporto dell ordigno in luogo idoneo per la distruzione

Dall’inizio del 2020 i guastatori del 4° reggimento comandato dal Colonnello Antonio Sottile, alle dipendenze della Brigata meccanizzata “Aosta” di Messina, hanno già effettuato 41 interventi di bonifica in tutto il territorio della Regione siciliana, distruggendo un totale di 1.477 ordigni bellici.

Il personale specializzato dell'Esercito Italiano è il solo abilitato ad intervenire in Italia sui residuati bellici; infatti è necessario possedere un addestramento e una formazione specifica per poter operare con la massima sicurezza data la numerosa varietà e pericolosità di tali ordigni che vengono sempre rinvenuti in un pessimo stato di conservazione.

Lida Gagliardi Verso il tramonto cm 40x40 olio a spatolaVerso il tramonto cm 40x40 olio a spatola

Lida Gagliardi Tramonti dal terrazzo cm40x40 olio a spazzola

Tramonti dal terrazzo cm40x40 olio a spazzola

 

 

L’artista Gagliardi è una pittrice autodidatta che “spera di finire i suoi giorni dipingendo”; il colore e la pittura segnano il percorso della sua esistenza e rappresentano le cose più importanti della sua vita. E’ vero che sia autodidatta ma, durante la sua giovinezza ha adottato e sperimentato le tecniche più disparate: l’acquerello, l’acrilico a spatola, pur sempre rappresentando i paesaggi e dipingendo ciò che la emoziona.

Nel portfolio, la pittrice annovera numerose Mostre Personali e Collettive; ne ricordiamo solo alcune, tra le più importanti, da l 1991 ai nostri giorni:

Mostra Personale di Portofino, 1991,

Collettiva al New World Art Center di New York;

l’Art Expo New York, 2000,

la Mostra al Parlamento Europeo di Bruxelles,

La Collettiva al Museo d’Arte Moderna di Barcellona di Spagna ed infine, ultima ma non ultima, ricordiamo la Mostra alla Galleria Abijan della Costa d’Avorio.  

 -di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina, Me. Certamente, quando una pittrice si presenta ai nostri occhi, con opere dal tiolo “ Bosco dorato” “Verso il tramonto” o “Tramonti dal terrazzo”, ci accorgiamo che siamo di fronte ad un’artista che desidera emozionare, attraverso le sue tele, cogliendo sensazioni, emozioni, atmosfere e non certo rappresentando,semplicisticamente, un paesaggio, ma carpendone le azioni legate alla quotidianità ma anche magìe e sogni ad occhi aperti di chi ancora vive il suo Fanciullino pascoliano, con viva memoria. La tecnica a spatola supporta il messaggio che intende veicolare la pittrice autodidatta che ha al suo attivo lo studio della tecnica materica e dell’acquerello, della tecnica dell’acrilico a spatola… Numerose mostre personali sono state allestite per l’artista

( ricordiamo quella al Centro Congressi di Portofino) sin dal lontano 1991. Numerose Personali e Collettive, in Italia ed all’estero, dal 1991 ad oggi. Ricordiamo l’Art Expo New York nel 2000, la Collettiva presso il New World Art Center, la Mostra al Parlamento Europeo di Bruxelles, quella al Museo d’Arte Moderna di Barcellona di Spagna e presso la Galleria Abijan in Costa D’Avorio e tante altre ancora. Nella Galleria Virtuale il nostro giornale on line www.messinaweb.eu, ospita le seguenti opere, citate: “ Bosco dorato” cm 40x40 olio a spatola; “ Verso il tramonto” cm 40x40 olio a spatola; “Tramonti dal terrazzo” cm 40x40 olio a spatola.

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