Si è rivelato una festa della Cultura (con l’iniziale maiuscola) l’incontro
tenutosi ieri sera presso il Palazzo D’amico di Milazzo, con la regia del
Dott. Attilio Andriolo, presidente dell’Associazione Culturale “Teseo”, in
concorso con la prof.ssa Caterina Barresi presidente dell’Associazione
Culturale “FilicusArte”.
La locandina prevedeva la presentazione di due libri recenti del prof.
Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana già presso l’Università
degli Studi di Messina: “Vittorio Alfieri e il Costituzionalismo”
(Alessandria 2022), “Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e
saggi critici” (Cosenza 2021), rispettivamente da parte della prof.ssa Maria
Lizzio, già ordinaria nei Licei, e da parte del prof. Orazio Nastasi docente
di Unitre.
Ha inaugurato la serata un commosso, partecipe, non convenzionale saluto
della prof.ssa Lucia Scolaro, Dirigente scolastica e Assessore ai Beni
Culturali del Comune di Milazzo, già allieva del prof. Rando.
La prof.ssa Lizzio ha evidenziato, con acume critico e magistrale
limpidezza espressiva, come Giuseppe Rando ha di fatto rivoluzionato la
critica alfieriana, dimostrando che Alfieri non è né astrattamente libertario
(Croce), né anarchico (Calosso), né tampoco reazionario sradicato dal suo
tempo (Sapegno), bensì l’intellettuale post illuminista che ha introdotto in
Italia (con i suoi trattati politici, con le sue tragedie e le sue commedie) il
costituzionalismo, mutuandone le tesi fondamentali dai costituzionalisti
francesi della seconda metà del Settecento.
Il prof. Nastasi ha, quindi, individuato e descritto, con eleganza e
precisione metodologica, il fil rouge che lega i quattro «librini» di cui si
compone il «librone» “Resistere a Messina” (secondo l’autoironica
presentazione dell’autore): tale filo è costituito, a giudizio del professore di
Unitre, dalla tesi esplicita o implicita della funzione formativa della
letteratura, dacché Giuseppe Rando guarda sempre, secondo Nastasi, alla
realtà messinese, siciliana, italiana, con l’intento costruttivo di contribuire,
anche con la letteratura, al suo auspicato rinnovamento, dopo la crisi che da
alcuni decenni imperversa.
Il prof. Giuseppe Rando ha chiuso degnamente la bella serata mostrandosi
felice e commosso per gli attestati di stima e di affetto ricevuti da colleghi,
allievi e allieve: «Grazie a Dio, posso infine dire che il mio impegno non è
stato inutile» – ha soggiunto, in conclusione.