- di Maria Teresa Prestigiacomo -
Se l’arte è espressione dell’anima, in particolare lo è per Maria Grazia Sangregorio, la cui arte è un pretesto per raccontare ed esprimere quelle sue particolari sensazioni ed emozioni e per narrare le storie personali di quel circo che è la nostra esistenza. Sangregorio è una famosa pittrice, oltre che una creatrice orafa raffinata; è molto nota nel panorama dell’arte europea, pertanto, internazionale.
Basti pensare alla presentazione da me operata, per l’artista, al Museo Nazionale, al Grand Palais, salon d’art fondato da Renoir, sugli Champs Elysees, a Parigi, mostra che ha fruito dell’alto patronato della Presidenza della Repubblica francese, Macron…
Se, come ci suggerisce Gesualdo Bufalino in “ Museo d’ombre”dobbiamo tendere il nostro orecchio al fragore della cascata, ma anche allo zampillo della fontana…metaforicamente dobbiamo ritornare a trattare specificamente delle tele a tema “politico”dell’artista calabrese che in queste due opere ha inteso cimentarsi nella rappresentazione di un tema inconsueto, trattandolo allegoricamente con ironia, dal greco éironikòs (finzione ( dissimulazione, o dire il contrario di ciò che si pensi), pertanto, in queste tele, Sangregorio manifesta un atteggiamento bonario e un divertito distacco dalle cose, un auspicio che la politica sia d’azione, ma con la giusta moderazione e diplomazia.
Il colore domina la scena, quasi a “ stordire” l’artista, per l’atmosfera variegata e composita nell’opera, dedicata alla Giunta: un crogiuolo di forza spirituale e fluida, crogiuolo di culture e di back grounds, dei politici rappresentati. Questi ultimi appaiono, non a caso, come “quasi dei fanciullini, certa, l’artista di potere esprimere, in tal modo, quel “ fanciullino pascoliano” che deve sempre manifestarsi, in ogni età della nostra vita, per esprimere bellezza, sentimento e nel caso dei personaggi politici, quella vivacità intellettuale e progettuale, occasione di crescita e di progresso di una comunità, di un territorio.
La tela dedicata al Sindaco reca un forte auspicio di speranza, anzi di certezza che la città sarà una città nuova, rigenerata sotto il segno dinamico di un personaggio che non ha una postura statica, ma esercita un’immagine di azione dinamica, quel dinamismo cosmico che riscatta sempre le precedenti condizioni subalterne di un territorio. Sangregorio parla, attraverso la sua poesia-pittura una pitto-poesia alla Rodari, dei nostri tempi (anni Sessanta), una poetica in arte, quella della pittrice calabrese, semplice ed incisiva, chiara e significativa, una pittura che parla al mondo, guardando, anche tra le sue personali brume e quelle di un mondo decisamente sofferto, con occhi di luce, di colore, di ottimismo, di speranza e di Sole.
A questo punto, ecco che il colore, per Sangregorio, si rende protagonista, incontrastato, sulle tele, per esprimere, di ogni politico, nella tela dedicata alla Giunta, un profilo psicologico; tant’è vero che la fisiognomica minimalista adottata ed espressa dalla pittrice, pur sempre variegata, manifesta, per ciascun personaggio politico, lo specifico temperamento, uno diverso dall’altro ma tale da comporre quel puzzle che si deve tradurre, politicamente, nel comporre l’armonia di un luogo…giacchè il luogo…lo fa, appunto, la persona…!
Questo lo sa bene, l’artista che ha assegnato ad ogni componente della Giunta un particolare sorriso che esprime il carattere… caratteri variegati, diversi look e colori diversi….una fantasmagoria di colori popolano la scena composita che sconvolge e capovolge l’immagine interiorizzata di una politica triste e monotona, da burocrati. Inoltre, possiamo notare dalle acconciature che Sangregorio ha tratteggiato, forse, trattasi di giovani personaggi politici, rampanti! In tutti i casi, in particolare, occorre evidenziare che i componenti della Giunta, rappresentati sulla scena da Maria Grazia Sangregorio, hanno, persino, occhi di diversi colori, quegli occhi per vedere il mondo, tra gioie, bellezza, dolori e sentimento… ma, occhi per osservare il mondo da due punti di vista, così come deve guardare ogni personaggio politico: dal proprio punto di vista e da quello del più debole, per migliorare l’esistenza di tutta la comunità, della sua e nostra Calabria, della sua e nostra Italia, un cuore antico nel Mediterraneo da tutelare e custodire, con amore, sempre.
# Maria Teresa Prestigiacomo
è critico d’arte ed opera in campo internazionale ed è giornalista iscritta all’Ordine dei Giornalisti Nazionale, Roma, Direttrice della rivista Red Carpet Magazine cartaceo del Lusso on line e cartaceo con redazione a Parigi, Lugano New York e Modica, inglese ed italiano. Pluripremiata per l’impegno nell’arte nel giornalismo, ricordiamo soltanto il Premio Internazionale Cartagine (fondato dal reggino Mariano Cudia) ad Hammamet Sousse Cartagena Spagna, Premio per il giornalismo a Roma, Premio Calderoni- Stampa Teatro Valle…Presenta mostre d’arte al Museo Nazionale di Parigi, Grand Palais ed altre location prestigiose all’estero …