Si è tenuta domenica 30 agosto la presentazione del più recente libro del prof. Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana (in pensione) presso l’Università degli Studi di Messina. L’evento, diretto e organizzato dalla Proloco Capopeloro, si è svolto nell’ampio salone della “Fondazione Horcynus Orca” di Capo Peloro, colmo di partecipanti nel pieno rispetto delle disposizioni e dei protocolli anti-Covid.
Mai locazione è stata, invero, più opportuna, ove si consideri che Giuseppe Rando è nato proprio a Torre Faro e che lo Stretto di Messina insieme alla sua città costituiscono uno dei poli sentimentali e culturali del suo libro.
Il testo presentato s’intitola “Resistere a Messina. Reportages, lettere, racconti e saggi critici” ed è composto da quattro sezioni (“Messina e oltre”, “Per l’Università”, “Per una didattica formativa”, “Letteratura e Vita”).
L’evento ha avuto inizio con la proiezione del toccante documentario “Messina, un secolo di Storia” per gentile concessione di Egidio Bernava.
La prof.ssa Michela D’Angelo, ordinario di Storia Moderna presso l’Università di Messina, relatrice ufficiale dell’evento, ha osservato acutamente come, collegando mirabilmente le varie sezioni, un limpido filo rosso attraversi il libro, quello dell’amore di Giuseppe Rando per la sua città, per l’Università e per la sua professione di professore e di critico letterario. Il professore, infatti– ha aggiunto la D’Angelo – parte da Messina («di cui recupera gl’incanti del passato anche recente, e depreca l’attuale decadenza, ma per opporvisi decisamente, senza arrendersi al peggio»), e illustra, nella seconda sezione, i meriti oggettivi conseguiti dalla grande Università dei “maestri”, senza chiudere gli occhi di fronte alle vergogne dell’Università dei “baroni” e – peggio – dei “baronelli” di oggi.
La D’Angelo ha quindi elogiato l’istinto pedagogico orizzontale, democratico di Giuseppe Rando che, nella terza sezione del libro, offre agli studenti e ai professori, in forma chiara, leggibile, le acquisizioni più recenti della didattica delle materie letterarie nella Scuola e nell’Università, per scongiurare le trappole di una didattica usurata, incapace di trasmettere agli studenti «saperi e valori», indispensabili in una scuola che voglia essere davvero formativa.
La relatrice ha infine dichiarato di ammirare i saggi critici della quarta sezione del libro, che fanno amare, anche ai «quasi profani», gli autori e i testi trattati: li attraversa, secondo la studiosa, lo stesso «intento pedagogico e innovativo che si può considerare lo stemma di Giuseppe Rando».
Non sono mancati interventi illumimanti del professore stesso che hanno entusiasmato i presenti.
È seguita la proiezione, perfettamente sintonica, di un limpido cortometraggio di Gianmarco Orlando, giovane regista messinese, sul grande tema della identità (messinese, nella fattispecie) che rischia di essere smarrita da chi è costretto a lasciare la città per lavoro.
Chi scrive ha avuto l’onore e il piacere di presentare l’evento e di dirigere i lavori, collegando i vari interventi.
Il Prof. Giuseppe Rando continua indubbiamente ad onorare l’Università e la città con i suoi studi innovativi, con il suo entusiasmo pedagogico e con la sua assoluta estraneità ai vuoti rituali accademici.
Si ringrazia la Fondazione Horcynus Orca, il suo Responsabile Giacomo Farina e tutti i ragazzi della Proloco Capopeloro per il lavoro svolto nell’organizzazione dell’evento.
Nello Cutugno
(Presidente Proloco Capopeloro)