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IMG-20160318-WA0012- di Pietro Runci -

Venerdì mattina, presso la scuola media“Ettore Castronovo” di Bordonaro, gli studenti di numerose scuole della città, hanno partecipato all’incontro con i genitori dell’agente di polizia Antonino Agostino ucciso dalla mafia il 5 agosto del 1989. L’evento è stato organizzato in vista della XXI giornata della memoria per le vittime di mafia, che si terrà il 21 marzo, in tutte le città d’Italia, e che quest’anno, vedrà la città di Messina al centro di questo grande evento voluto da Don Ciotti, il fondatore dell’associazione “Libera”. La manifestazione, che accoglierà 20000 persone per una marcia contro i soprusi e le mafie, partirà da piazza Juvara e attraverserà tutta la città. Durante il racconto del padre dell’agente(con una lunga barba bianca che taglierà solo quando avrà avuto giustizia), i ragazzi, hanno seguito attentamente le sue parole con grande compostezza. Il Sig. Agostino ha descritto gli ultimi momenti di vita del figlio, che sapeva di essere stato già condannato a morte dalla mafia e che sapeva di essere stato tradito dai suoi stessi colleghi. Alla fine del suo intervento,Il padre dell’agente, ha lanciato un monito a tutti i giovani: “non fatevi mai corrompere da nessuno e fate sempre il meglio per aiutare chi ne ha più bisogno”.

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Visita guidata alla riscoperta del Parco delle Madonie, dove arroccati sorgono borghi che raccontano storie di vecchie mura e castelli medioevali, e visitandoli ci si ritrova catapultati in una nuova dimensione, poiche’ hanno conservato intatte le loro radici storiche sia nello stile urbanistico che nelle identita’ locali.

                       

Senso dell’Itinerario/ Come disse Goethe qui vi è l’essenza di tutto..Un tour che ci mostra le mille sfaccettature della nostra Isola, tra mari e monti… piccoli borghi che fanno da cornice a scenari diversi..

Percorrere la costa Tirrenica fino al confine tra le due Citta’ di Messina e Palermo delimitato dal paese di Tusa e immergersi nello scenario cristallino di Finale di Pollina, e proseguire per San Mauro di Castelverde, borgo a piu’ di 1000 mt sul livello del mare da cui si possono ammirare in lontananza le Isole Eolie, per poi scendere giu’ verso il cuore della Sicilia ed arrivare al Parco delle Madonie, cambiare paesaggio e venire catapultati in una nuova atmosfera e altri stili di vita..questa è la Sicilia, uno scenario che muta in pochi km,e dalla costa ci porta a scoprire realta’ montane e borghi medioevali dell’entroterra siculo.

                                    

Finale Di Pollina, è il primo centro abitato della provincia di Palermo che delimita il confine tra i due capoluoghi.Offre un mare pulito perché lontano dai centri abitati, con spiagge bianchissime e acque cristalline.

Prima di raggiungere Finale di Pollina, sulla Strada statale 113 Settentrionale Sicula, una ripida stradina conduce ad una splendida spiaggia. Superando l'abitato, alla foce del fiume Pollina, si trova la spiaggia di ciottoli Costa Turchina.

Oggi Finale di Pollina conta poco più di duemila abitanti; questo numero aumenta considerevolmente durante la stagione estiva: molti villeggianti infatti, vi si stabiliscono per via della singolare posizione geografica che consente di fruire contemporaneamente del mare e della montagna.

Degni di interesse sono: "La Torre del Marchese" è il monumento che caratterizza Finale e Il Cortile della "Villa" dei Ventimiglia, in prossimità del Lungomare Marco.

San Mauro Castelverde sorge in un'area litorale montana, a 1.050 metri sopra il livello del mare, caratteristica che rende San Mauro Castelverde l'unico comune italiano con sede comunale posta ad oltre 1000 metri s.l.m. ad avere sbocco al mare. Il comune, da cui sono visibili le isole Eolie e tutta la catena montuosa delle Madonie, fa parte del Parco delle Madonie, il suo territorio che abbraccia tre province, Palermo, Enna e Messina, degrada tra boschi, uliveti e vigne verso il mare. Il nome San Mauro origina, secondo la tradizione, dal dono di una reliquia del santo fatta agli abitanti da parte di alcuni monaci benedettini, il nome Castelverde fu aggiunto solo nel 1863 e deriva dal nome di un castello situato nelle vicinanze. Numerose le Chiese e i Monumenti sparsi tra le c ampagne, come la Chiesa di Porto Salvo e la misteriosaTomba dû capumastru.

Tra le chiese,da visitare durante il Tour, sparse per tutto il territorio, si hanno quella del collegio di Maria, SanGiacomo, l'ex Chiesa del Santissimo Salvatore, Santa Sofia, Porto Salvo, San Pietro, l'ex Convento deiCappuccini, San Giuseppe, Annunziata (o Santa Maria dei Tracchi), San Nicolò e molte altre ancora, oltre ai moltissimi vicoli e stradine di interesse storico e paesaggistico.. Tra le campagne di San Mauro di Castelverde, nella rocca di San Gregorio, vi è anche una grata piccola edicolare con una impronta di genuflessione su pietra lasciata, secondo la tradizione, da San Gregorio Magno in preghiera.

Escursioni naturalistiche da visitare (Prossimamente)

Al confine del territorio, proseguendo dal bivio di Borrello verso Gangi, si possono visitare le Gole del Fiume Pollina , le cosiddette “Gole di Tiberio”. Risalenti al periodo del Triassico superiore, per le sue valenze geologiche sono state riconosciute dall'UNESCO come uno dei siti Geoparks Network.

Esse si trovano lungo il predetto fiume a 80 m s.l.m. (e a circa 10 km di distanza dal Mar Tirreno) tra i comuni di San Mauro Castelverde, Pollina e Castelbuono, nel Parco delle Madonie. Pur senza riferimenti storici correlati, nella cultura popolare locale si tramanda che il luogo in cui sono poste ( ex feudo della casata dei Ventimiglia, Conti di Geraci Siculo) abbia preso la denominazione di "contrada Tiberio" per il fatto che lì vi fosse una villa d'età romano-imperiale intitolata proprio all'omonimo imperatore, già amante dei luoghi d'acqua.

Per via del continuo flusso d'acqua del fiume, si è leggendariamente creduto che esso fosse legato al mare per via subacquea lungo la zona del "mirìcu" (antico lemma locale stante a significare "ombelico"). In riferimento sempre alla tradizione orale, si narra della presenza di un particolare anfratto, posto all'interno delle insenature rocciose, in cui sarebbe stato conservato un tesoro sottoposto all'incantesimo della "truatùra" un tesoro da anni nascosto appartenuto ai briganti maurini del XIX secolo: pare che essi, infatti, fossero soliti utilizzare le grotte come nascondiglio per mettere al sicuro i frutti delle loro refurtive.

Un enorme masso incastonato tra due pareti del fiume, visibile anche oggi durante una traversata, ne avrebbe poi consentito loro il passaggio su di esso in quanto via di fuga. La caverna, distribuita su tre piani, era probabilmente conosciuta dai locali ma nessuno, per timore dei malviventi, ebbe mai il coraggio di avvicinarvisi..                                        

                                                         Ingresso delle gole di Tiberio

.                  Gangi è uno dei borghi più apprezzati d’Italia: fa parte dei Comuni Gioiello d’Italia,

dei Borghi più belli d’Italia ed è stato premiato come Borgo dei borghi 2014.

Gangi è un antico borgo siciliano in provincia di Palermoai piedi dell’Etna. Il suo panorama è mozzafiato. Arroccato sul Monte Barone, circondato da verdi colline, sorge sulle rovine di un insediamento ellenico. Imboccando una piccola strada ci si ritrova in un autentico borgo medievale, circondato dalle mura. Il centro storico è stato completamente ricostruito nel 1300 a seguito della distruzione avvenuta nel 1299 durante la guerra del Vespro.

Stradine che si inerpicano come gomitoli portano da un cortile all’altro delle case addossate e compatte tra loro a formare un unico abitato fatto di antiche chiese con gli alti campanili, come la Chiesa Madre e di bei palazzi signorili: Palazzo Sgadari, che ospita il Museo Civico, Palazzo Bongiorno che è la sede del Consiglio Comunale. Dallo spettacolare belvedere della piazza del Popolo è possibile ammirare la vallata sottostante e il mantello di tetti, mentre da piazza San Paolo è possibile cogliere il maestoso cono dell’Etna.

Gangi è dominato dal castello che si trova su un picco a più di mille metri di altezza e oggi è di proprietà privata.

L’atmosfera suggestiva del centro storico è lo scenario naturale delle feste tradizionali e degli eventi turistico-culturali, che offrono ai visitatori un’ampia possibilità di godere appieno il buon vivere gangitano.

Il Comune di recente ha lanciato una sfida per riqualificare il borgo. Ha deciso di svendere le case a 1 euro, ma impone, a chi le compra, di restaurarle. L’iniziativa ha già attirato l’interesse non solo degli acquirenti italiani, ma anche degli stranieri.

Le principali chiese sono la Chiesa madre intitolata a San Nicola di Bari, che sorge nella piazza del paese ed è collegata con l'imponente torre detta dei Ventimiglia che, con le sue arcate, fa da vestibolo all'ingresso principale dell'edificio; un tempo però le due strutture erano separate e l'antica torre, oggi campanile della chiesa, svolgeva la funzione di torre civica.

La chiesa Madre sorse nel XIV secolo con lo stesso titolo di S. Nicolò. All'interno della chiesa è possibile ammirare il Giudizio Universale, capolavoro di Giuseppe Salerno (detto lo Zoppo di Gangi) .

Di particolare rilievo è l'Oratorio del SS. Sacramento, affrescato nel Settecento, e la cripta contenente le mummie di alcuni sacerdoti comunemente detta "a fossa di parrini".

Possiamo ammirare ancora il Santuario dello Spirito Santo, l’Abbazia di Gangi Vecchio, la Chiesa di San Giuseppe dei ricchi o di San Paolo, la Chiesa del SS. Salvatore, la Chiesa di San Pietro e della Badia, la Chiesa di S. Maria della catena, e la Chiesa di San Cataldo..e il Convento dei Cappuccini..

            Tour Domenica 10 Aprile 2016…Partenza ore 7,45 circa e ritorno ore 20,30 circa

Partenza Messina Boccetta presso chiesa di san Francesco ( Immacolata)

Ore 9,30 circa Uscita svincolo Tusa (Me) e fermata a Finale di Pollina.. visita alla Torre Marchese e Lungomare, e colazione offerta dall’organizzazione con prodotti tipici locali messinesi..

Ore 10, 15 circa Partenza per San Mauro di Castelverde ed arrivo al Borgo alle 11, 00 circa..

Tour del paese panoramicissimo con visita dei luoghi simboli piu’ importanti..fino alle 12, 45 circa..

Ore 13 circa partenza per trattoria tipica di San Mauro…a base di prodotti tipici..preparati casarecci e prodotti accuratamente locali e freschi..

Ore 15 partenza per Gangi… e visita di una fattoria Zootecnica Agroverde che produce cibo biologico..e alleva suino nero delleMadonie..

Ore 16 circa visita del famoso borgo piu’ Bello d’Italia di Gangi..e tour tra le stradine , i vicoli e le chiese di questo antico Borgo medioevale.. Al termine partenza per Messina e rientro in citta’..

Il Tour di Euro 43,00 comprende

  • Noleggio Pulmann A/R..
  • Colazione con prodotti tipici messinesi offerti a Finale di Pollina
  • Pranzo in Trattoria tipica a San Mauro Castelverde
  • Visita Guidata presso Azienda Biologica Agroverde
  • Polizza Assicurativa a rischio infortuni
  • Guida per escursioni in tutti e tre i percorsi

Non comprende quanto non contemplato nella precedente lista.

Cell. 389/9121152 Presidente Tel. 090/9433748 sede Associazione

ARDIZZONErid

 

 

ANTONIO LIGABUE (1899-1965)

 

Tormenti e incanti

 

Palermo, Palazzo Reale - Sale Duca di Montalto

 

sabato 19 marzo - mercoledì 31 agosto 2016

 

allestimento Ligabue

 

Palermo, 7 marzo 2016 – E’ stata presentata questa mattina presso le Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo la mostra “Antonio Ligabue. Tormenti ed incanti”, dedicata all’artista di Gualtieri, che resterà aperta fino al 31 agosto 2016. Erano presenti il presidente della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone, il direttore generale della Fondazione Federico II Francesco Forgione, il curatore della mostra Sandro Parmiggiani, direttore della Fondazione Museo Antonio Ligabue e Sergio Negri, presidente del comitato scientifico.

L’esposizione è promossa infatti dalla Fondazione Federico II di Palermo e dalla Fondazione Ligabue, con l’organizzazione generale di C.O.R. Creare-organizzare-realizzare.

Attraverso oltre ottanta opere, la mostra propone un excursus storico e critico sull’attualità dell’opera di Ligabue che, seppur incentrata su pochi temi sempre ripetuti e sempre rinnovati, rappresenta ancora oggi una delle figure più interessanti dell’arte del Novecento.

La mostra di Ligabue – afferma il Presidente della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone - è una tappa di fondamentale importanza per la Fondazione Federico II, un ulteriore evento per contribuire alla diffusione della cultura dal fascino internazionale in Sicilia che rappresenta un momento di aggregazione culturale per i visitatori provenienti dalla Sicilia e da tutto il mondo a Palermo. Un’occasione in più in un percorso turistico e di bellezza che attraversa 2500 anni di storia”. Il genio artistico, la folle magia dei colori, l’umanità sofferta e dolente vissuta tra “tormenti e incanti” e fissata con le tinte forti della tavolozza di Antonio Ligabue, si offriranno ai visitatori e ai turisti che sceglieranno Palermo, il suo Palazzo Reale con la Cappella Palatina, da primavera alla fine di agosto del 2016”.

“Si tratta di una mostra ricca – ha detto Francesco Forgione, direttore generale della Fondazione Federico II -, che ripercorre l’intero arco della vita artistica di Ligabue, parallela a una odissea umana che, attraversando due secoli, due Paesi e due guerre, ha sconvolto la sua stessa esistenza”.

Nel percorso espositivo oltre sessanta opere ad olio, cinque sculture in bronzo e una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni. Tra le opere esposte a Palermo anche quattro opere inedite, mai esposte prima, che rappresentano figure di animali: Volpe in fuga col gallo in bocca (1943-44), Cavalli, Leopardo con Antilope e Rapace.

“Antonio Ligabue (1899-1965). Tormenti e incanti” intende fare conoscere i diversi esiti dell’opera dell’artista nel corso della sua lunga attività, che si estende dagli anni Venti fino al 1962, declinati nelle diverse tecniche attraverso le quali Ligabue si è espresso.

La mostra si snoda in tre sezioni che raccontano, in ordine cronologico, la produzione artistica di Antonio Ligabue e che corrispondono ai tre periodi in cui viene suddivisa la sua opera.

“Ancora oggi – afferma il curatore della mostra Sandro Parmiggiani - se si interpellassero le persone comuni su Antonio Ligabue, probabilmente risulterebbe non dico plebiscitaria, ma di gran lunga prevalente, la definizione di “naïf”, magari seguita da quella, su cui pure si sta insistendo da anni, di un artista associabile alle variegate esperienze dell’arte segnata dalla “follia”: termini fuorvianti, che ci allontanano dalla comprensione del nucleo profondo di verità dell’opera di Ligabue”.

“Eppure lui – prosegue Parmiggiani - non può certo essere considerato un artista dimenticato o oscurato nei cinquant’anni trascorsi dalla sua morte: il favore del collezionismo, pur ristretto, è stato costante, e forse ciò ha contribuito a provocare, in chi si occupava del commercio delle sue opere, una caduta di interesse sulla reale comprensione dell’essenza del suo lavoro”.

“Tra le tante mostre di Ligabue che ho avuto modo di curare nel corso della vita – commenta Sergio Negri, presidente del Comitato Scientifico - ricordo con immenso piacere quella promossa nel 1984 dalla Città di Palermo e dal Municipio di Gualtieri (Reggio Emilia) a Villa Palagonia di Bagheria, per il grande successo e la viva risonanza riscontrati in tutta la Sicilia, e non solo. Ora, a distanza di oltre trent’anni, e certamente in una veste scientifica più completa e maggiormente approfondita, grazie anche ad una rigorosa selezione del materiale artistico, sia in senso cronologico che espressivo, viene riproposta l’opera del grande pittore in questa mostra antologica nella prestigiosa cornice del Palazzo Reale di Palermo”.

La prima sezione della mostra comprende le opere realizzate tra il 1928 e il 1939, connotate da una notevole incertezza grafica e coloristica.

L’impianto formale appare semplice, spesso concentrato su di un’unica immagine centrale, con pochi elementi di vegetazione e deboli richiami azzurrognoli sullo sfondo. La fantasia creativa è ancora incerta e il colore è molto tenue e soffuso. Già in questo primo periodo appaiono i due temi fondamentali della sua opera: gli animali, spesso feroci, esotici, ma anche domestici e i celebri autoritratti, nei quali l’artista racconta impietosamente il suo volto, ma con la costante riaffermazione della sua identità, quasi a richiamare l’attenzione sembra dire “guardatemi, sono io, l’artista”

Ligabue studiava accuratamente l’anatomia degli animali che rappresentava, e le loro posture tipiche assunte nelle fasi della caccia o del lavoro, desumendole dall’osservazione diretta o da varie fonti iconografiche poi rielaborate in una forma personale di espressività visionaria. Non mancano in questa prima sezione anche gli altri soggetti tipici della sua produzione, come le scene di vita agreste con gli animali da cortile.

Nella seconda sezione della mostra, che comprende le opere realizzate tra il 1939 e 1952, la connotazione estetica assume valori altamente qualificanti sia nel colore sia nell’elaborazione di forme più complesse. Fra i diversi elementi espressivi della nuova impostazione stilistica il protagonista diventa il colore, caratterizzato da un tonalismo particolarmente caldo e vivido, e impreziosito da una materia molto spessa e brillante. Man mano che si avvicina alla pienezza della sua capacità creativa, esterna in modo sempre più efficace il dramma della sua esistenza, attraverso la configurazione dell’aggressività animale. Per questo, con il passare del tempo, l’artista si affiderà sempre più ai canoni esasperati della forza espressiva e della rigorosità plastica, al fine di evidenziare meglio i sentimenti che da sempre albergano dolorosamente nel suo animo.

La terza sezione della mostra si riferisce alla produzione del decennio 1952 – 1962, anno in cui Ligabue viene colpito da una paresi che lo lascerà invalido sino alla morte, avvenuta nel 1965.

La produzione pittorica degli ultimi dieci anni è senz’altro la più numerosa. In questa ultima fase è riscontrabile una non comune discontinuità del livello qualitativo; a differenza del ciclo precedente in cui oscillazioni di questo tipo avevano solo un carattere episodico. Allo stesso tempo in questo ultimo periodo si assisterà al progressivo incremento di tale genere di produzione negli anni successivi, in modo particolare quando avrà inizio una insolita richiesta di opere, che lo vedrà sottoposto, anche controvoglia, a ritmi di lavoro molto intensi e troppo prolungati. La sua attenzione è pienamente rivolta adesso verso concezioni stilistiche nuove, in cui l’argomento trattato assume centralità assoluta rispetto all’espressione pittorica e allo svolgimento scenico, tanto da far sentire al pittore la necessità di ampliare al massimo le dimensioni del soggetto in primo piano, spesso sottoposto a deformazione figurativa, per caricarlo di una maggiore espressività estetica. Anche per quanto riguarda i colori si assiste a una graduale riduzione della scaletta dei toni, per favorire una più sobria ed efficace visione figurativa.

L’opera di Ligabue nasce dalle condizioni molto dure della sua vita, dall’infanzia segnata dall’abbandono fino ai ripetuti ricoveri negli ospedali psichiatrici e dalla conseguente emarginazione di cui fu oggetto sempre.

www.ligabueapalermo.it

https://www.facebook.com/www.antonioligabueapalermo.it/.

ORARI

Lunedì/Sabato dalle ore 8.15 alle ore 17.40 (ultimo biglietto ore 17.00)

Domenica e festivi dalle ore 8.15 alle ore 13.00 (ultimo biglietto ore 12.15)

Sabato, domenica e festivi la mostra Ligabue resterà aperta fino alle ore 21.00 (ultimo biglietto ore 20.00)

Ingresso solo mostra Ligabue                                               € 6,00

Ridotto per ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni                        € 3,00

COSTO BIGLIETTI

Ingresso Cappella Palatina, Appartamenti Reali e mostra Ligabue

Da venerdì a lunedì e festivi e in tutti i giorni nei quali gli Appartamenti Reali sono visitabili:

intero € 12,00                  ridotto € 10,00

Ingresso Cappella Palatina e mostra Ligabue

Da martedì a giovedì e in tutti i giorni nei quali gli Appartamenti Reali non sono visitabili:

intero € 10,00                 ridotto € 8,00

Hanno diritto al biglietto ridotto gli insegnanti di ruolo e i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

 

 

 

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Capo Granitola (Trapani). Le acciughe sotto sale, con il marchio Il Mare in barrique, conservate in botti di legno di castagno, secondo le antiche tradizioni dei maestri bottai di Sciacca, vengono riconosciute in Gazzetta come un prodotto agroalimentare tradizionale della Regione siciliana. Il nuovo brand è stato creato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, in collaborazione con le aziende del Distretto produttivo della Pesca e l’Iamc-Cnr, nell’ambito del progetto “Nuove rotte Blue Economy”, della programmazione comunitaria 2007-2013.

Il marchio verrà presentato all’interno dell’evento “Cambio il mondo con la scienza: sono protagonista”,una giornata di orientamento destinata agli studenti del quarto anno dei licei siciliani, che si terrà:

domani, 19 marzo

alle 11

nella sede del CNR

a Capo Granitola

via del mare, 3

Torretta Granitola (TP)

muricello

Il 19 e 20 marzo p.v. presso il Mercato Muricello, Largo La Corte Cailler, 98121, Messina, si terrà un’esposizione fotografica sulle tradizioni della Pasqua Messinese.

Grazie al nulla osta concesso dall’Assessore Patrizia Panarello, dell’Assessore A. M. Perna, del Dirigente Servizi alle Imprese Dott. C. Giardina, e il Dir. di Sezione Dott. S. Mastroianni, l’evento sarà a cura dell’arch. Alessandra Brancatelli e della Dott.ssa Mariana Carbone con la collaborazione di tutti gli operatori commerciali.

 

Con l’occasione dell’arrivo della Primavera L 'Arch. Alessandra Brancatelli e Dott.ssa Mariana Carbone VI INVITANO  a visitare il Mercato che per l’occasione sarà avvolto da colore e festa.

 

 

 

 

 

bertolaso-berlusconi-salvini-meloni

 

E’ ormai abbastanza chiaro che sulle spalle dei romani Salvini sta giocando una indecente partita per affermare che ormai il Cav va considerato fuorigioco e non deve più assolvere al ruolo di federatore del centrodestra perché è lui il nuovo leader che può fare e disfare come meglio gli aggrada le scelte elettorali. Si ripete quindi la storia, già vista e rivista in questi anni, di chi pensa che bastino i sondaggi, spesso gonfiati, per riuscire a costruire un vero leader e il riconoscimento da parte di un popolo di moderati che non ama né gli estremismi politici, né le scelte suicide che, purtroppo, provocano danni aldilà dei singoli protagonisti.

Cos’è che ha determinato il dietrofront rispetto a un percorso che sembrava avviato, non solo, alla ricostruzione del fronte moderato ma, addirittura buttava le basi per liquidare il pifferaio magico fiorentino riconquistando la guida del Paese? C’è una sola risposta: la paura che la vittoria alle amministrative potesse rilanciare la leadership del Cav. e in questa direzione son bastati i sondaggi positivi, dopo la scelta di Bertolaso, che hanno fatto decidere che era meglio rompere gli indugi, forzare la mano, anche a costo di rompere, di conseguenza, la stessa alleanza di centrodestra che stava ricostruendosi.

Quel che ha fatto scattare l’operazione anti Cav, tramite il no a Bertolaso, sono state le prime settimane di campagna elettorale del fuoriclasse mr. Emergenze, che hanno impaurito il Salvini della Lega, perché a Roma, a differenza di Milano, il successo del candidato di cdx sarebbe stato più addebitabile a Berlusconi che ad altri. Ciò avrebbe riportato, indiscutibilmente, il Cav al centro dello scenario politico con tutto ciò che questo avrebbe comportato. La dimostrazione sta tutta nelle gazebarie che hanno visto il popolo moderato, finalmente, uscire allo scoperto e andare a incoronare Bertolaso candidato a Sindaco.

Ma il Segretario della Lega, condizionato dalla voglia di diventare l’indiscusso leader dell’alleanza, non si è dato per vinto ed ha continuato la sua azione per logorare la candidatura di Bertolaso puntando nella peggiore delle ipotesi alla sua sconfitta, e nella migliore alla sua rinuncia che avrebbe dimostrato che il Cav come leader non è più tale. Ammantare questa scelta suicida con la volontà di ricercare il miglior candidato possibile per Roma puzzava, e puzza terribilmente, di falso. A lui non interessa per nulla né Roma, né altre città, ma solo il suo smisurato io.

Su questa percorso ha coinvolto anche la Meloni che, come classico agnello sacrificale, dopo le polemiche che son seguite, sarà destinata a sicura sconfitta. In questa operazione, infatti, la Meloni, più sensibile alla parola data sul candidato concordato e restia a passare per l’ennesima traditrice, ha alla fine ceduto al disegno di Salvini, convinta che un suo appello avrebbe fatto cambiare idea a Berlusconi e soprattutto a Bertolaso. Salvini non ha badato a sacrificare il futuro di Roma pur di non rimettere in corsa il Cavaliere, e l’ex Ministra si è fatta coinvolgere pienamente facendosi dettare le mosse e facendo ridere con le frasi rivolte a Bertolaso “di non farsi strumentalizzare” e che “nessun uomo può dire ad una donna cosa deve fare”. Sembrava chiaramente che parlasse di se stessa.

Forte del successo (sic!), e non contento dei problemi creati al centrodestra ed ai romani, il Salvini apre altri fronti mettendo in discussione, come fatto a Roma, la scelta concordata a Torino con Osvaldo Napoli. Il Salvini, senza alcuna vergogna, dichiara che Napoli "È un'ottima persona, ma non so se è il candidato migliore". E’ stato subito chiaro che non era il migliore e a stretto giro di posta si è accodata la Meloni (quella che non si fa dire da nessun uomo cosa deve fare).

                                                                                  - di Giovanni ALVARO -

(foto da Internet)

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Sarà presentata domani alle 11 nella Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale a Palermo, Antonio Ligabue “Tormenti e incanti”, la mostra dedicata all’artista visionario di Gualtieri. L’esposizione, promossa dalla Fondazione Federico II di Palermo e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri, è curata da Sandro Parmiggiani, direttore della Fondazione e da Sergio Negri, presidente del comitato scientifico.La rassegna punta a ricostruire, in modo dettagliato e scientifico, l’intero percorso creativo dell’artista segnato dalla triste odissea esistenziale; ma si pone l’ambizioso obiettivo di riscriverne la natura, gli intenti e gli esiti, troppo spesso facilmente identificabili sotto la definizione di naif.
Interverranno il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Giovanni Ardizzone; il direttore generale della Fondazione Federico II, Francesco Forgione; la presidente della Fondazione Museo Antonio Ligabue, Livia Bianchi e il direttore, Sandro Parmiggiani; il presidente del comitato scientifico della medesima fondazione, Sergio Negri; il presidente della Cor, Creare-organizzare-realizzare, Alessandro Nicosia.
Nel percorso espositivo oltre sessanta opere ad olio, cinque sculture in bronzo e una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni. Tra le opere esposte a Palermo anche quattro opere inedite, mai esposte prima, che rappresentano figure di animali: Volpe in fuga col gallo in bocca (1943-44), Cavalli, Leopardo con Antilope e Rapace.Sempre domani, alle ore 18, si svolgerà l’inaugurazione ufficiale. 
 

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