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Messina, 26 novembre 2018. Alberto Ciarri, un arzillo ottantenne pisano, ha finalmente realizzato uno dei suoi più grandi desideri, visitare la Caserma "Crisafulli Zuccarello" di Messina, sede del 5° reggimento fanteria "Aosta", il reparto dove ha prestato servizio nel lontano 1962. Deciso e intraprendente, ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al comandante “ … spero possa comprendere il mio desiderio di rivedere il luogo in cui, per la prima volta, ho trascorso un anno e mezzo lontano da casa, un periodo di cui conservo i più bei ricordi …”.

1. Soldato Alberto Ciarri impiegato in una esercitazione nellanno 1962

La richiesta è stata accolta con entusiasmo dal colonnello Filippo Di Stefano, il quale ha ricevuto il baldo fuciliere toscano che, accompagnato dalla moglie Carmela, ha trascorso un’intensa giornata a contatto con i nuovi volontari professionisti dell’Esercito Italiano. Visibilmente commosso, ha dapprima salutato in rispettoso silenzio la Bandiera di Guerra, il più alto simbolo della storia e delle tradizioni del reggimento, nonchè viva memoria dei caduti. Impressionato dall’attenzione dedicatagli, ha visitato il museo del reggimento, dove sono custoditi numerosi cimeli storici risalenti a tutti gli eventi bellici a cui ha preso parte l'unità. Nonno Alberto, portando con sè numerose fotografie rigorosamente in bianco e nero gelosamente custodite, ha incontrato i giovani che costituisco, presso il 5° fanteria, l'Esercito dei professionisti di oggi, con cui si è confrontato e ai quali ha raccontato storie di esercitazioni, di amicizie e di un tempo passato troppo velocemente per lui.

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Non sono mancati i ricordi di quel lungo periodo trascorso in Sicilia, del clima non sempre mite, perché proprio quell’anno Messina fu interessata da una importante nevicata che causò non poche difficoltà, dei superiori talvolta severi, del rancio non sempre appetibile, ma il ricordo più vivo era l’unione fraterna che si era instaurata fra commilitoni. La stessa fraternità d’intenti che nonno Alberto ha rivissuto oggi nella sua breve visita e che porta ogni soldato a soccorrere il proprio compagno, a proporsi al posto suo se lo vede in difficoltà, a camminare spalla a spalla per il raggiungimento anche degli obiettivi più difficili. Alberto ha potuto osservare i mezzi di nuova generazione e non ha resistito alla tentazione di salire a bordo del “Lince”, il veicolo tattico leggero multiruolo impiegato dai nostri militari soprattutto nelle missioni all’estero. Non sono mancati i momenti di approccio alle nuove tecnologie e metodologie, dall’impiego del sistema interattivo per il tiro che consente di esercitarsi con le armi in dotazione utilizzando immagini digitalizzate, al moderno metodo di combattimento a distanza ravvicinata praticato nell’apposita palestra.

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Tutti i militari che hanno potuto parlare e confrontarsi con nonno Alberto sono rimasti impressionati dall’entusiasmo e dall’emozione che ha trasmesso. Non sono mancate le raccomandazioni e le parole di incoraggiamento dell’anziano ai più giovani, affinchè continuino a perseverare nell’impegno e nella dedizione con cui affrontano le difficoltà, per essere sempre di esempio per tutti. Dal canto suo, ha assicurato la sua vicinanza e il suo instancabile pensiero. Ed ha pranzato con tutti loro, come una grande famiglia, perché è quello che siamo: fucilieri di ieri e di oggi, fratelli in armi, addestrati per operare con immutato senso di responsabilità, con rinnovato spirito di sacrificio, sempre vicini a chi ha bisogno, sostenuti dal ricordo di quanti con onore ci hanno preceduto. Dopo aver indossato nuovamente il basco del suo reggimento, con orgoglio e con gli occhi che lasciavano trasparire tutta la commozione, nonno Alberto ha salutato i suoi nuovi commilitoni ed è tornato a casa. Atterrato a Pisa, il primo pensiero, da buon soldato, è stato per il comandante: “Sono arrivato comandante, il viaggio è andato bene..”. Grazie nonno Alberto. Per te noi ci saremo sempre!

- Di Giuseppe Messina -

   Il 23 u. s. è stato presentato nell’auditorium “San Vito” a Barcellona Pozzo di Gotto il libro “Storia segreta della ‘Ndrangheta” alla presenza degli autori, il magistrato Nicola Grattieri ed il docente universitario Antonio Nicaso a cui il pubblico barcellonese ha riservato un’affettuosa accoglienza come a pochi prima.

   Una sala stracolma, così come in poche occasioni, ha tributato generosamente i suoi calorosi applausi ai due autori che si sono alternati nelle risposte alle domande poste loro dal dott. Sidoti.

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L’argomento trattato è apparso subito molto interessante proprio come il pubblico si aspettava, anche perché gli autori hanno alle spalle trenta anni di studi e ricerche in materia di criminalità organizzata.

   Il dott. Nicola Gratteri è uno dei magistrati italiani più esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta. Ha indagato sulla strage di Duisburg e sulle rotte internazionali del narcotraffico. Insieme al prof. Antonio Nicaso ha pubblicato, da mondadori, numerosi bestseller: Fratelli di sangue, La mala pianta, La giustizia è una cosa seria, La mafia fa schifo, Dire e non dire, Acqua santissima, Oro bianco, Padrini e padroni, Fiumi d’oro.

La squadra di Gratteri

   Il prof. Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, e uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta nel mondo. Insegna, fra l’altro, storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University. Ha scritto oltre trenta libri, tra cui alcuni bestseller internazionali. Da Bad Blood è stata tratta una serie televisiva di grande successo.

   “Storia segreta della ‘Ndramgheta” racconta il fenomeno criminale, dal 1860 al 2018, senza tralasciare richiami che narrano vicende precedenti a partire XV secolo compreso il mito dei tre cavalieri spagnoli, tre fratelli, Osso , Matrosso e Carcagnosso, membri di una mitica associazione cavalleresca denominata Cardugna, fondata a Toledo. Naturalmente una “tradizione inventata dalla ‘ndrangheta”.

   Un corposo volume, veramente interessante che tutti dovrebbero leggere, come ha scritto i dott. Gratteri nella dedica sulla mia copia, “per capire il presente”, arricchito di sedici pagine con le foto di scene del terremoto del 1908, luoghi di delitti come, quello di Duisburg in Germania dell’15 agosto 2007, anche foto di numerosi criminali come il brigante Giuseppe Musolino, tra cui il boss Francesco Filastò indagato per l’assassinio del detective italo americano Joe Petrosino a Palermo nel 1909, e poi i dranghetisti Michelangelo Campolo, Serafino Castagna detto il mostro di Presinaci, Antonio Macrì, il boss di Siderno asassinato il 20 gennaio del 1975, il boss Domenico Tripodo, Girolamo Piromalli boss di Gioia Tauro, Paolo De Stefano, boss di Archi, il boss Domenico Belfiore fotografato durante il processo per l’assassinio del procuratore capo di Torino Bruno Caccia e tanti altri.

   Per i presenti in sala, ascoltare i due autori è stato un momento molto interessante soprattutto per i tanti giovani presenti che hanno potuto ascoltare la spiegazione di come il cancro della criminalità organizzata sia capace d’infiltrarsi ovunque vi siano interessi economici e nella stessa politica, senza badare se i partiti al governo siano di destra di sinistra o di centro. A questo proposito il dott. Gratteri è stato chiaro nel fare comprendere come le organizzazioni criminali siano cambiate nel tempo e come siano arrivate al punto di essere loro ad imporre i candidati nelle liste elettorali da eleggere nei vari consessi governativi.

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   In conclusione, Il magistrato-scrittore si è rivolto proprio ai giovani, con parole semplici, convincenti per spiegare come sia importante la cultura per evitare di cadere nelle trappole della criminalità: ha detto che proprio per ignoranza tanti giovani si lasciano abbagliare dal mito criminale della ricchezza e cominciano con accettare incarichi di corrieri trasportatori di droga o valuta per qualche migliaio di euro che spenderanno con atteggiamenti da esibizionisti per dimostrare un’opulenza che in realtà è soltanto povertà d’animo e d’intelletto. Coloro che invece si arricchiscono sempre più sono i capi, quelli che comandano, ordinano ed hanno potere di vita e di morte sui sottoposti scomodi e su chiunque non esegua i loro ordini.

 - di Marcello Crinò -

“La verità nel disegno di Luigi Ghersi” è stato il tema affrontato nel convegno con relativa mostra di disegni incentrato sulla figura del poliedrico artista messinese. A promuovere l’evento è stata la Galleria Progetto Città diretta dall’architetto Andrea Cristelli, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Messina, la Fondazione Architetti nel Mediterraneo, l’Università della Terza Età di Barcellona e il patrocinio del Comune di Barcellona. Nella sala conferenze del Parco La Rosa l’architetto Cristelli nell’introdurre i lavori ha voluto ricordare l’architetto Umberto Giorgio, presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo, scomparso il giorno precedente, la cui camera ardente è aperta in quel momento nella sede dell’Ordine degli Architetti di Messina. Un architetto, ha ricordato Cristelli, vicino ai giovani che come lui organizzano eventi.

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I saluti dell’Ordine degli Architetti li ha portati il consigliere Fabrizio Ciappina, sottolineando la portata nazionale della figura di Ghersi. La professoressa Tanina Caliri, rettore dell’Università della Terza Età si è detta orgogliosa del sodalizio instauratosi tra la sua Università de la galleria Progetto Città, ricordando una mostra di Ghersi alcuni anni fa a Castroreale, in una chiesa sconsacrata.

E’ stata la volta della spagnola Sara Fraga Peréz, in città per uno stage formativo, che oltre ad aver curato la mostra assieme a Cristelli, ha proposto un’interessante relazione intitolata “Cercando la verità di Ghersi nell’immaginario spagnolo”, mettendo a confronto opere di Ghersi con opere di autori spagnoli come Velasquez, Picasso, e Francis Bacon (di origine irlandese ma morto in Spagna).

La dottoressa Barbara Fazzari, restauratrice ed esperta delle opere di Ghersi, ha proposto un’interessantissima relazione dove ha illustrato parecchie opere dell’artista, soprattutto pitture murali in luoghi pubblici, sculture e bassorilievi, illustrandone la loro genesi, dal bozzetto preparatorio fino alla stesura finale con continue modifiche in corso d’opera. Ha evidenziato il ruolo del disegno preparatorio, che ha permesso a Ghersi di dipingere direttamente le opere murali senza l’aiuto dei “cartoni”. Un artista che, come gli artisti del passato, si prepara i colori da se, partendo dalle “terre” che scioglie con le colle viniliche o con l’olio di lino. Un artista straordinario, a nostro avviso, che ricorda proprio i grandi del Rinascimento (i disegni preparatori di Leonardo o Michelangelo), o i grandi contemporanei (notiamo analogie con Savinio, Guttuso…), un artista, ha ricordato la Fazzari, dall’opera tormentata e frastagliata. Ha mostrato infine, dopo tante opere su carta, bassorilievi e sculture, il dipinto “Il processo: omaggio a Boris Giuliano ucciso dalla Mafia il 21 luglio 1979”, scelto da Sgarbi per la Biennale di Venezia nel 2011.

Lina “Linuccia” Fazzari, moglie e musa ispiratrice dell’artista, ne ha ripercorso la biografia. Nato a Messina nel 1932, ha frequentato l’Istituto d’arte di Firenze e si è laureato in Giurisprudenza a Messina. All’inizio della sua attività si è diviso tra giornalismo e arte, fino a quando ha abbandonato la prima attività per dedicarsi a tempo pieno solo all’arte. Si è soffermata sulle tantissime mostre, sul rapporto con gli artisti classici, sul recupero del “mestiere” e sulla cura dei particolari. Un artista che cammina dentro la storia, riparte dalla città vista con la “polis” greca piena di statue e affreschi per metterne in evidenza la bellezza, il sogno rinascimentale della città ideale.

L’assessore alla cultura Ilenia Torre, nel porgere il saluto dell’Amministrazione Comunale, ha ringraziato gli organizzatori per aver messo al centro dell’attenzione questa importante figura di artista.

Infine è intervenuto Luigi Ghersi, che dopo i ringraziamenti ha lanciato un appello per riportare alla luce le sue opere di scultura messinesi che attualmente risultano nascoste alla vista del pubblico, depositate in luoghi misteriosi. A Ghersi è stata consegnata una targa, dove si legge: “In segno di gratitudine, per la sua missione culturale, vissuta con grande onestà intellettuale ed integrità morale, per aver indagato attraverso il simbolo le debolezze ed i valori dell’essere umano, per aver condiviso con la città di Barcellona Pozzo di Gotto, luogo della Cultura contemporanea regionale, la sua verità artistica attraverso l’intimità dei suoi disegni in Galleria Progetto Città”.

L’ultimo atto della manifestazione in onore del maestro messinese è stata l’inaugurazione della mostra dei suoi disegni nella sede della Galleria Progetto Città, al piano terra dell’ex stazione ferroviaria. Sono stati esposti una serie di disegni preparatori e schizzi a matita e a sanguigna, assieme ad un cavallo ad olio su tela. Un evento di grande spessore che ha catalizzato l’attenzione del pubblico, costituito in gran parte da architetti e cultori d’arte, mantenendo alto il ruolo di Barcellona come città dell’arte contemporanea, ma che non riesce a tutelare bene il suo passato.

 

                   Lunedì 26 novembre alle ore 17,00, di concerto con gli assessori comunali Scattareggia e Trimarchi, si riunirà presso il comune di Messina la giuria della 33^ edizione del   premio internazionale “Colapesce ” per decidere i premiati del 2018.

               Il Premio è organizzato dal “Centro Studi Tradizioni Popolari Canterini Peloritani” in collaborazione dell’Amministrazione Comunale del Comune di Messina e la collaborazione dalla Tourist Ferry Boat, della Clinica Villa Salus, dell’Università di Messina, della Confcommercio.

               La cerimonia di consegna del Premio si effettuerà al Palazzo Della Cultura “Antonello Da Messina” il 12 Dicembre 2018 Alle Ore 19.45

             Il Premio, organizzato dal Centro Studi Tradizioni Popolari Canterini Peloritani,   vuol essere un atto di gratitudine per quanti, nei vari settori della vita sociale, si impegnano nel sorreggere le ragioni della Cultura, dello Sport, della Ricerca Scientifica, dell’Industria, dell’economia, dello Spettacolo, del Giornalismo e della Solidarietà.

        La giuria, presidente d’onore il Sindaco di Messina è composta da illustri personaggi già insigniti del Colapesce e precisamente:

Prof. Gustavo Barresi docente Economia Aziendale, Dr.ssa Italia Moroni Cicciò Giornalista, Prof. Filippo Grasso in rappresentanza del magnifico Rettore dell’Università di Messina, Arch. Nino Principato Storico; Dr. Mario Sarica Etnomusicologo, Dr. Lillo Alessandro Direttore e padron del Premio.

  

                    CON VIVA PREGHIERA DI DIVULGAZIONE

 

  L’ORGANIZZAZIONE

 

FINO A QUANDO, DUNQUE…ABUSERAI DELLA NOSTRA PAZIENZA? ci consiglierebbe di rispondere Cicerone, se fosse interpellato riguardo agli attacchi che , da qualche giorno, il Liceo Seguenza sta subendo da parte dei due licei classici messinesi, Maurolico e La Farina.

Infatti, finchè a blaterare su argomenti a loro non ben chiari, sono gli studenti del La Farina, in una lettera aperta, densa di imprecisioni, illazioni e deduzioni destituite d’ogni fondamento, TRANSEAT, passi pure; si tratta di esternazioni di giovani poco informati dei fatti, o, potremmo pensare, artatamente strumentalizzati da adulti arroccati sull’interesse a mantenere lo status quo di privilegi di cui, ormai da troppi anni, godono a Messina solo i due Licei classici.

Ma che tali esternazioni siano espressione della Dirigenza di uno dei due Licei, sconcerta, oltre che per l’inconsistenza dei contenuti, anche per l’espressione linguistica, offensiva e, a tratti, volgare. Infatti, quale persona di stile si lascerebbe andare ad insulti, indirizzati a studenti, operatori scolastici e genitori, definiti “ gonzi ” da raggirare? Quale educatore definirebbe “ una balla colossale” la dichiarazione , rilasciata dall’Assessore Lagalla, allorchè, il 22 ottobre u.s. all’incontro con una delegazione del liceo Seguenza, manifestò l’intenzione di istituire dei Poli Liceali, Tecnici e Professionali, sul modello di quelli delle scuole del Nord?

Per entrare nel merito dei, cosiddetti, 10 motivi, elencati dal La Farina per giustificare il proprio no al paventato accorpamento con il liceo Maurolico, si confutano tutti gli addebiti al liceo Seguenza, più o meno velatamente attribuiti come “colpe”.

  1. In primo luogo, in quale parte della Legge regionale siciliana n.6/2000 si leggerebbe che è previsto anche il dimensionamento delle scuole sovradimensionate, oltre quelle sottodimensionate?

Al contrario, all’art. 2 comma 3 è testualmente normato che, per mantenere la personalità giuridica e l’autonomia, le scuole devono avere una popolazione scolastica di almeno 600 studenti (numero indicato in disposizioni successive).

  1. Se ne deduce che i due Licei, da tempo al di sotto di tali numeri, avrebbero dovuto perdere l’autonomia già da alcuni anni, se non fossero intervenute in soccorso disposizioni “ ad personam” che, in barba al brocardo “ dura lex, sed lex”, ha piegato la legge 6/2000 alle esigenze dei due Licei, apprestando loro il soccorso dell’accorpamento del Basile, per il La Farina, e del Galilei di Spadafora, per il Maurolico.
  2. Sempre la Legge regionale 6/2000, art. 2 comma 5, afferma che l’indice massimo dei 900 alunni, può essere superato nelle aree ad alta densità demografica e per le scuole superiori che , sostanzialmente, come il Seguenza, l’Archimede, l’Antonello, ed altre scuole ben funzionanti, hanno la capacità di intercettare le istanze del territorio grazie ad una offerta formativa ampia, diversificata, innovativa, al passo dei tempi. Pertanto, avere alti numeri di iscritti non è da considerare come una colpa, ma, al contrario, come un merito.
  3. Il Liceo Seguenza, con la propria progettualità qualificata, con i propri corsi di Lingue ( Cinese, Russo, Spagnolo, Tedesco, Francese, Inglese), con l’ESABAC che consente il conseguimento del doppio diploma francese ed italiano, con gli stage esteri, con i progetti Erasmus, con il progetto nazionale di sperimentazione Biomedico, con la curvatura STEM, ecc…, costituisce una realtà scolastica radicata nel territorio ed insostituibile, per gli studenti e le famiglie che lo scelgono.
  4. L’altro cavallo di battaglia impiegato dai due licei classici, per denigrare il liceo Seguenza, è quello relativo al presunto “danno economico” che la nostra scuola avrebbe arrecato a causa della mancanza di aule e che avrebbe costretto l’ex Provincia a sborsare parecchi soldi per i fitti passivi dei locali di Cristo Re.
  5. Il problema è da guardare da un punto di vista diametralmente opposto. E’ stato il liceo Maurolico che si è reso responsabile di tale dispendio di denaro pubblico, a causa del proprio reiterato rifiuto a consegnare al Liceo Seguenza le aule vuote disponibili presso lo stabile del classico, svuotatesi negli anni in conseguenza del decremento della popolazione scolastica di tale liceo.
  6. Se detto Liceo fosse stato sensibile alla questione “risparmio dei costi dei fitti passivi” sobbarcatisi dalla ex Provincia, avrebbe potuto e DOVUTO consegnare le aule al Seguenza, facendo così risparmiare parecchi soldi alla collettività
  7. Comunque, al riguardo, si vuol rassicurare i due licei circa il fatto che, finalmente dopo anni, è stata risolta la questione delle aule carenti al Seguenza, con il reperimento, da parte del sindaco della Città metropolitana, delle 20 aule esistenti presso l’immobile di via Don Orione, di proprietà dell’Ente stesso e quindi a costo zero.
  8. Per inciso, a fronte del grande senso di rispetto della res publica manifestata anche dal liceo La Farina, in merito alle famigerate 20 aule mancanti al Seguenza, ci preme ricordare come, anche il La Farina, in tempi più floridi, abbia usufruito delle aule di Cristo Re, pagate dalla ex Provincia, nonché della fruizione di UN MILIARDO di vecchie lire, investito per la sopraelevazione della palestra e per la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica a tre elevazioni per l’ampliamento degli spazi all’epoca necessari. Anche il Maurolico si è visto elargire gli spazi precedentemente occupati dall’Antonello, nonché di tre aule della scuola media Mazzini. A fronte di ciò, NESSUN INVESTIMENTO , per risolvere la carenza di aule, E’ STATO MAI FATTO PER IL SEGUENZA
  9. Ed ancora, non si comprende il motivo di tanta avversione alla creazione di un unico Polo liceale classico, costituito dalla fusione dei due licei messinesi che, in tal modo, potrebbero smettere di farsi concorrenza, con grave pregiudizio del raggiungimento della soglia minima di 600 studenti, utili per la “salvezza” dell’autonomia. Ne uscirebbe un unico Liceo classico, forte nei numeri, stabile nel tempo, ricco di un’offerta formativa che sarebbe la sintesi dei due attuali Licei.

Infine, fuor di polemica, si vorrebbero porre le seguenti domande:

  • Il problema della soprannumerarietà per il personale del Maurolico e del La Farina, in caso di accorpamento, vale solo per loro ? E per il Seguenza, in caso di scorporo del Linguistico, no?
  • Il problema della perdita dell’identità storica e sociale lamentata dagli studenti del Maurolico e del La Farina, vale solo per loro, e non anche per gli studenti del Seguenza?
  • Il “nobile senso di appartenenza” rivendicato dagli studenti del classico, è una loro esclusiva prerogativa? Gli studenti degli altri Licei e di altri istituti scolastici non possono avvalersi del medesimo sentimento di immedesimazione con la propria scuola?
  • Sono troppo “plebei” per nutrire così nobili ideali?

Dai quesiti sopra postulati, qualche malpensante potrebbe dedurre che gli studenti del liceo Seguenza siano figli di un dio minore, e come tali, possono tranquillamente essere oggetto di “deportazione” o, nella migliore delle ipotesi, di “transumanza” da una scuola all’altra, alla stregua di bestiame.

Direi che sia giunta l’ora di smetterla di alimentare ostilità, che spingono i nostri giovani allo scontro, anziché al dialogo costruttivo, al quale la scuola deve ambire nella formazione dei propri studenti.

Se, da una parte è condivisibile che ogni scuola possa contribuire alla vexata quaestio con una proposta, è tuttavia auspicabile che ciò avvenga con toni pacati, civili, rispettosi della dignità di ciascuno, essendo memori dell’importante e delicato esempio e ruolo che la scuola ricopre nella società.

Il Dirigente scolastico prof.ssa Lilia Leonardi e tutto l’organico Docente ed ATA del Liceo “ G. Seguenza”

- La redazione -

Si è tenuta a Messina lunedì 12 novembre il primo consiglio direttivo Kiwanis della Divisione I Sicilia Valdemone dei due mari per l’anno sociale 2018/2019,presieduto dal Luogotenente Governatore Gaetano Mammana assistito dal segretario della divisione Melania Muscianisi; riunione nella quale tutti i Club (KC Capo D’Orlando , KC Messina, KC Messina Nuovo Ionio, KC Messina Zancle, KC Milazzo, KC Milazzo Città del Capo, KC Peloro Messina,KC RomettaAntonellodaMessina,KCSantoStefano di Camastra) collaborati dal Past LtgGiuseppe Lazzaro, Ltg Eletto Alfredo Buttafarro e PastPres. della Federazione Europea Gianfilippo Muscianisihanno definito le attività da svolgere nel prossimo trimestre. Diversi i punti all’ordine del giorno trattati per l’ottenimento di una sempre efficiente ed attiva presenzadei Club presenti sul territorio. All’unanimità si delibera di portare avanti il progetto divisionale “Dopo di noi” iniziativa sociale a valenza continuativa per la creazione di un laboratorio-casa famiglia per persone Speciali sul territorio messinese. Esigenza atta a colmare l’insufficiente assistenza sociale pubblica e privata per un ampio bacino di utenza, che siano essi down, autistici, ecc., purtroppo, sempre più in aumento. Si nomina quale referente del progetto il Presidente del KC Rometta Antonello da Messina Orazio Nicosia, collaborato per specifiche competenze professionali dal Presidente del KC Capo D’Orlando Giuseppe Sapone, al fine di redigere un progetto dettagliato accompagnato da un piano economico di sostenibilità, che con l’apporto professionale di tutti soci Kiwaniani, tenderà fattivamente ad esprimere il principio fondamentale della missione kiwaniana “Serving the children of the world”. Viene posta ulteriore attenzione sull’educazione sanitaria e civica presso le scuole, al fine di sensibilizzare i ragazzi sui temi della donazione degli organi, droga, alcolismo, bullismo, autismo ecc.. Si sottolinea l’importanza del contribuire al progetto nazionale “Happy Child” promosso dal Governatore del Kiwanis Distretto Italia – San Marino Franco Gagliardini. Il Club di Messina con soddisfazione, ricorda la propria attività svolta nel Comune che ne ha determinato la costituzione del difensore dell’Infanzia, a tal proposito la Divisione all’unanimità delibera di sollecitare al Sig. Sindaco Cateno De Luca la nomina della figura del difensore per dare vita ad una specifica e fattiva attività. Il Past. Pres. KIEF Muscianisi comunica che il Sindaco di Milazzo ha garantito, alle sollecitazioni del Club di Milazzo la costituzione del difensore dell’infanzia.



La Parrocchia Sacro Cuore di Gesù – S. Venera di Trappitello, Chianchitta – Taormina (ME) si appresta a vivere l’esperienza del Presepe Vivente, giunto al prestigioso traguardo della Quindicesima Edizione, un vero e proprio “miracolo” che riesce a coinvolgere un’intera comunità e che, grazie alla numerosissima e sempre crescente affluenza di visitatori e gruppi organizzati e ai loro lusinghieri commenti, è stato capace di fare grandi numeri, arrivando in ogni edizione a raggiungere le venticinque presenze distribuite nell’arco delle diverse serate di rappresentazione. Questo successo è il frutto degli sforzi, dell’impegno, dell’esperienza e della collaborazione dei tanti volontari (oltre 200, tra figuranti e addetti alle attività organizzative e agli eventi collaterali) che, gratuitamente e con entusiasmo, mettono a disposizione le loro capacità e i loro talenti, rendendo unico il Presepe Vivente di Trappitello, tra i più famosi, apprezzati e belli di Sicilia.

L’attenzione per i dettagli, la cura del particolare, la reale messa in scena degli antichi mestieri e la preparazione delle pietanze della tradizione fanno del Presepe Vivente di Trappitello un luogo della memoria storica, un importante evento culturale, un tuffo nel passato.

Realizzato nell’immenso giardino dell’antica Chiesetta di S. Venera, 150 figuranti animano il ricreato villaggio di Betlemme, riproponendo i mestieri di un tempo e impersonando i ricchi potenti di allora.

Imponenti e particolarmente apprezzate le strutture dell’antico frantoio, del palmento e del mulino a vento, realizzate in legno e pietra e perfettamente funzionanti, ma non mancheranno, come ogni anno, alcune novità che certamente attireranno l’attenzione dei visitatori.

Sempre ricca e variegata la presenza degli animali, vera attrattiva per bambini e adulti.

In un luogo appartato e suggestivo e in un’atmosfera di raccoglimento è collocata la Capanna della Natività, dove Gesù Bambino viene accolto e riscaldato dall’amore dei genitori, Maria e Giuseppe, e da un docile bue e un tenero asinello.

Il 6 Gennaio, secondo tradizione, pure i magi faranno il loro ingresso a “Betlemme”, per portare al Salvatore i propri doni: oro perché Gesù è Re, incenso perché è Santo, mirra perché è anche uomo.

All’uscita del Presepe Vivente la possibilità di visitare l’antica Chiesa di S. Venera, ammirare una ricca Mostra di Bambinelli e gustare i prodotti tipici della tradizione.

La Manifestazione si svolgerà nei seguenti giorni:          

26 Dicembre 2018 dalle ore 17.00 alle 21.00

27 Dicembre 2018 dalle ore 18.00 alle 21.00

29 Dicembre 2018 dalle ore 18.00 alle 21.00

30 Dicembre 2018 dalle ore 18.00 alle 21.00

1 Gennaio 2019 dalle ore 18.00 alle 21.00

2 Gennaio 2019 dalle ore 18.00 alle 21.00

4 Gennaio 2019 dalle ore 18.00 alle 21.00

5 Gennaio 2019 dalle ore 17.00 alle 21.00

6 Gennaio 2019 dalle ore 17.00 alle 21.00

Il Presepe Vivente, che si svolgerà anche in caso di pioggia, si trova a Trappitello – Taormina (ME), uscita autostradale A18 Giardini Naxos (100m dal casello) – Direzione S.S. 185.

L’INGRESSO È GRATUITO.

Per informazioni: 0942/50210 – 339/8320324 – 349/4289961 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pagina facebook: Presepe Vivente di Trappitello

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