Nella letteratura del '300, e più precisamente in un' opera di Giovanni Boccaccio, viene raccontata la storia terribile di una innamorata messinese. Lisabetta da Messina soffre per un amore contrastato dai fratelli i quali giungono ad uccidere lo spasimante.
Lisabetta rivede in sogno la scena dell'assassinio ed il luogo ov'è sepolto l'amato. Con una compagna si reca nascostamente sul luogo, dissotterra il corpo e lo decapita. Avvolta in un fazzoletto riporta a casa la testa del suo amante e senza nulla dire la nasconde dentro un vaso in cui pianta del basilico.
Secondo la storia la inconsolabile Lisabetta annaffierà con le proprie lacrime la pianta odorosa con la quale si intrattiene in dialogo. Secondo alcuni l'uso di produrre vasi a forma di testa umana trae origine da questa vicenda.