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- di Gennaro Galdi -

Modica, Ragusa. Villa Anna, una meravigliosa villa del 1854 mesa a disposizione dal suo proprietario, un noto professionista, la spettacolare cornice, con il suo parco secolare, per la cerimonia di Premiazione... E' Nicolò Romano di Palermo il vincitore del concorso "E-vViva la mamma". Consegnato anche il premio "Mamma dell'anno" alla mamma del giornalista Paolo Borrometi.

 Nicolo Romano

E’ Nicolò Romano di Palermo, con la poesia “Vocaboli d’amore”, il vincitore della 15ma edizione del concorso poetico “E’-vViva la mamma” che si è svolto ieri sera a Villa Anna in provincia di Ragusa. Al secondo posto si è piazzato Antonio Micalizio di Siracusa con la poesia “Squilli a vuoto” mentre il terzo posto se l’è aggiudicato Nunzio Buono di Casorate Primo in provincia di Pavia con la poesia “Adesso che nevica”. La cerimonia di consegna dei premi è avvenuta nella splendida cornice di Villa Anna messa a disposizione della proprietà. La kermesse è stata intervallata da momenti musicali affidati alla giovanissima Sabrina Russo promettente cantante, già vincitrice di diversi concorsi canori. Sono stati eseguiti anche dei brani dal duo Coppola, cantautori che decantano una sicilianità vera e passionale. Momenti clou della serata sono stati la consegna del riconoscimento di “Mamma dell’anno” alla signora Giuseppina Patrizia Criscione in Borrometi, mamma del giornalista Paolo Borrometi, quest’ultimo presente alla manifestazione e pronto ad intervenire manifestando anche la propria commozione. L’altro importante riconoscimento, quello di “Mamma speciale” intitolato “Jolanda e Francesco Ciurciù”, riservato al mondo della disabilità è andato alla signora Angela Leonardi che ha voluto essere accompagnata da un bel gruppo di volontari della casa del sollievo di Catania. Infine ha riscosso positivi apprezzamenti dal numeroso pubblico presente, l’esibizione di artisti e performance col fuoco a cura dello studio Pizzo eventi. La serata è stata presentata da Giorgio Fratantonio, alla cui mamma Livia è dedicato il concorso, e da Patrizia Tirendi. La giuria era presieduta da Maria Teresa Prestigiacomo docente, giornalista e critico d’arte ed era composta dalla senatrice Marisa Moltisanti, dalla project manager di Villa Anna Anna York e dai giornalisti Silvia Crepaldi e Paolo Oddo. Si auspica che il Premio possa continuare per altrettante brillanti edizioni, con sponsor che abbraccino il Premio che è anche un lungimirante progetto di educazione al sentimento; a questo proposito, per inciso, ci teniamo a comunicare che l'educazione sentimentale(un ulteriore obiettivo sotteso al Premio E'-vviva la mamma) è la disciplina che è stata inserita da quest'anno in modo sperimentale nelle scuole del Piemonte.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Piazza Armerina, Suoni e Luci nella magica atmosfera della storica Villa del Casale a Piazza Armerina, il 18 agosto. Suoni e Luci è un progetto che riporta la villa romana alle originali suggestioni con la presenza di musicisti all’interno della villa. Il tutto è reso suggestivo da un’illuminazione artistica realizzata appositamente per l’evento. In programma l’Ensemble Barocco di Messina, quintetto d’archi e clavicembalo su musica strumentale tra ‘600 e‘700.   Il progetto è realizzato con la collaborazione dell’Orchestra da Camera di Messina.

Tra gli straordinari mosaici che rappresentano scene mitologiche e scene di vita quotidiana, scene di caccia, sempre realizzate in maniera molto vivida gli effetti luci creeranno atmosfere d’epoca, avvolgendo gli spettatori in un viaggio unico accompagnato dalle musiche di Johann Pachelbell (Canone), Antonio Vivaldi (Concerto in Sol Magg. “alla rustica” F. XI n° 11, Johann Sebastian Bach (Aria dalla suite in Re Magg) e Wolfgang Amadeus Mozart (Concerto per clavicembalo n.8 in Do Kv 246 “Lützow”.

L'”Ensemble Barocco” viene fondato a Messina nel 1985. Inizialmente nasce per eseguire musica barocca e poi negli anni ha ampliato il proprio repertorio, fino a spingerlo a quello contemporaneo.

La Fondazione Taormina Arte Sicilia presente nella programmazione di Anfiteatro Sicilia, la manifestazione culturale promossa dall’Assessorato regionale al Turismo, per l’evento Suoni e Luci della Villa romana del casale ha collaborato con il Polo Museale di Piazza Armerina, Polo Regionale di Piazza Armerina, Aidone ed Enna per i Siti Culturali, i Parchi Archeologici della Villa del Casale e di Morgantina, la Soprintendenza di Enna, il Comune di Piazza Armerina e i Beni culturali.

Info:

Costo € 10,00

Biglietti in prevendita su: www.boxol.it  o www.ctbox.it .

Punti venditi sul territorio Boxoffice.

In loco un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

www.taormina-arte.com

tel. 391.7462146

- di Giuseppe Messina -

   “40 morti, ma altre persone sono ancora disperse, 700 sfollati sono gli abitanti delle case sotto il ponte. La tracotanza criminale dell'uomo senza argini. Il mito fasullo dell'eternità del calcestruzzo è tragico. La tracotanza di costruire il ponte su case abitate da tantissime famiglie. La tracotanza in greco antico: βϱις, (hýbris) è un tema ricorrente della tragedia greca e della letteratura greca, La Hybris è la costante di ogni potere che ha perso il senso razionale del limite in nome di Mammona, il sanguinario, insaziabile dio denaro, il profitto”.

IL PONTE MORANDI

 

   Questo è quanto ha scritto sulla sua pagina Facebook il mio amico Santi Puglisi, docente di materie letterarie, molto colto ed impegnato socialmente, ed i suoi numerosi interventi lo dimostrano ampiamente.

   Forse, senza aver sentito, dalle notizie televisive le dichiarazioni della “Direzione della Società Autostrade”, non avrei scritto questo articolo; comunque, dopo avere letto lo scritto del mio amico il forse non esiste più. Anche perché mi è tornato alla mente un episodio della metà degli anni ’80 quando un signore aveva pensato di costruirsi una casetta nel proprio terreno nei pressi dello svincolo dell’autostrada. Si badi bene: lo svincolo. Per il fatto che la distanza, unilateralmente stabilita, dal confine di pertinenza dell’autostrada in 60 metri era di pochissimo inferiore, la direzione dell’Ente, ha dichiarato guerra al pover’uomo adducendo che assolutamente la distanza doveva essere rispettata al millimetro.

   “Ma come può essere – andava dicendo il malcapitato – che l’autostrada attraversa la città passando sulle case di tante famiglie ed io non posso costruire nel mio terreno che, mi pare evidente, si trova abbastanza lontano dall’autostrada?”

   Già, com’è possibile? Naturalmente, quando è la tracotanza del potere a dettare le regole, queste non possono essere uguali per tutti.

   E dopo questa sottolineatura andiamo alle dichiarazioni della dirigenza dell’Ente Autostrade che abbiamo sentito nei vari servizi televisivi: ha dichiarato che i ponti delle autostrade sono tutti controllati continuamente e per la loro messa in sicurezza sono spesi un miliardo di euro l’anno. Così dicendo, naturalmente, questi signori si tirano fuori da ogni responsabilità per la sciagura di Genova. Dunque la loro tracotanza gli permette di pensare che i genovesi, i cittadini italiani che non hanno la loro stessa tracotanza siano tutti dementi!

   Mi dispiace, e credo dispiaccia a tantissimi, che nessun cronista o commentatore abbia avuta la prestanza di riflessi per rispondere alla “Direzione Autostrade” che, se il ponte Morandi è crollato, evidentemente non era monitorato come avrebbe dovuto essere e che il miliardo di euro non basta per tenere in sicurezza i ponti di loro competenza.

   Credo che questo nuovo governo, se vuole dimostrare di essere veramente nuovo, debba fare in modo che gli italiani capiscano che il vecchio sistema è finito e che si vuole cominciare tutto d’accapo, isolando i tracotanti che tanto hanno nociuto a questo paese. Certamente ci vorrà del tempo, ma questo gli italiani lo sanno, come sanno che la casta dei vili pronti all’imboscata è già al lavoro, dal momento che non sono disposti a rinunciare alla bassa, ricca mangiatoia alla faccia del popolo sovrano.

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Un particolare ringraziamento all’autore o agli autori, che non conosciamo, della foto che abbiamo preso da Internet.

- Di Giuseppe Messina -

   L’invito di Melo Freni, è sempre bene accettato, un caro amico che conosco da circa cinquanta anni, anche se, per questione di distanza geografica, non ci si vede che poche volta l’anno.

   Melo Freni, che d’estate si trasferisce da Roma a Terme Vigliatore in provincia di Messina, è una di quelle personalità, come, a volte diceva mio padre, in fase di estinzione, prima di tutto perché è un galantuomo come pochi e poi perché si tratta di uno dei più importanti scrittori italiani, anche regista, direttore artistico di grandi teatri e, innanzi tutto giornalista della Rai e direttore e conduttore di importanti programmi culturali come “TG L’UNA” ed altri, ma per me egli è anche filosofo.

   “Vengo in compagnia di Peter Ciani – gli avevo annunciato per telefono – È qui in ferie da pochi giorni. So che ti farà piacere rivederlo”.

A CASA DI FRENI

   È stato un piacere aver fatto incontrare due vecchi amici concittadini come Melo e Peter, uno, come tutte le estate, arrivato da Roma e l’altro dall’Australia dove diversi decenni fa ha portato il canto all’italiana esercitando eccellentemente la professione di cantautore.

   Se Melo Freni aveva lasciato la Sicilia per Roma, Peter Ciani, come si ha avuto modo di scrivere in altre occasioni, è partito, ancor prima, per l’Australia all’età di sedici anni, (si chiamava Pietro Cicciari), abitava nella frazione Gala del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, a circa trecento metri da casa mia. Ricordo che spesso passando davanti la sua abitazione sentivo un piacevole suono di fisarmonica. Un suono che ad un certo punto non ho più sentito: Pietro era andato via da Gala per frequentare accademia del canto di Roma diretta dal Maestro napoletano Antonio Capodanno e presieduta dal valentissimo Maestro Michele Galvieri, autore di tante bellissime canzoni classiche italiane. Il metodo era il “Bona” che è il metodo più conosciuto in Italia, in chiave di violino trasportato in sei tonalità.

A CASA DI MELO FRENI

   Dopo aver studiato con grande passione e ottenuto straordinari risultati si è recato in Australia per la sua prima tournée di cantante dalla piacevole voce di tenore, con il nome d’arte di Peter Ciani. Il suo successo è stato fulmineo, grandioso e continuo che dura fino ai nostri giorni, come cantante e come autore di numerose canzoni, per se e per altri artisti tanto che non gli è venuta voglia di fare ritorno in Italia.

   Come convenuto, alle 19,30, con il musicista italo-australiano Petere Ciani e le nostre rispettive signore siamo stati ricevuti personalmente da Melo Freni che, subito dopo ha telefonato in rosticceria per far portare degli arancini, così come aveva promesso per telefono. Il vino mi sono permesso di portarlo personalmente del mio mentre Peter Ciani ha pensato giustamente di portare i gelatini “da passeggio”.

A noi si è unito il poeta Isidoro Aiello, che era arrivato prima e, Melo ha insistito perché rimanesse. Ed è successo che una visita di cortesia si è trasformata in una serata dallo sfondo culturale. D’altro canto con personaggi come Melo Freni, Peter Ciani ed Isidoro Aiello non poteva essere diversamente. Non sono mancati i ricordi di attività ed eventi vissuti come la partecipazione di Peter, come attore, nell’opera teatrale “L’ultimo rogo”scritta e diretta da Freni. Un rivangare piacevole, ma nello stesso tempo, consciamente o inconsciamente, come spesso accade, si è portati a sentire una specie di sentimento di dispiacere per il tempo che non è più.

DISCO DI PETER CIANI

   Prima del commiato, Peter Cani ha tirato fuori dal borsello il Compact Disk delle sue ultime incisioni; 17 canzoni da lui stesso composte e cantate, alcune in italiano ed altre in napoletano ed in inglese.

   Ma la serata non poteva finire così: Ivana la moglie di Peter Ciani, anche se si era fatto tardi, ha espresso il desiderio di visitare “Oikos Museion”, la mia casa museo sita nella millenaria frazione Acquaficara del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, dove non c’era mai stata. Così, prima di accompagnarli a casa loro, ci siamo soffermati per fare ammirare la mie sculture, i miei dipinti e le tante opere donatemi da altri artisti amici.

Un particolare momento culturale si è tenuto giorno 11 agosto nella biblioteca comunale di Candidoni con la presentazione dei due volumi del noto storico ed etnografo professore cavaliere Rocco Giuseppe Tassone. Alla presenza del sindaco avv. Vincenzo Cavallaro, della responsabile della biblioteca dott.ssa Sabrina Gatto e del parroco don Carmelo Surace è stato presentato dal professore Carmelo Cocolo il libro del Tassone su San Gaetano Thiene, un volume ricco di notizie storiche e biografiche del Santo nonché di una corposa iconografia, mentre l’avvocato Domenico Coco ha parlato sul dizionario sempre scritto da Rocco Giuseppe Tassone: “il Tassone” Vocabolario del lessico di Candidoni. Entrambi i volumi sono stati apprezzati dal pubblico in sala che è intervenuto con interesse nella discussione dei lavori e invitando l’Autore a ritornare in un secondo momento per un approfondimento sui temi trattati, lo stesso auspicio è stato fatto dal parroco Don Carmelo.

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- di Giuseppe Messina -

   A volte può sembrare strano come una telefonata possa avere una conseguenza particolare.

   A telefono era Peter Ciani, il cantautore italo australiano, colui che per primo ha portato il canto all’italiana nell’Oceania: mi disse che si trovava in Sicilia e che sarebbe passato per un saluto prima di ripartire verso la Grecia. Pensando che non sarebbe potuto finire con un semplice saluto mi feci promettere che sarebbe rimasto a cena. Ottenuta la promessa, ho telefonato ad un comune amico, un altro musicista, precisamente il Maestro concertista Alessandro Monteleone, fenomeno della chitarra classica; sapevo che avrebbero avuto reciproco piacere incontrarsi e cosi ci siamo ritrovati con le nostre rispettive mogli ed il piccolo Giuseppe Monteleone (Altro talento teatrale di cui sentiremo parlare negli anni avvenire) alla stessa tavola, in verità, più per stare assieme e chiacchierare che per mangiare, mancava soltanto un altro grande amico comune ovvero il professore Nino Bellinvia, giornalista, critico musicale e letterario che, come Peter, vive lontano dalla Sicilia matrigna. Comunque abbiamo brindato con spumante italiano alla sua salute e lo abbiamo chiamato tramite telefono per farlo sentire vicino a noi.

   Era mia intenzione fare un’intervista a Peter Ciani, ma non volevo diventasse una cosa professionale; desideravo che lui parlasse liberamente così che le mie domande sono state mosse dai ricordi di quando ero un ragazzino.

CON PETER E ALESSANDRO

   Peter Ciani, partito per l’Australia all’età di sedici anni, (si chiamava Pietro Cicciari), abitava nella frazione Gala del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, a circa trecento metri da casa mia. Ricordo che spesso passando davanti la sua abitazione sentivo un piacevole suono di fisarmonica. Un suono che ad un certo punto non ho più sentito: Pietro era andato via da Gala per frequentare accademia del canto di Roma diretta dal Maestro napoletano Antonio Capodanno e presieduta dal valentissimo Maestro Michele Galvieri, autore di tante bellissime canzoni classiche italiane. Il metodo era il “Bona” che è il metodo più conosciuto in Italia, in chiave di violino trasportato in sei tonalità.

   Dopo aver studiato con grande passione e ottenuto straordinari risultati si è recato in Australia per la sua prima tournée di cantante dalla piacevole voce di tenore, con il nome d’arte di Peter Ciani. Il suo successo è stato fulmineo, grandioso e continuo che dura fino ai nostri giorni, come cantante e come autore di numerose canzoni, per se e per altri artisti tanto che non gli è venuta voglia di fare ritorno in Italia. Sotto contratto con “La Voce del Padrone”, diventata poi “EMI”, una delle più importanti case discografiche, ed anche con la “Fonit Cetra” ha inciso numerosissimi dischi con canzoni in italiano, in napoletano ed in inglese.

   Ciononostante non ha mai dimenticato la nostra Italia dove, più volte, ospite in diverse trasmissioni alla Rai Tv “Uno Mattina”, “Porto Matto”, “Ci Vediamo in Tv”. Ma la sua attività non è stata soltanto musicale, infatti ha lavorato in teatro, anche con Melo Freni dell’opera “L’ultimo rogo” ed in opere cinematografiche e sono sue le canzoni inserite nelle colonne sonore di diversi film. Con una canzone ha anche rappresentato l’Australia alle Olimpiadi di Sydney. Nel maggio 2008, Peter Ciani e suo figlio Pete Ross, cantante-attore, sono stati per quattro volte ospiti speciali su RAI Tv internazionale nel programma intitolato “Cristianità” con Suor Myriam Castelli

CON PETER ED ALESSANDRO

   Con piacere c’è da ricordare, come rivela in un suo recente articolo lo stesso Nino Bellinvia, che “fra l’altro, Peter è l’unico cantante italiano che ha un suo fan club in Australia (questo dal 1975!) e che per 25 anni è stato direttore artistico della Minstrel Record (ha lanciato discograficamente in Australia vari artisti italiani e stranieri, tra cui Julio Jglesias). Nel corso della sua attività artistica, oltre ai due dischi d’oro, ha ricevuto numerosi premi, tra cui: Pergamena da Radio Vaticana, Medaglia dalla Camera del Senato della Repubblica Italiana, Trofeo Leone d’oro di Venezia, onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dei Cavalieri di St. John di Gerusalemme… La sua carriera musicale è riportata nei libri “Perfetto beat e Outback australiano e Urbano Country” e “The Italo-Australian Migrant Pioneer in the Music Industry since 1963”. L’artista non ha smesso mai di cantare e di scrivere canzoni, ama il prossimo e aiuta artisticamente giovani talenti. Vive nella sua villa sull’Oceano Pacifico, ma almeno una volta l’anno (questo dal 1970) torna a trascorrere alcuni mesi in Italia, ospite in diverse manifestazioni, particolarmente in Sicilia. E questa volta è proprio nel suo paese nativo, a Gala”.

- di Marcello Crinò -

Il 12 agosto cade il settantacinquesimo anniversario del bombardamento di Barcellona avvenuto nel 1943 ad opera degli alleati. La città di Barcellona Pozzo di Gotto, oltre a settantaquattro civili morti durante i bombardamenti, e numerosi feriti, pagò un tributo di sangue attraverso centinaia di militari morti nelle due guerre mondiali. I nomi di tutti i caduti, civili e militari, delle due guerre, sono incisi sulle lapidi poste accanto al Monumento ai caduti, purtroppo in parte illeggibili perché sbiaditi dal tempo e senza manutenzione. Si tratta di circa 365 militari morti nel primo conflitto mondiale, e di circa 207 militari morti dal 1935 al 1945, per un totale di circa 572.

Gli alleati, quel 12 agosto del 1943, secondo informazioni errate, cercavano i tedeschi (che non c’erano), ma bombardarono e spararono deliberatamente sui civili innocenti e disarmati, accanendosi soprattutto sul centro di Barcellona. Colpirono anche l’ufficio postale, nei cui pressi cadde il dottor Gaetano Bavastrelli mentre si recava a prestare la sua opera all’ospedale, compiendo quella che è ricordata da Carmelo Bilardo, nel libro Amo, la mia città (edito dalla Corda Fratres nel 1993), come “una strage inutile”. Le case distrutte, riferisce Nello Cassata nella storia di Barcellona (vol. III, p. 17, 1982) furono 154, le danneggiate 287, circa duemila sinistrati senza tetto.

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Fino al 2016 l’Amministrazione comunale ricordava il tragico anniversario con una commemorazione pubblica di fronte alla lapide che ricorda il tragico avvenimento e con la deposizione di una corona d’alloro. Una manifestazione che raccoglieva solo uno sparuto numero di persone, in prevalenza discendenti dei morti e dei feriti, gli amministratori comunali e le forze dell’ordine. Dallo scorso anno non si svolge più la manifestazione pubblica ma viene posta di prima mattina una corona d’alloro. In un comunicato il sindaco Roberto Materia scrive: ”Il ricordo di quel triste momento della nostra storia deve rimanere vivo e la consapevolezza della memoria, seppur dolorosa, è un monito per non dimenticare e rinnovare in ciascuno la doverosa condanna di ogni forma di violenza, fortificando il quotidiano impegno finalizzato al perseguimento della pace e della tolleranza”.

Questi i nomi dei caduti civili così come riportati sulla lapide: Aliberti Santa, Aliquò Erminia, Aliquò Rosaria, Aliquò Santa, Anastasi Michele, Barresi Margherita, Battista Agata, Dott. Gaetano Bavastrelli, Benedetto Giovanni, Biondo Carmelo, Biondo Francesca e Flavia, Biondo Maria, Brigandì Angelo, Brigandì Giuseppe, Brigandì Salvatore, Brigandì Santo, Bucalo Rosa, Bucolo Tindaro, Bucca Sebastiano, Calabrò Giuseppe di Mariano, Calabrò Giuseppe di Salvatore, Caliri Domenico, Caliri Francesco, Cicciari Domenico, Cipriano Salvatore, Conti Salvatore, Cortese Agnese, Currò Salvatore, Currò Sebastiano, Cutropia Filippo, Cutugno Carlo, Cutugno Francesco, Cutugno Salvatore, Cutullo Sebastiano, D’Amico Carmelo, Di Bartola Angela, Fazio Angela, Genovese Antonio, Genovese Lorenzo, Genovese Santo, Guido Antonino, Iannello Attilio, La Motta Carmelo, Lazzaro Alfredo, Leotta Giuseppina, Longo Giuseppe Garibaldi, Lo Presti Mariano, Mazza Eugenia, Mazzeo Angelo e Fortunato, Mazzeo Giuseppa, Merenda Grazia, Pandolfo Giuseppe, Perdichizzi Giovanni – Giov., Petrella Michele, Pino Sebastiana, Pittari Santo, Presti Francesco e Sebastiano, Rotella Vittorio Emanuele, Scarpaci Caterina, Scollo Paolo, Scopelliti Carmela, Siracusa Vincenzo, Siracusa Vito, Sortino Carlo, Spada Antonino, Trattaro Luigi, Trimboli Antonino, Triolo Nunziato, Trovato Caterina, Trovato Giovanni, Perdichizzi Giovanni – Ant.

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