di Vincenzo Mancuso
Sembra ieri, eppure sono trascorsi dodici lustri da quell'agosto 1949 in cui, per la prima volta, si vide il nome di Raffaele Marino in calce ad un componimento poetico. Sin da ragazzo amava scrivere, ma per quei casi della vita che è difficile spiegare, invece di intraprendere gli studi classici fu avviato a quelli tecnici, conclusi i quali riprese la vecchia passione che affinò con la maturità degli anni. L'esordio avvenne grazie al poeta messinese Gaetano Natale Spadaro, cugino del padre, che gli fece pubblicare una significativa lirica dal titolo " All'Italia " sulla rivista " La fonte della Cultura " di Napoli. L'anno successivo venne lanciato nell'agone poetico siciliano dal conte Baldassare Lo Monaco di Aquilpardo che ne agevolò la pubblicazione di alcune liriche da lui stesso definite "...belle ...". Prima di Spadaro e di Lo Monaco di Aquilpardo tre persone sono state determinanti nella formazione culturale e politica di Raffaele Marino che vive nel culto del passato: il padre, Umberto Marino, di cui " L'Osservatore Romano " ( n° 290 del 1967 ) ebbe a dire"...trasse della Fede ispirazione per l'attività svolta per tutta la vita al servizio del Paese sotto la guida dei Pastori che lo amarono " che gli inculcò sani principi morali; la nonna paterna, Francesca Antonia Mezzasalma, "...appassionata cultrice di storia patria..." ( dalla Gazzetta del Sud n° 123 del 1983 ) appartenente ad una famiglia di nobili origini, che gli trasmise l'amore per il collezionismo , per la ricerca e per il suo casato; il padrino di Cresima, on. avv. Valentino Leonardi " scrittore forbito,appassionato amatore di ogni forma di bellezza..." come scrisse Edoardo Savino nel volume " La Nazione operante "(Milano,1934) che gli lasciò in eredità una passione sviscerata per le arti. Tra il 1950 e il 1954 il Principe Giovanni Alliata, il conte Luigi Belletti, il marchese Carmine Manzi, illustre scrittore e letterato napoletano, e la contessa Maria Pia Cimino l'ammisero rispettivamente nell'Accademia del Mediterraneo tra gli accademici corrispondenti nominati all'atto della costituzione del Sodalizio, nell'Opera "Domus Nostra " che lo annovera tra i membri universitari-accademici ", nell'Accademia di Paestum - ove è enumerato tra i membri benemeriti - e nell'Accademia Internazionale di Propaganda Culturale, che gli conferì il diploma d'onore " per alte benemerenze letterarie " acquisite quale reggente la sezione di Roma. Nel periodo 1951-1955 sue liriche vennero declamate nel corso della tornata del Cenacolo " Gaetano Natale Spadaro " di Napoli che gli rilasciò un diploma di merito per " l'encomiabile attività letteraria-poetica svolta.In seguito passò decisamente alla critica letteraria occupandosi di vari autori tra i quali i messinesi Maria Canto, Gaetano Carbone, Rocco Certo, Carlo Gregorio, Santi Molino ed Oreste Toscano e a quella d'arte scrivendo, fra gli altri, sulla pittura dei concittadini Vincenzo Bucca e Cettina Gugliandolo. Nello stesso tempo partecipò a concorsi letterari promossi dai periodici "Conide" di Reggio Calabria,"Il Carroccio del Sud" di Taranto, "Il letterato" di Cosenza,"La Nuova Italia Letteraria" di Bergamo e "Sprizzi e Spazzi" di Salerno ottenendo in ognuna menzioni d'onore e riconoscimenti vari nonché la inclusione nella "Antologia della Poesia d'Amore Contemporanea". Nell'Agosto 1958 la Segreteria Generale dell'Unione Stampa Periodica Italiana (U.S.P.I.) lo ammise tra i propri soci, nel 1965 venne accolto dall'Unione Cattolica Stampa Italiana (U.C.S.I.) dalla quale si dimise molti anni dopo per diversità di opinioni. Negli anni seguenti il Marino ha rivelato attitudini di garbato scrittore non solo in alcune rievocazioni di uomini sui quali era caduta una coltre di silenzio quali il musicista Giovanni Fronte, il colonnello dell'Esercito borbonico Francesco Saverio Luvarà, la medaglia d'argento al V.M. Gaetano e l'ingegnere Pietro Mezzasalma, la medaglia d'oro al V.M. Antonio Monaco, il colonnello dei Reali Carabinieri Salvatore Sant'Antonio e l'on.avv. Gennaro Villelli, ma anche nei " coccodrilli " di persone che nel tempo si sono allontanate da questa terra come il Generale di Corpo d'Armata Alfredo Baccari, l'insegnante Natalia Benincasa, il Maggior Generale del Genio Navale Amleto Carbone,il cav.Ettore Mezzasalma, il dott. Eugenio Morrone,gli onorevoli Giuseppe Toscano ed Emanuele Finocchiaro Aprile. Nel 1961 è stato tra i soci fondatori dell'Accademia artistico letteraria "Fides", istituita a Palermo da Mons, Ignazio Sucato, cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità Paolo VI. Nel 1964 per desiderio della poetessa messinese Maria Busillo, entrò a far parte dell'Accademia de "La Fucina" della quale nel tempo divenne delegato per Roma,delegato per il Lazio e nel dicembre 1985 assunse la vice-presidenza. Da tale carica fu destituito arbitrariamente con un colpo di spugna otto anni dopo dallo stesso presidente Silvio Papalia Jerace, nonostante il sodalizio, avesse ritrovato l'antico splendore imponendosi anche a livello nazionale. Noto nel campo letterario e come tale compreso nel "Chi scrive-Repertorio Bio-Bibliografico e per Specializzazioni degli Scrittori Italiani" edito a Milano nel 1966 a fianco di Giovanni Arieri,Giorgio La Pira, Mario La Rosa, Roberto Mandel, Giuliano Manacorda, Alberto Moravia, Mario Soldati, Giuseppe Ungaretti ecc., dal 1969 si dedicò all'organizzazione di concorsi letterari e rassegne di arti figurative rappresentando per oltre venti anni la punta di diamante nel Lazio. In qualche modo incrementò pure il turismo favorendo la conoscenza delle ricchezze storiche ed artistiche dell'Abruzzo e del Lazio attraverso gare di pittura estemporanea che promosse per conto dei Comuni di Affile, Castelgandolfo e Pereto. Sfogliando le pubblicazioni degli ultimi sessant'anni troviamo la firma di Raffaele Marino su organi di stampa tra i quali ci piace citare "Il Quotidiano" di Messina,"Libertà" e "Il Secolo d'Italia" per quanto concerne i quotidiani nonché su ben quaranta periodici editi a Palermo, Catania, Messina, Cosenza, Salerno, Napoli, Roma; Latina, Firenze e Treviso. Autore delle raccolte inedite di poesia "Canti d'amore" e "Primi fiori", dalle quali sono state tratte significative liriche trasmesse il 6 settembre 1977 dalla Radio Vaticana, ha pubblicato la monografia "Memoria della Famiglia Mezzasalma " e il saggio "Raffaele Marino - Messinese Illustre" e realizzato i dizionari "Vita Culturale Contemporanea del Lazio" - per il quale nel 1978 ottenne dal Santo Padre la Benedizione Apostolica -e "Le Muse" catalogati nelle principali biblioteche e recensiti da svariati organi d'informazione. Ha alternato tale robusta attività pubblicistica a quella di "giudice" facente parte per oltre venticinque anni - come presidente, vicepresidente e componente - di giurie in certami nazionali ed internazionali di poesia, in gare di pittura estemporanea e in rassegne di arti figurative promossi da Amministrazioni Comunali dell'Abruzzo e del Lazio, da Associazioni Pro-Loco,dall'E.N.A.L. di Latina, Rieti e Roma nonché da Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo, dalla società Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma e da Enti Culturali. La sensibilità che traspare dai suoi scritti ha trovato conferma ogni qual volta si è trattato di solidarizzare con i meno fortunati come testimoniano le cronache dei quotidiani "Gazzetta del Sud","Il Giornale d'Italia","Il Secolo d'Italia","La Tribuna del Mezzogiorno","La Voce Repubblicana",quelle dei periodici "Europa Libera","La Scintilla" e "Messina Sera". Impossibile citare le settanta pubblicazioni in cui è inserito, i quaranta sodalizi culturali che lo annoverano come membro aggregato,benemerito,effettivo,ordinario e onorario, le oltre duecento tra personalità civili,ecclesiastiche,militari e politiche nonché critici,giornalisti,esponenti del mondo culturale e le circa cento testate che si sono occupate di Raffaele Marino nelle varie forme, Non gli sono mancati,ben a ragione, in questi dodici lustri riconoscimenti per la molteplice attività culturale e giornalistica. Infatti - senza tener conto del diploma di benemerenza con medaglia d'oro conferitagli dall'E.P.T. di Roma, della cittadinanza onoraria di Affile, comune del Lazio per il quale per ben 20 anni ha organizzato gare di pittura estemporanea e concorsi letterari - nel 1975,nel 1979 e nel 1985 su iniziativa di parlamentari non vicini alla sua fede politica gli sono state conferite dai tre Capi di Stato succedutisi nel tempo, le onorificenze di cavaliere,di ufficiale e commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Degno nipote pro-filii dell'omonimo campione messinese di tiro a segno del secolo scorso Raffaele Marino alla nobiltà dei natali ha unito una attenzione ai problemi etici e deontologici dimostrata anche quale direttore artistico di gallerie della Capitale, vice presidente del Cenacolo "Spadaro" di Napoli
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