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il pianista compositore  Gabriele Denaro-  di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Un viaggio musicale e visivo, un talk show inedito... nel “tempio sacro” della cultura mascaluciese, l’Auditorium "San Nicolò", condotto da Carmelo Di Mauro.

I 25 anni di carriera vanno festeggiati… E il modo migliore è offrire una serata magica ai fan del musicista che proprio il 19 compie 50 anni con un bagaglio di ben 400 composizioni per pianoforte, trio, quartetto, ensemble, formazioni cameristiche e orchestre sinfoniche. L’appuntamento è per le 20. Sarà una serata unica, in compagnia di artisti catanesi, una serata una tantum in cui si ascolteranno anche pezzi inediti.

“Oggi ho meno pudori di ieri”, confessa il musicista, “e mi sento più libero di esprimermi”. “E oggi voglio esprimere la mia gratitudine alle migliaia di persone che mi hanno ascoltato, che amano la mia musica tanto introspettiva, quanto espansiva al contempo… somiglia molto al mo carattere”.

Gabriele Denaro si definisce “un sognatore” e si stupisce di avere tanta voglia ancora di comporre. “Credo che smetterò quando smetterò di vivere, perché la musica è la mia vita”. La sua musica, che è stata definita dalla critica “Musica per l’anima”, affonda le radici in una salda formazione classica, incline al genere colonna sonora. Le sue melodie, sempre di grande impatto emotivo, lo rendono uno degli artisti più apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionale.

Ha iniziato a studiare pianoforte all’età di 8 anni. A 14 sente il desiderio di creare musica. Per anni compone brani per solo pianoforte. Prima semplici e orecchiabili. Richiestissime in quel periodo fra i suoi amici la numero 1, la 9, la 21, la 36… Nel 1990 (esattamente 25 anni fa) propone il suo primo concerto pubblico, con un programma pianistico intenso: brani del repertorio classico alternati a sue composizioni molto impegnative, virtuosistiche e di grande effetto. Man mano tralascia la proposta musicale classica, optando per concerti con brani pianistici di sua creazione.

Nel 1997 la svolta: con altri 7 musicisti inizia a proporre sue composizioni per più strumenti, avvalendosi anche dell’elettronica, sostituendo alcuni suoni orchestrali con suoni campionati. Nel maggio 2000 quattro novità assolute racchiuse in un unico concerto: suonare per la prima volta nella sua vita all’estero (Romania); con un’orchestra; suonare per la prima volta la sua musica orchestrale con oltre 40 professori d’orchestra; registrare il suo primo cd “live”.

Da quel giorno inizia il suo tour che lo porta in pochi anni a calcare i palcoscenici di 12 nazioni europee, quasi tutte capitali, nonché in Egitto (Cairo ed Alessandria). In veste di compositore e pianista si esibisce in Italia, Francia, Spagna, Russia, Belgio, Lussemburgo, Romania, Bulgaria, Germania, Svizzera, Ucraina ed Egitto.

Nel 2011 la Gilgamesh Management produce il suo 6° Cd dal titolo “L’Attesa”. L’anno successivo l’omonimo videoclip girato al "Castello degli Schiavi" a Fiumefreddo di Sicilia, reso celebre per le riprese del pluripremiato film "Il padrino". Gli ultimi lavori le colonne sonore di un cortometraggio, “Fino all’ultimo piano” e un mediometraggio intitolato “Accanto a me”.

Per il 2016 ancora concerti in Italia ed all’estero ( Europa, Oriente, America) e la realizzazione delle colonne sonore per diversi progetti filmici, cinematografici e televisivi.

 

 

vescovo

- di Maria Teresa Prestigiacomo

Messina, Chiostro della Curia . Un evento Armonie dello Spirito si svolgerà presso la Curia di Messina, nello splendido e  fresco chiostro l'Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, con il patrocinio del Comune di Messina, nel contesto della Rassegna Armonie dello Spirito Estate 2015, invita al Concerto, ad ingresso libero Che cos'è l'uomo perché te ne ricordi"

A. Banchieri, La Pazzia Senile

"ragionamenti vaghi et dilettevoli"

Commedia madrigalesca a tre voci

Coro Luca Marenzio

Carmine Daniele Lisanti, direttore

Piero Cartosio, flauto dolce; Sonia Zanetti, fagotto;

Giannalisa Arena, cembalo

Introduzione di Cesare Natoli

Sabato 19 Settembre 2015 ore 21.00

Chiostri Arcivescovado Messina



franco-per-web

"A proposito di Franco” del palermitano Gaetano Di Lorenzo ha vinto l'ottava edizione dello Sciacca Film Fest nella sezione dedicata ai documentari. Realizzato dall’Associazione messinese Arknoah, con il supporto della Sicilia Filmcommission, ricostruisce la vita e la carriera del regista palermitano Franco Indovina. Per il produttore Francesco Torre, “il premio allo Sciacca Film Fest rappresenta uno straordinario riconoscimento per tutti coloro che con impegno e professionalità hanno condiviso con l'Associazione Arknoah il percorso di realizzazione di A proposito di Franco. Il prestigio della manifestazione, l'indiscutibile preparazione artistica della giuria e l'altissima qualità di tutti i lavori in concorso rendono me e il regista Gaetano Di Lorenzo doppiamente orgogliosi e grati alla direzione artistica per aver accettato di proporre all'attento pubblico di Sciacca una pagina del cinema italiano poco conosciuta, quella di Franco Indovina. Una storia che abbiamo ricostruito con rigore e affetto, col desiderio di contribuire a restituire la dimensione che merita a un uomo e a un artista di eccezionale valore”.

Ecco la motivazione con cui la giuria dello Sciacca Film Fest, con presidente il regista Aurelio Grimaldi, ha premiato il film: "L'opera e la vita di uno dei più promettenti registi del cinema italiano, stroncata drammaticamente da uno dei peggiori incidenti aerei della storia. Il film di Gaetano Di Lorenzo ha il merito di ridare vita alla figura ingiustamente dimenticata di Franco Indovina con un lavoro che accosta il rigore a una grande passione per il cinema e per la storia".aq

Prima del premio a Sciacca, “A proposito di Franco” ha ottenuto un altro importante riconoscimento nazionale: il Premio Cineclub miglior documentario al San Giò Verona Video Festival. Inoltre, il film è stato selezionato in concorso e presentato in anteprima nazionale, nel giugno scorso, all’undicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna – International Celebration of Lives e, successivamente, è stato proiettato come Evento speciale al Taormina Film Fest 2015, al Corto Tendenza Festival di Barcellona Pozzo di Gotto, all’Ortigia Film Festival di Siracusa, al DonnaFugata Film Fest e all'Horcynus Festival di Capo Peloro, a Messina, per la sezione "Arcipelaghi della Visione".

«Il documentario ripercorre la vicenda artistica di Indovina – spiega il regista Di Lorenzo – dagli esordi ai film della maturità, dagli ideali politici alla vita privata. In particolare, il film esplora l’universo Indovina con l’aiuto di una lunga serie di interventi autorevoli (familiari, amici, collaboratori, critici cinematografici) e di materiale di repertorio. Il racconto procede in ordine cronologico, nel tentativo di ricostruire con rigore filologico ed empatia la vita di Indovina e interviste e materiali d’epoca sono intervallati da segmenti di fiction, ricostruendo l’ultimo suo viaggio. Ovvero la corsa in auto del 5 maggio 1972 per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino, con la morte nel disastro aereo di Montagnalonga, nei pressi dell’aeroporto palermitano di Punta Raisi», aggiunge Di Lorenzo.

ao1La colonna sonora è del compositore Marco Betta, autore delle musiche dei film Il manoscritto del principe, Viaggio segreto e Viva la libertà di Roberto Andò. Tra gli intervistati Francesco Rosi, poco tempo prima della sua scomparsa, dato che Indovina fu aiuto regista del suo “Salvatore Giuliano”; l’attrice Lorenza Indovina («il documentario si distingue per la delicatezza con la quale si racconta il percorso artistico e umano di mio padre. Un regista che merita di essere ricordato per la sua originalità in anticipo rispetto ai tempi»); il regista Roberto Andò, nipote di Indovina; Ennio Morricone (autore delle colonne sonore dei film Ménage all’italiana e Giochi particolari del regista palermitano); il costumista e scenografo Piero Tosi (collaboratore di Indovina ne I tre volti); i critici cinematografici Emiliano Morreale e Marco Giusti; il montatore Roberto Perpignani (collaboratore di Indovina in Giochi particolari e nella versione cinematografica di Storie dell’anno mille); il critico letterario Angelo Gugliemi; l’attore Giancarlo Dettori (interprete nel film Storie dell’anno mille); il regista e storico cinematografico Carlo Di Carlo; il fotografo Renato Barillari e i giornalisti di Ansa Palermo Giuseppe Galluzzo e Francesco Terracina.

Franco Indovina

Nato a Palermo nel 1932 e morto nel disastro aereo di Montagnalonga, nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1972, Indovina fu riconosciuto per il suo valore artistico dai più grandi maestri del cinema internazionale, quali Bergman, Antonioni, Visconti e Rosi, tutti d'accordo nel definire il regista un autore dalla satira pungente, grottesca, surreale. Il suo cinema spaziò dalla commedia dai toni leggeri al genere avventuroso, dal film di costume al registro sentimentale. Dal 1964 (anno del suo esordio nel film ad episodi I tre volti, episodio Latin lover) al 1971 (anno del suo ultimo film, Giochi particolari), Indovina realizzò quattro lungometraggi e due film brevi. Sceneggiatore di talento, collaborò alla scrittura dei suoi film con Tonino Guerra e Rodolfo Sonego. Ménage all'italiana, Lo scatenato e Giochi particolari sono film dove il livello di scrittura cinematografica, a detta di molti critici, rasenta la perfezione.

A caratterizzare il suo stile è la creatività nella ricerca di storie originali, che rispecchino la società del tempo, a ridosso del cosiddetto boom economico italiano.

Inoltre, Indovina ebbe una relazione sentimentale con la principessa Soraya, conosciuta durante le riprese del film a episodi I tre volti. La loro storia d'amore fece molto scalpore nell'Italia degli anni Sessanta, tra stampa internazionale e rotocalchi.

Per informazioni: Associazione Culturale Arknoah

Via Citola, Coop. Annunziata Pal. E

Tel.347.1046293

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.arknoah.it

Ufficio Stampa Sicilia Marco Olivieri, cell. 347 7978283, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., http://marcoolivierigiornalista.wordpress.com/. Tessera giornalista professionista n. 078527.

atao

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 

a cura di Giuseppe Morgana

 

Taormina. Me. Evento d 'arte per Il Taormina International Book Festival 2015 promuove un evento dedicato alla figura di Pasolini nel 40° anniversario della sua scomparsa. Venerdì 18 settembre alle ore 18.00 si inaugura la mostra “Che cosa sono le nuvole?” – Omaggio a Pier Paolo Pasolini, a cura di Giuseppe Morgana. Nella splendida cornice del Palazzo Corvaja di Taormina sono esposti dipinti e sculture di nove artisti di fama internazionale insieme a rarissimi documenti autografi della corrispondenza tra Leonardo Sciascia e Pasolini, provenienti dalla Fondazione Sciascia. Noi di Messina web andremo all'appuntamento di Taobuk per relazionare successivamente per i nostri lettori ed individuare i nessi tra il Festival della letteratura e la mostra d'arte adottata parallelamente al percorso del Festival ideato da Antonella Ferrara.   

La mostra - nata da un’idea di Emanuela Ravidà e realizzata con il supporto organizzativo dell’associazione culturale Siddharte - prende il titolo dal cortometraggio girato da Pasolini nel 1967 e interpretato, tra gli altri, da Totò, alla sua ultima apparizione cinematografica.

“Che cosa sono le nuvole?” chiede un meravigliato Otello/Ninetto Davoli a Iago/Totò; “Straziante, meravigliosa bellezza del creato” è la risposta del Principe della risata. Da questo dialogo surreale ma al contempo carico di significato, prende le mosse l’idea concettuale della mostra che riunisce nove grandi autori del ‘900, eccellenti interpreti del concetto/azione del “varcare la soglia”, sia essa di natura fisica, mentale, sociale o culturale: Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Tano Festa, Lucio Fontana, Francisco Goya, Georg Grosz, Piero Guccione, Renato Guttuso, Roberto Sebastian Matta, Giuseppe Mazzullo e Mario Schifano.

Le opere provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private di tutta Italia e sono disposte secondo un ordine espositivo di facile comprensione ed esteticamente suggestivo e coinvolgente. Il percorso è caratterizzato inoltre da supporti multimediali che approfondiscono le tematiche della mostra.

 

PERCORSO ESPOSITIVO

La mostra si apre con un significativo ritratto fotografico di Pasolini che, dietro gli inseparabili occhiali scuri, sembra scrutare il visitatore, quasi interrogandolo. Il percorso artistico vero e proprio inizia con Le ombre e le linee della terra di Piero Guccione (Collezione Paolo Brodbeck), opera del 1975 - anno che segna il ritorno in Sicilia del Maestro di Scicli – che si distanzia dalla classica iconografia dell’artista incentrata su spiagge e marine e si distingue per le esemplari campiture che ci rimandano al tipico paesaggio siciliano: l’ombra di una nuvola suggella l’opera sintetizzando mirabilmente il confine tra cielo e terra.

Lungo la grande parete della sala che accolse il Parlamento Siciliano nel XV° secolo, allestita ad hoc per la mostra, si possono ammirare dapprima il Paesaggio anemico di Mario Schifano – opera del 1979, magistrale esempio della poetica dell’artista per mutevolezza ed eccentricità – e subito dopo trovano posto le poetiche Dimensioni del cielo di Tano Festa, altro alfiere della Pop Art italiana che in quest’opera/manifesto simboleggia la forza di sognare attraverso un pennello, che sembra una mannaia che squarcia il cielo, rivelandone molteplici dimensioni. Di seguito, è esposto il Concetto spaziale di Lucio Fontana, opera simbolo della Galleria provinciale “Lucio Barbera” di Messina, per la prima volta in assoluto concessa in prestito per una mostra.

L’opera, del 1956, fa parte del ciclo delle “pietre” e rappresenta al meglio il concetto del “limite”: al di là e al di qua della superficie pittorica attraverso buchi e pietre disposti sapientemente.

Si prosegue con L’enigma di un giorno, capolavoro metafisico di Giorgio De Chirico; un dipinto datato 1914, carico di significati e che esprime tutta la dimensione metafisica dell’oltre e si confronta con uno dei massimi esponenti del Surrealismo: Roberto Sebastian Matta. L’opera, di proprietà della Fondazione Ulisse di Roma, rappresenta mirabilmente l’onirico nell’arte attraverso una poetica incentrata sulla visione fantastica del mondo reale che induce lo spettatore ad addentrarsi nell’opera fino allo spazio più profondo. Lo spazio e la luce sono le protagoniste della Zolfara di Renato Guttuso (altro amico personale di Pasolini, che presentò nel 1962 una sua poesia sul colore rosso nella mostra dell’artista siciliano alla Galleria La Nuova Pesa di Roma). L’opera, olio su tela del 1953 di proprietà della Collezione Paolo Brodbeck di Catania, si distingue per un’accesa cromaticità esaltata dal contrasto tra i volti illuminati dei minatori e il buio dello sfondo che allude alla voglia di evasione da una realtà fatta di sudore e claustrofobia verso il cielo e le nuvole che rappresentano il limite da oltrepassare.

Di seguito l’irriverente Nudo di Georg Grosz, datato 1937. Il dipinto del pioniere del movimento Dada si distingue per l’estrema e provocatoria rappresentazione del corpo umano. Dedicato al concetto che anima Taobuk e allo “scrittore” Pasolini è L’uomo che legge di Filippo De Pisis, caratterizzato dalla tipica rapidità del segno e dalla “voglia d’infinito” che ha contraddistinto tutta la sua produzione. Unica scultura presente in mostra, ma carica di espressione e armonia, è la Tuffatrice di Giuseppe Mazzullo, di proprietà degli eredi dell’artista. Il bronzo si caratterizza per la sorprendente leggerezza, tanto da far sembrare un tuffo eterno l’aggraziato movimento della figura che si libra nell’aria quasi oltrepassando le leggi della fisica. Il rapporto Pasolini/Mazzullo è testimoniato anche dalla presenza di alcuni disegni originali dello scultore che accompagnano il testo “Dal Diario, 1945- 47”, pubblicato nel 1979.

Conclude il percorso espositivo uno dei maestri più acclamati dell’arte di tutti i tempi: Francisco Goya. In mostra una rarissima acquaforte del ciclo dei Capricci. L’opera evoca una spietata visione del mondo e dell’uomo in un’ossessiva mistione di realtà e sogno.

Una sezione significativa della mostra, nata da un’idea di Alfio Bonaccorso, è dedicata al rapporto tra Pasolini e Leonardo Sciascia, personalità così lontane, così vicine. Per la prima volta sono esposte al pubblico dieci lettere autografe dello scrittore e regista indirizzate all’amico siciliano. Questi rarissimi documenti provenienti dalla Fondazione Sciascia di Racalmuto testimoniano la grandezza culturale di Pasolini e la sua sensibilità verso l’arte.

Ultima sezione della mostra è quella dedicata al cortometraggio “Che cosa sono le nuvole?”. La storia è una rivisitazione dell’Otello di Shakespeare, recitato da un gruppo di marionette, che sulla scena interpretano i propri ruoli ma che dietro le quinte si pongono delle domande sul perché fanno ciò che fanno. La rappresentazione è interrotta dal pubblico che, nel momento più drammatico (l’omicidio di Desdemona da parte di Otello) irrompe sulla scena e, disapprovandone il finale, la distrugge. Il “monnezzaro” (Domenico Modugno) getta, cantando, le due marionette nella discarica, dove i due fantocci rimangono incantati a guardare le nuvole e la “straziante bellezza” del creato.

Il film è una riflessione piuttosto amara sui significati dell’esistenza umana e sui rapporti tra essere e apparire, la vita e la morte. Per esprimere le sue riflessioni Pasolini fa ricorso a una “rappresentazione nella rappresentazione”: il tutto si svolge di fronte ad un pubblico popolare che sarà a sua volta attore.

Questo episodio è l’ultima pellicola cinematografica in cui appare Totò, morto il 15 aprile del ’67, che non ebbe mai modo di vedere la pellicola; Capriccio all’italiana uscì nel 1968 mentre le riprese dell’episodio pasoliniano (che fu girato in una settimana) erano state effettuate tra il marzo e l’aprile dell’anno precedente.

 


atao1 

 www.taobuk.it

www.siddharte.com

CATALOGO MULTIMEDIALE

A cura di

 Giuseppe Morgana, Emanuela Ravidà

Editing e impaginazione

 Subversiva

INFO BIGLIETTERIA

Orari di apertura

lun – dom

10.00 – 14.00 / 15.00-23.00

 

grillo

 

Il comico non si smentisce neanche questa volta: trova sempre la battuta esilarante anche nelle vicende che di esilarante non hanno nulla. La condanna che è stata inflitta, dal Tribunale di Ascoli Piceno, a Beppe Grillo (un anno di carcere senza condizionale e 50.000 euro di risarcimento a titolo provvisionale) rischia di farlo andare in galera se la sentenza dovesse essere confermata nei successivi gradi del procedimento. Per i soldi nulla di grave dato che, come si legge sui giornali, i redditi che ha possono sopportare facilmente l’esborso della suddetta somma.

Il comico, prestato alla politica (mai prestito fu più deleterio), aveva pesantemente diffamato il prof. Franco Battaglia (famoso e coraggioso divulgatore scientifico) bollandolo, aldilà delle solite e vergognose parolacce, come servo delle multinazionali e schierato a favore del nucleare solo per problemi di portafoglio (come riferisce il Giornale). La condanna è stata commentata dal comico con l’esilarante dichiarazione che "Se Pertini e Mandela sono finiti in prigione potrò andarci anch’io…” in pratica paragonandosi a quei combattenti per la libertà e la democrazia che hanno contribuito a cambiare, in positivo, i propri paesi. Il primo contribuendo al ripristino del regime democratico e il secondo ottenendo la liquidazione dell’apartheid.

Ma il signor Grillo capisce d’averla sparata grossa e sposta l’attenzione sulla sua scelta antinucleare sostenendo che l’ha fatta per convinzione e perché “appoggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani al referendum”. Giustificazione che, però, non c’entra nulla con le accuse al prof. Battaglia. Ma la vicenda ci offre l’occasione di riparlare dell’energia nucleare che ha visto il nostro Paese all’avanguardia nella ricerca e nel suo uso pacifico mentre, oggi, lo si vede costretto a ’comprare’, all’estero, l’energia che serve al proprio sistema economico.

Sfugge, non solo al comico, che le difficoltà ad uscire dalla crisi stanno anche nei costi di produzione italiani dei prodotti industriali e dei manufatti gravati anche da un costo più alto per l’energia importata senza, comunque, aver messo l’Italia al riparo dai rischi nucleari. Di certo la stragrande maggioranza degli italiani è stata turlupinata ed imbrogliata non solo dalle organizzazioni ambientaliste (e il fatto è normale!!), ma anche, se non soprattutto, dai mass media, che all’indomani degli incidenti come quello di Chernobyl o di Fukushima hanno gridato a squarciagola ‘al lupo, al lupo’.

Sfugge ancora, non solo al comico, che l’Italia è circondata da decine e decine di centrali nucleari (Francia, Svizzera, Austria, Slovenia) e che l’Italia non sarà certamente risparmiata da qualche nube radioattiva che gli incidenti possono determinare. In sostanza oltre al danno la beffa perché parecchie di quelle centrali sono state realizzate con i soldi dei contribuenti italiani. La paura degli incidenti non ha mai, per esempio, determinato il blocco della costruzione degli aerei e il loro utilizzo, ma ha sempre spinto a ricercare nuovi livelli di sicurezza. Lo stesso avviene con le centrali nucleari: ogni incidente (per fortuna ormai rarissimi) sono l’occasione per correggere la ‘falla’ che il sistema può presentare, con l’obiettivo di raggiungere un livello di sicurezza altissimo senza correre ulteriori rischi, inclusi quelli causati dagli errori umani.

Si è già da tempo a questo stadio, e forse è giunto il momento di riprendere il percorso nucleare riaprendo la vicenda delle centrali, di nuovissima generazione. Se l’Italia può ancora sperare di mettersi a livello delle altre nazioni di sicuro lo si deve al prof. Franco Battaglia che da anni si batte per superare le amenità delle associazioni ambientaliste, offrendo alla riflessione e al dibattito dati e argomentazioni per un sistema energetico adeguatamente diversificato. Un prof che non meritava certo le volgari invettive riservategli dal comico e al quale va la nostra piena solidarietà.

                                                                                  Giovanni ALVARO

alba

 

"Una prima assoluta in un luogo magico della Sicilia. Protagonista la voce del soprano Carmine Elisa Moschella. Dopo il concerto Sotto le stelle del 4 agosto sulla spiaggia di Giardini Naxos e il recital nella chiesa di Santa Caterina di Taormina del 28 agosto, Carmine Elisa Moschella si esibirà  in un nuovo concerto lirico dedicato alle più belle arie operistiche dell'Ottocento. Location del recital il cortile del castello di Schisò, un’antica fortezza di epoca bizantina con una torre Aragonese  poi inglobata in un edificio gentilizio ottocentesco dall'aria ricercata e decadente, perfetta ambientazione per un concerto lirico. La serata, organizzata da Pier Paolo La Spina a nome dell’associazione culturale “Ulisse” di Giardini Naxos e presentata da Alba Terranova, prevede tre momenti musicali intercalati da due brevi intermezzi letterari.

Il soprano Carmine Elisa Moschella, diplomata al Conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria e con alle spalle numerosi concerti, ha studiato con il maestro Giovanni Venuti, e con il maestro Maria Rita De Matteis, per poi seguire alcuni master di perfezionamento lirico e corsi di musica barocca e jazz.

La serata, a ingresso gratuito, è prevista per venerdì 25 settembre con  inizio alle 20,30 nel Castello di Schisò a Giardini Naxos in via del Lungomare Schisò 28. "



 

Giovanni Ardizzone -1

Tutti gli italiani, e quindi anche i siciliani, dovranno mettere di nuovo mano in tasca per pagare l’ennesima multa di 30 milioni di euro inflitta al nostro Paese per finanziamenti europei, considerati illegittimi ed incompatibili, a migliaia di imprese del Veneto. Non è la prima e, purtroppo per noi, non sarà l’ultima volta che l’atteggiamento di superiorità nell’amministrare la cosa pubblica, sbandierato ai quattro venti, con continui e ripetuti attacchi al Mezzogiorno, da parte di esponenti politici del Nord-est, frani di fronte a dati inconfutabili circa le violazioni del diritto dell'Unione europea".

Lo dichiara il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, commentando la sentenza della Corte di giustizia europea contro l’Italia, emessa oggi a Lussemburgo, per il mancato recupero di riduzioni e sgravi fiscali concessi tra il 1995 ed il 1997 (per complessivi 114 mln circa), giudicati come aiuti di stato a 1.645 imprese di Venezia e Chioggia. I giudici di Lussemburgo hanno inflitto una multa forfettaria di 30 milioni di euro, da pagare immediatamente, più altri 12 milioni di euro per ogni ulteriore semestre di ritardo a decorrere da oggi finché non sarà recuperata l'intera somma.

“Allora non è vero - continua Ardizzone - che l’imprese del Nord non hanno mai avuto aiuti e finanziamenti e che quindi lo sviluppo dell’occupazione in quelle zone si deve solo ai virtuosi imprenditori che <geo:0,0?q=ai%20virtuosi%20imprenditori%20che%20hanno> hanno investito risorse proprie. Altro che Roma ladrona e Sud sprecone e assistenzialista. Come direbbe il buon Totò: ma mi facciano il piacere!”.

in previsione dell’anno 2016 ed auspicando nella possibilità di aprire una collaborazione, la presente per informarvi sui nostri Servizi.

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Rimaniamo in attesa di un vostro cortese riscontro, eventuali servizi da trattare e vostra percentuale di commissione/sconto.
Un caloroso Saluto
Il Direttore
Cristiano Dall’Armi

 

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