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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Edizione Gangemi di Roma per un testo importante che tratta la Resurrezuone di Cristo attraverso la scienza:" La resurrezione di Cristo" di Beppe Catalano, ingegnere, pittore, docente universitario, il Leonardo del Terzo Millennio. Un noto quadro di Caravaggio tratta questo tema. "La deposizione del Cristo Risorto" Si tratta di un dipinto che

nonostante il nome con cui è noto, non rappresenta il momento della deposizione di Cristo nel sepolcro, bensì il momento precedente all’inumazione, cioè quando il corpo senza vita di Gesù viene appoggiato su di una lastra marmorea detta lapis untionis per essere lavato, unto e profumato. 

Nel quadro, il corpo di Cristo morto è in primo piano, in piena luce, sorretto per le gambe da Nicodemo (secondo il Vangelo di Giovanni, l’ebreo pietoso che depose Gesù dalla croce) e per il torace dall’apostolo Giovanni, mentre dietro di loro le tre Marie (la Vergine, la Maddalena e Maria di Cleofa, madre di Giacomo il cugino di Gesù) esprimono in vario modo il loro dolore, rendendo lo spettatore direttamente partecipe della scena.

Il cadavere, nudo, appare pesante, in caduta verso il basso se non fosse mantenuto dai due discepoli, con un braccio penzoloni, Nicodemo, che sorregge con fatica immensa le gambe di Cristo, è l’unico personaggio che sembra guardare verso il pubblico, l’uomo è a piedi nudi e mostra le gambe muscolose e possenti da contadino abituato alla fatica. San Giovanni è l’unico vestito in colori più vivaci (rosso e verde petrolio), che contrastano con i colori neutri degli abiti degli altri personaggi.

Appare in ombra e in atteggiamento meditativo, assorto; la mano sinistra, invece di reggere la salma, è appoggiata sul ventre di Cristo, quasi a volerlo accarezzare. Dietro Nicodemo, la Vergine è rappresentata come una madre, non più giovane, attonita per il dolore, senza più lacrime.

 Accanto a lei, Maria Maddalena si asciuga il pianto con un fazzoletto.

 Il naturalismo di Caravaggio è evidente anche qui, dal dettaglio delle lunghe trecce che corrono attorno alla testa di lei. La disperazione di Maria di Cleofa, invece, è manifestata in modo piu' palese  rispetto alle altre figure, nel plateale gesto delle braccia rivolte verso il cielo e attraverso  la bocca spalancata. ( bibliografia Artenauta)

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

“NATURALITÀ” DI GIUSEPPE BRANCATO
DAL 22 APRILE AL TEATRO VITTORIO EMANUELE
PER LA SEZIONE ARTI VISIVE 2021/2022

MESSINA.Venerdì 22 aprile nel nuovo spazio espositivo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta verrà inaugurata la mostra “NATURALITÀ’” di Giuseppe Brancato con l’allestimento di Francesca Cannavò e i testi di Milena Romeo.
All’inaugurazione saranno presenti il presidente Orazio Miloro, il sovrintendente Gianfranco Scoglio e il consigliere di amministrazione Giuseppe Ministeri.
Giuseppe Brancato è nato a Messina nel 1945. Docente di progettazione per l'Oreficeria, presso l'Istituto d'arte “Ernesto Basile” di Messina, dal 1967 al 2003, ha iniziato la sua attività artistica nel 1964, lavorando nei settori della grafica, della pittura e della scultura. Da allora è stato presente in numerose rassegne nazionali ed internazionali. A partire dagli anni '90 si è dedicato alla realizzazione di grandi sculture per l'arredo urbano su tutto il territorio nazionale. Brancato si è anche dedicato alla grafica, appresa nello studio di Anna Scalia, e alla ceramica sviluppando una peculiare e organica visione tra le suggestioni della natura e il segno dell’uomo.
La mostra è un racconto della pittura del Maestro messinese con taglio antologico, in cui si espongono una quarantina di opere che ripercorrono tutta la sua attività creativa che si è anche mossa tra grafica e scultura. Nella produzione di Brancato, la pittura ha un valore artistico autonomo che precede, dal punto di vista temporale, e accompagna tutto il suo percorso, connotato da esiti originali, da un linguaggio libero e da un’energia sempre rinnovata. Le opere, anche se riferibili al post-informale e oscillanti tra uno stile iperrealista e surrealista, racchiudono un segno unico e scelte stilistiche sempre coerenti. La sua tecnica e la sua poetica, infatti, si sono evolute senza mai tradirsi, né, tantomeno, replicarsi. In mostra vi è una selezione significativa della sua opera pittorica, accomunata dal tema della natura, sia ambientale che umana, raccontata, oltre una dimensione rigidamente figurativa e astratta, attraverso dipinti su tela e carta con tecnica mista.

Nuvole Creative Giuseppe Brancato
“Naturalità”, come scriveva Lucio Barbera, acutissimo interprete della poetica di Brancato, in un passaggio critico dell’ultima mostra “Volti e risvolti” allestita al Teatro Vittorio Emanuele nel 2006: “Recuperare la naturalità dell’esistenza, con la sua libertà, i suoi istinti, i suoi inciampi, i suoi difetti, la sua precarietà insomma e, per dir tutto, con il suo mistero, vuole dire, per l’artista, ritornare alla multidimensionalità dell’uomo nella sua integrità materiale e spirituale, nel suo esser un valore unitario e complesso... Bisogna partire dal presente interamente affidato all’omologazione, alla produzione di serie che annulla le singole identità al punto che tutti si somigliano nel pensiero, nel comportamento, nei gesti, nei desideri, nel modo di vestire che altri hanno deciso... Bisogna partire dal presente, interamente affidato all’indifferenza degli uni verso gli altri... ci si  sfiora appena senza porsi una domanda, ad un ritmo dettato dai ritmi della velocità, come se l’imperativo fosse arrivare primo... Bisogna partire dal presente, interamente affidato alla manipolazione, che consentendo, grazie alla tecnologia, di intervenire sull’intero percorso dell’esistenza dal suo inizio alla sua fine, ha creato l’illusione di un’onnipotenza umana con la quale irridere al destino”. Gia ai tempi in cui collaboravo all' Isola, diretta dalla giornalista dalla penna di fuoco dott.ssa   Adele Fortino, scrissi per Giuseppe Brancato e le sue mostre. Felice di ritrovarlo con una sua mostra nella sua citta'.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, dal 22 aprile all’11 maggio nelle fasce orarie 10:00/12:30 – 16:00/18:40.P.S. 

L’inaugurazione e lo svolgimento della mostra avverrà nel pieno rispetto delle normative Covid 19 con ingresso consentito solo ai soggetti muniti di mascherina chirurgica giusta D.L. 24 marzo 2022, n. 22.

“Naturalità” di Giuseppe Brancato
Teatro Vittorio Emanuele, via Garibaldi – Messina
Dal 22 aprile all’11 maggio 2022
Inaugurazione, venerdì 22 aprile 2022, ore 18:30

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 Modica, Rg.Nella tradizione cattolica, oggi si festeggia la Madonna Odigitria (Madonna che guida verso la giusta via), meglio conosciuta come Madonna dell'Itria, chiesa in cima al quartiere Cartellone di Modica ; esistente dal 1600 ha visto molti rifacimenti. 

La tradizione la vuole associata al martedì di Pasqua, quando si festeggiò la cacciata dei francesi dopo i Vespri (F. L. Belgiorno - Modica e le sue chiese), e il popolo portava con sé i "scocci rê 'mpanati" a chiusura delle festività pasquali. Ringraziamo della Bibliografia il dr Paolo Oddo.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Un appuntamento da non perdere con le... parole

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Roma. Fine, di classe,  chic, ha incarnato la bellezza e l' aplomb e lo charme francese e la raffinatezza italiana,  nell' arte del Grande Cinema. Abbiamo intervistato Emanuele Viscuso scultore,  imprenditore di un Resort di Puerto Escondido,  Viscuso  conosceva l' attrice da tempo:"Amatissima dagli italiani e icona di bellezza, eleganza, disinvoltura, simpatia. 

Sono stato con lei a Roma, durante le riprese della trasmissione televisiva "il sogno dell'angelo" nel 2003" a cui Catherine mi aveva invitato per raccontare del mio sogno profetico della distruzione delle Torri gemelle di New York, fatto circa due mesi prima che avvenissero i fatti e raccontato a varie persone tra cui la giornalista Jeannette Stark https://www.facebook.com/profile.php?id=100000219544440, proprietaria del giornale SunPost di Miami.

A richiesta di vari amici pubblico qui di seguito il mio sogno, anzi, i due sogni che ho fatto al riguardo. Infatti quanto sarebbe avvenuto due mesi piu tardi mi e'stato rivelato in due sogni, fatti di seguito, in cui si prevedeva sia la distruzione delle due torri che la caduta di un aereo sul Pentagono.

Vivevo a Miami. All’inizio di luglio del 2001, poco prima del risveglio definitivo, feci uno strano sogno.  Dicono che i sogni profetici siano proprio quelli fatti al mattino prima di risvegliarsi. Ecco il sogno.

Sto salendo, a piedi, le scale di un altissimo grattacielo. Sono con mia sorella Marivana (https://www.facebook.com/marivanav). E’ come se lo stessimo visitando. Il grattacielo, che io stranamente riesco a vedere in sogno sia da dentro che da fuori, è esattamente come una delle Torri Gemelle (l’altra non si vede, forse è allineata dietro). Anche la zona in cui il grattacielo sorge è esattamente come Lower Manhattan, cioè edifici più bassi attorno e solo le torri a uscire fuori verso l’alto. Ad un tratto vedo una serie di elicotteri da combattimento, fermi in volo nello stesso punto, rivolgere le proprie armi proprio verso l’edificio in cui mi trovo. Mentre mi domando cosa stia succedendo, mi rendo conto che anche dall’altro lato dell’edificio c’è un’altra serie di elicotteri in formazione pronta a combattere con la precedente. Il grattacielo è esattamente tra di loro. Dico a me stesso: Se queste due Potenze iniziano a farsi la guerra quest’edificio sarà la prima cosa che crolla. Inizio a correre verso il basso. Mi sveglio di soprassalto.

Appena sveglio chiamo mia sorella Marivana, con me nel sogno, per raccontarglielo. Proprio con mia sorella avevo visitato le Torri Gemelle nel settembre del 1984.

L’indomani, alla stessa ora, faccio un altro sogno: sono un passeggero a bordo di un aereo di linea in volo. Ancora una volta sono in compagnia di mia sorella. Il motivo per cui ciò avvenga nel sogno non è chiaro ma forse per collegare i due sogni tra loro. So che l’aereo sta volando fuori rotta. So anche che tutti i passeggeri, me compreso, sono in preda all’agitazione se non al terrore. Tutti, all’interno dell’aereo, si rendono conto di essere in grave pericolo. Sono sconfortato. Mi vedo pregare sperando che si atterri sani e salvi. L’aereo si abbassa e sembra che stia davvero per atterrare. Vedo un tappeto erboso che si avvicina e l’aereo che quasi tocca terra. Ma l’aereo, anziché atterrare, come sembrava che stesse facendo, si infila letteralmente dentro un edificio più largo che alto. Io vedo esattamente cosa succede all’interno dell’aereo. Vedo un lampo di luce, una luce bianca accecante. Vedo tutto ciò che si trova nella carlinga, persone, sedili, oggetti, essere spinto in un millesimo di secondo in coda all’aereo dove tutto, occupanti compresi, diviene luce. Si, ho visto le persone divenire filamenti luminosi divorati in un attimo dal fuoco. Mi sveglio di soprassalto.

Naturalmente ero molto turbato e, visto che, ancora una volta, mia sorella era con me nel sogno, la chiamo subito per raccontarglielo. 

Proprio in quei giorni avremmo dovuto recarci assieme a Panama per il matrimonio di un’amica. Inutile dire che dopo questo colloquio telefonico decidemmo di annullare questo viaggio. Una precauzione...

Di ciò  Viscuso aveva raccontato tutto a Catherine Spaack che rimase attonita. Ci mancherà molto la sua presenza in Tv al Cinema. Gia la sua malattia ci aveva abituato alla sua non presenza non senza sconforto. 

Scompare un pezzo della Storia del Grande Cinema italiano e non solo.

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