- di Marcello Crinò -
Domenica 5 febbraio, nelle sala conferenze dell’ex Monte di Pietà, l’Università della Terza Età ha promosso un interessante convegno su La poetica dello spazio, tra architettura e filosofia, incentrato su alcuni aspetti dello “spazio casa”. Questo nel quadro dell’opera divulgativa dell’U.T.E. nei confronti della città, che non si limita dunque ai soli corsi per gli iscritti ma vuole fornire, come fa da anni, anche spunti di riflessione e di divulgazione di temi culturali per tutti i cittadini. L’incontro è stato introdotto dalla professoressa Tanina Caliri, rettore dell’U.T.E., che ha presentato i due relatori, l’architetto Giovanni Pantano, titolare all’U.T.E. del corso di Arte contemporanea, e la professoressa e dirigente scolastica Cettina Ginebri, con studi e ricerche di filosofia alle spalle.
Il convegno, ha spiegato Giovanni Pantano, nasce all’interno del suo corso prendendo le mosse dal libro del filosofo francese Gaston Bachelard (1884-1962), un libro letto la prima volta ai tempi dell’università su suggerimento del docente di Composizione architettonica Franco Purini. Bachelard, professore di scienze e filosofia alla Sorbona di Parigi, affronta il tema della casa sotto l’aspetto del rapporto tra spazio e universo, approfondendo proprio il rapporto tra casa e universo, il mito della caverna, il sogno della capanna, la forma della casa. Tutti questi aspetti sono collegati dal concetto di “rêverie”, un termine francese che sta a designare la fantasticheria, il sogno. Pantano, durante la sua lettura del libro, prese degli appunti e fece degli schizzi che ha mostrato ai presenti, approfondendo così anche visivamente le molteplici tematiche legate al concetto di casa: la casa natale, la casa onirica, la casa entità, la casa come essere verticale (dalla cantina alla soffitta), la casa sognata ecc. Un percorso affascinante tra architettura e concetti onirici.
Proprio in virtù di questo particolare aspetto è stato proposto un intermezzo musicale, con il maestro Dario Pino al pianoforte, con l’esecuzione di Gymnopedie e Gnossienne del compositore francese, per certi versi visionario, ed anche legato ai Rosacroce, Erik Satie (1866-1925). Musica molto soffice, come ha spiegato Pino, piccola, essenziale, ripetitiva, dal sapore molto contemporaneo.
Infine Cettina Ginebri ha offerto una attenta lettura dell’opera di Gaston Bachelard. Ha precisato che per lei è stata una scoperta, in quanto ancora non tantissimo conosciuto nel nostro paese. Ha comunque proposto a nostro avviso un ritratto molto approfondito di questo studioso, amante della letteratura e della poesia, nonostante la sua opera contenga tante tematiche che si intersecano continuamente. Un epistemologo ma anche psicanalista dove si intrecciano arte e filosofia “classica”. Dagli studi scientifici è passato agli studi filosofici, divenendo un pensatore francese autonomo, distante dalla filosofia astratta. Un filosofo che valorizza le ragioni, i saperi e le loro differenze. E’ moderno, pluralista, e vuole recuperare il ritardo della filosofia rispetto alla scienza, proponendo il concetto dell’immaginazione, muovendosi tra il reale e l’irrazionale, collegandosi quindi alla “rêverie”, la fantasticheria sognante!
Letture di brani dell’opera di Bachelard sono stati proposti in francese e in italiano, con le voci della professoressa Mirella Anversa per il francese, e di Nino Trapani per l’italiano.
Il folto pubblico presente, in gran parte formato da corsisti dell’U.T.E., ha molto apprezzato questo incontro, al quale ne seguirà un altro prossimamente.