- di Marcello Crinò -
Il 19 marzo all’Università della Terza Età di Barcellona Pozzo di Gotto si è svolto un incontro incentrato sullo scrittore Alessandro Manzoni e sull’artista Emilio Isgrò. Il punto di contatto tra i due autori si trova nell’opera di Isgrò, esposta recentemente a Milano, dove l’artista celebre per le sue “cancellature” ha proprio cancellato il ritratto di Manzoni dipinto da Francesco Hayez, assieme a pagine dei Promessi sposi.
La serata è stata introdotta dal rettore dell’U.T.E. Tanina Caliri, la quale ha tracciato le biografie dei due relatori. Il primo, il professore Roberto Severino, catanese di nascita, vive negli Stati Uniti dal 1964, dove è stato Direttore del Dipartimento di Italianistica Georgetown University di Washington, ed è autore di numerosi saggi. Il secondo, l’avvocato Nino Sottile Zumbo, è docente all’U.T.E. dove ha un corso di storia delle religioni monoteiste, ed ha molteplici interessi culturali che lo portano spesso all’estero.
Severino si è soffermato sulla presenza della cultura accademica italiana negli USA, dove Manzoni non è molto conosciuto, vista la prevalenza della cultura anglosassone. Ha cercato di fare delle ricerche sugli autori italiani, cosa possibile perché in quel paese ci sono più disponibilità economiche per la ricerca. Ha rintracciato in Texas, per esempio, un carteggio giovanile di Pirandello legato alla sue espulsione dalla scuole italiane e la sua emigrazione per studio in Germania; oppure un raro articolo di Dumas su Mariano Stabile, sindaco di Palermo. Per quanto riguarda Manzoni, in USA ha trovato il manoscritto sul Conte di Carmagnola con le ultime correzioni, diverso da quello già conosciuto; ha trovato una lettera di Manzoni a Cesare D’Azeglio quando lo scrittore abbracciò il Romanticismo, e le testimonianze di due americani che incontrarono lo scrittore nel 1836. Si è parlato anche, dialogando con Tanina Caliri, della Colonna infame, quindi della “follia dell’errore”, quando “l’indizio diventò certezza”. Alessandro Manzoni alla fine non scrisse altre opere di fantasia, romanzi storici, perché il lettore non sa più se ciò che legge e vero o falso.
E proprio sul rapporto tra vero e falso si è soffermato Nino Sottile, parlando dell’opera di Emilio Isgrò, artista barcellonese di fama internazionale, il quale della “cancellatura” ha fatto la propria cifra stilistica. Sottile ha presentato una serie di opere, a partire dalla celebre Volkswagen paragonata a Dio, per giungere al Seme d’arancia barcellonese, spiegando il significato delle cancellature, il rapporto tra parola e immagine, la demitizzazione delle icone. Infine l’opera che ha dato il via all’incontro, l’occhio di Alessandro Manzoni, laddove Isgrò ha sovrapposto una pagina cancellata al ritratto di Manzoni, che si pone come un cancello che chiude il ritratto. “Isgrò è un artista che interviene sui temi preponderanti della società. La funzione dell’arte, ha concluso, è epifanica quando la forma dell’arte è perfetta”.