- di Maria Vadalà -
Presso la Chiesa di Santa Caterina, sabato 30 novembre, si è svolto il Concerto di inaugurazione del Primo Festival di Musica Sacra Quaerere Deum, che si propone come un “itinerario spirituale, culturale e sociale” fortemente voluto da Mons. Giò Tavilla, parroco della Chiesa gentilmente messa a disposizione per questi splendidi eventi musicali. Il progetto culturale si snoderà nell’arco di ben diciotto settimane, organizzato sotto l’egida del Comune, Città metropolitana e Assemblea regionale siciliana, in collaborazione con il Conservatorio di musica “A. Corelli”, la Filarmonica Laudamo e l’Ente Teatro Vittorio Emanuele. Importante il contributo offerto dal Museo Regionale di Messina, dalla Brigata Meccanizzata Aosta e dal Liceo ad indirizzo musicale “Emilio Ainis”. Alcune importanti aziende di Messina e l’Istituto polispecialistico C.O.T. hanno generosamente dato il loro sostegno per realizzare questo meraviglioso sogno musicale. In occasione di questo evento, per la prima volta a Messina sono state eseguiti brani tratti dalle Odi per Santa Cecilia, protettrice della Musica, composte da Henry Purcell e Georg Friedrich Händel. Sul podio il M° Michele Amoroso, che è anche il Direttore artistico del Festival, figura di spicco nel panorama musicale messinese, pianista, compositore, Direttore d’Orchestra, docente di Esercitazioni Corali presso il Conservatorio di Musica “A. Corelli” di Messina. La splendida compagine orchestrale “Symphonia Laus “fondata nel 1992, composta da giovani musicisti siciliani, sarà protagonista per tutto il corso del Festival. Nell’ambito di questa serata solisti d’eccezione sono stati: Sabrina Palazzolo (arpa) concertista che insieme alla sorella gemella forma un duo molto apprezzato anche all’estero, si sono esibite anche in Cina ed in Perù.
Stefania La Manna (organo), che ha riportato un notevole successo in occasione dell’inaugurazione del nuovo organo Hauptwerk, valida pianista, organista e M° di Cappella nella Chiesa di Santa Caterina e secondo M° d’organo nella Cattedrale di Messina.
L’Ensemble “Vox Harmoniae” ha presentato una formazione di nove cantanti: Soprani- Simona Costa, Alessandra Foti; Contralti- Giusy Costa, Alba Giacoponello; Tenori- Giovanni Cascio, Giovanni Lombardo; Baritono - Emanuele Collufio; Bassi – Carlo Oliva, Giovanni Sgarano.
La chermesse ha avuto inizio con l’esecuzione “grave e solenne” della Sarabande in D min. KWV 437 tratta dalla suite n. 4 per clavicembalo di Georg Friedrich Händel, ( 1685- 1759) compositore tedesco naturalizzato inglese. A seguire il suggestivo Concerto per Arpa e Orchestra in si bemolle Maggiore HWV 294 in tre movimenti, che rappresenta uno dei capisaldi della produzione arpistica. Molto applaudito è stato anche il Concerto per Organo e Orchestra KWV 294 in quattro movimenti, che mette in risalto la raffinatezza dello stile del musicista sempre alla ricerca di nuove soluzioni melodiche e armoniche.
La prima parte del Programma si è conclusa con l’Ouverture ed il Corale “From Harmony, from Heav’ nly Harmony” dall’Ode for St. Cecilia day HWV 76. Il libretto di Newburgh Hamilton è ispirato all’Ode “Alexander’s Feast, of The Power of Music” del poeta John Dryden, in cui è ripresa la teoria pitagorica di harmonia mundi, che considerava la musica come la forza centrale nella creazione della Terra.
Il Programma ha focalizzato il genere musicale dell’ode inglese della fine del XVII secolo che, concepita come composizione indipendente, acquista la forma di una Cantata, con parti strumentali, innesti dei solisti e del coro collegati fra loro, caratterizzati da una struttura che ricorda gli anthems. Le Odi celebravano gli eventi della famiglia reale, fra i lavori dedicati ad occasioni non di corte spicca “l’Ode for St. Cecilia’s day” Z 328 composta dal musicista inglese Henry Purcell nel 1692 , che con l’Ouverture in quattro movimenti ed il Corale “Hail! Bright Cecilia, Hail to thee!” ha concluso brillantemente la manifestazione. Il libretto di Nicholas Brady è tratto da un’ode del poeta John Dryden dedicata “A Song for St. Cecilia’s day”. Nel suo genere è considerata un vero capolavoro, il gioiello della produzione corale del Compositore, un’opera molto elaborata, con ampi cori, arie solistiche, duetti e l’accompagnamento orchestrale, concepita in modo che ogni strumento abbia la sua parte per valorizzarsi.