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- di Marco Grassi -

Per gentile concessione di Marco Grassi.

Messina, 2 febbraio 1530: i coraggiosi abitanti di Messina reagirono all'incursione grazie ad una milizia popolare con a capo i fratelli Filippo e Candeloro Mangraviti. I pirati avevano già preso di mira il casale nel 1526 ma i Faroti questa volta non si fecero cogliere di sorpresa, si accese così una furiosa battaglia intorno al Fortilizio, oggi campetto parrocchiale, che vide gli aggressori soccombere e fuggire lungo il torrente Guardia, per imbarcarsi sulle loro imbarcazioni. I Faroti ebbero 8 morti, sepolti sotto l’altare maggiore della chiesa della Candelora, e 42 feriti. I saraceni persero ben 25 uomini e si trascinarono dietro circa 80 feriti. Per questi fatti d’arme il Vicerè di Sicilia Don Ferrante Gonzaga elevò al rango nobiliare i fratelli Mangraviti con tanto di concessione di stemma araldico. 

 - di M. C. -

 

Il Museo Epicentro di Barcellona Pozzo di Gotto - Gala (ME), bandisce la XI edizione del Premio Internazionale di “Poesia Circolare” 2021 - articolato in una sola sezione di poesia in lingua italiana edita e non edita. Le poesie partecipanti al premio a tema libero devono avere almeno una parola nel testo poetico che si ispiri a qualsiasi forma e simbolo circolare esempio: cerchio, palla, sfera, sole, luna, girotondo, tondo, anello ecc… Le opere, il cui termine di presentazione è fissato entro 30 aprile 2021, saranno valutate da una commissione composta da cinque membri le cui decisioni sono insindacabili ed inappellabili.

1) Ogni autore può partecipare con due poesie, inviate in sei copie di cui una in busta chiusa completa di dati anagrafici, indirizzo, recapito telefonico e firma dell’autore che dichiara che l’opera è di sua personale creazione. Si partecipa con un contributo (una poesia euro 15 / due poesie euro 25).

2) Saranno premiati dodici finalisti: Primi tre classificati con targhe e pergamena. Dal quarto al decimo posto - Menzione d’onore con premi speciali. e pergamena. Sarà assegnato inoltre il Premio della Critica e il Premio Milena Milani. Il Premio del “Museo Epicentro” sarà assegnato al primo classificato. A tutti i partecipanti al premio sarà donata una “mattonellina” in terracotta realizzata da Nino Abbate. La premiazione si terrà nel Giardino del Museo Epicentro fine primavera 2021, in data da stabilire.

Il materiale deve essere spedito a mezzo raccomandata o consegnato direttamente a mano, “PREMIO DI POESIA CIRCOLARE” c/o Museo Epicentro, attenzione Nino Abbate, via Mercurio 71 - 98051 Barcellona Pozzo di Gotto-Gala (ME). Nel plico oltre alle poesie  deve essere allegato il contributo come da regolamento.

È possibile inviare le poesie anche tramite e mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. allegando la ricevuta del versamento fatta sulla carta Posta Pay n° 4023 6009 4656 2909  intestata ad Abbate Antonino codice fiscale BBTNNN55E23A638E.  per informazioni chiamare   3791226969.

1 febbraio 2021

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Siracusa, 31 gennaio 2021 -La cultura non deve essere fermata pur nel rispetto del distanziamento e della normativa vigente. Non si vive di solo...pane!Programmare la stagione di spettacoli classici dell’Inda e, a seguire,  nuovi eventi, sempre sui temi della classicità e del mito, con protagonisti artisti di fama nazionale e internazionale. E’ la proposta che Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa e vicepresidente nazionale di Assohotel, ha avanzato al presidente, al consigliere delegato e al sovrintendente della Fondazione Inda “con l’obiettivo - spiega - di risollevare le sorti del settore turistico-culturale e dell’intera economia siracusana”.

Giuseppe Rosano aggiunge: “In un momento di profonda crisi economica, come quello che stiamo attraversando a causa dell’emergenza sanitaria, è quanto mai necessario che la Fondazione Inda riconfermi la sua forte capacità attrattiva, che ormai da anni richiama a Siracusa un pubblico numeroso e affezionato”.

E a parlare chiaro sono le stime sul rilevante volume d’affari complessivo generato dalle rappresentazioni classiche negli anni precedenti, dal 2017 al 2019, attraverso uno studio realizzato da Noi albergatori Siracusa e supervisionato da Giuseppe Rosano in qualità di presidente dell’associazione: “L’ultimo anno di rappresentazioni classiche, ovvero il 2019, dal 9 maggio al 6 luglio - rileva - ha generato un apporto economico totale all’economia siracusana di quasi 37 milioni di euro. I turisti che sono arrivati in città per assistere alle rappresentazioni classiche - continua il presidente di Noi albergatori Siracusa - sono stati infatti 83.124 con 2,30 giorni medi di permanenza negli alberghi siracusani nel mese di maggio 2019. A giugno sono invece state registrate 103.445 presenze e 3,03 giorni di permanenza media e a luglio 122.667 persone, sempre tra italiani ed esteri, con 3,88 giorni in media di permanenza”.

“Per quanto le limitazioni dovute alla pandemia invitino alla prudenza - ancora il vicepresidente nazionale di Assohotel - mi preme sottolineare che le ultime previsioni concordano nello stimare, già da fine marzo, un deciso ridimensionamento dei contagi da Covid-19, soprattutto grazie alla campagna vaccinale sostenuta dalla distribuzione di diversi tipi di vaccino. È insomma giunto il momento di ritrovare coraggio e tenacia per reinventare le modalità di fruizione del Teatro Greco, anche nel caso in cui la situazione pandemica dovesse protrarsi. E ciò potrebbe essere possibile per esempio limitando il numero di posti riservati agli spettatori, da un minimo di 2.000, e garantendo, ovviamente, il giusto distanziamento”.

Giuseppe Rosano conclude. “Il normale svolgimento delle rappresentazioni classiche per l’anno 2021 e l’accrescimento di eventi rappresentano per gli operatori impegnati nei settori della cultura e del turismo, e per tutta la città di Siracusa, un importante segnale di ripresa e di ripartenza. Non perdiamo questa occasione. Lavoriamo tutti insieme al risveglio della città. Il settore turistico è già pronto, come avvenuto in passato, a offrire il proprio supporto per sostenere, già dal mese di aprile, la Fondazione Inda nell’attività di promozione degli spettacoli in programma con l’abbinamento di pacchetti biglietto-soggiorno e con offerte diversificate, identificate dal Pay Off: ‘Siracusa riparte 

- di Maria  Teresa Prestigiacomo -

Roma.Il 25, 26 e 27 marzo 2021 la quinta edizione di Aqua Film Festival, rassegna internazionale che vuole rappresentare, con lo strumento cinematografico e di documentazione, lo straordinario mondo dell’acqua nei suoi diversi valori e funzioni di utilizzo, per scoprire nuovi talenti

cinematografici e nel campo dell’audiovisivo. Le proiezioni del festival, organizzato da Universi Aqua Associazione Culturale no profit, si terranno,

gratuitamente, sulla piattaforma internazionale di MyMovies.it, mentre la serata di premiazione (ancora in via di definizione se in presenza o meno) si

terrà in streaming alla Casa del Cinema di Roma.

Direttore Artistico e fondatrice del Festival è Eleonora Vallone – pittrice, stilista, autrice, attrice di cinema, televisione e teatro, giornalista ed esperta di

metodologie salutistiche in acqua. Un modo per valorizzare l’acqua non solo in chiave artistica e legata alla sua bellezza, ma anche per sollecitare i registi a

denunciare i disastri legati alla poca attenzione al mondo dell’acqua.

Ricca la presenza di film, corti e documentari. Tra i corti che saranno presentati: 'M(o)ai più plastica', di Dario Carotenuto e Dario Catania,

documentario breve che racconta quanto un luogo di turismo, amato come l’Isola di Pasqua sia diventato un enorme ricettacolo di plastiche e

microplastiche responsabili di danni ingenti all’ecosistema. Quindi, il corto di animazione australiano 'Lost & Found', di Andrew Goldsmith e Bradley Slabe, dove un goffo dinosauro fatto all'uncinetto dovrà sbrogliarsi completamente per riuscire a salvare l’amore della sua vita. Altro corto di animazione, l'italiano, 'Blu', di Paolo Geremei : un racconto dolce sull'autismo e la vita di un bambino che può cambiare per un colpo di vento, uno schizzo d’acqua e uno sguardo complice.

I cortometraggi in concorso provenienti da tutto il mondo sono divisi, a seconda della durata, in due sezioni: Corti (max 25 minuti) e Cortini (max 3

minuti). Fuori concorso la sezione di impegno sociale “Fratello Mare, Amico Fiume, Caro Lago” aperta a corti o cortini realizzati con smartphone che

denunciano, con reportage anche di pochi secondi o minuti, qualsiasi tipo di attività irresponsabile che provoca inquinamento del mare, dei fiumi o dei

laghi. PREMIO Speciale ENIT AQUA & TURISMO Numerose le menzioni speciali previste: Aqua & Ambiente per il miglior documentario e la menzione

AquaGranda al cortometraggio su Venezia. Quindi, le menzioni Aqua & Isola, Aqua & Animation, Aqua & Thriller, Aqua & Music e Aqua & Arch.

Importanti patrocini e partnership sposano il tema di Aqua Film Festival, tra cui, per il primo anno Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, che ha instituito il nuovo Premio ENIT Aqua &Turismo. Per il miglior film che coniughi ed esalti il turismo e la sostenibilità ambientale nei viaggi, con l'aggiunta di un apposito giurato . Primo anno di partnership anche con Federpesca con l'intento di promuovere la sostenibilità nel settore marittimo, mentre si consolida la partnership con MediCinema Italia Onlus che propone l’utilizzo del cinema a scopo curativo e riabilitativo presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. A causa delle precauzioni anti Covid-19 la sala cinema Medicinema Gemelli è chiusa, ma grazie all’alta tecnologia

dell'ospedale verrà attivata una modalità che invierà il segnale all'interno dei monitor tv presenti nelle stanze di degenza, per permettere ai pazienti

ricoverati di poter visionare una sintesi dei migliori film in concorso.

A margine del festival, anche l'ormai consueto Workshop “Filmare con lo smartphone” a cura di Francesco Crispino che sarà realizzato su piattaforma video a distanza. Una durata totale di 9 ore su 3 incontri, che si terranno mercoledì 7 aprile (dalle ore 17.00 alle ore 20.00); martedì 13 aprile (dalle ore 17.00 alle ore 20.00) e martedì 20 aprile (dalle ore 17.00 alle ore 20.00). Il workshop toccherà vari aspetti della ripresa con lo smartphone, dalle nozioni base delle tecniche di ripresa alla post-produzionee al termine verrà rilasciato un Attestato di Partecipazione. Non sono richiesti requisiti base, per iscrizioni: www.aquafilmfestival.org/workshop-aff5.

Il festival è patrocinato da: Unesco – Commissione Nazionale Italiana con il supporto di WWAP Unesco Risorse idriche mondiali, Ministero dell’Ambiente e

della tutela del territorio e del mare, UNICEF Italia, ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, Federpesca, Consolato Onorario del Principato di Monaco a

Firenze, C.O.N.I. – Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Anica, Istituto Cine-Tv 'R. Rossellini', Unimed – Mediterranean Universities Union, MediCinema Italia

Onlus, Nuovo Imaie, Istituto Svizzero. Partner dell’Aqua Film Festival, inoltre: Ancim – Associazione Nazionale Comuni Isole Minori, Marina Corazziari,

Michelangelo Gioielli. Technical partner sono: Aquaniene, Artemare, Fenice Comunicazione. Media Partner: Spettacolo News. Sostenitori del festival:

Fondazione Bio Architettura, Marevivo, Tevere Day.

Per maggiori informazioni

www.aquafilmfestival.org

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www.facebook.com/www.aquafilmfestival.org/?fref=ts

www.linkedin.com/in/aqua-film-festival-il-cinema-dedicato-all-acqua-

252b5085/

- di M.C. -

Da quasi un anno l’Associazione culturale Genius Loci, presieduta da Bernardo Dell’Aglio, in un progetto guidato da Massimo Sindoni, si sta prodigando, assieme al Comitato di Quartiere Sant’Antonio, per “restituire” al Quartiere di Sant’Antonio l’antica lapide della vecchia fontana/abbeveratoio di Piazza Fontana.

Nel 1957 la fontana fu demolita e la lapide storica del 1639, riportante un testo in latino dal sapore poetico, fu trasferita presso la Biblioteca Comunale di via Regina Margherita. E’ un bene comunale ed è sottoposta alla tutela ed ai vincoli della Soprintendenza dei Beni Culturali. La Genius Loci si è interessata al suo recupero e al suo valore storico, nonchè alla pulitura e alla valorizzazione. Per questo motivo l’8 marzo 2019 ha presentato una formale richiesta alla stessa Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina per avviarne l’iter del recupero, finalizzato all’autorizzazione per effettuare l’intervento di pulitura e di ricollocazione nella stessa zona dove si trovava in origine. Recentemente è stata contattata la Ditta Antonuccio, che rientra nell’elenco dei restauratori autorizzati dalla Soprintendenza, come previsto dall’art. 182 del DL 42\2004. «Abbiamo già provveduto ad informare del progetto di riqualificazione sia il Sindaco Avv. Calabrò, sia l’Assessore alla Cultura, Avv. Dottore - aggiunge Massimo Sindoni - e ci stiamo adoperando insieme a tutto il Comitato di Quartiere di Sant’Antonio, presieduto dall’Avv. Nino Zarcone, affinché questa vecchia lapide, una volta autorizzati al suo restauro, possa essere “restituita” agli abitanti di Sant’Antonio e ricollocata degnamente in Piazza Fontana.»

La lapide di Piazza Fontana

Questa la traduzione del testo della lapide, tratta dal libro di padre Carmelo Biondo, Chiese di Barcellona Pozzo di Gotto, pubblicato nel 1986: «A DIO OTTIMO MASSIMO / FILIPPO IV RE DI SPAGNA E DI SICILIA / PADRI COSCRITTI / GIACINTO CUCUZZA STEFANO LAPIS / GASPARE SOTTILE E CARLO ALESSANDRO / MOLTE VOLTE IL DIO PAN SAZIA LA GOLA CON QUESTA / DOLCE ACQUA / PAN CHE ARDE DI AMORE PER LA DEA SERIADE / QUI SIEDE E LAVA LE GUANCE E TERGE I CAPELLI / LA CASTA DIANA DOPO AVER ABBATTUTO LE TIMIDE FIERE / MENTRE SOFFIAVA IL LIEVE ZEFIRO, RIPOSANDO / SDRAIATO NELL’OMBRA / QUI ANCHE TU VIANDANTE ALLEVIA IL LUNGO CAMMINO / 1639».

30 gennaio 2021

-di Maria Teresa Prestigiacomo -

Sainte Martine fut une vierge et une martyre du IIIe siècle, car elle refusa d'abjurer le christianisme. Elle fut décapitée dans la capitale romaine.  

Elle est ainsi devenue une des patronnes de Rome et est fêtée le 30 janvier.

Quelle est la signification du prénom Martine ?

Le prénom Martine a pour origine latine martinus signifiant "petit Mars", ou martius pour "guerrier".

Quelle est son histoire?

Le prénom Martine est un dérivé de Mars, dieu de la fécondité et de la guerre chez les Romains. 

Le prénom Martine connaît un essor dans les années 1950 avec l'actrice Martine Carol. C'est ensuite l'héroïne des albums pour enfants Martine qui démocratisera ce prénom. Il existe aujourd'hui 307 000 Martine en France, mais ce prénom, de moins en moins plébiscité par les parents, se fait rare.

Quel est le caractère des Martine?

Martine est une véritable boule d'énergie ! Sa vitalité et son ardeur sont à toute épreuve. Malgré tout, Martine sait être posée et réfléchie. Elle se révèle même parfois très stratégique ! Martine n'est pas une rêveuse, elle a les pieds sur terre. Même si Martine peut paraître sévère et dure, elle est en réalité sensible. Courageuse et entreprenante, elle aime aller au bout des choses, sans se laisser intimider. Elle vous aidera également dans vos projets, et vous conseillera si vous savez l'écouter. Martine n'aime pas que les choses soient faites de travers. C'est pourquoi elle ne délègue pas, au risque d'être parfois exténuée. Le couple et la famille lui sont sacrés. Elle sera une mère et une épouse attentive et aimante. Qui se donnera à fond dans son rôle.

                           

- di Francesca Rossetti -

La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare, tagliare la carne della dieta (in osservazione al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima) e pur essendo una festa di chiara matrice pagana  coincide con i giorni precedenti alla Quaresima.

Nell' Europa meridionale comincia la domenica precedente il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima e finisce il martedì successivo, detto martedì grasso (dall'uso di consumare un pasto a base di carne e grassi prima della dieta di magro della Quaresima).

                                                       ITALIA

                                         IL CARNEVALE DI ROMA

Il Carnevale di Roma risale al 1300 ed è sempre stato in gara con quello di Venezia per grandiosità pittoresca e per sovrana eleganza. Ill suo momento di maggior successo si è avuto sotto il pontificato di Papa Paolo II  (1466), il quale riportò agli antichi splendori le corse che da sempre si organizzavano durante le feste di Monte Testaccio . Inoltre, ordinò artistiche mascherate organizzandole egli stesso e sostenendone le spese.


Caratteristica del Carnevale romano fu, per molto tempo, la famosa “Corsa dei barbari”: i cavalli da corsa partivano da Piazza del Popolo e, a corsa sfrenata, attraversano il Corso e venivano fermati in piazza Venezia. I proprietari erano patrizi della più alta nobiltà e della vittoria dei loro cavalli si facevano un merito morale superiore al premio dei palii assegnati.


La sera dell’ultimo giorno di Carnevale nelle strade di Roma sfilava un corteo di mozziconi di candele accese. Ognuno cercava di spegnere quella del vicino, difendendo la propria e rappresentando burlescamente il corteo funebre del Carnevale defunto, il cui simulacro veniva arso in piazza del Popolo.

IL CARNEVALE DI IVREA

Il Carnevale di Ivrea è una rappresentazione storica che si caratterizza per il grande coinvolgimento emotivo offerto ogni anno dall’ intera città agli occhi dei visitatori.
In quei giorni, gli Eporediesi diventano padroni della città raccogliendosi attorno ai protagonisti della manifestazione- la Mugnaia e il Generale- e a loro seguito, e dando vita a quell’ affascinante ed unico spettacolo che è la BATTAGLIA delle ARANCE. La vicenda da cui questa festa trae origine risale al 1600, quando i vari quartieri della città festeggiavano ognuno per conto proprio il Carnevale, con violenti scontri. Agli inizi dell’ Ottocento il governo napoleonico sotto il cui territorio si trovava Ivrea impose di unificare i vari Carnevali rionali in un’unica festa in modo che ci fosse un clima più tranquillo e allegro a livello cittadino.


IL CARNEVALE DI VENEZIA

Il Carnevale veneziano risale ai festeggiamenti indetti nel 1662 per la vittoria del doge di Venezia sui patriarca di Aquileia ed inizialmente veniva celebrato il solo giovedì grasso, con gare, fuochi d’artificio, giochi e spettacoli per adulti e bambini. Nel Settecento i nobili si camuffavano con la bauta, una mantellina nera di velluto o seta con cappuccio, alla quale era fissata una maschera a coprire anche il volto; i diversi quartieri della città elaboravano maschere e costumi diversi, così come le varie corporazioni di mestiere. Nello scenario suggestivo del Canal Grande popolo ed aristocratici passavano la notte cantando e bevendo allegramente, mentre centinaia di gondole illuminate scivolavano sulle acque della laguna creando uno spettacolo bellissimo.
Nel 1981 è stata realizzata la fusione tra l’immagine del Carnevale e quella del teatro, rievocando riti medioevali e addirittura festività precristiane. Fino ad allora il Carnevale di Venezia era stato simile a quello di altre città italiane, lasciando a testi e a vecchie fotografie la tradizione dei secoli d’oro della Serenissima.
Oggi invece ci si imbatte in maschere e fantasmi di oro e seta che si aggirano per calli e campielli dando vita ad un vero e proprio stile in cui si fondono Medioevo, Rinascimento e settecento veneziano.

IL CARNEVALE DI VIAREGGIO

Il Carnevale di Viareggio nacque nel 1873, quando ad alcuni “signori” del luogo venne in mente di organizzare una domenica diversa, realizzando un corteo di carrozze addobbate con fiori che andavano su e giù per la Via Regia, strada principale della città. In quell’occasione fu organizzata anche una mascherata di protesta dei cittadini, costretti a pagare troppe tasse, e fu preso in giro proprio il capo degli esattori comunali.
La sfilata piacque molto sia ai promotori che ai cittadini e nacque così l’idea di realizzare ogni anno dei carri che interpretassero umori e malumori della gente.
Da allora i carri in cartapesta del carnevale viareggino rappresentano politici e uomini famosi di tutto il mondo nelle loro debolezze e mancanze e la cosa singolare è che i carri sono animati e muovono le braccia, aprendo bocca e occhi. Su ognuno di essi trovano posto anche ragazzi e bambini che lanciano coriandoli e stelle filanti agli spettatori divertiti.
Durante tutto il periodo vengono organizzate anche feste mascherate nei diversi rioni della città e numerose manifestazioni di spettacolo, sport e cultura.

IL CARNEVALE DI PUTIGNANO

A Putignano, nel Barese, il Carnevale è caratterizzato da alcuni riti di origine popolare e da carri bellissimi realizzati da artigiani del luogo.
Il giorno di inizio dei festeggiamenti è il 26 dicembre con la Festa delle Propaggini (lunghi tralci di vite che vengono interrati per la parte inferiore), rassegna di umorismo e satira in versi e strofe, ispirati a fatti e personaggi della città le cui origini, di carattere religioso, sono antichissime. Uno dei riti più antichi è lo “Ndondaro”, rumoroso corteo di gente vestita da contadino o combattente che percorre le vie della città cantando e suonando strumenti improvvisati. “Ndondaro” è un termine dialettale legato al movimento dell’altalena.
Nel pomeriggio del lunedì grasso si svolge l’estrema unzione del Carnevale, parodia di un vero e proprio rito liturgico, con tanto di chierichetti e di preti.
Nel  pomeriggio del martedì grasso si può assistere al funerale di re Carnevale: la sua bara viene accompagnata dalla moglie, che piangendo ne descrive le virtù, e da un corteo di donne che intonano canti raccapriccianti urlando in senso di disperazione. Alla fine della processione si dà fuoco al fantoccio che rappresenta il Carnevale.


                                                    
IL CARNEVALE NEL MONDO

Il Carnevale di Nizza

Ogni anno la città provenzale, meta di numerosissimi turisti, è caratterizzata da bellissime sfilate di carri e di maschere e soprattutto dalle caratteristiche “battaglie di fiori” che si svolgono nei giardini Alberto I, tutti i giorni, escluso il sabato. Nello stesso periodo al Palais des Expositions si tiene la festa della birra, con musiche e canti tirolesi. Il giorno di martedì grasso ha luogo l’imponente sfilata conclusiva che inizia nel primo pomeriggio e continua fino a tarda notte, quando il rogo di Re Carnevale, il grande spettacolo di fuochi d’artificio e il veglione all’Hotel Plaza concludono la festa.

Il Carnevale in Germania

In Germania, particolarmente caratteristico è il Carnevale di Colonia che inizia il giorno 11 novembre alle ore 11 e 11 minuti esatti, con la nomina del Principe, del Fante e della Vergine, i tre personaggi principali delle feste. Solo il giovedì grasso essi però scenderanno tra il pubblico a dare il via alle celebrazioni. Questa giornata è interamente dedicata alle donne, presenti sui balconi, per strada, negli uffici e nei negozi e che prendono in mano il comando della città e dell’uomo. Mascherate, catturano i loro compagni, considerati per l’occasione veri e propri nemici e tagliano loro la cravatta in segno di dominio.

Il Carnevale in Grecia

Il Carnevale greco si svolge sull’isola di Patrasso, dura tre settimane ed è caratterizzato da sfilate floreali e sontuosi balli in maschera. Caratteristiche sono le battaglie della cioccolata: alcune ragazze in costume, sopra cocchi decorati con fiori, gettano sul pubblico petali e dolci al suono della musica della banda. La maschera principale è il “domino nero”, ampio mantello con cappuccio, proveniente dal Carnevale di Venezia, città da cui venivano importate le sete nere per i costumi. La sera del venerdì grasso ha luogo nel teatro municipale il primo ballo del “domino nero”, al quale le donne si recano da sole, indossando maschere e guanti neri; gli uomini invece portano il costume tradizionale chiamato “tudexos”. Una seconda edizione del grande ballo si svolge la sera della domenica e chiude la festa.

Ad Atene, invece, vengono organizzati finti cortei nuziali dove, oltre agli sposi e agli invitati,vi sono il diavolo e l'uomo di cenere. Quest'ultimo ha il compito di difendere il proprio gruppo gettando sugli altri delle manciate... di cenere. Il banchetto é a base di galactobureko, i caratteristici dolcetti al latte. Infatti gli ortodossi rispettano la settimana del formaggio e l'ultima di Carnevale, durante la quale non possono assolutamente mangiare carne ma soltanto pesce.

Il Carnevale in Brasile


Bahia, stato del Brasile orientale, e la città di Rio de Janeiro si contendono l’onore di essere stati il luogo di nascita del Carnevale brasiliano: la leggenda narra che sia nato a Bahia ed in seguito sia stato trasportato a Rio. La sua origine è comunque legata ad antichissime tradizioni del luogo e solo in seguito sono stati inseriti i carri allegorici, le maschere che lanciano fiori, i cortei, come in Europa. Il Carnevale brasiliano è altamente coreografico e basato sulla musica e sulla danza del samba, eseguita da gruppi di maschere. Per poterlo ammirare si affittano i balconi delle abitazioni che si trovano attorno al Sambadromo, lo stadio più grande della città, che viene poi aperto per far confluire i carri e le centinaia di migliaia di partecipanti sulla spiaggia di Copacabana. Purtroppo il grande afflusso di persone crea ogni anno vittime ed incidenti, con morti e feriti sbattuti in mezzo alla folla, calpestati e spintonati dalle orde urlanti in festa.


A Salvador de Bahia le manifestazioni iniziano con una musica che risuona per le strade, amplificata da altoparlanti montati su camion. È il segnale atteso da tutti: una massa di persone si riversa nelle vie e balla dalle nove di mattina alle nove di sera al ritmo di samba accompagnata dal “trios électrico”, una specie di orchestrina viaggiante, dove lo strumento principale è costituito dalla chitarra elettrica. La musica può venire eseguita anche dalle “batucadas”, pure queste orchestre ambulanti che si rifanno alle musiche della tradizione africana con i loro tamburi e campanelli a percussione. Vengono ballati anche la “capoeria”, danza di origine angolana, e il “frevo”, simile alla polka.



                              MASCHERE

P U L C I N E L L A

Figura buffa e goffa; un gran naso, mascherina nera, gobba, cappello a punta, camiciotto e pantaloni bianchi.  E’ una delle maschere italiane più famose ed originaria di Napoli: anche il suo nome sembra che derivi dal napoletano “polene” (pulce) oppure “piccolo pulcino”. Sfacciato, pazzerello, chiacchierone, e’ la rappresentazione vivente dell’ozio a favore del mangiare e del buon vino.  Pur ricevendo spesso sonore bastonate, egli riesce simpatico anche ai potenti che prende in giro e inganna con amabile furbizia.  cioe’ “piccolo pulcino”. 

A R L E C C H I N O

Il nome deriverebbe dal francese antico Hellequin, diavolo buffo delle leggende medievali e originario di Bergamo.  Nel XVI secolo divenne la maschera piu’ popolare del Teatro dell’Arte italiano e all’abito multicolore che ricorda l’arcobaleno aggiunse una maschera nera sul viso, un cappello bianco, una borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno (batocio).  Agli inizi interpretava il servo lazzarone e truffaldino, cinico e senza scrupoli.  In seguito, soprattutto con Carlo Goldoni, si trasformo’ nel popolano malizioso ma in fondo onesto e sensato.  La sua compagna e’ Colombina.

C O L O M B I N A

L’unica maschera femminile presente a fianco di tanti personaggi maschili e’ Colombina , la furba servetta.  E’ vivace, graziosa e parla veneziano.  E’ molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice e’ disposta a combinare imbrogli su imbrogli.  Con i padroni vecchi e brontoloni va poco d’ accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto.  Abitualmente non porta la maschera e indossa una cuffia e un vestito a strisce bianche e blu che spiccano sulla gonna blu e sulle calze rosse con il grembiule da casalinga.

D O T T O R    B A L A N Z O N E

Il Dottor Balanzone e’ un costume tipico di Bologna; e’ una maschera che rappresenta un personaggio pedante e brontolone; spesso parla tanto e non conclude niente, ma e’ anche dotto e sapiente.  In testa ha un cappello nero a larghe falde; indossa una toga lunga e nera, il panciotto e i pantaloni neri.  Molto spesso tiene un libro sotto il braccio e parla senza rendersi conto delle colossali baggianate che dice.

P A N T A L O N E

E’ una maschera veneziana e veste con un camicione e una calzamaglia rossi ed un mantello nero.  Porta una maschera in faccia e una cinta alla vita ed è il classico vecchio brontolone e testardo.  Spende poco, e’ attaccato al suo denaro e si lamenta sempre.  In gioventù era un ricco mercante ed ebbe in un primo tempo il nome di Magnifico, assumendo poi quello di Pantalone de’ Bisognosi.

G I A N D U I A

Gianduia e’ la maschera torinese e nasce ad opera di un burattinaio che aveva un enorme successo con il suo burattino, un contadino simpatico, arguto e furbo, Gioan d’la douja, cosi’ chiamato perche’ in qualunque osteria entrasse chiedeva un boccale di vino (douja, in dialetto piemontese).E’ quindi un galantuomo, di carattere allegro ed aperto, ama la buona tavola ed e’ sempre presente nelle feste popolari torinesi, dove non manca neppure la sua fedele compagna Giacometta, con la quale, nei giorni di carnevale, gira su una carrozza di gala e va a fare visita ad ospedali, ospizi e ad ossequiare le autorita’ cittadine.

I dolci più famosi sono i fiocchetti, le castagnole alla crema, le frittelle e gli struffoli, con varianti diverse da una regione all’altra.

                                                                                      

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