- di Marcello Crinò -
Sulla via Garibaldi, accanto al Municipio, sorge la piccola chiesa a navata unica dedicata ai Santi Cosma e Damiano, da tempo ormai aperta al culto solo il giorno della festa dei due Santi.
La datazione del XIV secolo, proposta da qualche studioso, è dovuta a un brano di Mario Scaduto (Il Monachesimo basiliano nella Sicilia medievale – Rinascita e decadenza – Sec. XI-XIV, Roma, 1947), laddove si fa riferimento ad una chiesa dei Santi Anargiri (Cosimo e Damiano erano due medici che non percepivano soldi per l’esercizio della professione) esistente anticamente “in plano Milatii”, che l’Archimandrita del SS. Salvatore di Messina concesse in affitto al nobile Arnaldo da Villardita (si tratta di Arnaldo da Villanova, noto alchimista) il 16 ottobre 1310.
Ma non è certo che fosse questa la chiesa in oggetto, e mancano notizie storiche relative a una data certa di fondazione, anche se si ipotizza il XVII secolo (scheda n. 133 del Patrimonio architettonico urbano del Piano Regolatore Generale). Sappiamo che era legata al convento di suore Clarisse fondato alla fine del Settecento, grazie ad un lascito di Giovanni Spagnolo, mai adibito a convento, e il cui edificio, documentato da una rarissima foto, negli anni Trenta del XX secolo è stato ricostruito, costituendo l’ampliamento del Palazzo Comunale.
Il prospetto, definito da due pilastri angolari, è coronato da una cornice settecentesca. La porta d’ingresso e la finestra sovrastante sono definite da stipiti e architravi in pietra privi di decorazione. Uno dei pilastri angolari di facciata culmina con una guglia tronco piramidale, l’altro è occupato dal piccolo campanile, anticamente sormontato da una copertura piramidale. Il tetto a falde è stato invece sostituito da un tetto piano. L’interno presenta ancora la cantoria originale in legno.
Nella chiesa vi era un quadro, ritenuto opera di Antonino Vescosi (vissuto a cavallo dei secc. XVIII-XIX), raffigurante Lo sposalizio mistico di Santa Rosa da Lima, con la presenza anche dei Santi Cosma e Damiano, oggi collocato nell’abside della Basilica di San Sebastiano (Cfr.: Trapani, Italiano, Crinò, Scilipoti, La Basilica di San Sebastiano in Barcellona Pozzo di Gotto, Giambra Editori, Terme Vigliatore (Me), 2016, pagg. 72-73).
8 maggio 2020