Login to your account

Username *
Password *
Remember Me
rfodale

rfodale

foto A2

- di Rachele Gerace -

 

Un rapporto “preferenziale e nevralgico non solo per la vicinanza territoriale ma anche per la grande intesa, quello che Taobuk ha da sempre avuto con l’Università di Messina”. Così ha esordito Antonella Ferrara, ideatrice insieme al giornalista Franco di Mare e organizzatrice dell’evento nato come omaggio alle belle lettere in una location, Taormina, che fino alla metà del Novecento è stata la capitale della letteratura.

Giunto al suo sesto anno, il Taormina International Book Festival è diventato un appuntamento culturale a tutto tondo che coinvolge artisti di fama nazionale e internazionale del panorama artistico; scrittori, musicisti, pittori e intellettuali si ritrovano ogni anno nella splendida cornice della Perla ionica.

L’accordo con l’Università di Messina, suggellato nei primi giorni di aprile con la stipula di una convenzione che prevede la partecipazione, fra gli altri, degli studenti dei corsi di laurea che potranno, previa candidatura, essere selezionati in base alle competenze di studio per svolgere uno stage o partecipare alle attività di campus, è stato presentato mercoledì 20 aprile nell’Aula Magna del Dipartimento COSPECS (Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali) di Messina, alla presenza del prorettore professor Giovanni Cupaiuolo, della professoressa Caterina Barilaro, vice direttore del dipartimento COSPECS, degli organizzatori di Taobuk Antonella Ferrara e Alfio Bonaccorso e dei docenti Francesco Parisi e Alessia Cervini, rappresentanti dei corsi di laurea magistrale in Scienze della comunicazione e in Turismo culturale e DAMS.

Si è detto soddisfatto il professore Cupaiuolo, il quale ha preannunciato che cinque incontri in particolare si svolgeranno nell’Accademia peloritana che darà così il suo contributo diretto.

Soddisfatti anche i docenti del Dipartimento COSPECS per l’opportunità che Taobuk offre ai loro studenti di mettere a frutto le competenze acquisite durante i percorsi di studio. Un particolare plauso, la professoressa Barilaro lo ha rivolto agli organizzatori della kermesse per la scelta del tema che quest’anno riguarderà “la considerazione dell’altro”: “In un periodo in cui si stanno alzando tanti muri, politici, religiosi, economici, la cultura e il solo elemento che può accomunare i popoli azzerando quell’atteggiamento d’indifferenza che spesso non permette di vedere l’altro come complemento socio-culturale ma come invasione”.

Alfio Bonaccorso curatore del Taobuk Festival ha poi illustrato ai ragazzi presenti le varie modalità in cui si esplicherà la collaborazione richiesta; sia i partecipanti allo stage, che al campus (il quale prevede un training di preparazione), si troveranno a operare a stretto contatto con gli organizzatori e, al di là della specificità delle competenze acquisite attraverso il percorso accademico, dovranno dimostrare una notevole disponibilità alla trasversalità d’impego.

 

s00Vittorio Emanuele notte

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Scritto in occasione del ventennale dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, il testo ripercorre gli ultimi momenti di vita dei due magistrati che sanno di non avere più come alleato il tempo. È una corsa che parte dalla loro ultima notte in Sardegna, all’Asinara, dove nell’estate del 1985, furono spediti per ordine del giudice Caponnetto, dopo l’omicidio del capo della squadra mobile di Palermo Ninni Cassarà, proprio per completare l’istruttoria del Maxi Processo, il più grande mai celebrato al mondo contro la criminalità organizzata. Procede per fatti salienti, noti e meno noti, come per le stazioni di una via crucis. Per raccontare fuori dalla cronaca, lontano dalla commiserazione,  la forza di quegli uomini, la loro umanità, il rigore dei pensieri, il loro senso profondo dello Stato e, soprattutto, la solitudine a cui furono condannati. E le vicende di Falcone e Borsellino, quasi senza volerlo, fanno allargare la riflessione ad oggi, quando, venti anni dopo quelle stragi, si riapre prepotentemente il filone di inchiesta della trattativa tra Stato e Mafia, che non sembra risparmiare neppure le più alte cariche dello Stato.

«Il testo – spiega Claudio Fava – nasce dal desiderio di raccontare la dimensione più autentica e quotidiana di Falcone e Borsellino, che nulla toglie o sottrae al senso della  loro battaglia, ma li completa come esseri umani. Un’umanità fatta di vitalità, di solitudine, di senso profondo del dovere: un rapporto di amicizia che non può essere cristallizzato in un fermo immagine, ma che nasce da un’ idea di militanza civile e umana, di cui non sempre ci arriva tutto il senso e la forza. Ci sono amicizia, la ritualità di piccoli gesti, a cui l’apparato celebrativo che ha fatto di Falcone e Borsellino delle icone, li ha in qualche modo sottratti».

Sigarette, caffè, perfino la forza di trovare l’ironia. Poi il disappunto, l’amarezza per chi mette loro i bastoni tra le ruote. Il male ha tante volti, non solo quelli dei mafiosi: un consigliere che li ostacola, un magistrato preferito per anzianità ai meriti conquistati in campo dalle inchieste di Falcone, un mafioso che profetizza a Borsellino la sua morte. «Novantadue è una moderna tragedia classica. Suo malgrado – sottolinea il regista Cotugno – La modernità è nei fatti, nel titolo che scandisce la nostra ridottissima distanza (solo temporale, perché nei fatti c'è già un universo a separarci) dalla storia che mette in scena.

La sua classicità è nella dimensione epica, consapevolmente eroica, dei suoi protagonisti: sarebbero piaciuti a Sofocle, Falcone e Borsellino. Ma erano – e non dobbiamo dimenticarlo – uomini, che lo Stato ha lasciato soli, a consumarsi ed immolarsi in una tragedia assolutamente annunciata».

Cotugno si avvale delle interpretazioni di Filippo Dini (tra i più interessanti e apprezzati interpreti della sua generazione, già co-protagonista accanto a Luca Barbareschi de “Il discorso del re”, e vincitore del Premio “Le maschere del Teatro” per il ruolo di Padre Lorenzo nel “Romeo e Giulietta” di Valerio Binasco, e nel 2014 del Premio Hystrio ANCT assegnato dall’Associazione Nazionale Critici Teatrali), a vestire i panni di Giovanni Falcone e Giovanni Moschella (dopo l’esordio ne “La corda a tre capi” per la regia di Arnoldo Foà, ha collaborato con artisti di spicco della scena italiana – da Anna Maria Guarnieri, Pamela Villoresi, Mascia Musy, da Walter Manfrè a Ninni Bruschetta, Saverio Marconi, ed Enzo Vetrano e Stefano Randisi, e al cinema è stato diretto – tra gli altri – da Mario Martone ne “Il giovane favoloso”) in quelli di Paolo Borsellino.

A dare volto e voce a mafiosi e pentiti Pierluigi Corallo (attore teatrale diretto da registi come Massimo Castri e Luca Ronconi, con incursioni sul grande e piccolo schermo, dai film di Sergio Rubini, Marco Risi, Ferzan Özpetek e Michele Placido alle serie tv).

Lo spettacolo è prodotto da BAM teatro, che conferma il successo di un lavoro intrapreso con costanza dal 2007 di proposizione di testi inediti e autori contemporanei.

NOVANTADUE. Falcone e Borsellino, 20 anni dopo

Di Claudio Fava

Con (in ordine di apparizione) Filippo Dini, Giovanni Moschella e Pierluigi Corallo

Allestimento e regia di Marcello Cotugno

Produzione BAM teatro

in collaborazione con: XXXVII Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e Festival L’opera Galleggiante

Teatro Vittorio Emanuele, Messina

Venerdì 22 aprile ore 21, sabato 23 aprile ore 21, domenica 24 aprile ore 17.30

Durata 1 ora e 20 minuti 

Per info sui biglietti consultare il sito del Teatro Vittorio Emanuele www.teatrovittorioemanuele.it alla voce Biglietteria e www.ticketone.it

download

 

 

Giovedì 21 aprile 2016 alle ore 11.30 presso il Complesso Infrastrutturale “Città di Torino” (ingresso da via Confienza n. 16 a Torino) sarà inaugurato il monumento dedicato al Maggiore Giuseppe La Rosa, Medaglia d’Oro al Valore Militare caduto in Afghanistan l’8 giugno 2013. Alla cerimonia sono stati invitati i vertici della Difesa, della forza armata e presenzieranno i familiari del militare caduto. Originario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), Giuseppe La Rosa all’epoca del tragico avvenimento prestava servizio nei ranghi del 3° reggimento bersaglieri della Brigata “Sassari”. Impegnato nell’ambito di un team di supporto alle forze armate afghane, durante un movimento logistico veniva fatto oggetto di un vile attentato terroristico. Con un gesto eroico si immolava ponendo il proprio corpo a scudo dei rimanenti membri dell’equipaggio, proteggendoli di fatto dalle dirette conseguenze della deflagrazione. La realizzazione del monumento è il frutto della spontanea gara di generosità fra associazioni d’arma, istituzioni e privati cittadini che con tenacia e generosità hanno sostenuto i costi di un’opera a ricordo del coraggio e del valore di un “Eroe normale”. Particolarmente significativa sarà la presenza alla cerimonia dei duecentododici colleghi di corso del maggiore La Rosa i quali si accingono a concludere l’iter formativo avanzato presso la Scuola di Applicazione di Torino.

L’inaugurazione al Complesso militare “Città di Torino”

Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito

Punto di contatto: Tenente Colonnello Marcello Marzani

Via dell’Arsenale, 22 - 10121 TORINO –

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

12791127 924290964334891 2109296698559948526 n

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Al Teatro Savio di Messina da non perdere l' ultima rappresentazione teatrale che la tenacia del brillante attore Mimmo Giuliano ha messo in cantiere.Con questa commedia ( vedasi locandina) ecco l ultimo tassello per i colti giurati, affinché  possano assegnare, dopo le tante rappresentazioni susseguite, l' ambito PREMIO CELI, dedicato al noto attore scomparso Adolfo Celi, ideato da Anna Maria Celi e voluto anche dal figlio Leonardo Celi, in particolare.

SALVATORE SEMINARA

 

IMG 1833- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Mostra Personale del maestro pittore messinese Michele  d'Avenia , da me presentato, qualche anno fa,  in un' eccellente Mostra collegata al festival del Cinema  ed a TaorminaArte, nelle sale del Palazzo dei Congressi, laddove D'Avenia riscosse notevole successo. 

Il maestro, noto in città e non solo, per avere uno suo elegante atelier al centro cittadino e per la sua eccellente padronanza tecnica, da iperrealista,  si presenta con una sua mostra personale che gusteremo domani  giorno 20 alle ore 19.00 .  Il presidente del Teatro Vittorio Emanuele Maurizio Puglisi inaugurerà la mostra, curata da Saverio Pugliatti, dal titolo “Beyond the truth” personale di Michele D’Avenia.

Per il ciclo “R-esistenza d'artista” a cura di Saverio Pugliatti, il Teatro Vittorio Emanuele ospiterà dal 20 aprile all’1 maggio la personale “Beyond the truth” di Michele D'Avenia.

“Beyond the truth” è una ricca raccolta di quadri ad olio e opere grafiche. Il realismo che anima la trattazione delle tante seducenti nature morte come dei non meno voluttuosi nudi femminili, esplica un carattere maturo, consapevole e deciso. Un realismo subito riconoscibile che, fra echi caravaggeschi, conduce la ricerca del ‘vero’ oltre, nella cristallizzazione sublime dell'attimo, nello svelamento fortuito di incoscienti intimità. Il tratto esperto dell’artista rende l’apparenza e la sua descrizione chirurgica, profondamente sostanziale, allusiva, “intrigante”.

 Waiting for freedom, 2010; Il mattino dopo, 2013; La persiana rossa, 2013; Lo specchio, 2013 sonoIMG 1832 pitture antiche – conclude Anna Maria Ruta -, di antica bellezza e perfezione, filtrata attraverso il sapere del passato, con una particolare attenzione all’ossimoro luce-ombra, in cui la luce si conferma anima delle cose, cospargendo di raffinata eleganza e compostezza  l’incrocio dei segni. Una pittura lessicalmente limpida, immersa  in atmosfere trasparenti e chiare, sostenute da una struttura spaziale costruita e delimitata con sicurezza di tagli, in cui a prevalere è l’armonia della composizione e l’estrema pulizia del colore, che tutto illumina».

La mostra, che si concluderà domenica 1 maggio, resterà aperta dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 21:00. Ingresso libero.

BROCHURE BTV 2

 

ANNALISA GUERCIOPalermo - Risalgono a un mese fa gli ultimi casi di Bluetongue in Sicilia, un pericoloso virus che colpisce bovini, ovini e caprini, attraverso punture di insetti. Una malattia che può compromettere la vendita degli animali, provocandone il blocco delle movimentazioni e creando un serio impatto socio-economico per gli allevatori. Gli ultimi focolai sono stati scoperti a marzo nelle province di Catania, Enna, Messina e Siracusa. Ma “non c’è nessun allarme per gli allevatori siciliani, anche se l’attenzione deve essere mantenuta sempre alta – spiega Annalisa Guercio, direttore dell’area Diagnostica virologica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, che stamattina ha tenuto un convegno a Palermo -. La situazione è sotto controllo, grazie a un efficace sistema di sorveglianza messo in atto dal ministero della Salute fin dal 2001”.

Comparsa per la prima volta in Sardegna nel settembre del 2000, la Bluetongue, conosciuta come malattia della “lingua blu”, dal colore della lingua assunto dagli animali colpiti, arriva in Sicilia un mese dopo, a ottobre. Da quel momento in Italia scatta l’allarme e il ministero della Salute introduce per la prima volta, nel 2001, un potente sistema di sorveglianza sierologica: l’intero territorio nazionale viene suddiviso in “celle”, di 20 chilometri per lato, contenente ognuna 58 animali “sentinella”, ovvero animali non vaccinati che vengono controllati mensilmente per verificare l'eventuale circolazione virale, allo scopo di evitare la diffusione dei focolai ed estinguere il virus nel minor tempo possibile. Il virus penetra nei ruminanti mediante la puntura di insetti appartenenti al genere Culicoides, si moltiplica nei linfonodi e si diffonde in tutto l’organismo.

In Sicilia, negli ultimi 15 anni c’è stato un andamento altalenante della malattia. Dal 2004 al 2015 sono stati esaminati più di 226 mila campioni di siero prelevati dai bovini sentinella, di cui quasi tremila sono risultati positivi. I casi più recenti, con la presenza dei sierotipi 1 e 4, si sono verificati a marzo di quest’anno nelle province di Catania, Enna, Messina e Siracusa. Cifre che non devono fare allarmare gli allevatori, perché non ci sono notizie di animali morti, ma che dimostrano come il virus continui a circolare. I sintomi piùSALVATORE SEMINARA frequenti sono febbre, scolo nasale e zoppìa, mentre le lesioni caratteristiche sono ulcere buccali e naso-labiali. La mortalità tra le pecore può essere elevata specie nelle aree precedentemente indenni dal virus. “Il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico nella prevenzione della malattia è fondamentale, perché, attraverso il nostro laboratorio, analizziamo i campioni provenienti da tutti gli allevamenti siciliani, che poi inviamo al centro di referenza nazionale – spiega Giuseppa Purpari, responsabile del laboratorio di analisi -. Anche la Sicilia è stata divisa in celle e grazie a questo metodo siamo in grado di rilevare, nel periodo compreso tra due controlli successivi, la diffusione del virus, riuscendo a raggiungere il 95 per cento di probabilità di scoprire la presenza di animali infetti”.

Il commissario straordinario dell’Istituto, Salvatore Seminara, tranquillizza le aziende zootecniche: “La posizione geografica dell’Italia al centro del bacino del Mediterraneo offre senz’altro condizioni climatiche tali da consentire la moltiplicazione e lo sviluppo dei vettori. In Sicilia, i campioni che sono risultati positivi a marzo non devono far preoccupare – spiega -. Se la situazione rimane così verrà confermata la fiera nazionale dei bovini che si terrà il 29 aprile a Modica, un importante appuntamento in cui verranno esposte le migliori razze di bovini in circolazione”.

 

Ufficio stampa: Giuseppina Varsalona

Liceo Seguenza

 

Il 20 aprile ricorre l'anniversario della strage di 20 bambini ebrei, precedentemente usati come cavie per esperimenti medici e poi barbaramente uccisi nella scuola di Bullenhuser Damn il 20 aprile 1945.

Sarà presente la prof.ssa Teresa Lazzaro, autrice del volume "Venti farfalle", ispirato al tragico evento storico.
Interverranno all'incontro il Prof Sergio Bertolami e la  Prof.ssa  Pina D'Alatri. 

Concluderà i lavori la prof.ssa Pepa Zappardino.

Sarà eseguito inoltre  un intermezzo musicale , "Battito d'ali" ispirato dalla lettura di "Venti farfalle" e composto da Daniela e Stefania La Fauci, che suoneranno al pianoforte accompagnate da Chiara Leo al violino e Francesca Leo al flauto traverso.
L'incontro è aperto al pubblico.

- di Vincenzo Caruso -

Calendario

« Novembre 2024 »
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30