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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Parigi. Adriana Scopelliti, straordinaria creatrice di moda, stilista calabrese di Catona, ha conseguito, a Parigi, il prestigioso ed ambito premio Grand PRIX SAINT GERMAIN DE PRES che viene assegnato su rigorosa selezione, da una competente giuria di esperti del settore, stilisti critici d' arte e fotografi di moda, tra i quali il fotografo Giuseppe Mangano Russo che è  stato uno dei fotografi del fashion Week di Milano.

FOTO MODELLA CHIARA FRESTA CHE INDOSSA ABITO DI ADRIANA SCOPELLITI

FOTO MODELLA CHIARA FRESTA CHE INDOSSA ABITO DI ADRIANA SCOPELLITI

Ad indossare gli spettacolari abiti della stilista, la modella marocchina di punta Hajar Bellari, come pure Carla Fresta e Marzia Scilluffo,  modelle del momento, abili professioniste che hanno offerto il meglio, a Parigi, con il loro portamento e la loro classe per i vestiti di Scopelliti, eleganti e originali e ricamati a mano, con applicazioni sul tessuto, motivi particolari che hanno strappato i consensi del difficile pubblico parigino, anche sullo sfondo della Tour Eiffel, al Trocadero dove le modelle si sono recate per sfilare gli abiti e per uno shooting fotografico di Peppe Russo. 

Abbiamo intervistato la Stilista per meglio conoscere i suoi percorsi d' arte.

Ci vuole parlare della sua vita, Adriana Scopelliti?

Mi chiamo Adriana Scopelliti, sono nata e cresciuta a Reggio Calabria; ho 57 anni ed ho cominciato a cucire quando avevo solo quattordici anni… quella per la moda e per la sartoria per me non è solo una professione, ma una vera e propria passione che mi accompagna da tutta la vita.

Appena ho concluso la scuola media, ho iniziato la scuola di taglio sotto la guida di una sarta professionista, che ha saputo alimentare la mia passione. Ho iniziato al più presto a realizzare dei capi “miei”; il primo abito che ho realizzato integralmente l’ho confezionato per mia madre in occasione della festa festa dell’Immacolata. La realizzazione del mio primo capo  è stato un traguardo importante infatti ricordo quel momento come se fosse oggi, mi sembra di vedere ancora mia madre che si guardava allo specchio incredula e visibilmente emozionata mentre indossava quel vestito non le faceva alcun difetto...

La moda è sempre stata la mia vera e grande passione, sin da quando sono piccola ho vissuto con “il filo in mano”; la mia più grande aspirazione è sempre stata quella di riuscire a dare vita e concretezza, attraverso gli abiti che creo, alla mia passione e alla mia creatività.

Il mio percorso nel mondo della moda si caratterizza per un processo di continuo perfezionamento volto alla ricerca e alla cura di ogni singolo dettaglio al fine di riuscire a creare e a sviluppare un prodotto non solo unico, dove ogni singolo particolare, ricamo e applicazione sia valorizzato ed esaltato.

Credo che nessun elemento debba essere dato per scontato poiché ogni dettaglio ha un peso e un ruolo proprio e chiave nella definizione del bozzetto finale per la di realizzazione del prodotto.

Lunedì 15 gennaio 2018, alle ore 17.30 una Santa messa di commemorazione sarà celebrata a ricordo  dell' Avv. Pina Giannetto Venuti nella Chiesa San Giuliano, Messina, in via Garibaldi.

 

-  La redazione -

L’associazione culturale Genius Loci, presieduta da Bernardo Dell’Aglio, ha presentato sabato 13 gennaio una serata in onore dell’architetto e “genius loci” cittadino Giuseppe Cavallaro (1833-1888), dal titolo: “Quattro passi con Cavallaro”.

La serata è stata aperta al lume di una ciotola romana con le note del violoncello di Chiara Fiore, che ha suonato brani di Bach. Questo come omaggio all’architetto che nel tempo libero amava suonare proprio questo strumento ad arco. Il presidente Dell’Aglio ha introdotto la serata, presentando i quattro relatori che hanno approfondito la figura del Cavallaro da diversi punti di vista. L’architetto Giovanni Pantano si è soffermato sulla biografia e sulle opere progettate e realizzate (Via Operai, Palazzo Comunale, Cimitero, Fiera mercato del bestiame, sistemazione e ampliamento del vecchio Teatro Mandanici…).

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Argomenti ripresi dall’architetto Mimmarosa Barresi, la quale ha anche illustrato tutti i lavori prodotti nel tempo su Cavallaro, dalla tesi di Lorenza Scilipoti, al catalogo della mostra dei progetti barcellonesi tra il 1900 e il 1930, il suo libro (assieme a Lorenza Scilipoti) sulle neviere di Colle del Re. Infine ha messo in relazione l’impegno urbanistico del nostro architetto con le analoghe esperienze che avvenivano nello stesso periodo in Italia e all’estero. L’ingegnere Nello Perdichizzi ha invece spiegato la genesi del Palazzo Comunale, importante e rappresentativa opera del Cavallaro, mostrando le foto di com’era il palazzo prima della demolizione e ricostruzione degli anni Cinquanta del XX secolo. L’architetto Marcello Crinò ha illustrato il Cimitero monumentale progettato dal Cavallaro a seguito delle disposizioni di legge che vietavano la sepoltura nelle chiese. Ha anche illustrato la tomba dell’architetto, realizzata da Emanuele Schifilliti nel 1892, ed oggi in stato di degrado e oggetto di vandalismo per via del furto dello stemma comunale avvenuto tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

Durante l’incontro è intervenuto il dottor Massimo Sindoni, discendente del Cavallaro, che ha spiegato l’albero genealogico ed ha esposto due pannelli con tutti i documenti ufficiali relativi alla famiglia. Ha ricordato infine che il Cavallaro è morto per i postumi di una caduta da cavallo. Nella sala è stato esposto un ingrandimento dell’unica foto conosciuta dell’architetto, donata dallo stesso Sindoni.

L’architetto Pantano, a conclusione del suo intervento, ha lanciato la proposta di intitolare l’attuale Piazza Libertà (la piazza ottagonale progettata da Cavallaro lungo la via Operai) proprio a Cavallaro, e di erigere anche un monumento per ricordare degnamente questa grande figura di cittadino barcellonese.

 - di Marcello Crinò -

Venerdì 12 gennaio 2018 evento d’eccezione al Teatro Mandanici con Massimo Ranieri che ha presentato “Sogno e son desto”, uno show  che ha ideato e scritto con Gualtiero Peirce. Emerge tutto il suo talento e la sua esperienza, inanellando stralci di classici, compreso Shakespeare, alla tradizione della musica e del teatro napoletano, al repertorio del cantautorato italiano d’autore. In scena con Max Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Pierpaolo Ranieri (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati), Stefano Indino (fisarmonica), Ranieri cavalca decenni e disvela sensibilità. Napoletano, 67 anni, si presenta in giacca nera, camicia bianca senza cravatta, che fa casual, pantaloni grigi e scarpe nere lucide. Nel corso dello spettacolo cambierà look più volte, cambierà giacche, indosserà cappelli, compresa una bombetta rossa. Si rotola sul pianoforte per cantare “je so pazzo”, si rotola per terra, fa insomma uno spettacolo di tipo televisivo. Il pubblico, sala strapiena, quasi mille posti, è composto da fan sfegatati, che accompagnano il cantante con  coretti e applausi a non finire. La tribuna stampa del teatro è gremita come mai è avvenuto (forse solo per Sgarbi).

Le sue canzoni storiche sono state “svecchiate” con arrangiamenti musicali più moderni, in alcuni brani addirittura fa capolino il rock e il jazz. Il palcoscenico è stato coperto da un pavimento a riquadri bianchi e neri, come una grande scacchiera, che si spinge oltre il sipario. Sipario che  chiude la prima e la seconda parte, secondo un modo tradizionale di intendere gli spettacoli musicali, dando così un momento di respiro a chi non si trova in sintonia con la musica leggera. Nell’ottobre scorso abbiamo visto ed apprezzato un altro musicista napoletano, Edoardo Bennato. Ecco, Ranieri e Bennato rappresentano dal punto di vista dell’approccio alla musica due atteggiamenti completamenti diversi.

La serata è stata introdotta dai saluti del direttore artistico del Mandanici, Sergio Maifredi.

La realizzazione di un progetto di alternanza scuola lavoro con gli alunni dell’ Istituto  Scientifico Archimede di Messina  segna una nuova ed importante tappa nel cammino intrapreso dall’Associazione “Anch’io“ Sindrome di Down presieduta dal dott. Francesco Venuti,  che si dedica già da molti anni a giovani con Sindrome di Down ed altre disabilità. La Onlus non svolge ruoli terapeutici ma promuove l’abbattimento delle barriere fisiche e morali presenti nella società dettati dai pregiudizi che ritengono tali ragazzi figli di un Dio minore. E’ proprio pensando a tale  percorso di crescita che è stato ideato e portato avanti il progetto di laboratorio teatrale “Io e tu. Lingue diverse ma un unico linguaggio” che vede coinvolta anche un’intera classe dell’istituto Liceo Scientifico Archimede costituendo un’importante leva per valorizzare il ruolo sociale della scuola sul territorio. Il progetto, che si terrà presso il Teatro Vittorio Emanuele ed avrà una durata di 6 mesi, mira a responsabilizzare i ragazzi con Sindrome di Down a svolgere non la solita attività di gruppo, ma un’attività che li faccia sentire protagonisti e renderli contestualmente consapevoli delle proprie abilità e potenzialità. Nello specifico favorire lo sviluppo di abilità cognitive e  gestuali   che aiutino  a sentirsi integrati per superare insicurezze, fragilità e paure motivate dalla loro diversità e poter così raggiungere un buon livello di autonomia personale,  nel contempo far acquisire, mediante il ballo e la recitazione un plasticità del corpo e una più sciolta dizione.

Cosa non trascurabile è quella di dare a tutti i ragazzi partecipi al progetto la possibilità di cimentarsi in qualche cosa che, in un domani non molto lontano, potrebbe dare anche  dei risvolti occupazionali.

L’attuazione del progetto si deve alla caparbietà del Presidente dell’Associazione, che da sempre ha creduto nelle potenzialità dei ragazzi, ma anche alla disponibilità e la sensibilità del Direttore Artistico della Compagnia Teatrale Ledimigi Mimmo Giuliano e del suo staff che con spirito di puro volontariato  metteranno  a disposizione  tutta la loro professionalità.

-  di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Concerto e docufilm: un appuntamento particolare del Museo Messina nel '900; l' evento è stato presentato dal direttore  del  “Museo Messina nel 900” Angelo Caristi   e dal presidente del kiwanis club “Messina” Giovanni Raimondo.

Il concerto per pianoforte  ha visto protagonista, applauditissimo dal folto, pubblico il maestro David Carfì, che ha eseguito con la sua brillante interpretazione, una sua composizione (“Preludio in re minore”) ma anche celebri brani di Mozart e Beethoven. Al termine, il regista Cannavà ha illustrato al pubblico il tema – spesso ipocritamente taciuto – dell’assistenza, del sostegno e del diritto alla realizzazione della sfera sessuale da parte delle persone con disabilità. Proponendo interviste e clip in anteprima ,

 Cannavà ha spiegato come in maniera professionale può essere affrontata l’educazione sessuale e come viene formato un assistente sessuale per le persone con diversa abilità. L’argomento ha suscitato una reazione positiva da parte del pubblico che ha alimentato un intenso dibattito che ha visto intervenire, tra gli altri il Prof. Cosimo Inferrera già  Capo   Dipartimento di Anatomia Patologica del Policlinico, l’esperto della comunicazione Francesco Salvo, il direttore sanitario di presidio IRCS-Piemonte Francesca Parrinello,  Salvatore Sturniolo Presidente del Comitato per la Difesa dei Diritti e delle Dignità Sociali e  la Prof.ssa Lisitano docente

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Gli interventi hanno dato luce ad aspetti diversi della società, dalla medicina alla religione, dal sociale alla comunicazione mediale, su un argomento così delicato. In conclusione, è stato espresso il più vivo compiacimento dal luogotenente governatore Kiwanis della divisione 1 (Sicilia dei due Mari – Val Demone) l’ ingegnere Giuseppe Lazzaro di Capo D’Orlando. Visto il grande interesse dimostrato, si svolgeranno al  
“Museo Messina nel 900”,da febbraio ad aprile, n° tre  incontri che vedranno la partecipazione di  esperti nazionali , associazioni del settore, e rappresentati istituzionali  dei Servizi sanitari e sociali, per mettere ulteriormente in luce questo argomento da troppo tempo ignorato.

                                                           Museo Provinciale Messina nel '900

Orario Invernale

  mattina ore 10:00 – 13:30 da lunedì a sabato

Pomeriggio 16:00 – 19:00 -  lunedì – mercoledì – venerdì

Chiuso la domenica e i pomeriggi  di martedì – giovedì - sabato

È possibile prenotare visite, ad orari diversi di quelli indicati per gruppi di minimo 10 adulti

Viale Boccetta alto(dietro liceo Archimede) – ingresso attuale  da Via Scoppo n. 2/A

(a metri 100 dall’ ingresso autostrada seguire segnaletica per  Punto Blu e Polizia Stradale,)  Messina-

info:  3897623501  email:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.museomessinanel900.it

L'Associazione Amici del Museo di Messina vuole ricordare alla cittadinanza messinese che proprio domani, Venerdì 12 Gennaio, raggiungerà l'importante traguardo dei cento anni l'insigne Prof. Aldo Giacomo Segre, sostenitore e socio benemerito del sodalizio culturale messinese.

Il Prof. Segre è un geografo, geologo e paleontologo di fama internazionale, oggi residente a Pisa, che per diversi anni ha insegnato presso l'Università di Messina dirigendo l'Istituto di Geologia, Paleontologia e Geografia Fisica dell'allora Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Socio dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana, cultore di Etnologia, rimase innamorato del territorio Peloritano e promosse importanti ricerche geologiche e paleontologiche con la collaborazione tra gli altri del compianto Adolfo Berdar. Tra i risultati più importanti lo studio della mandibola Neanderthaliana di Archi (Reggio Calabria), ritrovata dallo stesso Berdar. Altresì Aldo Giacomo Segre è stato il Capo Scientifico della prima spedizione scientifica internazionale in Antartide tra il 1968 e il 1969, curata dal Centro Nazionale Ricerche insieme al Club Alpino Italiano, ripetuta nel 1973 e nel 1974. Negli anni tante iniziative promosse dall'Associazione Amici del Museo hanno avuto il suo valido contributo, dagli importanti ritrovamenti archeologici i cui reperti in gran parte esposti nelle sale del nuovo Museo di Messina, agli studi relativi lo Stretto ed i suoi Miti, all'importante mostra realizzata nell'Aula Magna dell'Università in occasione del 70° del Terremoto del 1908.

L'Associazione Amici del Museo di Messina, nel felicitarsi con il Prof. Segre per l'importante genetliaco, addita i propri concittadini a ricordare l'insigne docente che tanto ha promosso il nostro territorio.

Messina, 11 Gennaio 2018                                                       Il Presidente

- di  M. C. -

La Pro Loco “Alessandro Manganaro”, presieduta da Flaviana Gullì, organizza per sabato 14 gennaio 2018, alle ore 18,00, l’incontro: “Origini. Convegno di studi sui primi artisti Barcelgottesi”. Nella sala convegni dell’ex Monte di Pietà Giovanni Spagnolo tre studiosi discuteranno su tre artisti “Barcelgottesi” (neologismo creato dal pittore Iris Isgrò per accomunare le popolazioni dei due centri), vissuti tra Sette e Ottocento, che hanno dato il via alla pittura nella città del Longano. La dottoressa Valeria Bottari, della Soprintendenza Beni Culturali di Messina relazionerà sul pittore Giuseppe Russo; l’architetto Marcello Crinò si soffermerà sulla famiglia del pittore Gaetano Bonsignore; lo storico dell’arte Andrea Italiano approfondirà la figura del pittore Antonino Vescosi. L’evento è patrocinato dal Comune di Barcellona e da Giambra Editori.

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