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 - di Marcello Crinò -

Il 25 giugno del 1956 a Barcellona si perpetrava un terribile fatto di sangue, un femminicidio ai danni della giovane studentessa Graziella Recupero. Un innamorato respinto, suo coetaneo, metteva fine alla vita di questa bella ragazza diciannovenne, facendo precipitare la città nell’angoscia. “Un male oscuro, folle aleggiava sulla testa delle fanciulle, stava loro con il fiato sul collo e minacciava la serenità delle famiglie”: questo scrivono i due autori del libro, la giornalista Flaviana Gullì e il professore Gaetano Mercadante nel libro “Una rosa bianca. Liberamente ispirato al femminicidio di Graziella Recupero”, pubblicato da Giambra Editori, un editore che con la sua intensissima attività ci permette di conoscere eventi e luoghi spesso dimenticati del territorio. Il libro fornisce per la prima volta una ricostruzione completa della vicenda, mettendo fine ai racconti orali spesso contrastanti tra di loro. Gaetano Mercadante ha parlato con i fratelli della ragazza, Pino ed Elio, i quali gli hanno anche affidato gli atti del processo e la documentazione da loro custodita gelosamente. Successivamente ha coinvolto Flaviana Gullì per la stesura definitiva del testo, che dobbiamo dire è di grande qualità letteraria, ed in grado di restituire il clima di quel periodo, offrendoci uno spaccato realistico della città da poco uscita dalla guerra che si avviava ad entrare nella modernità. Nel primo capitolo parla Antonio, il fidanzato mancato di Graziella, che si aggira nei viali del Cimitero con una rosa bianca, rammaricandosi di non essersi palesato subito con la ragazza. Aveva parlato dei suoi propositi di matrimonio al padre di Graziella, il quale voleva che la figlia prima si diplomasse, mentre lui era prossimo alla laurea. Non riesce a capacitarsi di quell’attesa, una beffa del destino. Se si fosse palesato forse Graziella sarebbe ancora viva.

Graziella Recupero copertina libro

Nel secondo capitolo si parla di Carmelo, l’innamorato respinto e della sua invadenza e irruenza, del Liceo Classico Luigi Valli frequentato da Graziella, e della compagna di studi Ina, figlia del capostazione di Barcellona. Il terzo capitolo è occupato del terribile delitto, avvenuto lungo la via Statale 113 in prossimità del Consorzio Agrario. Il testo ne ricostruisce le agghiaccianti sequenze che vedono il furore di Carmelo che sferra innumerevoli coltellate alla spalle e ai polmoni della ragazza che morirà quattro ore dopo all’ospedale Cutroni Zodda. Il quarto capitolo si sofferma sui commenti della città e sulle due istanze avanzate dalla FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e rimaste inascoltate: una alla Chiesa per la causa di beatificazione e l’altra all’Amministrazione Comunale per intitolarle una piazza.

Il quinto capitolo si occupa del processo e della condanna dell’omicida a ventitré anni di Ospedale Psichiatrico Giudiziario, scontati ad Aversa, Montelupo Fiorentino, Napoli e infine a Barcellona Pozzo di Gotto dove rimase fino al 1979. Carmelo metterà fine ai suoi giorni con un cappio al collo dieci anni dopo nel cortile di casa. In appendice sono riportate foto e documenti, e tra questi gli articoli pubblicati dalla Gazzetta del Sud su tutta la triste vicenda.

Il libro è stato presentato il 28 aprile 2019 nell’Auditorium San Vito alla presenza di un folto ed attento pubblico, tra i quali erano presenti anche i familiari di Graziella. La presentazione è stata introdotta e moderata dalla giornalista Cristina Saja, con interventi di due autori Flaviana Gullì e Gaetano Mercadante, dell’assessore alla Cultura Angelita Pino, del Procuratore Capo della Repubblica di Barcellona Emanuele Crescenti, della psicologa e psicoterapeuta Maria Luisa Poma, dell’ex Direttore dell’Ospedale Psichiatrico “Vittorio Madia” Nunziante Rosania. La drammatizzazione di alcune parti del libro è stata condotta dall’attore-regista Giuseppe Pollicina con il laboratorio “Tanti amici”. Durante la serata è stata proiettata un’intervista, curata da Flaviana Gullì, all’artista Emilio Isgrò, che ha tracciato un ricordo di Graziella Recupero, sua compagna di classe al Liceo Classico.

3 maggio 2019

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Ali. Messina. Interessantissime relazioni da parte del dirigente della Biblioteca Regionale  avv. Tommasa Siragusa sul tema  dell'ordinamento giuridico relativo ai B.B.C.C., moderatrice la nota giornalista Gaberscek .Relatori sul tema dei beni culturali l' arch. Nino Principato, sul tema dei beni culturali poco conosciuti , il giornalista Marco Grassi e l' arch. Palamara. Ci soffermiamo sul tema  inconsueto dell' Araldica, esposto da Marco Grassi che ha trattato l'argomento anche attraverso gli stemmi di arcivescovi e vescovi.

Ad esempio,  prendendo in esame lo stemma del vescovo ausiliario Monsignor Cesare Di Pietro, sottolineava

che la parte sinistra in alto condensa informazioni significative. Nel caso dello stemma adottato da Monsignor Di Pietro, certamente  le nappe verdi  a destra e sinistra, sono  in tre file e non 4 da arcivescovo, ne' 5 come i cardinali ne'  rossi, come per i cardinali. Monsignor Di Pietro sceglie anche lo stemma, guardando anche al suo paese, Fondachello Fantina  ma principalmente alla devozione per Maria, oltre allo stemma del Comune di Messina. Il colore rosso a sinistra, significa carità amore, l'azzurro riconduce alla città di Messina, al manto della Madonna, il nocciolo rimanda alle origini di Monsignor Di Pietro, al suo paese,  i rami di ulivo a Gesù  Cristo, all'orto di  Getsemani. Infine, Vigilate mecum in basso, vi si legge: Vegliate con me. Spiega anche  uno stemma significativo come quello dell'arcivescovo Monsignor Giovanni Accolla che possiamo ammirare nella foto. 

Numerosi i giornalisti partecipanti e gli architetti, anche per la formazione continua e i crediti obbligatori. Era presente per l'Ucsi, il presidente regionale  dott. Domenico Interdonato e la segretaria Ucsi Laura Simoncini.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Capo d' Orlando, Me. Il 30 aprile presso il Teatro Rosso di San Secondo nella brillante e dinamica cittadina tirrenica, si è  svolto un interessante convegno volto ad implementare concretamente  i rapporti tra la Sicilia e l' Europa, attingendo ai fondi diretti ed indiretti della Unione Europea, destinati ai singoli per progetti mirati al lavoro ed alla ricerca ed alle società Enti...

Il convegno e' stato  ideato e voluto fortemente da un leader, profondo conoscitore delle dinamiche delle Commissioni europee in materie di fondi europei, l' On.le Massimo Romagnoli, originario di Capo d' Orlando che ha illustrato, in modo sintetico ed efficace, i punti di forza della società operante nel settore del reperimento dei fondi europei, offrendo un input concreto al perseguimento degli obiettivi del proprio progetto che deve essere sintetico e raccogliere l 'essenziale in 10 punti chiave. Quello che ci voleva in Sicilia che spesso lascia i Fondi all'Unione Europea, per la difficoltà, a volte, nella compilazione perfettamente corretta della modulistica che in effetti, finora è risultata complessa.

Certamente, si intestava, intelligentemente con energia e massima fiducia, questo concreto progetto anche l'On.le Salvatore Cicu originario siculo di Forza Italia nato a Palermo nel 1957, sotto il governo Berlusconi sottosegretario alla Difesa ed al Tesoro e Deputato Nazionale eletto in Sardegna, ora candidato al Parlamento europeo per la circoscrizione dell'Italia insulare.

Erano presenti, a relazionare brillantemente, la dott.ssa Monica Galler, la dott.ssa Maria Papalia, la dirigente scolastica Bianca Fachile ( intervenuta con gli alunni)  la prof Margherita Giardina, la dott.ssa Sara La Rosa, il dr Francesco Ingrilli' e il dr Francesco Vallebona.

- di  Francesca Rossetti -

Il prossimo 29 agosto, presso il parco divertimenti Edenlandia di Napoli, si terrà la 6°Edizione del MJ Day "MJ Legacy Day " organizzato da Michael Jackson Day in occasione del 61° compleanno del Re del Pop e del decennale della sua prematura scomparsa, avvenuta il 25 giugno 2009.

Legacy significa Eredità ed in questo caso stiamo parlando dei fans di Michael sparsi in tutto il pianeta, coloro che da sempre lo amano come artista e come benefattore e che lo hanno sostenuto nei momenti felici ed in quelli più difficili che hanno costellato la sua straordinaria carriera, portandolo a conquistare un altissimo numero di premi e a battere ogni record nella vendita di album, piazzandosi sempre in cima alle classifiche musicali con capolavori senza tempo che sono entrati nella vita e nel cuore di ognuno di noi.

L’evento vedrà quindi i fans come protagonisti di una grande festa con attività all'aperto, esibizioni di danza di impersonator e gruppi, tributi, food in tema, presentazioni di libri, mostre, espositori di memorabilia ed oggetti dedicati a Michael in una splendida location che ricorda la magica Neverland nella quale il Re del Pop abitava, fra giostre e la musica intramontabile di una Leggenda senza fine.

Edenlandia è il più antico parco di divertimenti d’Europa ed è nato nel 1965; nel 2018 è stato insignito della stella come primo ed unico food and leisure park d’ Italia e si trova nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, è ad ingresso gratuito ed oltre alle numerose attrazioni vi si svolgono concerti, spettacoli, feste per grandi e bambini.

La sera del 28 agosto si terrà un apericena con torta MJ di mezzanotte in una location a sorpresa sempre nei pressi di Edenlandia (posti limitati) su prenotazione;   per partecipare alla manifestazione del 29 agosto è necessario acquistare il MJ Legacy Packet, biglietto che comprende ingresso All Inclusive, giostre ed attrazioni illimitate al Parco Giochi Edenlandia più bracciale MJLegacyDay per accedere a tutte le aree in tema MJ e partecipare alle esibizioni, spettacoli ed attività. 

Per informazioni e prenotazioni inviare email con i propri dati e la data/e dell’evento/i che si desidera seguire a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

https://www.facebook.com/events/2123076927780117/

L'Accademia culturale Zanclea di Messina, presieduta da Biagio Cardia, il giorno 09 maggio 2019, alle ore 17, nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca del Comune di Messina, organizza il “MEMORIAL CLAUDIO SERGIO STAZZONE” condotto dal giornalista Dott. Antonio Aricò. I Soci fondatori dell’Accademia Artista M.stro Biagio Cardia, Prof.ssa Giovanna Logiudice, Prof.ssa Celestina Martino, Prof.ssa Agata Midiri, Prof.ssa Tiziana Midiri, Prof.ssa Ketty Millecro renderanno omaggio al loro indimenticato Presidente Stazzone unitamente ad altre testimonianze rese da illustri rappresentanti del mondo culturale, civile e religioso. Relazioneranno: Prof. Angelo Miceli, Prof. Gustavo Ricevuto, Dott. Giuseppe Santalco.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Dopo i successi conseguiti a Parigi  nelle gallerie importanti come al Museo Nazionale a Champs Elysees e nel Village Suisse ed a Francoforte...a Venezia ....a Roma ed in altre città d' Europa, la  fotografia d'arte del raffinato pittore fotografo Luigi Tosti, approda con tutta la sua eleganza e delicatezza a Perugia. SIcuramente, con notevole successo, meritatissimo successo di questo straordinario artista,  unico nel suo genere nel raccontare fiabe, racconti quotidiani come splendide fiabe un una atmosfera sempre rarefatta ed affascinante che attira il più esigente pubblico dei collezionisti d'arte. DAL 6 AL 31 MAGGIO A PERUGIA.

                  

 - di Maria Teresa Prestigiacomo -

     

San Giovanni Rotondo. Il docente universitario prof Giovanni Dotoli, scrittore, poeta, brillante relatore all'Università della Sorbona per il Corso di Civilisations, è l'autore di un poema ispirato a San Pio di Pietrelcina: una splendida lettura scenica avrà luogo il 5 maggio 2019,  a cura della Compagnia del Teatro dei Limoni di Foggia, con musiche di Étienne Champollion, eseguite dall’autore, in occasione del ventesimo anniversario della beatificazione di Padre Pio, e in coincidenza con il 63° anniversario di inaugurazione della Casa Sollievo della Sofferenza, domenica, 5 maggio, ore 19, auditorium “Mary Pyle”, chiesa di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo.

              

                                       Dialogo con Padre Pio

 

lecture scénique par la Compagnia del Teatro dei Limoni de Foggia, musiques d’Étienne Champollion, exécutées par l’auteur lui-même, à l’occasion du vingtième anniversaire de la béatification de Padre Pio et du 63e anniversaire de la fondation de l’hôpital Casa Sollievo della Sofferenza, le dimanche 5 mai, à 19h, auditorium “Mary Pyle”, église de San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo.

Domanda: «Chi è Giuseppe Conte»?

Risposta: «Un professore ordinario dell’università, divenuto - dall’oggi al domani -presidente del Consiglio (dei ministri). Dunque, un professore universitario, in primis».

Domanda: «Ma chi è un professore ordinario dell’università? Esiste una tipologia unica di professore universitario»?

Risposta: «Direi di no. Ma, fra tutte, mi pare più convincente (cioè non celebrativa né aprioristicamente denigratoria) quella tracciata da Ferdinando Camon in Scrivere è più di vivere (Milano, Guanda, 2019, p. 19)». Vediamo:

Ho pensato a lungo a cosa sentono i protetti dalla mafia accademica […]. Vergogna? Pentimento? Imbarazzo? No, la risposta è ben altra: orgoglio. Perché […] l’allievo che viene messo in cattedra non si sente prescelto fisicamente dal suo docente ma misticamente da Dante o Manzoni o Verga, si sente chiamato dai grandi, invitato a salire alla loro altezza, amico tra amici. Da quel momento non è il prescelto dalla mafia che proverà imbarazzo quando incontrerà colui che dalla mafia è stato imbrogliato e defraudato, ma il contrario: il protetto della mafia mostrerà l’orgoglio che gli deriva dal potere mafioso, sentito come un favore divino, superiore al favore della legge, e guarderà con commiserazione il rivale che ha perduto: se ha perduto, gli dèi non sono con lui, dunque qualche colpa l’avrà.

Diagnosi perfetta, sia detto con la convinzione di chi vive da più di quaranta anni nell’Accademia e ne conosce tutti gli aspetti – anche quelli meno visibili a occhio nudo – e i «trucchi» che vi si approntano di norma.

Certo, la gestione dei concorsi universitari è egregiamente prefigurata da Camon: fanno tutto i «baroni» (cioè i professori ordinari, magari «illustri studiosi di Dante o Manzoni o Verga», definiti anche «maestri») che «organizzano […] trucchi per favorire un allievo (che non merita) sugli altri concorrenti (che meritano)».

Poco o nulla contano, difatti, negli organigrammi accademici, i professori associati e i ricercatori, tra cui non è tuttavia insolito trovare competenze e conoscenze che ci si aspetterebbe in un ordinario. Costituiscono una sparuta minoranza, invero, i professori ordinari, magari molto accreditati a livello scientifico, che si sottraggono alle mistificazioni della «mafia accademica protetta dallo stato», come Camon definisce la congrega, appunto, dei baroni.

Certo, la maggior parte dei professori ordinari in Italia passa per la trafila prefigurata da Camon. Ora, Giuseppe Conte, stando alle dichiarazioni sue e del suo maestro nonché a quanto si è letto del suo concorso a cattedra sui giornali, è un tipico allievo di un barone divenuto, a sua volta, barone.

Ciò posto, a me non interessa, in questa sede – sia chiaro –, la critica del reclutamento e degli sviluppi di carriera nell’Università (egregiamente fatta da altri). Mi preme piuttosto sottolineare gli aspetti salienti della personalità di un tipico allievo di barone divenuto, a sua volta, barone, in Italia, e il suo abituale modus operandi. Che è, propriamente, quello di chi crede che la realtà sia finzione, o che – detto in altri (filosofici) termini – l’essere sia l’apparente: se diventa professore ordinario dell’Università non chi ha i titoli per diventarlo ma chi è allievo di un barone che lo favorisce a discapito di chi merita, è reale solo chi si fregia del titolo (non il candidato trombato, che non esiste - non è reale - come professore ordinario). E però il neo barone non distingue più tra essere e apparire, tra realtà e finzione. Vive in un mondo di forme, di finzioni preconfezionate da altri e vi si conforma in tutto e per tutto. In pratica: se appari, per un «trucco» (legale), professore ordinario (anche senza meriti specifici), sei e quindi fai il professore ordinario. Da qui, peraltro, la tesi condivisa da molti (che ancora sanno distinguere tra finzione e realtà) secondo cui nell’Università italiana pochi sono professori laddove molti fanno i professori.

Ebbene, questo fenomeno è altresì patente nella salita al potere di Giuseppe Conte, il quale è diventato, per un «trucco» (legale), capo del governo ed è, quindi, secondo la suddetta logica baronale, capo del governo, senza avere mai dimostrato al alcuno di possedere doti e meriti specifici. Fa, infatti, la sua parte davanti al Parlamento, nelle piazze, in televisione, davanti a Trump, davanti a Putin, davanti a Macron, davanti a Merkel, davanti a Sarraj, credendo di essere vero ed è invece finto, apparente, virtuale. Simmetrie dei poteri.

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