- La redazione -
Continua a Barcellona il progetto “Adotta un vicolo”, promosso dal Network delle Associazioni culturali, che prevede la collocazione di una mattonella di argilla modellata dallo scultore Maurizio Calabrò riportante il nome popolare del vicolo. Sabato 27 ottobre è stata la volta di via Teatro vecchio, il cui nome popolare è “A strata di quaranta”, adottato dall’editore Pierangelo Giambra, poiché la sua famiglia affonda le origini proprio in questa zona. La serata è stata aperta alla presenza del coordinatore del Network Bernardo Dell’Aglio, dei presidenti delle associazioni aderenti al Network e degli assessori alla cultura Ilenia Torre e alla toponomastica Antonio Raimondo. Interventi di saluto del coordinatore Dell’Aglio, dei due assessori, dell’editore Giambra, di Felice Mancuso (Accademia Nino Pino Balotta), di Ilaria Cammaroto (Fi.da.pa.), Flaviana Gullì (Pro Loco Manganaro), Beppe Iacono (Lions).
Subito dopo sono iniziate le visite guidate a cura degli esperti della Genius Loci, Mimmarosa Barresi, Luigi Lo Giudice e Marcello Crinò, che hanno illustrato ai numerosi cittadini le caratteristiche del vicolo, attenzionando anche il contiguo vicolo Pozzo dei Goti. La zona è una delle più antiche della città, e proprio da queste parti nel 1463 il messinese Nicolò Goto impiantò un pozzo per necessità agricole, costituendo così l’atto di fondazione di Pozzo di Gotto, anticamente chiamata Pozzo di Goto. Per quanto riguarda il nome ufficiale, via Teatro vecchio, non esistono documenti ufficiali o resti architettonici che attestino la presenza di un teatro nel vicolo, ma sembra che ci sia un documento inedito dove si parla della presenza di un teatro quando la vicina via Garibaldi si chiamava via del Corso, quindi in epoca pre-garibaldina. Per quanto riguarda il nome popolare esistono varie versioni, tutte poco attendibili: l’esistenza di quaranta osterie (in realtà esistevano, e alcuni ci sono ancora) dei palmenti per la produzione del vino, oppure il numero legato alle quaranta carte da gioco, il cui gioco si svolgeva proprio nelle osterie, oppure la presenza di una famiglia numerosissima con quaranta persone! La serata è stata arricchita da esposizione lungo i vicoli di oggetti della cultura contadina, botti con il vino, preparazione di pane caldo con l’olio in un antico forno a legna.