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- di Giovanni ALVARO -

Meglio tardi che mai. Viene spontaneo commentare così quanto pubblicato nel libro di memorie dell’ex Direttore del Comitato Norvegese per il Nobel per la Pace, Geir Lundestad, che nel 2009 si batté per farlo assegnare a Barack Obama ad appena un anno dalla sua elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America. Oggi è semplicemente pentito e considera quella scelta un grave errore e aggiunge che molti sostenitori di quella scelta la pensano come lui.

A leggere oggi la motivazione ufficiale che ha accompagnato l’assegnazione del Premio ad Obama vien da ridere perché è giustificata dal “suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente”, motivazione che cozza con quanto è successo successivamente. Si è, infatti, sottoscritto un accordo con l’Iran sul nucleare che rischia di far proliferare i paesi che saranno spinti a rifornirsi di armi atomiche; si è operato con la messinscena delle “primavere arabe” per ottenere regimi e governi meno autonomi anche nelle scelte commerciali; e, cosa ancor più grave, si è riaperto il capitolo della guerra fredda avviando un processo di ripresa della corsa agli armamenti.

Come sembrano lontani i tempi degli accordi di Pratica di Mare quando Bush e Putin, pur non avendo avuto il Nobel per la Pace, hanno realizzato accordi impensabili e fatto cadere gli inutili steccati ancora esistenti tra l’Occidente e la Russia moderna. Tutto il contrario di quanto è stato fatto da chi, avendo avuto cucito addosso un vestito da ‘pacifista’, che le lobby internazionali della sinistra riescono sempre a realizzare velocemente, si è mosso impacciato sullo scenario internazionale dando l’impressione d’essere soprattutto impegnato a difendere l’apparire del suo incredibile Premio Nobel. Si è quindi distinto a tirare il sasso nascondendo la mano, ed ha follemente intrapreso a ‘giocare’ coi terroristi tagliagole convinto di poterli ‘domare’ facilmente quando e come voleva.

Solo che la rottura degli equilibri, nel Nord Africa, ha determinato scenari nuovi e inediti che il ‘pacifista’ Obama e il bombardatore Sarkosy, con il loro inconsistente ruolo politico, non riuscivano minimamente a immaginare. Aver liquidato l’ordine esistente che, nel bene e nel male, reggeva i singoli paesi, è stato un errore strategico di enorme portata, che ha aperto le porte alle forze fondamentaliste ed ha realizzato la quadratura del cerchio con il dilagare del terrorismo islamico e le migrazioni bibliche che stanno conoscendo, oltre all’Italia, anche le altre nazioni europee.

L’aver, quindi, finanziato, armato e sostenuto ogni gruppo di ribelli, in ogni paese, nordafricano e mediorientale, anche se ufficialmente senza sporcarsi direttamente le mani, non autorizza il Nobel Obama ad avanzare richieste di destituzione del legittimo Presidente della Siria, Bashar al-Assad. Essa è una richiesta che dimostra la cecità dell’Occidente che non riesce ad individuare l’emergenza reale che è nata e cresciuta tra gli arabi e che minaccia anche l’Unione Europea. E’ una richiesta fondata solo sul diritto (sic!) del più forte ma Obama dovrebbe sapere che la democrazia non si esporta con la forza ma deve affermarsi conquistando il cuore dei popoli interessati.

Il latte versato è veramente eccessivo ed anche questi errori hanno contribuito a regalare a Putin, fine politico e eccellente stratega, una geografia nuova nel Medio Oriente la cui punta dell’iceberg è proprio nel feeling tra Russia e Israele che si è semplicemente sentito abbandonato dai suoi alleati storici ed ha saputo cogliere la realpolitik che gli veniva offerta aprendo un filone di credito alla Russia.

Non so se per l’autocritica dell’ex Direttore del Comitato Norvegese per il Nobel abbiano giocato tutti questi elementi, ma è certo che quell’autocritica è anche una doccia fredda per l’Europa che senza vera leadership ha mostrato tutta la propria inconsistenza sposando gli errori di Obama.

                                                                                          (foto da Internet)

 
 

Comune

 

                       

 

-         di Filippo Pinizzotto -

Messina In corso di svolgimento nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca e organizzata dall’associazione culturale MessinaWb.eu presieduta da Nunzio Marotta. Lo scopo è quello di valorizzare gli artisti messinesi anche se per il settore poesia hanno aderito scrittori di varie città italiane tra cui Pescara e Palermo. Inoltre questa edizione di avvale della partecipazione del liceo artistico Basile con opere redatte da ragazzi seguiti dai loro professori. Quadri e poesie, esposti nel Salone delle Bandiere sino al 10 ottobre dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 20, saranno valutati da una giuria presieduta da Maria Teresa Prestigiacomo (pittura) e Giuseppe Rando (poesia).

Cerimonia di premiazione sabato 10 con la presentazione di Patrizia Causarano e la partecipazione di Mimmo Ambriano, noto cantante di brani della tradizione popolare.

<Siamo lieti di essere giunti alla nona edizione – afferma il presidente Nunzio Marotta – e di avere il consenso e la numerosa partecipazione di artisti provenienti da tutta Italia, segno che questo appuntamento è riuscito a cogliere l’interesse anche fuori della nostra regione. Nei prossimi mesi l’associazione organizzerà altri eventi tra cui il tradizione Premio Orione>.

    

Foto01 Fomes fomentarius- di Angelo Miceli -                                          

 

“E’ ancora vivo in me il ricordo dei racconti cui mia madre era solita ricorrere per attirare la mia attenzione quando, come si è soliti fare con i bambini, era necessario farmi stare tranquillo per il pasto o per lasciarmi addormentare ascoltando la sua calda voce. Ella andava a ritroso nel tempo, ricercando, tra i suoi ricordi, piacevoli esperienze che la riportavano indietro sino al periodo dei suoi anni verdi quando, ancora fanciulla, era solita accompagnarsi ai suoi coetanei nei boschi che circondano l’abitato di Tusa, piccolo centro montano del messinese nella catena dei monti Nebrodi, unitamente a Nicoletta, Giuseppina, Santina, improvvisandosi “funciari” (cercatori di funghi), sapientemente guidati nella ricerca da “zu Cicciu” (zio Ciccio – Francesco), “esperto locale” nel riconoscimento delle varie specie e profondo conoscitore – solo in maniera empirica, purtroppo - delle abitudini di questi simpatici abitanti dei boschi. Costui, “micologo improvvisato”, si lasciava andare a tante dissertazioni che allora, come ancor oggi succede, venivano tramandate da generazione in generazione senza avere alcun supporto scientifico, nate dalle molte superstizioni legate alla mancanza di conoscenze scientifiche sul “Regno dei Fungi”.

 

Oggi, fortunatamente, approfonditi studi di natura scientifica consentono di sfatare le innumerevoli leggende concepite sin dagli albori dellaFoto02 Cerchio Streghe civiltà e partorite dalla fantasia e dalle superstizioni legate alla mancanza di conoscenze specifiche in materia micologica.

 

Le numerose credenze che, ancora oggi, purtroppo, popolano il “Regno dei Fungi”, nascono in tempi assai remoti e, in tanti casi, oltre che delle superstizioni, furono frutto delle deduzioni e degli studi – ancora primordiali - condotti e portati a termine da illustri uomini di cultura del passato i quali, in ogni caso, hanno contribuito a spianare la strada agli studi successivi.

 

I funghi conosciuti fin dai tempi preistorici, come scientificamente provato dal ritrovamento di vari fossili che hanno consentito la loro datazione addirittura a oltre 100 milioni di anni fa, sono stati cibo per l’uomo preistorico che imparò a proprie spese che tra di questi esistono anche specie velenose, imparando, tra l’altro, come utilizzarli per migliorare la propria condotta di vita. Numerosi ritrovamenti hanno consentito di stabilire che diversi funghi venivano utilizzati per necessità quotidiane: il Fomes fomentarius, essiccato, veniva usato come esca per accendere il fuoco. Il ritrovamento nel 1991, sulle alpi trentine, della mummia di “Otzi”, “l’uomo del Similaun”, - vissuto certamente tra 3.350 e il 3.150 a. C.-, nel cui corredo furono ritrovati resti di un fungo identificato come Fomes fomentarius, unitamente a schegge di selce, è stato una ulteriore conferma sull’utilizzo di questo fungo.

 

Foto03 Amanita phalloidesI greci ed i romani ne facevano largo uso. Apicio, celebre gastronomo dell’impero romano lasciò, nella sua opera “De re culinaria”, ampia testimonianza sul modo in cui dovevano essere preparati per una migliore degustazione.

 

L’intrinseca natura del fungo, la sua origine sconosciuta, il suo misterioso apparire, la mancanza di una pianta che lo sostiene, la sua velenosità, le varie forme di crescita (spesso in cerchi, forma di nascita che si riteneva essere conseguente ad incontri notturni tra streghe e demoni), hanno favorito il nascere di superstizioni e di false credenze. Il fungo veniva considerato come qualcosa di diabolico e, probabilmente, stregoni e fattucchiere utilizzavano a proprio uso e consumo le superstizioni della gente. Tra l’altro, conoscendo la natura mortale di alcune specie ne facevano uso per liberarsi di personaggi scomodi anche su commissione; vedi, ad esempio, la morte dell’imperatore romano Augusto voluta dalla moglie Agrippina per consentire al figlio Nerone di accedere al trono imperiale, commissionata, appunto, ad una fattucchiera che la provocò con un lauto pranzo a base di funghi con aggiunta della mortale Amanita phalloides.

 

Nel corso dei secoli numerosi Foto04 Amanita Muscariastudiosi si avvicinarono al “Regno dei Funghi”, traendo le prime deduzioni che, anche se inizialmente incerte e confuse, unitamente a poche valide deduzioni, hanno contribuito, passo dopo passo, alla nascita della moderna micologia.

 

Aristotele (Stagira –Macedonia- 384–322 a. C.) poche le sue considerazioni micologiche: I funghi sono essenze vegetali imperfette che crescono dalla fermentazione degli umori della terra o delle piante.

 

Teofrasto (Ereso -Isola di Lesbo- 370-286 a. C.), discepolo di Aristotele fu il primo a dedicarsi allo studio dei funghi ed a trarne le prime definizioni: “piante imperfette, prive di radici, di foglie, di fiori, di frutti”.

 

Pedacio Dioscoride (Anazarbe -Cilicia- 40-90 circa); ha studiato i funghi e la loro tossicità consigliando, in caso di avvelenamento, la somministrazione di un composto di sterco di pollo, miele ed aceto.

 

Claudio Galeno (Pergamo 129–200) individua, attraverso i suoi studi, tre generi di funghi: Ovoli, Porcini e Mykés (questi ultimi, a cappello e gambo, ritenuti tossici). Si addentra nello studio delle intossicazioni e conferma l’utilizzo della terapia a base di sterco di pollo.

 

Plinio il Vecchio (Como 23-79) Si occupò, in maniera approfondita, di scienze naturali, lasciando, nell’opera “Historia naturalis”, in 37 libri, tutto il sapere dell’epoca in materia botanica. Individua con esattezza un fungo a lamelle e verruche (attuale Amanita muscaria), deducendo, in maniera incontrovertibile, l’origine delle verruche stesse che “altro non sono che i residui del velo”.

 

Foto05 Hypholoma fasciculare

I funghi, secondo Plinio:velenosi quelli terricoli, commestibili quelli legnosi;

  • velenosi quelli di latifoglia, commestibili quelli di aghifoglia;
  • velenosi quelli che cambiano colore al taglio, commestibili quelli immutabili al taglio e quelli di colore bianco;
  • elevato potere assorbente delle sostanze tossiche per vicinanza a ferri arrugginiti, panni sporchi, tane di serpenti;
  • utilizzo di sterco di pollo con aceto e miele per la cura delle intossicazioni;
  • cottura in vasellame d’argento o di giada per eliminare le sostanze tossiche.
  • che tutti i funghi che crescono sul legno sono commestibili: Hypholoma fasciculare, fungo molto simile ad Armillarea mellea (commestibile con accortezza) e spesso con questo confuso, cresce su legno ed è tossico, provoca sindrome gastrointestinale costante con vomito violento;
  • che i funghi rosicchiati dalle lumache sono commestibili: Amanita phalloides, fungo velenoso-mortale e causa di numerosi decessi, viene regolarmente mangiucchiato dalle lumache;
  • che il cucchiaino d’argento messo a cuocere con i funghi annerisce se i funghi sono tossici o velenosi. E’ una pratica assurda e priva di qualunque supporto scientifico;
  • che la cipolla, l’aglio o il prezzemolo messi a cuocere con i funghi anneriscono in presenza di tossine o veleno. Le eventuali tossine o veleni Foto06 Cortinarius orellanuspresenti nei funghi non hanno alcun effetto su tali vegetali che imbiondiscono o anneriscono, al limite, per effetto del calore;
  • che la nascita di un fungo velenoso accanto ad uno edule comprometta la commestibilità di quest’ultimo. Ogni fungo mantiene le proprie caratteristiche indipendentemente dal soggetto che gli si trova vicino. E’ opportuno fare attenzione a non raccogliere quello sbagliato; che usare il cane o il gatto come cavia è una buona pratica per identificare la tossicità dei funghi. Si tratta di una pratica assurda che, tra l’altro, non funziona: il metabolismo dei nostri piccoli amici è diverso da quello degli esseri umani che reagisco in maniera diversa in presenza di elementi tossici. In ogni caso è bene conoscere che esistono funghi il cui effetto tossico non è immediato ma si manifesta anche dopo diversi giorni dal loro consumo (Cortinarius orellanus e Cortinarius speciosissimus sono funghi velenosi il cui effetto, spesso mortale, si manifesta 10-15 giorni, o anche più, dopo il consumo); che il colore del cappello, se molto vivace, è indice di velenosità. Amanita caesarea, di un bel colore arancio vivo è un fungo commestibile molto apprezzato mentre Amanita muscaria, di colore similare, rosso-arancio, con verruche bianche sul cappello, è altamente tossico; che portando i funghi ad ebollizione le tossine ed i veleni contenuti vengono eliminati. Attenzione: alcuni funghi contengono tossine termolabili che vengono eliminate con la bollitura e l’eliminazione dell’acqua di cottura; altri funghi, con tossine “termostabili”, non risentono affatto dell’azione del calore e anche la cottura prolungata non modifica la loro tossicità o velenosità; mantengono la propria tossicità anche dopo bollitura. Il veleno esistente in molte specie fungine non può essere eliminato in alcuna maniera. Se il fungo è velenoso rimane sempre tale anche dopo bollitura o essiccazione;
  • che i funghi che cambiano colore al taglio sono tossici: Xerocomus badius e Boletus fragrans che cambiano colore al taglio sono commestibili;
  • che i funghi immutabili al taglio o di colore bianco sono commestibili: Amanita phalloides Var. Alba, Amanita verna ed Amanita virosa, sono di colore bianco e non cambiano di colore al taglio ma sono altamente velenosi e mortali; che le specie fungine mortali sono poche. Ad esempio citiamo solo alcune delle specie velenoso-mortali più conosciute: Amanita phalloides, Foto07 Boletus fragransAmanita phalloides varietà Alba, Amanita virosa, Amanita verna, Amanita porrinensis, Cortinarius orellanus, Cortinarius speciosissimus, Galerina marginata, Galerina autumnalis, Galerina praticola, Lepiota josserandii, Lepiota brunneoincarnata; Lepiota brunneolilacea; Lepiota xanthophilla; Gyromitra esculenta, Gyromitra fastigiata; Tricholoma equestre;….. e la lista non si ferma qui.
    • Consumare solo funghi della cui commestibilità si è certi: ricorrere sempre al giudizio di commestibilità espresso da un micologo professionista
    • diffidare sempre dei così detti “esperti” NON procedere mai al riconoscimento dei funghi sulla base di confronti con foto o descrizioni riportate su libri o riviste; le descrizioni potrebbero essere male interpretate dai non esperti e le foto non rispecchiare fedelmente le caratteristiche degli esemplari in esame consumare funghi solo se ben cotti, in quantità moderate e mai in pasti ravvicinati consumare i funghi solo se in perfetto stato di conservazione NON consumare funghi se sono in avanzato stato di maturazione NON consentire il consumo di funghi a bambini e donne in stato di gravidanza NON regalare o accettare funghi in dono se non accompagnati da certificazione mico-sanitaria rilasciata da un micologo professionista. Attenzione eventuali intossicazioni da funghi configurano conseguenze penali anche per chi li ha ceduti.

 Le sue teorie resistono fino a tutto il 1700 ed i numerosi naturalisti susseguitisi nel corso dei secoli le hanno pienamente confermate.Foto08 Amanita verna

 Non vogliamo continuare con un “trattato” di storia della micologia, ritenendo che quanto sopra riportato sia sufficiente per dedurre che numerose false credenze sui funghi siano nate proprio dai primi studi in materia di micologia e rafforzate, nel corso dei secoli, dalle innumerevoli superstizioni che si sono aggiunte alle fuorvianti deduzioni dei “pionieri” della micologia.

 

Riteniamo opportuno sfatare alcune convinzioni che, ancora oggi, sono solite circolare tra i numerosi, poco informati e ancor meno accorti, raccoglitori di funghi.

 

NON E’ VERO

 

Desideriamo, prima di chiudere questa lunga “riflessione micologica” congedarci dai nostri lettori con alcuni CONSIGLI UTILI:

 

Potremmo dilungarci oltre sull’argomento esistendo ancora numerose credenze da sfatare ed i consigli utili alla raccolta in sicurezza dei funghi non sono mai abbastanza. Riteniamo però opportuno, anche per non approfittare dello spazio offertoci dal magazine che ancora una volta ci ospita, rimandare ad altro momento l’approfondimento di quanto in queste pagine trattato. Vogliamo ancora una volta ribadire il concetto: per consumare funghi in tranquillità, ricorrete sempre al giudizio di un esperto micologo; tale servizio viene svolto in maniera gratuita presso gli uffici micologici appositamente preposti ed operanti presso tutte le USP sul territorio nazionale.

 

Bibliografia essenziale:

 

G. Bellato - “Storia della Micologia Italiana”

 

ISPRA – AMB – CSM – “Storia della micologia italiana e primo contributo alla nomenclatura corretta dei funghi”.

 

G. Lazzari – “Storia della Micologia Italiana” – Ed. Saturnia 1973

 

E. Marra, D. Macchioni – “Il consumo in sicurezza dei funghi” - Regione Calabria – Confederazione Micologica Calabrese

 

C. Papetti – G. Consiglio – G. Simonini – “Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia” – Ed. A.M.B. – Fondazione Centro Studi Micologici

 

Riferimenti siti web:

 

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

 

http://www.amint.it/

 

http://www.appuntidimicologia.com/

 

Foto:

 

archivio mico-fotografico del Micologo Franco Mondello

 

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Per approfondire le vostre conoscenze micologiche

 

frequentate la nostra Associazione:

 

“Centro di Cultura Micologica”

 

presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is. 11 Quater – Messina

 

incontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00 con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal vero

 

Info: Enzo Visalli 368676063 Franco Mondello 3282489544 – Angelo Miceli 3286955460

 

http://www.micologiamessinese.altervista.org

 

                       

 

    

Foto01 Fomes fomentarius- di Angelo Miceli -                                          

 

“E’ ancora vivo in me il ricordo dei racconti cui mia madre era solita ricorrere per attirare la mia attenzione quando, come si è soliti fare con i bambini, era necessario farmi stare tranquillo per il pasto o per lasciarmi addormentare ascoltando la sua calda voce. Ella andava a ritroso nel tempo, ricercando, tra i suoi ricordi, piacevoli esperienze che la riportavano indietro sino al periodo dei suoi anni verdi quando, ancora fanciulla, era solita accompagnarsi ai suoi coetanei nei boschi che circondano l’abitato di Tusa, piccolo centro montano del messinese nella catena dei monti Nebrodi, unitamente a Nicoletta, Giuseppina, Santina, improvvisandosi “funciari” (cercatori di funghi), sapientemente guidati nella ricerca da “zu Cicciu” (zio Ciccio – Francesco), “esperto locale” nel riconoscimento delle varie specie e profondo conoscitore – solo in maniera empirica, purtroppo - delle abitudini di questi simpatici abitanti dei boschi. Costui, “micologo improvvisato”, si lasciava andare a tante dissertazioni che allora, come ancor oggi succede, venivano tramandate da generazione in generazione senza avere alcun supporto scientifico, nate dalle molte superstizioni legate alla mancanza di conoscenze scientifiche sul “Regno dei Fungi”.

 Foto02 Cerchio Streghe

Oggi, fortunatamente, approfonditi studi di natura scientifica consentono di sfatare le innumerevoli leggende concepite sin dagli albori della civiltà e partorite dalla fantasia e dalle superstizioni legate alla mancanza di conoscenze specifiche in materia micologica.

 

Le numerose credenze che, ancora oggi, purtroppo, popolano il “Regno dei Fungi”, nascono in tempi assai remoti e, in tanti casi, oltre che delle superstizioni, furono frutto delle deduzioni e degli studi – ancora primordiali - condotti e portati a termine da illustri uomini di cultura del passato i quali, in ogni caso, hanno contribuito a spianare la strada agli studi successivi.

 

I funghi conosciuti fin dai tempi preistorici, come scientificamente provato dal ritrovamento di vari fossili che hanno consentito la loro datazione addirittura a oltre 100 milioni di anni fa, sono stati cibo per l’uomo preistorico che imparò a proprie spese che tra di questi esistono anche specie velenose, imparando, tra l’altro, come utilizzarli per migliorare la propria condotta di vita. Numerosi ritrovamenti hanno consentito di stabilire che diversi funghi venivano utilizzati per necessità quotidiane: il Fomes fomentarius, essiccato, veniva usato come esca per accendere il fuoco. Il ritrovamento nel 1991, sulle alpi trentine, della mummia di “Otzi”, “l’uomo del Similaun”, - vissuto certamente tra 3.350 e il 3.150 a. C.-, nel cui corredo furono ritrovati resti di un fungo identificato come Fomes fomentarius, unitamente a schegge di selce, è stato una ulteriore conferma sull’utilizzo di questo fungo.

 

Foto03 Amanita phalloidesI greci ed i romani ne facevano largo uso. Apicio, celebre gastronomo dell’impero romano lasciò, nella sua opera “De re culinaria”, ampia testimonianza sul modo in cui dovevano essere preparati per una migliore degustazione.

 

L’intrinseca natura del fungo, la sua origine sconosciuta, il suo misterioso apparire, la mancanza di una pianta che lo sostiene, la sua velenosità, le varie forme di crescita (spesso in cerchi, forma di nascita che si riteneva essere conseguente ad incontri notturni tra streghe e demoni), hanno favorito il nascere di superstizioni e di false credenze. Il fungo veniva considerato come qualcosa di diabolico e, probabilmente, stregoni e fattucchiere utilizzavano a proprio uso e consumo le superstizioni della gente. Tra l’altro, conoscendo la natura mortale di alcune specie ne facevano uso per liberarsi di personaggi scomodi anche su commissione; vedi, ad esempio, la morte dell’imperatore romano Augusto voluta dalla moglie Agrippina per consentire al figlio Nerone di accedere al trono imperiale, commissionata, appunto, ad una fattucchiera che la provocò con un lauto pranzo a base di funghi con aggiunta della mortale Amanita phalloides.

 

 

Nel corso dei secoli numerosi studiosi si avvicinarono al “Regno dei Funghi”, traendo Foto04 Amanita Muscariale prime deduzioni che, anche se inizialmente incerte e confuse, unitamente a poche valide deduzioni, hanno contribuito, passo dopo passo, alla nascita della moderna micologia.

 

Aristotele (Stagira –Macedonia- 384–322 a. C.) poche le sue considerazioni micologiche: I funghi sono essenze vegetali imperfette che crescono dalla fermentazione degli umori della terra o delle piante.

 

Teofrasto (Ereso -Isola di Lesbo- 370-286 a. C.), discepolo di Aristotele fu il primo a dedicarsi allo studio dei funghi ed a trarne le prime definizioni: “piante imperfette, prive di radici, di foglie, di fiori, di frutti”.

 

Pedacio Dioscoride (Anazarbe -Cilicia- 40-90 circa); ha studiato i funghi e la loro tossicità consigliando, in caso di avvelenamento, la somministrazione di un composto di sterco di pollo, miele ed aceto.

 

Claudio Galeno (Pergamo 129–200) individua, attraverso i suoi studi, tre generi di funghi: Ovoli, Porcini e Mykés (questi ultimi, a cappello e gambo, ritenuti tossici). Si addentra nello studio delle intossicazioni e conferma l’utilizzo della terapia a base di sterco di pollo.

 

Plinio il Vecchio (Como 23-79) Si occupò, in maniera approfondita, di scienze naturali, lasciando, nell’opera “Historia naturalis”, in 37 libri, tutto il sapere dell’epoca in materia botanica. Individua con esattezza un fungo a lamelle e verruche (attuale Amanita muscaria), deducendo, in maniera incontrovertibile, l’origine delle verruche stesse che “altro non sono che i residui del velo”.

 

Foto05 Hypholoma fasciculareI funghi, secondo Plinio:

 

  • velenosi quelli terricoli, commestibili quelli legnosi;
  • velenosi quelli di latifoglia, commestibili quelli di aghifoglia;
  • velenosi quelli che cambiano colore al taglio, commestibili quelli immutabili al taglio e quelli di colore bianco;
  • elevato potere assorbente delle sostanze tossiche per vicinanza a ferri arrugginiti, panni sporchi, tane di serpenti;
  • utilizzo di sterco di pollo con aceto e miele per la cura delle intossicazioni;
  • cottura in vasellame d’argento o di giada per eliminare le sostanze tossiche.
  • che tutti i funghi che crescono sul legno sono commestibili: Hypholoma fasciculare, fungo molto simile ad Armillarea mellea (commestibile con accortezza) e spesso con questo confuso, cresce su legno ed è tossico, provoca sindrome gastrointestinale costante con vomito violento;
  • che i funghi rosicchiati dalle lumache sono commestibili: Amanita phalloides, fungo velenoso-mortale e causa di numerosi decessi, viene regolarmente mangiucchiato dalle lumache;
  • che il cucchiaino d’argento messo a cuocere con i funghi annerisce se i funghi sono tossici o velenosi. E’ una pratica assurda e priva di qualunque supporto scientifico;
  • che la cipolla, l’aglio o il prezzemolo messi a cuocere con i funghi anneriscono in presenza di tossine o veleno. Le eventuali tossine o veleni Foto06 Cortinarius orellanuspresenti nei funghi non hanno alcun effetto su tali vegetali che imbiondiscono o anneriscono, al limite, per effetto del calore;
  • che la nascita di un fungo velenoso accanto ad uno edule comprometta la commestibilità di quest’ultimo. Ogni fungo mantiene le proprie caratteristiche indipendentemente dal soggetto che gli si trova vicino. E’ opportuno fare attenzione a non raccogliere quello sbagliato;
  • che usare il cane o il gatto come cavia è una buona pratica per identificare la tossicità dei funghi. Si tratta di una pratica assurda che, tra l’altro, non funziona: il metabolismo dei nostri piccoli amici è diverso da quello degli esseri umani che reagisco in maniera diversa in presenza di elementi tossici. In ogni caso è bene conoscere che esistono funghi il cui effetto tossico non è immediato ma si manifesta anche dopo diversi giorni dal loro consumo (Cortinarius orellanus e Cortinarius speciosissimus sono funghi velenosi il cui effetto, spesso mortale, si manifesta 10-15 giorni, o anche più, dopo il consumo);
  • che il colore del cappello, se molto vivace, è indice di velenosità. Amanita caesarea, di un bel colore arancio vivo è un fungo commestibile molto apprezzato mentre Amanita muscaria, di colore similare, rosso-arancio, con verruche bianche sul cappello, è altamente tossico;
  • che portando i funghi ad ebollizione le tossine ed i veleni contenuti vengono eliminati. Attenzione: alcuni funghi contengono tossine termolabili che vengono eliminate con la bollitura e l’eliminazione dell’acqua di cottura; altri funghi, con tossine “termostabili”, non risentono affatto dell’azione del calore e anche la cottura prolungata non modifica la loro tossicità o velenosità; mantengono la propria tossicità anche dopo bollitura. Il veleno esistente in molte specie fungine non può essere eliminato in alcuna maniera. Se il fungo è velenoso rimane sempre tale anche dopo bollitura o essiccazione;
  • che i funghi che cambiano colore al taglio sono tossici: Xerocomus badius e Boletus fragrans che cambiano colore al taglio sono commestibili;
  • che i funghi immutabili al taglio o di colore bianco sono commestibili: Amanita phalloides Var. Alba, Amanita verna ed Amanita virosa, sono di colore bianco e non cambiano di colore al taglio ma sono altamente velenosi e mortali;
  • che le specie fungine mortali sono poche.
  • Foto07 Boletus fragrans
  • Ad esempio citiamo solo alcune delle specie velenoso-mortali più conosciute: Amanita phalloides, Amanita phalloides varietà Alba, Amanita virosa, Amanita verna, Amanita porrinensis, Cortinarius orellanus, Cortinarius speciosissimus, Galerina marginata, Galerina autumnalis, Galerina praticola, Lepiota josserandii, Lepiota brunneoincarnata; Lepiota brunneolilacea; Lepiota xanthophilla; Gyromitra esculenta, Gyromitra fastigiata; Tricholoma equestre;….. e la lista non si ferma qui.
    • consumare solo funghi della cui commestibilità si è certi: ricorrere sempre al giudizio di commestibilità espresso da un micologo professionista
    • diffidare sempre dei così detti “esperti” NON procedere mai al riconoscimento dei funghi sulla base di confronti con foto o descrizioni riportate su libri o riviste; le descrizioni potrebbero essere male interpretate dai non esperti e le foto non rispecchiare fedelmente le caratteristiche degli esemplari in esame consumare funghi solo se ben cotti, in quantità moderate e mai in pasti ravvicinati consumare i funghi solo se in perfetto stato di conservazione NON consumare funghi se sono in avanzato stato di maturazione NON consentire il consumo di funghi a bambini e donne in stato di gravidanza NON regalare o accettare funghi in dono se non accompagnati da certificazione mico-sanitaria rilasciata da un micologo professionista. Attenzione eventuali intossicazioni da funghi configurano conseguenze penali anche per chi li ha ceduti.

 

Le sue teorie resistono fino a tutto il 1700 ed i numerosi naturalisti susseguitisi nel corso dei secoli le hanno pienamente confermate.Foto08 Amanita verna

 

Non vogliamo continuare con un “trattato” di storia della micologia, ritenendo che quanto sopra riportato sia sufficiente per dedurre che numerose false credenze sui funghi siano nate proprio dai primi studi in materia di micologia e rafforzate, nel corso dei secoli, dalle innumerevoli superstizioni che si sono aggiunte alle fuorvianti deduzioni dei “pionieri” della micologia.

 

Riteniamo opportuno sfatare alcune convinzioni che, ancora oggi, sono solite circolare tra i numerosi, poco informati e ancor meno accorti, raccoglitori di funghi.

 

NON E’ VERO

 

Desideriamo, prima di chiudere questa lunga “riflessione micologica” congedarci dai nostri lettori con alcuni CONSIGLI UTILI:

 

Potremmo dilungarci oltre sull’argomento esistendo ancora numerose credenze da sfatare ed i consigli utili alla raccolta in sicurezza dei funghi non sono mai abbastanza. Riteniamo però opportuno, anche per non approfittare dello spazio offertoci dal magazine che ancora una volta ci ospita, rimandare ad altro momento l’approfondimento di quanto in queste pagine trattato. Vogliamo ancora una volta ribadire il concetto: per consumare funghi in tranquillità, ricorrete sempre al giudizio di un esperto micologo; tale servizio viene svolto in maniera gratuita presso gli uffici micologici appositamente preposti ed operanti presso tutte le USP sul territorio nazionale.

 

Bibliografia essenziale:

 

G. Bellato - “Storia della Micologia Italiana”

 

ISPRA – AMB – CSM – “Storia della micologia italiana e primo contributo alla nomenclatura corretta dei funghi”.

 

G. Lazzari – “Storia della Micologia Italiana” – Ed. Saturnia 1973

 

E. Marra, D. Macchioni – “Il consumo in sicurezza dei funghi” - Regione Calabria – Confederazione Micologica Calabrese

 

C. Papetti – G. Consiglio – G. Simonini – “Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia” – Ed. A.M.B. – Fondazione Centro Studi Micologici

 

Riferimenti siti web:

 

http://www.micologiamessinese.altervista.org/

 

http://www.amint.it/

 

http://www.appuntidimicologia.com/

 

Foto:

 

archivio mico-fotografico del Micologo Franco Mondello

 

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Per approfondire le vostre conoscenze micologiche

 

frequentate la nostra Associazione:

 

“Centro di Cultura Micologica”

 

presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is. 11 Quater – Messina

 

incontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00 con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal vero

 

Info: Enzo Visalli 368676063 Franco Mondello 3282489544 – Angelo Miceli 3286955460

 

http://www.micologiamessinese.altervista.org

 

                       

 

 

locandinar

                       

 

Messina – Al via Lunedì 5 ottobre 2015, con inizio alle ore 09.00, presso il “Salone delle Bandiere” di Palazzo “Zanca”, la 9a Edizione della manifestazione culturale “ARTEINCENTRO 2015”, evento finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea, organizzato anche quest’anno dall’Associazione Culturale “Messinaweb.eu” .

Il programma prevede l’allestimento della mostra delle opere (5 -10 ottobre )di “Pittura” e “Poesia” e la conclusione delle iscrizioni per la Sezione “Pittura”, mentre la cerimonia di premiazione si svolgerà il 10 ottobre 2015, con inizio alle ore 17 e sarà presentata dall’avv. Patrizia Causarano. Alla manifestazione interverrà “ Mimmo Ambriano” noto cantante di brani della tradizione siciliana.

Il bando con i lineamenti organizzativi e le modalità esecutive di dettaglio è visionabile presso il sito internet dell’Associazione (www.messinaweb.eu).

Libro

- di Rachele Gerace -

Il volume, scritto con Andrea Altinier, è edito da Libreria Universitaria

Messina - Venerdì 9 ottobre, alle ore 17.30, nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni appuntamento per la presentazione del libro “Comunicazione Pubblica e d’impresa” di Francesco Pira e Andrea Altinier.

Converseranno con uno dei due autori del libro Francesco Pira, sociologo, giornalista e docente di Comunicazione e giornalismo all’Università degli Studi di Messina, il Commissario straordinario della Città Metropolitana, dott. Filippo Romano, il responsabile dell’ufficio del personale della Società Caronte & Tourist, dott. Tiziano Minuti e il Prof. Filippo Grasso, docente di Analisi di Mercato presso l’Ateneo Peloritano ed esperto di Turismo per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Messina.

All’incontro sono stati invitati e porteranno il loro contributo: il Prof. Mario Bolognari, Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina a cui Pira afferisce, Ivo Blandina, Presidente di Confindustria Messina, il Direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro dell’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela, Don Sergio Siracusano, il Presidente dell’Ordine Professionale dei Consulenti del Lavoro, Carlo Maletta, il Presidente della Consulta delle Aggregazioni Laicali, Dino Calderone e una delegazione dell'Istituto superiore "Antonello", impegnato in molte iniziative d’impresa, non ultima la partecipazione ad EXPO 2015.

Il meeting è curato e coordinato dalla giornalista Rachele Gerace. L’opera di Francesco Pira e Andrea Altinier studia e approfondisce le moderne tecniche di comunicazione pubblica e d’impresa con un occhio sempre attento su come quest’ultime si sviluppano sulla rete.Dalla viralità del brand Pinarello con il lancio della bicicletta di Wiggins alla campagna we branded di Coca Cola, dalla campagna della Nike che scrive direttamente sul manto stradale i messaggi dei social fino ad arrivare all’analisi del comunicato di Costa Crociere nei giorni della Concordia. Un lavoro di analisi e ricerca durato quasi due anni per individuare nuove teorie, ricerche sui trend e sul consumo dei media e per puntare l'attenzione su un settore in continuo cambiamento che richiede sempre più competenza e professionalità. Il testo è suddiviso in sei macro parti: il contesto comunicativo contemporaneo, la comunicazione pubblica, la comunicazione d’impresa, il piano di comunicazione, la responsabilità sociale d’impresa, la comunicazione di crisi.

Si tratta di un testo scritto e pensato non solo per gli studenti, ma anche per tutti gli operatori della comunicazione che giornalmente operano in un campo sempre più complesso e articolato. Ma anche amministratori pubblici per imprenditori, commercianti, artigiani, persone che operano nel mondo del sociale che hanno necessità di comunicare al meglio la loro attività.

Raspanti

Lunedì 5 ottobre 2015, dalle ore 11,30 alle ore 11,45, nel Palazzo Arcivescovile (via Garibaldi, secondo piano), l’Amministratore Apostolico S.E. Mons. Antonino Raspanti incontrerà la Stampa per un breve saluto. Tutti coloro che si vorranno rendere presenti sono pregati di giungere in episcopio almeno alle ore 11,15.

Messina, venerdì 2 ottobre 2015

don Giuseppe Lonia

Direttore dell'Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali

 

LOGHILANCIO

 

Riso, Museo d’Arte

 

Contemporanea della Sicilia

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -


a cura di 
Christine Macel 
Marco Bazzini 
Bartomeu Mari
Museo RisoAlbergo delle PoverePalazzo Sant’Elia Cappella dell’Incoronazione


Palermo.  Una dedica a chi ha dato molto all'Arte, un giusto tributo, per non dimenticare un personaggio straordinario e colto che, proprio per questo, è stato ucciso..come se uccidendolo, so potesse sopprimere la Grande Bellezza della cultura.  

La mostra "Nel Mezzo del Mezzo" è dedicata alla memoria, al sacrificio ed al coraggio dell’archeologo Khaled Al-Asaad, barbaramente ucciso dall’IS. Uomo che fino alla fine ha custodito l’arte e la cultura del mediterraneo, trasmettendone i valori senza tempo all’umanità intera.
Il Mediterraneo, culla dei miti occidentali, luogo di scambi dall'origine della sua storia, è oggi in preda a profonde trasformazioni ed a violente convulsioni socio-politiche. Pur non trascurando gli eventi attuali, che hanno dato luogo ad una recente spettacolarizzazione mediatica del conflitto e del disastro, posto che il fenomeno delle migrazioni ha costituito anche un processo di costante arricchimento, l'esposizione Nel Mezzo del Mezzo, che relativizza la nozione di centro in rapporto al nome stesso del Mediterraneo (il mare di mezzo), mira anche ad evidenziare dei valori universali e soprattutto una delle dialettiche fondanti della sua cultura, quella del dionisiaco e dell'apollineo, caratterizzata dall'oscillazione tra l'attrazione per la scienza, la conoscenza e la razionalità da una parte, il piacere ed il godimento dei sensi, talvolta portato fino alla distruzione, dall’altra. Le opere presentate saranno l'espressione di queste tensioni dalle forme più astratte, ossia spirituali, a quelle più contingenti, carnali, materiali e politiche. Verranno messe in luce numerose tematiche, dai legami con l'antichità alla questione degli scambi, delle migrazioni e delle frontiere, della diaspora e dei conflitti, senza ignorare il substrato culturale caratteristico del Mediterraneo attraverso la convivialità, la tradizione marittima, lo scambio dei prodotti, la musica e la danza. Questi temi scandiranno il ritmo espositivo del Museo Riso che offrirà degli incontri inediti, per esempio tra le opere degli artisti siciliani del Gruppo Forma 1 (Accardi, Sanfilippo, Consagra), e l’astrazione di artisti libanesi (Choucair, Adnan, Caland). L’opera dell’artista sarda Maria Lai sarà messa a confronto con quella di Luca Francesconi collegate entrambe ai prodotti della terra. L’eredità di Alberto Burri e del suo famoso «Grande Cretto» di Gibellina si collegherà con le opere degli artisti contemporanei Raphaël Zarka e Marzia Migliora. Un gruppo di opere verrà riunito intorno al vulcano “Stromboli” di Giovanni Anselmo, a Masbedo, passando per il documentarista Vittorio De Seta. Saranno inoltre esplorati i temi del Mediterraneo e del suo territorio (Emilio Isgrò, Michele Ciacciofera, Mona Hatoum), della città e del mare, della vita quotidiana e della abitudini socio-culturali. La musica sarà evocata sia da Hassan Khan che da Luca Vitone, senza dimenticare i concerti litofonici delle pietre di Pinuccio Sciola.
80 artisti saranno presentati lungo un percorso articolato in cinque sedi espositive: Museo Riso (2.000 mq), Albergo dei Poveri (3.000 mq), Cappella dell’Incoronazione, Palazzo Sant’Elia e Palazzo delle Aquile. Ritmando il percorso dell’antico Albergo dei Poveri, un insieme di opere esplorerà ugualmente il legame con l’antichità attraverso Christodoulos Panayiotou o Etienne Chambaud. La tematica degli spostamenti, migrazioni o turismo saranno richiamati attraverso le visioni incrociate dello spagnolo Carlos Aires e dell’italiana Marcella Vanzo. Intorno ai riti religiosi ed al rapporto con la spiritualità saranno riunite le opere di numerosi fotografi oltre alle installazioni specifiche di Rachid Koraïchi e Younès Rahmoun, ispirate al sufismo, che saranno esposte nella Cappella dell’Incoronazione. Questa mostra, promossa dalla Regione Siciliana e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nell’ambito delle iniziative del POIn Asse II, concepita dai curatori Christine Macel (capo curatore del Centre Pompidou, Parigi), Marco Bazzini (storico e critico d’arte) e Bartomeu Mari (direttore del museo MacBa di Barcelona da 2008 a 2015) sotto l'egida del Museo Riso di Palermo, nasce dal progetto di François Koltès e Michele Ciacciofera, artista presente in mostra. Essa trova una particolare ragione nell'attuale contesto siciliano, per la sua stessa centralità in seno al Mediterraneo, cosi come per la sua storia scandita da momenti di confronto ed integrazione che si sono susseguiti in fasi successive (greci, arabi, normani e spagnoli etc.). I luoghi espositivi, concentrati nel cuore della città dove in epoche diverse siciliani, arabi, normanni, aragonesi e catalani hanno storicamente converso dando luogo ad una miscellanea culturale unica, che sino ad oggi contraddistingue l’immagine dell’Isola, permetteranno di scoprire o riscoprire, parallelamente agli artisti viventi provenienti dal Mediterraneo o più semplicemente da esso transitati negli anni più recenti, delle grandi figure storiche che vi hanno lavorato come Maria Lai, Emilio Isgrò o Nagasawa. Opere nuove e commissionate (Mohamed Bourouissa; Benoît Maire etc.) saranno presentate a fianco di opere documentarie provenienti dalla Sicilia. Il vernissage di sabato 10 ottobre sarà l’occasione di un momento di convivialità ritmato da performances (Gabriella Ciancimino, Pinuccio Sciola o Kader Attia, tra gli altri).
InfoWeb: www.palazzoriso.it

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