- di Maria Vadalà -
Lo scrittore siciliano Pippo Donato dopo i successi riportati con la pubblicazione dei due volumi ”29 settembre” ed “I Racconti di Giulio”, si è dedicato all’esplorazione delle suggestioni della poesia. In occasione del Natale ha voluto offrire a tutti gli amici la piccola silloge “…in versi…” come augurio di Rinascita, considerando l’attuale situazione di grande disagio che tutti stiamo vivendo. Proprio questo suo desiderio è stato messo in evidenza dal poeta Antonio Cattino nella presentazione del lavoro “La vita deve andare avanti nel pieno del suo significato”. Nell’arco di 15 poesie di breve respiro si snoda il cammino esistenziale di un uomo che desidera raccontarsi attraverso ricordi, momenti di riflessione e sentimenti che scaldano il cuore e costruiscono la trama di un percorso emotivo, di una continua ricerca di sé, nel tentativo di sciogliere i nodi della sua anima per ritrovare la luce e la bellezza della vita. Il poeta si avvale di un linguaggio semplice, capace di coinvolgere i lettori e generare profonde riflessioni, così come nell’antica Grecia il poeta Callimaco componeva i suoi epigrammi con pochi versi che rivelavano momenti di alta tensione dell’animo. In Donato possiamo apprezzare una poesia intima che non obbedisce a schemi tradizionali, ma che rappresenta l’espressione immediata dei suoi sentimenti. L’amore con tutte le sue multiformi sembianze assume una rilevante importanza nella sua vita, la prima composizione è infatti dedicata ad Alice, la cara figlia lontana “m’hai chiamato col nome di un tempo…la parola che tanto ho sognato è riesplosa di nuovo nel cuore…”; la sua tenerezza per Veronica “Ed io, con mano lenta e delicata, carezzerei la tua pelle rosata”; troviamo riflessioni sull’inesorabile trascorrere del tempo e sulla precarietà della vita “Quei solchi nel viso/che il tempo ha forgiato”…scolpiscono storie scomparse nel tempo”; nota dolente è il rimpianto per non aver tentato di risanare situazioni dolorose “Parole sabbiose graffiano la mente…parole non dette, silenzi rotti”; “Il silenzio …padre di dubbi e certezze…”sobillatore del nostro disagio”; “ Rimorsi che sfregiano / recessi dell’anima…”; il profondo senso della solitudine “Isole di carne siamo/dove selvagge nascono velenose piante…”; appare, infine, una visione positiva di generosa apertura verso il prossimo nei versi dedicati alle Infermiere ”Vestite con colori di speranza, aleggiano leggere…Votate a lenir la sofferenza…”
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