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Messina: Salone delle Bandiere XI Istituto Comprensivo Gravitelli “La Presenza ebraica a Messina”

- di Maria Vadalà -

In occasione del “Giorno della Memoria” il 27 gennaio nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, sotto l’egida dell’Istituto Comprensivo ad indirizzo musicale di Gravitelli, si è svolta una interessante manifestazione sulla “Presenza ebraica a Messina. La Dirigente scolastica, prof.ssa Domizia Arrigo ha sottolineato l’importanza di questa ricorrenza internazionale che vuole ricordare le vittime dell’olocausto nell’anniversario della liberazione, da parte delle truppe russe, del campo di concentramento di Auschwitz, simbolo universale dello sterminio del popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale. Il sindaco Cateno De Luca ha lodato l’iniziativa dei giovani allievi ed ha ricordato la figura della senatrice Liliana Segre, superstite dell’immane tragedia e attiva testimone della Shoah italiana. Ha aperto il pomeriggio il Piccolo coro delle classi terze scuola primaria M. Passamonte che insieme all’Orchestra dell’XI I. C. Gravitelli - Paino hanno eseguito dei canti tipici ed il toccante brano di Nicola Piovani “La vita è bella”. E’ poi intervenuto il dott. Giuseppe Campagna, docente universitario, che ha trattato in modo chiaro e pregnante il tema della “Comunità ebraica di Messina tra Medioevo ed età moderna”, illustrando con immagini la diffusione degli ebrei nel bacino del Mediterraneo dopo la diaspora del 70 d.C. avvenuta a seguito della distruzione del Tempio di Gerusalemme.

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Fin dal VI secolo d.C. in molti centri siciliani è attestata la presenza di comunità ebraiche, che parlavano oltre al dialetto siciliano anche un’altra lingua simile a quella maltese. Diversi documenti testimoniano l’attività ebraica sotto le varie dominazioni che si sono alternate nella nostra isola: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi. Gli ebrei erano professionisti anche di una certa rilevanza: orafi, medici, commercianti di stoffe pregiate come la seta, ma nel corso dei secoli subirono anche dei provvedimenti restrittivi, nel 1310 sotto il re di Sicilia Federico III, furono costretti a contrassegnare le vesti e le botteghe con il “signum”, la “rotella rossa” e furono anche vietati i rapporti con i cristiani. Nel 1492 con il Decreto di Alhambra, per volere dei sovrani Ferdinando II di Aragona ed Isabella di Castiglia, gli ebrei non convertiti furono espulsi dalla Sicilia, così ebbe fine la pacifica convivenza con il popolo siciliano. Il dott. Franco Chillemi, giurista, ha focalizzato storicamente il “Quartiere ebraico di Messina” che non aveva dei confini precisi, non c’era un vero e proprio “ghetto”, ma si estendeva lungo la zona del para-porto, dove oggi vediamo l’Istituto Tecnico A. M. Jaci e la via Cesare Battisti.

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I documenti notarili, come alcuni nomi delle strade e dei torrenti, attestano la presenza di case ebraiche, di una Sinagoga con un pozzo di acqua sorgiva, un ospedale ed un edificio simile al Comune, probabilmente ubicati lungo la strada della Giudecca, che dalla Chiesa dei Catalani arrivava fino alla Porta della Giudecca, l’odierna Università. Fuori dal centro abitato, verso la nostra Stazione ferroviaria e la Dogana, doveva trovarsi il cimitero ebraico. A conclusione della serata il prof. Demetrio Chiatto, musicista e direttore della collana di studi “Musica e Musicisti a Messina”, per la quale ha ricostruito la Storia Musicale della nostra città dal IV secolo a.C. fino al 1908, ha curato un’attenta e puntuale disamina su “Salvatore Saya musicista messinese (1856 /1934) Maestro di Cappella della Sinagoga Maggiore di Roma”. Messinese di nascita, per le sue notevoli doti musicali il Consiglio Comunale gli offrì un sussidio per permettergli di studiare a Firenze, dove si diplomò in Composizione. In seguito si trasferì a Roma, dove insegnò in vari Istituti musicali, diventando poi il Direttore nel Tempio Israelitico di Roma sin dalla sua fondazione fino al 1933, anno della sua morte. Ha trascritto importanti canti antichi e scritto composizioni sacre originali, gran parte del repertorio che ancor oggi viene eseguito nella Sinagoga. Fra le sue opere spicca la “Messa funebre” del 1889 composta in occasione della morte del re Vittorio Emanuele II; su libretto di Ugo Fleres ha scritto l’opera “Boabdil” ed il melodramma Cenerentola”. Il M° Chiatto a conclusione del suo intervento ha proiettato il video dei brani eseguiti nella Sinagoga di Padova: “Baruch Abba” e “Mi Ze’ Jemallel”, che lo stesso Saya aveva eseguito nel 1994 per l’inaugurazione del Tempio Maggiore. Ai relatori intervenuti sono state offerte delle targhe ricordo e la Dirigente Didattica ha ringraziato, per l’impegno profuso per la realizzazione di questa performance, tutti gli insegnanti: Antonio Enea, Grazia Magazzù, Malì Scalisi, Grazia Paola Bruno, Demetrio Chiatto, Maria Assunta Munafò e Carmela Santagati. 

Ultima modifica il Martedì, 28 Gennaio 2020 07:56
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