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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

musiche di G. Sgambati e A. Dvorak

Francesco Attardi, direttore

Orchestra Teatro Vittorio Emanuele

produzione E.A.R. Teatro di Messina

Programma
Giovanni Sgambati (Roma, 1841-1914)
Sinfonia n. 3 ‘Epitalamio’ (revisione critica di F. Attardi e L. Casati)

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Prima assoluta moderna

Antonin Dvorak
Sinfonia n. 9 in mi minore ‘Dal nuovo Mondo’ op. 9

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FRANCESCO ATTARDI
Ha studiato Pianoforte, Composizione e Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano, ottenendo la Laurea accademica in Direzione d’Orchestra con il massimo dei voti. Ha inoltre conseguito la Laurea in musicologia presso l’Università di Bologna (DAMS) e si è perfezionato in Direzione d’orchestra con Pierre Dervaux all’Accadémie Internationale di Nice (Francia) e con Leopold Hager al Mozarteum di Salisburgo, ed è stato assistente di Romano Gandolfi al Gran Teatro del Liceo di Barcelona e di Giuseppe Patanè alla Staatsoper di Monaco di Baviera. In quest’ultimo teatro ha anche approfondito il repertorio mozartiano e tedesco (Wagner e R. Strauss) con Wolfgang Sawallisch. Di madre americana, ha anche studiato negli USA presso la Aspen Music School; recentemente è tornato negli Stati Uniti per dirigere il Magnificat Day Concert (Ottobre 2018) con la Philarmonia Orchestra of New York e il New Jersey College Choir nello storico Kings Theatre di Brooklyn, concerto teletrasmesso da EWTN Channel che ha avuto oltre tre milioni di ascoltatori. Nel febbraio 2020 ha guidato la Denver Philarmonic (Colorado) in un programma che comprendeva la Sinfonia Patetica di Tchaikovsky e i Quadri di un’esposizione di Mussorgsky nell’orchestrazione di M. Ravel. Svariate le orchestre che ha guidato in Italia e all’estero in tournées che hanno toccato il Giappone, con la Kyushu Symphony Orchestra, gli Stati Uniti con la Aspen Symphony Orchestra, il Messico con l’Orchestra Sinfonica di Guadalajara e la Sinfonica di Guanajato, la Francia (Orchestra Sinfonica di Nizza), la Repubblica Cèca con la Bohemian Symphony Orchestra, il Coro di Radio Praga e la prestigiosa Orchestra da Camera di Praga; la Spagna con l’Orchestra del Teatro del Liceu e l’Italia con l’Orchestra Verdi di Milano, i Pomeriggi Musicali, il Teatro Massimo Bellini di Catania, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, la Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra da Camera di Mantova. Nel 2000-2002 è stato direttore ospite dell’Orchestra Cantelli di Milano. Dal 2000 al 2003 ha avuto l’incarico come Direttore artistico della “Settimana di Musica Sacra” di Monreale e diretto programmi che hanno spaziato dalle messe di Haydn alla musica sacra di Franz Liszt (Christus). Nel 2010 si è esibito in Germania con la Jaener Philarmonie in musiche di Bruckner, Wagner and Shostakovich e nell’estate del 2011 ha diretto il Requiem di Verdi al Teatro Antico di Taormina per il Festival ‘Taormina Arte’. Nel 2011 – 2012 ha effettuato vari concerti per ‘Palermo Classica’ con pianisti del calibro di Bruno Canino, Huseyn Sermet, Paul Badura-Skoda, Valentina Lisitsa, Martina Filjak e sempre a Palermo un acclamato Concerto di Capodanno (2012) col soprano Desirée Rancatore. Fra le ultime performances una serie di opere come il Don Giovanni mozartiano e il Don Pasquale di Donizetti al Castello Sforzesco di Milano; Traviata e Rigoletto in Germania e Svizzera (Schaffhausen, Friedrichshafen, Lugano); La vedova allegra al Teatro Dal Verme di Milano e Bohème e Madame Butterfly al Gran Teatro Nacional di L’Avana (Cuba). Per meriti artistici gli è stato conferito a Roma il Premio “Antonello da Messina”. Nel 2012 e 2013 ha diretto i giovani cantanti premiati durante i corsi internazionali di formazione tenuti da Edda Moser e Renato Bruson. Francesco Attardi ha al suo attivo molteplici libri e pubblicazioni, come ad esempio Leadership trasparente: Direzione d’Orchestra e Management d’Azienda (FrancoAngeli ed. 2004) e Viaggio intorno al Flauto magico (LIM ed.2006), lo studio più completo sull’argomento pubblicato in Italia; ha inoltre dedicato i suoi studi alla riscoperta del grande patrimonio sinfonico-strumentale italiano e in specie alla figura di Giovanni Sgambati (Roma 1841-1914), il più importante allievo di Liszt, e padre della musica sinfonica italiana. In particolare ha ricostruito la Seconda Sinfonia in Mi bemolle di Sgambati, capolavoro del sinfonismo italiano, che ha diretto con l’Orchestra Verdi di Milano nel 2014 ed inciso in un CD Amadeus. Sinfonia che ha inoltre fatto conoscere in concerti sinfonici con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania e l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Il ‘Progetto Sgambati’ è continuato con la recente pubblicazione (2020) della Terza Sinfonia detta ‘Epitalamio’ di Sgambati per l’editore Suvini Zerboni e che verrà eseguita in prima moderna, nel gennaio 2022 al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Recentemente ha avuto l’incarico dall’editore Rugginenti – Volontè di scrivere una approfondita monografia su tutta l’opera sinfonica di Ottorino Respighi, che sarà il punto di partenza per un rilancio della musica strumentale italiana in Italia e negli Stati Uniti, dove Francesco Attardi è particolarmente apprezzato come direttore e studioso.

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Teatro Vittorio Emanuele:
Domenica 16 gennaio  

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Gli eventi culturali e di spettacolo non si fermano al Teatro Vittorio Emanuele, pur nel massimo rispetto della normativa anti Covid. Infatti, un altro interessante appuntamento da non perdere, è  fissato per le ore 18:00 di sabato 15 gennaio, nel nuovo spazio espositivo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro”, curato da Giuseppe La Motta, verrà inaugurata la mostra “ARTISTI dello STRETTO”, collettiva degli artisti calabresi Nuccio Bolignano, Gennaro Carresi, Enrico Meo, Demetrio Scopelliti e dei messinesi Nino Bruneo, Nino Cannistraci, Dora Casuscelli e Katia Lupò, con i testi di Anna Maimone.
All’inaugurazione sarà presente il presidente Orazio Miloro, il sovrintendente Gianfranco Scoglio ed il musicista al fagotto, artista  di fama internazionale Antonino Cicero che accoglierà i visitatori nelle sale espositive, con una performance musicale.
In una poesia degli anni ’70, nella raccolta L’aria secca di fuoco Bartolo Cattafi si chiedeva. Quant’è largo lo Stretto e con ironia si interrogava su come misurarlo. Dipende dai momenti e dalle stagioni dell’anno e della storia. In estate, quando ci si immerge nelle sue acque gelide e ci sono giovani che si cimentano nella traversata a nuoto, le due sponde sembrano vicine. Per non dire di quando nelle mattine caldo umide d’estate per un effetto di rifrazione molto simile al miraggio si può vedere la costa di fronte ravvicinata, spesso riconoscibile nei minimi dettagli: l’incanto di Morgana.
Molto meno vicine le due coste ci appaiono quando il mare si alza agitato dal vento di scirocco o ancora se i mezzi che abitualmente ci trasportano da una parte all’altra vengono meno alla loro funzione di pancia portatrice confortevole e rassicurante.
La pendolarità tra le città dello Stretto è assai diffusa e in genere i viaggiatori amano i minuti del traghettamento: l’odore del mare, gli spruzzi d’acqua salata, il raro, ma possibile avvistamento di delfini e (perché no?) di un capodoglio; emozione da non raccontare a nessuno, a meno di poterlo testimoniare con una foto.
Omero e Virgilio, nel loro racconto, attingevano a precise conoscenze sulla navigazione che, tramandate oralmente, costituivano una guida per i naviganti, al pari dei moderni portolani.
A creare o annullare le distanze intervengono anche le ragioni della storia. Le due città dello Stretto, hanno alle spalle storia e realtà molto diverse, anche se spesso si sono trovate a vivere vicende e interessi comuni. Basti pensare alla tragica esperienza del terremoto e alla complessità delle problematiche della ricostruzione, ma anche alla straordinaria fusione dovuta al giornaliero passaggio di lavoratori, studenti, professori, artisti, per frequentare l’Accademia di Belle Arti a Reggio e l’Università a Messina, e in tempi più recenti, le nuove facoltà reggine.
La distanza non dipende allora da quanto è largo lo Stretto, ma da quanto sappiamo mantenere vivi i nostri orizzonti culturali. Per una generazione che ha educato i propri figli all’Europa e al mondo si tratta di costruire un ponte ideale, che se non è sufficiente a colmare un vuoto valga almeno a farne percepire il senso.
Se degli artisti più che maturi si riuniscono in un progetto che pone al centro lo Stretto e la vita e la memoria delle due sponde è per confermare che la cultura e lo spirito critico non possono che condannare il particolarismo in tutte le sue forme.
L’arte è da sempre, scrive Argan, un lavoro manuale trasposto in comunicazione concettuale. Compito degli artisti è, indipendentemente dagli strumenti, dare vita a delle esperienze capaci di cogliere la complessità e le istanze del nostro momento. Cambieranno le tecniche, gli strumenti, il modo di esprimersi e dominare gli strumenti. La sfida rimane quella di sempre: dare corpo e visibilità alla propria capacità a perseguire il Bello.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, dal 15 al 26 gennaio 2022 nelle fasce orarie 10/12:30 – 16/18:40.

L’inaugurazione e lo svolgimento della mostra avverrà nel pieno rispetto delle normative Covid 19 con ingresso consentito solo ai soggetti muniti di Green Pass rafforzato giusta D.L. 26 novembre 2021, n. 172 e mascherina FFP2.

“Artisti dello Stretto” collettiva di artisti calabresi e messinesi sezione arti vidive 2021 2022
Teatro Vittorio Emanuele, via Garibaldi – Messina
Dal 15 al 26 gennaio 2022
Inaugurazione, sabato 15 gennaio 2022, ore 18:00

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Attore, allievo del brillante grande del Cinema il regista Luchino Visconti, il messinese Nico Zancle, regista ha dato molto al suo territorio  al suo Stretto di Messina,  con il suo film del 2004 che esalta il fascino del mare e non solo. Non dimentichiamo i figli della nostra Terra di Sicilia, brillanti e valenti come Nico Zancle che ha preferito restare  nella sua amata Sicilia che lo stima ma  non lo ha consacrato con gli allori dovuti di maestro del Cinema.

Girato anche a Messina ed in Calabria

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Grande attesa il 7 febbraio, distribuito da Bendico, 'Gli anni belli', commedia, per l'esordiente regista Lorenzo d'Amico De Carvalho, protagonisti Maria Grazia Cucinotta, Ninni Bruschetta e Romana Maggiora Vergano. Il film è interpretato anche da Ana Padrão, Stefano Viali, Gianvincenzo Pugliese, Francesca Ziggiotti, Gabriele Stella, Luca Attadia, Alexia Turchi, Riccardo Maria Manera, Giorgia Spinelli, Costantino Comito, con Riccardo Sinibaldi, Beniamino Marcone e Rosalia Porcaro e vede la partecipazione straordinaria di Paola Lavini e di Bebo Storti.

Il film è una co-produzione internazionale Italia/Portogallo/Serbia realizzata da Bendico con RAI Cinema, Hora Mágica, e Art & Popcorn, in collaborazione con RTP – Rádio e Televisão de Portugal, ed è prodotto da Isabel Chaves, Miroslav Mogorović, Silvia D'Amico Bendicò, Osvaldo Menegaz, e Lorenzo d'Amico De Carvalho. Realizzato con il supporto del fondo europeo MEDIA, 'Gli anni belli' è stato prodotto grazie al sostegno dell’ Opere Prime e Seconde del MIC, del Fondo Lazio Cinema International, della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l'audiovisivo, con il contributo della Regione Calabria – Film Commission Calabria, e con il co-finanziamento della Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo e della Sicilia Film Commission. Sceneggiato dal regista con Anne-Rita Ciccone, si avvale della direzione della fotografia di Osama Abouelkhair, delle musiche di Nuno Maló, delle scene di Maria Rita Cassarino, dell'arredamento di Elio Luciano, dei costumi di Andrea Sorrentino (A.S.C.), del montaggio dello stesso regista con la supervisione di Mauro Rossi e del suono di Guido Spizzico.

Sinossi
Estate, 1994. Un nuovo governo è da poco salito al potere ed Elena (Romana Maggiora Vergano), 17 anni, amante dei Nirvana e pasionaria in erba non vede l’ora di farlo cadere. Purtroppo per lei i suoi genitori hanno altri programmi. Il padre (Ninni Bruschetta), burbero insegnante di greco, e la madre (Maria Grazia Cucinotta), paziente mediatrice, si trascinano una consuetudine dagli anni Settanta: saltare in macchina e recarsi sempre nello stesso identico campeggio. Quest’anno, però, li aspetta una sorpresa: c’è un nuovo direttore in città e ha cambiato tutto, a cominciare dal nome. Il nuovo sta avanzando, e il “Bella Italia” intende essere il nuovo fatto vacanza. Elena approda al “Bella Italia” rassegnata a un'estate infernale, ma non ha fatto i conti con l'arrivo a sorpresa di un gruppo di ventenni (ai suoi occhi grandi e fichissimi) e soprattutto con l'apparizione angelica di André, diciottenne italo-francese bello quasi più di Kurt Cobain. Sullo sfondo di un'Italia che, non lo sa, ma sta cambiando tanto anche lei, Elena si appresta a vivere l'estate più esaltante di sempre, tra rivoluzioni, lacrime di sofferenze d'amore adolescenziale che si affogano in enormi gelati, falò al mare, giochi in spiaggia, sorprese, rivelazioni e trombe marine. Se è vero che la vita si può riassumere in dieci estati fondamentali, questa di Elena è l'estate degli Anni Belli, quelli che non si dimenticano mai.


Fermate inizialmente dalla pandemia da Covid-19 nel maggio 2020, le riprese si sono svolte fra la fine di agosto e l'inizio di ottobre dello stesso anno, nei territori della regione Lazio (comuni di Roma, Vitorchiano, Fiumicino, e Terracina), della regione Calabria (Catanzaro), e della regione Sicilia (Messina).

Gli anni bellidichiara il regista Lorenzo d'Amico De Carvalho - è il racconto di formazione di una generazione, la mia, in cerca di Rivoluzione in un mondo dove ci veniva detto che la Storia era ormai finita. Nati in una società super-privilegiata, la fine della guerra fredda e il procedere dell'integrazione europea ci promettevano un futuro di pace, libertà, ed eterna crescita economica. Un mondo perfetto, contro il quale sentivamo comunque l'urgenza di ribellarci. Il modo migliore di affrontare questo tema era la commedia. Abbiamo scelto un anno specifico, quel 1994 dove il Paese sembrava sul punto di spiccare il volo verso una nuova vita, una sorta di nuova adolescenza della nostra comunità nazionale, che nel aver fatto piazza pulita della vecchia classe politica pensava di essersi lasciata per sempre alle spalle la stagione buia della corruzione e dell'estremismo politico, e guardava al futuro con entusiasmo, pur rimanendo profondamente divisa al suo interno. Abbiamo infine aggiunto il mare, i mondiali, una crisi familiare, l'amicizia, e l'amore, e cercato di ricatturare il sapore dell'estate, di quella estate della vita di cui ognuno conserva per sempre nel cuore il ricordo”.


IL REGISTA - LORENZO D'AMICO DE CARVALHO

Si forma lavorando come assistente in cinema e teatro al fianco di numerosi autori quali Giuliano Montaldo, Cristina Comencini, Alessandro D'Alatri, Daniele Luchetti, Enrico Vanzina e Marco Tullio Giordana. Giovanissimo approda alla regia teatrale (A bright room called day di Tony Kushner - 53° Festival dei Due Mondi, Spoleto), e di lirica (Tosca prodotto da Fondazione Festival Pucciniano, Savonlinnan Ooperajuhlat, Savonlinna, Finland). Lavora negli anni come sceneggiatore (I'm endless like the space - 74° Mostra d'arte Cinematografica di Venezia – Giornate degli Autori), e documentarista (The Rossellinis co-diretto con Alessandro Rossellini, candidato al David di Donatello 2021; Rua do Prior 41 18° Biografilm Festival). Gli anni belli è il suo esordio nel lungometraggio di finzione.

Durata: 100'
Distribuzione: Bendico
Uscita: 7 febbraio 2022

- di Maria Vadalà -

“Rime Peloritane” è una corposa silloge poetica di Antonio Cattino, IX volume della collana “Florilegio” a cura di Maria Grazia Genovese, recentemente presentata presso la Biblioteca regionale universitaria “Giacomo Longo” di Messina. Il Prof. Giuseppe Rando nell’introduzione ha definito Cattino “un poeta autentico, che della poesia fa lo strumento espressivo privilegiato per dare vita ai sentimenti, ai sogni…”. Il poeta messinese è vice presidente dell’Associazione Cenacolo Culturale Hortus Animae, ha al suo attivo molte pubblicazioni che hanno ricevuto lusinghieri riconoscimenti dalla critica. La raccolta di liriche è divisa in sei parti, nella prima “Fra amore e amicizia” l’autore manifesta una profonda riflessione interiore, sembra un colloquio dell’anima con se stessa alla ricerca di un quid non ben definito “…L’amore è respiro d’anima, vive del sogno come d’aria la vita”. La struttura dei versi è sostenuta dalla ricerca accurata delle espressioni che enfatizzano i valori fonici delle parole e le suggestioni intime. L’artista volge il suo pensiero al tema dell’amore e dell’affetto, così affiorano malinconici tanti momenti dell’infanzia e della giovinezza ormai lontana. La seconda sezione focalizza “Il doloroso cammino della civiltà” varie sono le tematiche sociali trattate: le foibe, la shoah, la violenza sulle donne e sui bambini, gli sbarchi dei migranti “Se c’è quel Dio che il tuo cuore agogna, oh uomo che rincorri ogni speranza per uscire dalla solitudine infernale…sicuramente è lì, a Lampedusa…” e nell’immenso mare di queste tragedie vagano i dubbi religiosi del poeta. Nella terza sezione “Il tempo del Coronavirus” sono presentate le nostre odierne solitudini forzate dal lockdown, che purtroppo dobbiamo ancora subire per un tempo indefinito nella speranza che “il male che tanta morte ha seminato si diradi; che l’umanità ritrovi il senso della pace”. Nella quarta sezione “Fra Terra e Cielo, nel tempio del Tempo” il poeta volge lo sguardo all’immenso manto celeste, cercando invano risposte ai tanti dubbi che assillano il suo animo “Questo cielo grigio, denso, pesate, brumoso…mentre io cerco il sole che asciughi il dolore…”. Nella quinta sezione “Rime sparse, giorni e tempi” le liriche evocano voci segrete e remote che rivelano una mestizia che talvolta si trasforma in angoscia. Drammaticamente è vissuto l’inesorabile trascorrere del tempo che continua il suo cammino senza indugi “Lo scorrere del Tempo, lento, implacabile testardo…mentre i giorni vanno nel camino di un freddo fuoco che l’anima consuma”. Il senso della caducità della vita ed il dolore che nasce dalla fragilità delle illusioni enfatizzano la tristezza dell’animo. La voce del Tempo non rappresenta più il tempo reale, ma si trasforma in una forza misteriosa che spinge l’artista ad abbandonarsi in un’atmosfera surreale “Il mio grido scivola veloce sul mare increspato, verso l’orizzonte che turbato si ritrae e mi ritorna in gola, quel grido, grave fardello di giorni perduti”. Nell’ultima sezione “Messina, il Peloro e lo Stretto” la bellezza della città si staglia nitida nei versi che rappresentano l’inno d’amore del poeta “… guardo incantato i vari rosa del cielo, le nubi infuocate, il fuoco del mare calmo dello Stretto, che nasconde arcani misteri... mi confondi e mi togli il respiro…”. Purtroppo non si possono dimenticare le terribili immagini del terremoto, la tristezza per le tante famiglie costrette ad emigrare “Banchine del porto stracolme…abbracci che sanno di sale bagnato da lacrime amare…Cesoia di vite, distacco, ancora l’America chiede un nuovo tributo di vite”. Le tante amarezze e le delusioni, però, non potranno mai cancellare il fascino e l’incanto di questa città ed il poeta porterà sempre nel cuore i suoi versi che sgorgano spontanei incisi “su carte intrise di scirocco e di zagara odorose, scritte con gli inchiostri dell’anima”.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

PARIGI. Le staue della nota Cattedrale di Saint Denis sfregiate con una sbarra di ferro dai vandali. Non è  la prima volta che accada. Le statue di Saint Denis Santa Genoveffa e Sant' Antonio sfregiate così come sono state danneggiate le vetrine contenenti oggetti sacri, all' interno della Basilica.

Nei prossimi giorni, si dovrebbe svolgere  una Messa, in memoria del re Luigi XVI, cerimonia organizzata dalle  Associazioni  monarchiche.

Inaudito il gesto che, a turno, di chiesa in chiesa, si ripete nelle basiliche francesi, ogni settimana.

A MontMartre, a fianco del Sacre Coeur, una setta demoniaca ha installato, di fronte  al convento, il loro dio, un altarino dark, nel tentativo di esorcizzare il potere di quel luogo sacro. Gesti inauditi che esprimono una totale mancanza di rispetto per i valori della libertà  di pensiero e di confessione  religiosa. Da qualche anno, la Francia subisce questi atti vandalici, senza poterli arginare.

J'ai appris avec tristesse et consternation la vandalisation de la basilique Saint Denis, au sein de laquelle mes ancêtres reposent. 

Les statues de Saint Denis, Sainte Geneviève et Saint Antoine ont été brisées avec une barre de fer ainsi que de nombreuses vitrines contenant des objets sacrés. 

Ce sont à la fois le Saint protecteur du Royaume de France, la Sainte Patronne de la ville de Paris et le Saint Patron des causes perdues qui sont profanés. C'est ainsi la France en tant que fille aînée de l'Eglise et toute son histoire qui sont abîmées et blessées. Il est dramatique que de tels saccages détruisent notre patrimoine, parfois irrémédiablement. 

Ce qui arrive aujourd'hui à St Denis se produit presque toutes les semaines dans les églises en France. Cela est inacceptable et il faut que ces lieux de foi soient mieux protégés.

- La redazione -

9.1.2022 –Riceviamo un Comunicato dalla ConfCommercio: Confcommercio Messina saluta con soddisfazione il provvedimento anticipato questa sera dalla giunta straordinaria presieduta dal sindaco De Luca, nell’ambito della quale l’amministrazione ha deciso l’esenzione per l’anno 2022 per tutte le imprese del pubblico esercizio dal pagamento della COSAP e COSAP MERCATI. “Da tempo – afferma il presidente Carmelo Picciotto - ci battiamo per il rinnovo degli aiuti ai settori più colpiti dalla pandemia, tra i quali anche la ristorazione. Siamo molto soddisfatti del provvedimento. Una misura che di fatto anticipa un impegno già portato avanti da mesi a livello nazionale da Confcommercio, con la Segreteria impegnata in prima linea per far passare la misura in finanziaria. La giunta De Luca e l’assessore competente al ramo Dafne Musolino – prosegue Picciotto - hanno segnato un ulteriore passo di prossimità verso gli imprenditori messinesi e in particolare di quegli imprenditori che costituiscono il primo settore per produttività nella nostra realtà, quello dei pubblici esercizi, ristoranti, bar e affini. Adesso è necessario sedersi intorno a un tavolo e valutare ulteriori iniziative che possano venire incontro al tessuto produttivo della città. per questo – conclude il presidente di Confcommercio Messina - chiederemo un confronto con l’amministrazione e le altre associazioni di categoria.”



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