(Di Giuseppe Messina)
Come tutti gli altri anni, anche questa estate appena tramontata, Melo Freni è tornato in Sicilia nella sua casa di Marchesa nel comune di Terme Vigliatore in provincia di Messina, dove vanno a trovarlo i vecchi amici. Proprio lì ci siamo incontrati da luglio a settembre in diverse occasione per trascorrere un po’ di tempo discutendo di vari argomenti di natura culturale.
Per chi non ha la fortuna di conoscerlo abbastanza, per i più giovani che non hanno potuto vivere le verdi stagioni del protagonista, Melo Freni è un giovane ottantenne alla ribalta culturale internazionale come giornalista presso Raiuno, dirigendo diversi programmi di pubblica utilità, come scrittore, come poeta, come regista teatrale e di cinema apprezzato dalla grande critica in Italia ed all’estero.
Durante l’ultimo incontro con Freni ho avuto il grande piacere di ricevere dalle sue mani “Oltre il labirinto” un libro che raccoglie cinquanta anni della sua poesia (1965 1015), con la dedica molto gradita. “A Pippo Messina che sa leggere e capire. Con molti auguri per la sua passione per le lettere e il teatro. Affettuosamente – Melo Freni. Settembre 2018”. Una benedizione, dal momento che sono versi che volano alto dove il cielo poetico è più puro. Opere che ci permettono di entrare nel mondo intimo dell’autore: è come se egli stesso ci prendesse per mano e ci conducesse tra gli spazi della memoria per svelarci le emozioni di un’anima errante attraverso gli eventi della vita e fuori dell’oscuro labirinto delle vicissitudini umane.
In questi versi di luminosa poesia vi è tutta una vita le cui tappe sono ben evidenziate dai ricordi che tornano prepotenti in sequenze, come diapositive di un film. Una poesia mai statica, per niente stagnante: i suoi versi diventano locomotive che trasportano il lettore da un contesto all’altro. Un bisogno, quello di Freni, di rivisitazioni di luoghi e personaggi; tutti elementi cari che hanno scandito continuamente la sua esistenza di giornalista culturale con lo sguardo attento rivolto al mondo della sofferenza.
È piacevole leggere i versi di Melo Freni, anche perché ci si imbatte in riverberi di luci intramontabili, di personaggi sempre vivi, come Eutushenko, Joyce,, Brecht, Antonello, Brueghel, Curiazi ed Orazi, Carlo Magno, Napoleone, Alessandro Magno, Kossighin e la figlia “Ludmilla – poetessa molto cara a Leonardo Sciascia” e tante altre figure rese vive per il piacere di chi, proprio come Freni, ama affondare il proprio spirito nelle glorie del passato per uscirne rinvigorito. Non soltanto personaggi, ma anche tanti luoghi cari al poeta sono rivisitabili, durante l’avvincente lettura dei versi, anche questi immortalati in un intreccio combinato abilmente per arricchire il lettore.
Credo che ci sia veramente da dire grazie a questo siciliano residente a Roma da diversi decenni – come recita la copertina del suo volume “che ha sempre mantenuto un intenso rapporto sentimentale e culturale con la terra d’origine. Dopo anni di attività forense, ha optato per il giornalismo, entrando il RAI per selezione, dove è rimasto per 35 anni, cronista culturale del TG 1 e quindi redattore capo di quelle rubriche culturali. Deve a questa sua professione l’acquisizione di esperienze raccolte in giro per il mondo, a contatto e fruendo di scrittori, archeologi ed artisti tra i maggiori che hanno segnato la storia culturale del secondo ‘900. Poeta e narratore, con ben 11 romanzi che sono stati oggetto di otto tesi di laurea presso università italiane e straniere.
Dal teatro ha assorbito quella grande passione che lo ha visto impegnato in 42 regie, dal Festival dei due Mondi di Spoleto agli spettacoli classici di Siracusa, dalla Versilia al Living di New York ed ha diretto la sezione prosa al Festival di Taormina”.
Grazie a Melo Freni, a questo poeta che, come i veri poeti, non ha mai smesso di sognare, trasmettendo a tanti questa affezione meravigliosa che, sinceramente, aiuta a vivere oltre il labirinto.