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Purpura

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 

PALERMO (23 lug) -  Procedono in sintonia gli assessori Cleo Li Calzi e Antonio Purpura che alla guida del Turismo e dei Beni culturali hanno stabilito tavoli di coordinamento per rendere più efficace l'azione dei rispettivi dipartimenti con l'obiettivo comune di armonizzare le politiche promozionali e di strutturarle in funzione di positive ricadute sul territorio capaci di generare sviluppo. Quindi stop ai contributi a pioggia per piccole sagre paesane o per iniziative scoordinate; basta col proliferare degli ecomusei perché se ne contano già centinaia: il comune denominatore deve essere quello di ricondurre a sistema la molteplici creatività che si vanno registrando che seppur singolarmente apprezzabili finiscono per esaurire poco utilmente la loro funzione in una piccola porzione di territorio. Sì al ruolo dei Distretti purché siano attori produttivi: c'è stato un ritardo nel loro avvio, perché è trascorso più di un lustro dalla previsione normativa all'effettiva costituzione e ancora oggi non hanno ricevuto la dotazione finanziaria prevista.

Nell'attuale scenario politico niente affatto tranquillo, si cerca così di definire una programmazione con linee guida che rappresentino un riferimento per tutti gli operatori, rendano armonico il programma dell'Esecutivo nella convinzione, sottolineata anche dal vicepresidente dell'Ars Giuseppe Lupo che turismo, beni culturali e agricoltura sono la linfa vitale della nostra economia e hanno potenzialità non ancora del tutto espresse in maniera virtuosa con benefici anche per l'occupazione.

L'assessore Purpura ha rilevato che il ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, (PO-FESR e PON Cultura e Sviluppo) deve avere come obiettivo fondamentale quello di attuare la transizione del sistema dei beni culturali regionali verso la fase della piena valorizzazione economica, prioritariamente attraverso un intelligente sistema di fruizione turistica. Con i due precedenti cicli di programmazione si è attuato una vasto programma di recupero del patrimonio culturale diffuso nel territorio regionale. Si può discutere l’efficacia e l’efficienza dei copiosi investimenti (oltre 1,6 miliardi di euro dal 2000 al 2013) che sono stati realizzati, nel senso che si sarebbe certamente potuto fare di più e meglio. Ma oggi la Sicilia dispone di un vasto patrimonio di beni culturali accessibile alla fruizione turistica: senza questi investimenti non avremmo certamente potuto “incassare” dal 2000 ad oggi ben 7 inserimenti nella World Heritage List dell’Unesco, e non avremmo una lista di altri monumenti Unesco-candidabili. Per la prima volta entro il 30 novembre 2015 sarà pubblicato il calendario per il 2016. La negoziazione sindacale è in corso e siamo fiduciosi che possa concludersi positivamente. L’avvio, ormai prossimo, dei servizi aggiuntivi nei siti per i quali nel 2010 si era giunti alla fase della aggiudicazione definitiva o provvisoria (ossia per gran parte dei Grandi Attrattori) farà innalzare la qualità della fruizione.

Ma attenzione particolare viene oggi posta al’apertura del sistema dei beni culturali verso forme nuove di  interazione con le imprese e il vasto universo dell’associazionismo culturale. A breve saranno emanati i decreti assessoriali destinati a regolamentare le sponsorizzazioni private di interventi conservativi di liste ben identificate di beni culturali, nonché a definire le modalità di collaborazione delle associazioni per la gestione dei siti, prevedendo anche forme di convenzionamento per la gestione integrale dei siti minori. Le associazioni culturali accreditate potranno fruire del sostegno finanziario previsto dal’Asse 2 del PON Culturale e Sviluppo, mentre le imprese dell’industria culturale potranno accedere alle risorse finanziarie del PO – FESR.

Il convegno promosso dal Distretto "Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari siciliani" presieduto da Michelangelo Lo Monaco, che conta l'adesione di 23 Comuni sparsi tra le province di Palermo, Trapani, Catania, Messina, Siracusa con "capofila" Taormina, è stato un'occasione di confronto utile per i tanti amministratori locali presenti. E' emersa, durante i lavori moderati dal giornalista Mario Primo Cavaleri, la variegata peculiarità di un territorio che spazia dal mare ai monti, che presenta tipicità e vulnerabilità e al contempo una straordinaria ricchezza di potenziali attrattori di rilevanza naturalistica, culturale, archeologica. Ne hanno parlato il prof. Girolamo Cusimano, presidente Scuola delle scienze umane e del patrimonio culturale - Università  di Palermo; Aurelio Pes, scrittore; Carmelo Chiaramonte, cuciniere errante. E con loro il deputato regionale Antony Barbagallo, il prof. Ignazio Buttitta presidente Fondazione Ignazio Buttitta; l'arch. Rosario Vilardo della Soprintendenza di Messina, Rosario Gugliotta di Slow Food Sicilia.

Nelle foto: il pubblico; Purpura, Li Calzi, Lupo, Lo Monaco, Chiaramonte e Cavaleri

 

 

Antonella Ruggiero-  di Maria Teresa Prestigiacomo -

Portorosa, Furnari, Me. Dai sounds dell Isola di Capoverde alle magiche misteriose musiche armene, dai Caraibi a Fabrizio De Andrè: uno spettacolo da non perdere. Un incontro con universi a volte conosciuti, altre sconosciuti, lo spettacolo “Musiche dal mondo”, una produzione dell’EAR “Teatro di Messina”, con protagonista Antonella Ruggiero in programma il 22 luglio, con inizio alle 21,30, all’Arena Vittorio Emanuele di Portorosa (Furnari). Accompagnata dall’Orchestra del “Vittorio Emanuele”, diretta da Valter Sivilotti, l’artista esplorerà varie espressioni della musica di ispirazione popolare del mondo: “Balada do Sino” della tradizione portoghese, “Kirie” da una messa Luba africana, la sarda “Non potho reposare” e la friulana “Oh tu stele” e tante altre sorprese fino alla “Guantanamera” cubana.

L’idea alla base dello spettacolo è infatti proprio quella di esplorare attraverso la musica altri luoghi, altre tradizioni.

Un viaggio per lo spettatore, “Musiche dal mondo”, musicale e contemporaneamente culturale. Un’occasione per attraversare, visitare, e confrontarsi con altri costumi, altre sapienze, altre civiltà.

Per info Il botteghino: 090/343818 o www.ticketone.it

 

- di Maria Teresa Prestigiacomo  -

 

Iconomou Panajotis: "Don Giovanni

è più nobile esensibile di quanto si pensi"

I

l regista e scenografo Enrico Castiglione firma il nuovo allestimento.

in scena il 4, 9 e 12 agosto al Teatro Antico per il Taormina Opera Festival

TAORMINA - «Don Giovanni è un uomo profondamente turbato alla costante ricerca dell'amore materno, non è solo il seduttore alla spasmodica ricerca del piacere che tutti credono». A parlare è il basso-baritono tedesco di orgini greche Iconomou Panajotis, che il 4 agosto salirà sul suggestivo palcoscenico del Teatro Antico di Taormina per interpretare uno dei personaggi piùi conici della storia del melodramma: il Don Giovanni creato dal genio di Wolfgang Amadeus Mozart.

A firmare questa nuova produzione, in replica il 9 e il 12 agosto, è Enrico Castiglione, regista e scenografo apprezzato nei cinque continenti per il raffinato gusto artistico che caratterizzano tutti i suoi lavori. Castiglione è reduce dallo straordinario successo riscosso con lanteprima di Carmen, andata in scena in diretta mondovisione nei cinema, di cui ha firmato anche la regia televisiva. Anche per Don Giovanni, accanto a lui c’è la costumista Sonia Cammarata che sempre riesce con i suoi figurini a ricreare fantastiche atmosfere storiche, imbevute di sofisticata modernità. Oltre al "Burlador" di Iconomou Panajotis, vedremo il Commendatore del basso Enrico Rinaldo, mentre nel ruolo di Donna Anna si alterneranno i soprani Laura Giordano (4, 12 agosto) ed Elena Borin (9 agosto). Don Ottavio sarà il tenore Blagoj Nacoski, Donna Elvira il soprano Tian Hui, Leporello il basso Andrea Patucelli, Masetto il basso Daniele Piscopo, Zerlina il mezzosoprano Marina Ziatkova. L'orchestra del Taormina Opera Festival saràguidata dal maestro Stefano Romani.

Il Don Giovanni del Salisburghese è universalmente noto come una delle creazioni di teatro musicale più belle e pregnanti che siano mai state scritte, e appartiene alla “trilogia” composta da Mozart tra il 1785 e il 1790 - Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte - sui libretti in lingua italiana del poeta trevigiano Lorenzo Da Ponte. Enrico Castiglione ha inserito questo titolo all'interno del Taormina Opera Festival insieme alla Carmen di Bizet e Il Barbiere di Siviglia di Rossini, per formare un'altra “trilogia", questa volta dedicata alla città di Siviglia. Nella capitale andalusa si svolge anche il Don Giovanni e Iconomou Panajotis, nato a Monaco di Baviera dai genitori greci, è apprezzato in tutto il mondo per linterpretazione del latin lover più celebredella storia dell'opera per il Teatro Verdi di Pisa. Nato nel 1971, Panajotis debutta come solista nel 1982 a Colonia in Ceremony of Carols di Benjamin Britten. Da allora ha interpretato un variegato campionario di personaggi: dal Sarastro de Il flauto magico alloSparafucile del Rigoletto, passando per il Basilio de Il Barbiere di Siviglia, e tanti altri ancora.

  

Per lei il 4 agosto sarà la prima volta Taormina, mentre ha già lavorato con il maestro Castiglione…

 

«Esatto. Non ho mai avuto l'onore di esibirmi al Teatro Antico, ma ne conosco la storia e sono giàmolto emozionato al solo pensiero di ritrovarmi in un posto cosìmagico, che per me rappresenta un piccolo ritorno a casa viste le comuni origini greche che condivido con la cavea taorminese. Con Enrico Castiglione, invece, ho già avuto modo di collaborare proprio in un allestimento del Don Giovanni l'anno scorso a Pisa, e in quell'occasione ho capito di apprezzarne la profondità della visione e lintelligenza dellesoluzioni; èun regista che rispetta profondamente il testo e comprende come certi dettagli non possono essere sacrificati in favore di allestimenti ultramoderni».

 

In cosa consiste la vera forza del Don Giovanni di Mozart- Da Ponte, a sua volta mutuato dal capolavoro letterario di Tirso da Molina?

 

«Senza dubbio nei personaggi. Sono fortemente convinto che questi caratteri siano noti davvero a tutti perchétrasmettono una gamma di emozioni che ciascuno di noi prova almeno una volta nella vita. Si tratta di ruoli che permettono di portare sulla scena non solo esperienze in cui lo spettatore rivede se stesso, ma anche e soprattutto i sogni che in molti nutrono. A differenza di tanti, però, Don Giovanni riesce a realizzare le sue fantasie, èun po' come Silvio Berlusconi: tutti lo criticano per quello che fa, ma in realtà, visto che chiunque vorrebbe avere le sue possibilità, alla fin dei conti riesce sempre ad ottenere un buon successo elettorale. Piùdi 200 anni dopo, quindi, non molto ècambiato, e questo è uno dei motivi per cui il Don Giovanni è così amato, sia dai musicologi che dal pubblico: contiene un portato emotivo così arcaico che nessuno puòsfuggire al suo fascino».

 

Dal punto di vista musicale quali sono, secondo lei, i passaggi più significativi?

 

«È difficile fare una scelta perché per Mozart era importante, e in particolare in quest'opera, dare a ciascun cantante un momento in cui risplendere. In altri suoi lavori il protagonista ha le musiche più belle, mentre in Don Giovanni non è così, il protagonista ha tre arie e neanche tanto lunghe, e in più la terza non è nemmeno così speciale. Quelle che sono importanti sono le situazioni d'insieme e non i momenti solistici. Il compositore ha deciso di attribuire le scene individuali più forti a figure come Leporello o Donna Elvira, mentre il peso specifico del protagonista si può avvertire nitidamente soprattutto quando condivide la scena con gli altri. La partitura è quindi molto equilibrata edequamente suddivisa,proprio per questo gli interpreti devono essere bravissimi per sostenere il proprio ruolo, visto che non esistono personaggi minori o di contorno. Anche per questo, a mio avviso, è un'opera amata da tutti».

 

Quali segreti nasconde quest'uomo così affascinante e così affascinato dalle donne?

 

«Credo che abbia avuto una madre molto forte e che abbia vissuto molto poco con il padre. Crescere accanto ad una donna dominante ha fatto sviluppare in lui la certezza che l'unica vera forma di amore sia quella materna, un rapporto puro in cui è esclusa qualsiasi forma di carnalità. Proprio per questo motivo ritengo che Don Giovanni sia un uomo profondamente ferito, molto nobile, che ama le donne come ha amato la madre; quindi cerca una partner che gli resista sul piano sessuale. Riguardo alle signore, e sono tante, che cadono ai suoi piedi, nutre automaticamente odio e disprezzo, perchési distaccano dal sentimento che sua madre provava per lui. In più di un'occasione mi è capitato di provare compassione per lui, per quest'uomo che non riesce ad amare liberamente per via di un trauma vissuto durante l'infanzia e che ha condizionato l'intera sua esistenza. Anche per questo lo tratto sempre con molto rispetto, per me non esiste bianco o nero, c'è chi lo invidia e chi lo disprezza, io invece cerco di comprenderlo e non di giudicarlo. Alla fin fine, tutti noi possiamo essere sia angeli che diavoli. Quando vedo certi cantanti offrire di Don Giovanni un'interpretazione esclusivamente demoniaca, nutro molte riserve, perchéin realtà il personaggio possiede una nobiltà davvero affascinante e una sensibilità molto spiccata».

 

Parliamo del controverso finale dell'opera: tra la versione di Praga e quella di Vienna quale preferisce?

 

«Il finale senza il sestetto moraleggiante, ossia la cosiddetta versione di Vienna, è emotivamente devastante. Mozart ha aggiunto questa ulteriore scena per distendere il pubblico e farlo uscire dal teatro con il cuore un po' più leggero. Personalmente trovo più giusto che l'opera si concluda nel momento in cui Don Giovanni precipita all'Inferno, con una pagina musicale di rara bellezza e intensità. Si tratta però di una conclusione così brutale e tragica, che il geniale compositore ha fatto bene ad inserire in coda un breve momento in cui quella carica emotiva disturbante, ma secondo me necessaria, viene in qualche modo diluita, a discapito però della straordinaria drammaticità della discesa agli Inferi del dissoluto punitoper le sue colpe».

 

Quale battuta, secondo lei, definisce meglio Don Giovanni?

 

«Quando nell'ultima scena afferma "Vivan le femmine, viva il buon vino! Sostegno e gloria d'umanità!", credo che stia enunciando il suo credo più intimo. Anche se queste parole sono usate in un contesto improprio e con crudele ironia, anche se stridono con la drammaticità del momento, sono fermamente convinto che questa battuta riassuma in pieno la sua vita. Non bisogna dimenticare, infatti, che è l'ultima frase da lui pronunciata con feroce ma gioioso trasporto, prima della morte».

 

In che modo la musica segue lo sviluppo della narrazione?

 

«Mozart èun genio assoluto, soltanto lui è riuscito a nascondere sentimenti molto profondi all'interno delle melodie, nel senso che il vero ritratto dei personaggi risiede nelle note e non nelle parole. Solitamente i musicisti creano delle armonie che riflettono lo stato emotivo delle persone in scena, mentre Amadeus nel Don Giovanni ha creato due piani narrativi totalmente separati: mentre la voce esprime ciò che si vuole far sapere al prossimo, gli strumenti enunciano la vera natura dei vari attori. Si tratta di un approccio molto profondo e delicato,  che secondo me affascina di più: il pubblico non è mai certo di quale sia la verità».

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- di Maria Teresa Prestigiacomo  e l'intervista al tenore Panajotis -

 

Iconomou Panajotis: "Don Giovanni

è più nobile esensibile di quanto si pensi"

I

l regista e scenografo Enrico Castiglione firma il nuovo allestimento.

in scena il 4, 9 e 12 agosto al Teatro Antico per il Taormina Opera Festival

 

TAORMINA - «Don Giovanni è un uomo profondamente turbato alla costante ricerca dell'amore materno, non ès olo il seduttore alla spasmodica ricerca del piacere che tutti credono». A parlare è il basso-baritono tedesco di orgini greche Iconomou Panajotis, che il 4 agosto salirà sul suggestivo palcoscenico del Teatro Antico di Taormina per interpretare uno dei personaggi piùi conici della storia del melodramma: il Don Giovanni creato dal genio di Wolfgang Amadeus Mozart.

A firmare questa nuova produzione, in replica il 9 e il 12 agosto, è Enrico Castiglione, regista e scenografo apprezzato nei cinque continenti per il raffinato gusto artistico che caratterizzano tutti i suoi lavori. Castiglione è reduce dallo straordinario successo riscosso con lanteprima di Carmen, andata in scena in diretta mondovisione nei cinema, di cui ha firmato anche la regia televisiva. Anche per Don Giovanni, accanto a lui c’è la costumista Sonia Cammarata che sempre riesce con i suoi figurini a ricreare fantastiche atmosfere storiche, imbevute di sofisticata modernità. Oltre al "Burlador" di Iconomou Panajotis, vedremo il Commendatore del basso Enrico Rinaldo, mentre nel ruolo di Donna Anna si alterneranno i soprani Laura Giordano (4, 12 agosto) ed Elena Borin (9 agosto). Don Ottavio sarà il tenore Blagoj Nacoski, Donna Elvira il soprano Tian Hui, Leporello il basso Andrea Patucelli, Masetto il basso Daniele Piscopo, Zerlina il mezzosoprano Marina Ziatkova. L'orchestra del Taormina Opera Festival saràguidata dal maestro Stefano Romani.

Il Don Giovanni del Salisburghese è universalmente noto come una delle creazioni di teatro musicale più belle e pregnanti che siano mai state scritte, e appartiene alla “trilogia” composta da Mozart tra il 1785 e il 1790 - Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte - sui libretti in lingua italiana del poeta trevigiano Lorenzo Da Ponte. Enrico Castiglione ha inserito questo titolo all'interno del Taormina Opera Festival insieme alla Carmen di Bizet e Il Barbiere di Siviglia di Rossini, per formare un'altra “trilogia", questa volta dedicata alla città di Siviglia. Nella capitale andalusa si svolge anche il Don Giovanni e Iconomou Panajotis, nato a Monaco di Baviera dai genitori greci, è apprezzato in tutto il mondo per linterpretazione del latin lover più celebredella storia dell'opera per il Teatro Verdi di Pisa. Nato nel 1971, Panajotis debutta come solista nel 1982 a Colonia in Ceremony of Carols di Benjamin Britten. Da allora ha interpretato un variegato campionario di personaggi: dal Sarastro de Il flauto magico alloSparafucile del Rigoletto, passando per il Basilio de Il Barbiere di Siviglia, e tanti altri ancora.

  

Per lei il 4 agosto sarà la prima volta Taormina, mentre ha già lavorato con il maestro Castiglione…

 

«Esatto. Non ho mai avuto l'onore di esibirmi al Teatro Antico, ma ne conosco la storia e sono giàmolto emozionato al solo pensiero di ritrovarmi in un posto cosìmagico, che per me rappresenta un piccolo ritorno a casa viste le comuni origini greche che condivido con la cavea taorminese. Con Enrico Castiglione, invece, ho già avuto modo di collaborare proprio in un allestimento del Don Giovanni l'anno scorso a Pisa, e in quell'occasione ho capito di apprezzarne la profondità della visione e lintelligenza dellesoluzioni; èun regista che rispetta profondamente il testo e comprende come certi dettagli non possono essere sacrificati in favore di allestimenti ultramoderni».

 

In cosa consiste la vera forza del Don Giovanni di Mozart- Da Ponte, a sua volta mutuato dal capolavoro letterario di Tirso da Molina?

 

«Senza dubbio nei personaggi. Sono fortemente convinto che questi caratteri siano noti davvero a tutti perchétrasmettono una gamma di emozioni che ciascuno di noi prova almeno una volta nella vita. Si tratta di ruoli che permettono di portare sulla scena non solo esperienze in cui lo spettatore rivede se stesso, ma anche e soprattutto i sogni che in molti nutrono. A differenza di tanti, però, Don Giovanni riesce a realizzare le sue fantasie, èun po' come Silvio Berlusconi: tutti lo criticano per quello che fa, ma in realtà, visto che chiunque vorrebbe avere le sue possibilità, alla fin dei conti riesce sempre ad ottenere un buon successo elettorale. Piùdi 200 anni dopo, quindi, non molto ècambiato, e questo è uno dei motivi per cui il Don Giovanni è così amato, sia dai musicologi che dal pubblico: contiene un portato emotivo così arcaico che nessuno puòsfuggire al suo fascino».

 

Dal punto di vista musicale quali sono, secondo lei, i passaggi più significativi?

 

«È difficile fare una scelta perché per Mozart era importante, e in particolare in quest'opera, dare a ciascun cantante un momento in cui risplendere. In altri suoi lavori il protagonista ha le musiche più belle, mentre in Don Giovanni non è così, il protagonista ha tre arie e neanche tanto lunghe, e in più la terza non è nemmeno così speciale. Quelle che sono importanti sono le situazioni d'insieme e non i momenti solistici. Il compositore ha deciso di attribuire le scene individuali più forti a figure come Leporello o Donna Elvira, mentre il peso specifico del protagonista si può avvertire nitidamente soprattutto quando condivide la scena con gli altri. La partitura è quindi molto equilibrata edequamente suddivisa,proprio per questo gli interpreti devono essere bravissimi per sostenere il proprio ruolo, visto che non esistono personaggi minori o di contorno. Anche per questo, a mio avviso, è un'opera amata da tutti».

 

Quali segreti nasconde quest'uomo così affascinante e così affascinato dalle donne?

 

«Credo che abbia avuto una madre molto forte e che abbia vissuto molto poco con il padre. Crescere accanto ad una donna dominante ha fatto sviluppare in lui la certezza che l'unica vera forma di amore sia quella materna, un rapporto puro in cui è esclusa qualsiasi forma di carnalità. Proprio per questo motivo ritengo che Don Giovanni sia un uomo profondamente ferito, molto nobile, che ama le donne come ha amato la madre; quindi cerca una partner che gli resista sul piano sessuale. Riguardo alle signore, e sono tante, che cadono ai suoi piedi, nutre automaticamente odio e disprezzo, perchési distaccano dal sentimento che sua madre provava per lui. In più di un'occasione mi è capitato di provare compassione per lui, per quest'uomo che non riesce ad amare liberamente per via di un trauma vissuto durante l'infanzia e che ha condizionato l'intera sua esistenza. Anche per questo lo tratto sempre con molto rispetto, per me non esiste bianco o nero, c'è chi lo invidia e chi lo disprezza, io invece cerco di comprenderlo e non di giudicarlo. Alla fin fine, tutti noi possiamo essere sia angeli che diavoli. Quando vedo certi cantanti offrire di Don Giovanni un'interpretazione esclusivamente demoniaca, nutro molte riserve, perchéin realtà il personaggio possiede una nobiltà davvero affascinante e una sensibilità molto spiccata».

 

Parliamo del controverso finale dell'opera: tra la versione di Praga e quella di Vienna quale preferisce?

 

«Il finale senza il sestetto moraleggiante, ossia la cosiddetta versione di Vienna, è emotivamente devastante. Mozart ha aggiunto questa ulteriore scena per distendere il pubblico e farlo uscire dal teatro con il cuore un po' più leggero. Personalmente trovo più giusto che l'opera si concluda nel momento in cui Don Giovanni precipita all'Inferno, con una pagina musicale di rara bellezza e intensità. Si tratta però di una conclusione così brutale e tragica, che il geniale compositore ha fatto bene ad inserire in coda un breve momento in cui quella carica emotiva disturbante, ma secondo me necessaria, viene in qualche modo diluita, a discapito però della straordinaria drammaticità della discesa agli Inferi del dissoluto punitoper le sue colpe».

 

Quale battuta, secondo lei, definisce meglio Don Giovanni?

 

«Quando nell'ultima scena afferma "Vivan le femmine, viva il buon vino! Sostegno e gloria d'umanità!", credo che stia enunciando il suo credo più intimo. Anche se queste parole sono usate in un contesto improprio e con crudele ironia, anche se stridono con la drammaticità del momento, sono fermamente convinto che questa battuta riassuma in pieno la sua vita. Non bisogna dimenticare, infatti, che è l'ultima frase da lui pronunciata con feroce ma gioioso trasporto, prima della morte».

 

In che modo la musica segue lo sviluppo della narrazione?

 

«Mozart èun genio assoluto, soltanto lui è riuscito a nascondere sentimenti molto profondi all'interno delle melodie, nel senso che il vero ritratto dei personaggi risiede nelle note e non nelle parole. Solitamente i musicisti creano delle armonie che riflettono lo stato emotivo delle persone in scena, mentre Amadeus nel Don Giovanni ha creato due piani narrativi totalmente separati: mentre la voce esprime ciò che si vuole far sapere al prossimo, gli strumenti enunciano la vera natura dei vari attori. Si tratta di un approccio molto profondo e delicato,  che secondo me affascina di più: il pubblico non è mai certo di quale sia la verità».

abr

 

Martedì 4 Agosto 2015 alle ore 21,00 si terrà in un palco sulla spiaggia antistante Piazza San Pancrazio a Giardini Naxos, in uno scenario naturale,da favola come il mare della baia di Naxos, un Concerto Lirico della Soprano Carmine Elisa Moschella.

Provincia di MessinaProtocollo d’intesa tra il Comune di Giardini Naxos ed il nodo SITR della Provincia Regionale di Messina finalizzato alla realizzazione ed implementazione di un Sistema Informativo Territoriale Comunale (SITC) mediante l’applicazione di tecnologie GIS (Geographic Information System).

Il Sistema Informativo Territoriale Comunale si pone come strumento strategico in grado di fornire risposte decisionali alla generalità delle esigenze che la società civile, l’economia, il territorio, l’ambiente, manifestano agli organi di governo locali.

Spesso le esigenze informative sono complesse e si impongono processi decisionali argomentati e sistemi gestionali affidabili.

Il SITC, utilizzando elementi territoriali topologicamente comuni e relazionandoli fra loro, aggrega e perfeziona informazioni che interagiscono sia tra i diversi settori dell’amministrazione sia con quelli destinati ai singoli cittadini, un modo interattivo di realizzare un interscambio, un confronto ed una valutazione dei dati mediante una definita geolocalizzazione territoriale.

Il Comune di Giardini Naxos implementerà il Sistema Informativo territoriale Comunale, nell’ambito dei propri servizi e con particolare riguardo alla pianificazione degli strumenti di Protezione Civile oltre che a tutti gli strumenti di pianificazione territoriale ed economica locale, attraverso il coordinamento della propria base di dati con i database geografici di interesse generale allo scopo di evitare sovrapposizioni, duplicazioni e conflittualità nelle attività di raccolta e gestione dei dati stessi.

A tale scopo il Comune di Giardini Naxos si avvarrà del supporto e della consulenza del SITR di Palazzo dei Leoni, attuando anche un’attività di formazione del personale comunale all’uso di procedure informatiche e di attrezzature per il rilievo topografico GIS.

La collaborazione tra il Comune jonico e Palazzo dei Leoni si baserà anche sulla fornitura ed interscambio di basi di dati e cartografie digitali, la georeferenziazione ed implementazione delle cartografie comunali su basi cartografiche territoriali, il servizio di rilievo GPS, i servizi di scannerizzazione e stampa di cartografie tematiche, l’interscambio di dati, esperienze e competenze, patrimonio cartografico e basi dati comunali, strumenti di programmazione territoriale.

                                                                                                                                             L’Addetto Stampa  Giuseppe Spano'

  Enrico Castiglione

- consigliato da Maria Teresa Prestigiacomo -

 


Dal 15 luglio al 14 agosto in scena al Teatro Antico

"Carmen", "Il barbiere di Siviglia" e "Don Giovanni"

  

    La corsa all'acquisto dei biglietti per la stagione lirica 2015 del Taormina Opera Festival è già scattata: proprio in questi giorni è possibile trovare sul circuito Box Office Sicilia un'offerta imperdibile: l’abbonamento per assistere a tutte e tre le opere in cartellone al prezzo di 95 euro per la gradinata numerata o di 50 euro per la gradinata non numerata. La grande opera lirica torna quindi, anche quest'estate, nella prestigiosa cornice del Teatro Antico di Taormina con la "Trilogia di Siviglia" firmata dal maestro Enrico Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale, mentre i costumi, appositamente creati per questa nuova produzione, sono ideati dalla raffinata e fantasiosa Sonia Cammarata.

   Dopo lo straordinario successo ottenuto nel 2014 con Tosca, Cavalleria rusticana e Pagliacci, anche quest'anno il maestro Castiglione ha scelto di mettere in scena nella Perla dello Jonio tre opere liriche di indiscusso valore e universalmente apprezzate: la Carmen di George Bizet ( 1-7-10-13 agosto), Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini  (8-11-14 agosto) e il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart (4-9-12 agosto).

   Un cast di autentico rilievo internazionale interpreterà alcuni tra i personaggi più noti e amati del repertorio operistico. Il mezzosoprano Elena Maximova sarà Carmen, il tenore Giancarlo Monsalve vestirà i panni di Don José, il baritono Michael Bachtadze quelli di Escamillo. La voce di Don Giovanni sarà quella del basso Iconomou Panajotis e il basso Andrea Patucelli sarà Leporello. Nel Barbiere di Siviglia, invece, il tenore Blagoj Nacoski rivestirà il ruolo del Conte d'Almaviva, il mezzosoprano Laura Verrecchia quello di Rosina e il baritono Gabriele Ribis interpreterà Figaro.

   I pacchetti in abbonamento prevedono le seguenti combinazioni di date: 7-8-9 agosto (Carmen, Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni); 8-9-10 agosto (Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni, Carmen); 9-10-11 agosto (Don Giovanni, Carmen, Il barbiere di Siviglia); 10-11-12 agosto (Carmen, Il barbiere di Siviglia, Don Giovanni); 11-12-13 agosto (Il Barbiere di Siviglia, Don Giovanni, Carmen); 12-13-14 agosto (Don Giovanni, Carmen, Il barbiere di Siviglia).

   Il legame che unisce il maestro Castiglione a Taormina nasce nel 2007, quando è stato chiamato a dirigere la sezione "Musica&Danza" di Taormina Arte: da allora si sono susseguiti innumerevoli successi sulle antiche pietre della cavea taorminese, creando così un binomio sinonimo di eccezionale qualità. Seguendo una tradizione che ormai ogni anno offre un’opera in diretta via satellite nei cinema di tutto il mondo (e in differita anche su RAI5 e Raiuno), Carmen è la sesta opera che Enrico    Castiglione realizza al Teatro Antico di Taormina firmandola al tempo stesso come regista teatrale, scenografo e regista cinematografico: l’unico in Italia ad avere questa dimensione artistica e questi numeri. Dopo il successo del Nabucco nel 2011, Norma nel 2012 (con la quale la RAI ha tra l’altro inaugurato le trasmissioni in digitale in Sicilia), Rigoletto nel 2013 (con record di ascolti su RAI5 e di spettatori nei cinema), Cavalleria rusticana e Pagliacci nel 2014, la Carmen del prossimo 15 luglio sarà trasmessa in oltre trenta paesi.

 

 

la-logoterapia

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

 

Messina. Riflessioni sotto l ombrellone di Massimo Donato. Quest'oggi protagonista della sua citazione è il teorico (e scopritore) della logoterapia, la scienza che si pone, come obiettivo primario, la riscoperta del significato (logos) dell'esistenza dell'essere umano. Si tratta del neurologo austriaco, Víctor Frankl. Il quale, tra l'altro, sosteneva: «L'uomo è responsabile di quello che fa, di quello che ama e di quello che soffre».

La riflessione odierna parte volendo anche da quest'ultima asserzione. L'uomo per cercare di vivere meglio, necessita di avere il controllo o come si dice il polso della situazione. Se vive una esperienza - non immaginatela necessariamente estrema - in cui il timone della direzione non gli è affidato, non sempre è necessario che contrasti questo incedere. Questo però non si traduce nel diventare succube di scelte altrui, significa semmai non essere contrario per partito preso e con tutte le proprie forze ed energie, dell'individualità o del gruppo che conduce. Lo scontro, ormai è noto, è una scelta da evitare e spesso frutto dell'orgoglio e della necessità di difendere la propria roccaforte, come una sorta di meccanismo involontario di auto-difesa.

Bisogna imparare ad usare meglio la logica e la strategia. I propri metodi e le proprie idee sono così contrastanti e non possono portare all’obiettivo prefissato? Semplice (mica tanto) provare ad abbassare le proprie pretese, mutare il proprio atteggiamento, questa condotta nella strategia relazionale potrebbe portare a risultati inaspettati. Una volta poi conquistato il timone, la musica evidentemente può e deve cambiare (attenzione però a non farsi entusiasmare dal cambiamento nel frattempo avvenuto). Frankl diceva tra l’altro: «L’uomo cerca sempre un significato della sua esistenza; egli è sempre nell’atto di muoversi alla ricerca di un senso del suo vivere; in altre parole, è ciò che io chiamo “la volontà di significato”».

Spazio come al solito ad alcune delle risposte pervenute dopo la frase di giovedì di Zygmunt Bauman. Un lui dice: «Chi non ha dubbi è un ignorante presuntuoso. Vale per la scienza (Science est mère de doute-La scienza è la madre del dubbio-proverbio francese) e per la filosofia (Dubito ergo sum, vel quod item est, cogito ergo sum-Dubito dunque esisto, o ciò che è lo stesso, penso dunque esisto-Cartesio). Sono esempi di "indubitabile certezza razionale"». Una lei risponde: «Indugiare nell'incertezza è riconoscere e rinforzare il potere a noi estraneo. Onorare il passato ed accogliere la forza della trasmutazione che può trasformare il piombo in oro»

Massimo DONATO

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