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Il LIONS CLUB CUMIANA VAL NOCE indice la 1° edizione del concorso fotografico nazionale “IL VIAGGIO” finalizzato ad una raccolta fondi a favore del restauro e ammodernamento del “MUSEO DELL’EMIGRAZIONE” di Frossasco (Torino).
L’evento è organizzato con il supporto tecnico dell’Associazione Culturale e Fotografica “ObiettivOmente” di Orbassano.
La partecipazione è aperta a tutti senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione.
REGOLAMENTO
ART. 1 – TEMA
“IL VIAGGIO”
ART. 2 - MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
Ogni autore può partecipare con 2 (due) fotografie o multipli in b/n e/o colore, non premiate né segnalate in altri concorsi, sono ammesse elaborazioni digitali.

(È possibile partecipare con ulteriori opere pagando altrettante quote di iscrizione).
Le opere, in formato digitale, dovranno essere pubblicate nel gruppo Facebook del LIONS CLUB CUMIANA VAL NOCE https://www.facebook.com/lionscumianavalnoce/Gruppo denominato: Concorso fotografico “IL VIAGGIO”

https://www.facebook.com/groups/243129599546371/?ref=gs&hc_ref=ARTIeT3nm_alIjuEublluJwvyA8ZpmLcHsrgHcVAHXPPiSccZrjoMlMldWEQIshFVc&fref=gs&dti=243129599546371&hc_location=group

Ogni fotografia inviata dovrà indicare oltre al nome e cognome dell’autore anche il titolo dell’opera.
Oltre alla pubblicazione su Facebook è richiesto l’invio del file all’indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le adesioni dovranno pervenire TUTTE improrogabilmente entro e non oltre il 30 aprile 2018.
ART. 3 - ONERI E SPESE
Quota di Iscrizione: € 10,00 ogni 2 opere da versare contestualmente all’invio del file con bonifico bancario sul conto corrente intestato al LIONS CLUB CUMIANA VAL NOCE presso BANCA
PROSSIMA Iban IT76 U033 5901 6001 0000 0112 370
ART. 4 - PREMI
Saranno premiati gli artisti che, su giudizio insindacabile della Giuria nominata, si saranno classificati nelle prime 3 posizioni.
In particolare:
1° Premio: € 300,00
2° Premio: € 200,00
3° Premio: € 100,00
Le prime 30 fotografie che avranno ottenuto più “mi piace” su Facebook verranno stampate ed esposte insieme alle opere vincitrici.
L’Associazione si riserva di assegnare ulteriori riconoscimenti alle opere che avranno riscosso particolare apprezzamento su insindacabile giudizio della Giuria.
ART. 5 - GIURIA
Sarà nominata una Giuria i cui componenti verranno selezionati in ambito nazionale.
La Giuria valuterà le immagini secondo 3 (tre) criteri:
1. Originalità dell’opera
2. Attinenza al tema proposto
3. Qualità tecnica
ART. 6 - LOCATION DELLA MANIFESTAZIONE
Le tre foto vincitrici, quelle più votate su Facebook e quelle che avranno riscosso particolare interesse da parte della Giuria verranno stampate ed esposte nella mostra che verrà allestita presso la “Sala Consigliare del Comune di Frossasco” Via Sergio de Vitis 10.
ART. 7 - CONSENSO E RESPONSABILITA’
Le decisioni della Giuria sono inappellabili e insindacabili.

Gli artisti premiati hanno facoltà di rinunciare al premio senza però chiedere al “Lions Club Cumiana Val Noce” alcuna forma di risarcimento. In tale situazione si procederà alla nuova assegnazione del premio sulla base della classifca stilata dalla giuria.

Ciascun candidato concede all’Associazione l’autorizzazione a pubblicare le opere sui propri siti web e autorizza espressamente il “Lions Club Cumiana Val Noce”, nonché i loro diretti delegati, per il trattamento dei dati personali in aderenza a quanto disposto dalla normativa in vigore (legge 675/96 e successive modifiche; D.lgs. 196/2003 ).
La partecipazione al concorso implica la conoscenza e la totale accettazione del presente Regolamento.
CALENDARIO
Termine di accettazione: 30/04/2018
Riunione giuria: entro il 15 maggio 2018
Pubblicazione risultati sul gruppo Facebook: entro il 20 maggio 2018
Cerimonia di premiazione ed esposizione opere: Sabato 9 giugno 2018, le opere resteranno esposte sino a domenica 17 giugno

Cumiana, 31 ottobre 2017
Il Presidente
Irene Camusso

Associazione

Amici del Museo di Messina

in collaborazione con

Museo "Cultura e Musica Popolare dei Peloritani" di Gesso

Parrocchia Santa Caterina Vergine e Martire


L'iniziativa è promossa dall’Associazione Amici del Museo di Messina, in collaborazione con il Museo “Cultura e Musica Popolare dei Peloritani” di Gesso e con la Parrocchia di Santa Caterina Vergine e Martire, con il patrocinio del Vicariato Messina Centro “Madonna della Lettera” presieduto dal Canonico Penitenziere Mons. Mario Di Pietro.

Un concorso, ideato da Alessandro Fumia, promosso per far valorizzare e diffondere la peculiare ed antica tradizione della “Cona” messinese. Un tipico apparato natalizio, sia domestico che pubblico, un tempo molto diffuso a Messina e nel territorio Peloritano, che consiste in una piccola grotta realizzata con materiale vegetale (felci, “sparacino”, “'mbriacheddi”), e decorata con tutti quei colorati frutti che la natura offre in inverno (agrumi, frutta secca), nel cui interno si colloca un Bambino Gesù, nei migliori dei casi in cera. Un tempo davanti a questi apparati devozionali gli zampognari e i “nuviddara” eseguivano antiche nenie e novene di Natale.

La Giuria, composta da componenti dell’Associazione Amici del Museo, hanno assegnato i premi per le varie categorie e delle menzioni speciali. Alla cerimonia saranno presenti: Mons. Mario Di Pietro, Mons. Giacinto Tavilla, il Prof. Franz Riccobono, il Prof. Mario Sarica, il Dott. Nino Di Bernardo, il Dott. Marco Grassi, l'Arch. Giovanni Casale ed Alessandro Fumia.

                                                                                      L’Addetto Stampa

                                                                                    Dott. Marco Grassi

- di  M. C. - 

Non solo i laboratori di canto, “zampogna a paru” e percussioni, rispettivamente diretti da Mario Incudine, Antonio Vasta e Giorgio Rizzo, ma anche un laboratorio di prosa, che sarà curato dal direttore artistico Sergio Maifredi.

Il Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto conferma l’attenzione e l’interesse per le vocazioni del territorio e attiva un’altra possibilità per giovani e meno giovani. Un “coro greco” testimone del racconto è l’ulteriore novità che va a comporre l’allestimento di produzione “Il canto di Nessuno”, in cartellone il 5 maggio 2018. L’obiettivo – spiega Maifredi - è duplice: integrazione tra arti dello spettacolo e “un maggiore coinvolgimento della Città”. I candidati non necessariamente devono avere già avuto esperienza di teatro. “Preferirei lavorare con talenti naturali, persone con la voglia di raccontare e raccontarsi, con padronanza della lingua siciliana che è una lingua omerica e mediterranea”. A loro saranno affidati alcuni versi dell’Odissea. “Come sempre ci siamo confrontati con Incudine e Vasta sulla costruzione del progetto. Ora siamo nella fase di scrittura dei testi delle canzoni e, per permettere alle canzoni di essere contemporanee, sentivamo l’esigenza di avere una sorta di basso continuo che ci riportasse al testo, ai versi di partenza, quelli di Omero”.

I candidati devono avere almeno 18 anni, ma non è prevista un’età massima. Per candidarsi basterà presentarsi il 10 febbraio alle ore 10,30 al Teatro Mandanici con un documento valido e una foto tessera recente e con l’apposito modulo già compilato.

L’avviso e il modulo sono pubblicati sul sito del Comune, al link http://88.41.51.242/uploads/avviso%20pubblico%20per%20laboratorio%20prosa.pdf.

Non sono previste graduatorie, attribuzioni di punteggi o altre classificazioni di merito, ma ci sarà una selezione che avrà luogo sempre il 10 febbraio al Teatro Mandanici ma alle ore 15,30. Gli interessati dovranno portare un breve pezzo a memoria della durata non superiore ai 3 minuti e che sia, preferibilmente, in lingua siciliana. Il laboratorio tenuto dal direttore Maifredi avrà luogo nei giorni 23 marzo (ore 18,00/21,00), 14 aprile (ore 10,00/13,00) e dal 2 al 5 maggio tutti i giorni. E’ possibile che siano aggiunte altre date di lavoro.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina. Anch 'io, come giornalista, ho fruito di  quelle  meravigliose serate di grilli e di  ginestre, di fragranze di mare e di salsedine,  in occasione  degli spettacoli di musica, di canto lirico con il soprano Giusy Moschella...o concertisti valenti, alle Rocce, nell' estate scorsa.

Le Rocce sembravano rivivere la loro  nuova vita, per opera di quel folle creativo alla Dali:' l imprenditore dalle imprese impossibili, rese possibili per la sua audacia, la sua tenacia e per quello che da sempre e' da lui praticato come il suo 'sport estremo' , quello di chi crede ancora fermamente  nei sogni, come un bambino incantato di fronte alla bellezza del mare, di un fiore,  di un bambino, di una luce al tramonto; un bambino che riesce a  credere che le' mele cosiddette marce' di Librino si trasformino  da zucche in splendide carrozze e....ci riesce....con l arte e la passione....non ce l ' ha fatta con Le Rocce.

Oggi, Le Rocce  che sembravano risvegliate   da quell' incantesimo che le ha viste immobili e pietrificate, ancor piu, nel corso del mezzo secolo di totale abbandono all' incuria...nuovamente piombano  nel baratro...quell' incantesimo ritorna a segnare il triste destino di un luogo che appare come  maledetto!

 Il Sindaco Orlando propone ed aveva proposto ancor prima del 2018, quale  attrattore turistico del luogo, un villaggio per nudisti che attualmente, timidamente popolano le spiagge  di Spisone...ma ora che succede?

La pineta ....oggi, sottrae, per le buone ragioni addotte dal CGA,  secondo Legge, revoca alla Fondazione  di Antonio Presti, la concessione centenaria che avrebbe fatto del sito abbandonato come il castello della bella addormentata nel bosco, tra rovi e spine,  un luogo d' arte e poesia e bellezza, aperto a tutti...un tempio sacro per pellegrini internazionali della bellezza,  griffato Antonio Presti. 

Conoscerete tutti la cronaca di questi giorni. 

Noi abbiamo inteso riportare le dichiarazioni di Antonio Presti rilasciate su Facebook al fine di comprendere meglio la vicenda e i possibili scenari futuri. E riportiamo un articolo di Andrea Lodato del 24 gennaio che Antonio Presti ha veicolato su fb.

Fondazione Antonio Presti - Fiumara d'Arte
PRESTI:”TRATTATO COME UNO SPECULATORE”
La rabbia del mecenate dopo la sentenza del Cga che ha annullato il comodato d’uso per Le Rocce di Taormina “Hanno ritenuto che dietro potesse esserci un interesse economico, invece era un dono ai cittadini e al mondo”.
La Sicilia del 24 gennaio 2018-01-24
Di Andrea Lodato

“La sentenza del Cga? La accetto serenamente e rispettosamente”
E’ come potrebbe essere diversamente, del resto. Antonio Presti, uomo d’arte, di cultura e di bellezza, mecenate proiettato in un epoca lontana anni luce dalla sua concezione del mondo, forse ci sorride persino un po’ su. Amaramente. Sorride dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha annullato il comodato d’uso stipulato tra la Città metropolitana di Messina e la Fondazione Fiumara d’Arte per la fruizione de Le Rocce di Taormina. Prima di intervenire, prima di (non) giudicare chi lo ha giudicato, Presti ha voluto leggere le motivazioni del provvedimento. E oggi può parlare. Di quello che lo stop al bel progetto avviato per restituire il poggio naturale, dopo mezzo secolo di abbandono, a tutta la comunità. Era il 27 luglio del 2017 quando fu celebrata la riapertura ufficiale del sito. Sembra passato un secolo. E più che invano, sembra essere passato bruciando tutto ciò che era stato seminato. Ma Presti ha le spalle larghe quando si tratta di proteggere le sue attività da attacchi, sospetti, sentenze, interpretazioni ed equivoci, E per questo riparte da Fiumara d’arte, altra sua straordinaria invenzione di quarant’anni anni fa.
“Devo probabilmente assolvere a un karma che vede il dono incriminato e processato prima di incontrare lo spirito di accoglienza che anima la sua bellezza. Il dono della Fiumara d’Arte, nel territorio dei Nebrodi è stato accettato dopo quarant’anni di processi, attentati mafiosi e solitudine civile; a Le Rocce si tenta addirittura di abortirlo durante la sua genesi”
Ma che cosa è successo? E’ successo che mentre a Presti veniva concesso il comodato, un ricorso pendeva…
“Si. Quando è stato ammesso il comodato, la Città metropolitana di Messina e la società Pineta erano coinvolti in un dibattito legale. Al momento della firma, in una clausola si faceva menzione di questo contenzioso. Nonostante questo, ho sentito la necessità non di aspettare il risultato, ma di aprire subito al pubblico la fruizione del luogo. E questo è stato. Oggi il Cga non solo chiude definitivamente la vertenza con la Pineta, ma entra nel merito dello stesso comodato, intimando il suo definitivo annullamento e ritenendo che dietro ci potesse essere un interesse anche economico, non rispettando di diritto il grande spirto che animava il comodato: un dono ai cittadini, al mondo”.
C’è una cosa che fa serenamente infuriare, crediamo, Antonio Presti: il fatto che la sentenza faccia balenare il sospetto che dietro alla concessione e a quel dono, possa esserci una speculazione. Roba che Presti proprio non accetta: “ Quel dono è stato trattato al pari di una speculazione privata di qualunque imprenditore”.
C’è amarezza quanto basta nelle parole del mecenate, che ha incassato solidarietà di amici, conoscenti, di persona, sui social, con messaggi. Tutti con lui, perché quel che in pochi mesi era stato fatto, aveva fatto dimenticare quel che in mezzo secolo non era stato fatto.
“In questo anno di attività i cancelli de Le Rocce sono stati riaperti a tutti: visitatori, turisti, cittadini, famiglie, associazioni, giovani e anziani, bambini e disabili, a loro doveva essere restituito quello spazio proiettato sull’orizzonte mare e negato per troppo tempo. Per farlo ho dovuto metterlo in sicurezza. Ho subito ottemperato alla pulizia e alla scerbatura del sito, poi ho creato un percorso in sicurezza con segnaletica e banner esplicativi che raccontano la storia de Le Rocce, dalla genesi al futuro immaginato, e poi ho restaurato una struttura per ospitare le mostre. A Le Rocce tante associazioni dei territori sono state attive protagoniste del rinnovamento: i nostri progetti si muovono in un raggio d’azione che comprende tutta la costiera jonica, da Santa Teresa di Riva all’Etna. Tra queste associazioni voglio ricordare con affetto proprio quelle relative ai ragazzi down, guerrieri di luce, eredi del mio percorso in nome della bellezza e dell’innocenza”.
Insomma, Presti aveva cominciato a fare tutto e avrebbe continuato a farlo, mettendoci dentro anche le risorse del cuore e quelle dell’anima. Ora potrebbe chiedere un risarcimento alla Città metropolitana. Se fosse uno speculatore, del resto…
“Se chiederò un risarcimento? Assolutamente no. Lo spirito che anima il dono è sempre il ringraziamento. E io, dunque, mi sento in dovere, invece, di ringraziare tutti coloro che hanno seguito e sostenuto il percorso del comodato, dalle istituzioni alla società civile”.
Ma a chi non garbava questo progetto di Presti?
“L’opposizione nasce da tutte le lobby che possono avere interessi privati, e può essere figlia del male più banale dell’umanità: l’invidia. Cosa che ho riscontrato anche a livello editoriale con una sparuta comunicazione giornalistica, talvolta inutilmente risentita e acida. D’altronde non posso essere simpatico a tutti. Credo che oggi il dono venga concepito come atto eversivo e destabilizzante. Poi c’è l’interesse della Pineta nel sostenere fino alla fine il suo project financing, oramai definitivamente cassato dalla sentenza del Cga. E poi c’è da ricordare il fallimento di una politica che per 50 anni ha tenuto questo luogo offeso e negato; quella stessa politica che ancora oggi, in un teatro delle parti, non solo non sa ringraziare che è riuscito ad aprire con il cuore per consegnarlo al futuro, ma addirittura in maniera istantanea ne rivendica uso e consumo per riconsegnarlo, come in passato, alla speculazione o a discussioni sterili e autoreferenziali. Capisco l’atmosfera attuale elettorale, ma questi sono anche autogol di quel potere che ancora oggi non sa riconoscere il valore della bellezza e dell’impegno etico”.
E ora? Presti guarda al futuro, il solito.
“Mi sto già dedicando a Librino e alla sua gente. Lavoro da anni nella periferia catanese per realizzare un grande museo all’aperto della fotografia, con il grande maestro Reza Deghati e oltre 50 giovani fotografi. Tra aprile e maggio, poi, concluderemo il lungo percorso che condurrà alla donazione artistica di 500 bandiere all’Ospedale di Taormina. Un lavoro realizzato grazie alla rete di oltre 200 scuole del comprensorio, da Furci Siculo sino Giarre passando per il Parco dell’Etna, per avvicinare i ragazzi all’arte e per coltivare la sensibilità verso chi soffre all’interno delle corsie dell’Ospedale. Medici e personale sanitario garantiscono interventi e giuste terapie; gli studenti donando le proprie pitture, potranno contribuire a riaccendere il faro della vita, per essere così anche una cura per l’anima. Voglio concludere con il grande sogno dell’utopia: utopia non è ciò che non si può realizzare, ma ciò che un sistema non vuole che si realizzi.

 

La parola stress descrive una reazione emozionale intensa ad una serie di stimoli esterni che mettono in moto nel soggetto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva.

Lo stress è anche definito come sindrome generale di adattamento che si manifesta quando l’equilibrio interno di un individuo subisce delle alterazioni che possono avvenire a livello endocrino, umorale, organico, biologico.

Se accadeche gli sforzi del soggetto falliscono a causa del fatto che lo stress supera la capacità di risposta, l’individuo è sottoposto ad una vulnerabilità nei confornti della malattia psichica, della malattia somatica o di entrambe.

Il termine stress è spesso usato nel linguaggio corrente con significati a volte equivoci ed in contrasto tra loro, deriva dal termine anglosassone stress come sinonimo di forza, sforzo, strettezza, oppressione.

In una situazione di stress l’individuo cerca di ristabilire un nuovo equilibrio interno chiamamato omeostasi in seguito all’insorgenza di fattori di stress chiamati stressors. Il termine stress venne introdotto per la prima volta in biologia da Walter Cannon nel 1935; successivamente la sindrome venne definita in modo univoco da Hans Selye secondo il quale lo stress è “la risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata da esso”.

La richiesta dell’organismo comprende una serie molto ampia di stimoli, detti agenti stressanti, che vanno dagli stimoli fisiologici come il caldo ed il freddo, agli sforzi muscolari, all’attività sessuale, allo shock anafilattico, agli stimoli ed attivazioni emozionali. La risposta fisiologica è sempre la stessa e si manifesta come la conseguenza di una reazione difensiva dell’organismo che consiste nella attivazione dell’asse ipotalamo -ipofisi-corteccia

Tale reazione difensiva ed adattiva, denominata emergenza o anche sindrome generale di adattamento, è caratterizzata da una fase di allarme con modificazioni biochimiche ed ormonali, una fase di resistenza in cui l’organismo si organizza funzionalmente in senso difensivo, una fase di esaurimento in cui avviene il crollo delle difese e l’incapacità di adattarsi ulteriormente.

In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte: 1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli; 2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste; 3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.

Secondo H. Selye lo stress non può e non deve essere evitato perché costituisce l’essenza stessa della vita, perciò non è una condizione patologica dell’organismo, anche se in alcune circostanze può produrre una patologia quando lo stimolo agisce con grande intensità per lunghi periodi e provoca condizioni generali critiche.

La sindrome da stress può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica. In generale si suole distinguere tra eustress e distress ovvero rispettivamente stress "buono" e stress "cattivo".

Riceche successive infatti hanno permesso di rendere più flessibile la concezione di Seyle. Nell’ipotesi di J.W. Mason alla base della risposta biologica ci sarebbe, oltre alle strutture anatomo-funzionali responsabili della attivazione emozionale a livello fisiologico, l’apparato psichico a cui ricondurre le reazioni endocrine di varia natura, in molti casi pesonalizzate e specifiche. L’importanza delle emozioni nelle reazioni di stress ha originato il concetto di stress psicologico, che differisce da quello fisiologico in quanto la risposta dipende dalla valutazione cognitiva del significato dello stimolo.

Esistono definizioni di stress in base all’intensità dello stimolo, altre formulate in base alla qualità della risposta fisiologica, altre che descrivono lo stress in base al costo richiesto all’individuo dalla sua modalità specifica di affrontare i problemi e rispondere all’ambiente

In generale le risposte in seguito all'esposizione di stressors possono essere raggruppate in due modi:

La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lo stress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronici

possono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronici propriamente detti. I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresentati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natura dello stressor. Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità ed sono attivanti per l’organismo e stressor nocivi, detti distress che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.

Importanti fattori che aumentano lo stress nell’individio possono derivare da una situazione esterna caratterizzata da difficoltà interpersonali, sociali ed individuali quali solitudine, abbandono, fallimento lavorativo, eccessive richieste di prestazioni e rendimento e simili unite ad eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli; questa condizione porta ad una risposta interna che trova la sua espressione nell’ansia, nel senso di colpa, nella rabbia o nella depressione e alla manifestaizone di un comportamento esterno suscitato da quella risposta ora adeguata e realistica, ora inadeguata con liberazione di impulsi incontrollati e disadattivi sia di natura psichica o di natura psicosomatica. Un'altra branca degli studi che riguardano lo stress si riferisce all’ambito della psicologia del lavoro con le sindromi da stress correlate. Alla luce di quanto descritto. I sintomi da stress possono essere suddivisi in quattro categorie. Sintomi fisici- sintomi comportamentali- sintomi emozionali- sintomi cognitivi in base alla prevalenza di essi e alla condizione di malessere disasattiva. Il corollario della manifestazione sintomatologica può essere curata da diversi specialisti.

FONTI:U. Galimberti- Psicologia-Garzanti 1992 - Web: Wikipedia

Teresa Staropoli Libera professionista Messina
Specialista in Psicologia Clinica
Iscritta all'albo A degli Psicologi della Regione Puglia dal 2001 numero di iscrizione 1516/01

N°5 Albo Tecnici- N° 11 Albo C.T.U. Tribunale di Messina

Curriculum

Nasce a Bergamo nel maggio del 1973. Si laurea nel 1998 aPalermo in Psicologia Clinica Sociale e di Comunità e nel 2001 si iscrive all’albo degli psicologi Nel 2010 si specializza in Psicologia Clinica e nel corso degli anni ha conseguito master, perfezionamenti e specializzazioni.

Lavora nell’ambito clinico con anziani, adulti, adolescenti e bambini.

Si occupa di consulenze per l’autorità giudiziaria in ambito civile e penale.

Ha fondato associazioni del privato sociale che svolgono supporto a donne e bambini  che hanno subito violenza.

Ha svolto attività di tutoraggio e docenza universitaria e ha lavorato come psicologa scolastica.

Dal 2000 al 2005 è stata consulente  psicologa presso l’Ambulatorio per la diagnosi, la ricerca e la cura dell’ansia e della depressione presso l’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico Corso di Porta Nuova Milano SPDC Milano.

Dal 2007 al 2015 nell’equipe multidisciplinare insieme al medico Direttore sanitario, al medico specialista in neurologia, all’assistente sociale e al logopedistha è stata consulente psicologa del Centro di Riabilitazione Quoad Valitudinem SS 114 km 3,800 Messina attività di valutazione iniziale, in itinere e finale dei pazienti presi in carico che effettuano cicli di fisioterapia e riabilitazione motoria.

NONSOLOCLASSICA - AGIMUS

direzione artistica Giovanni Cultrera

CHIESA MONUMENTALE BADIA S.AGATA

Via Vittorio Emanuele 182, Catania

- di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Catania. Festa di Sant'Agata anche in musica a Catania domenica 11 febbraio 2018 ore 17.30: BaroquEnsemble in concerto con Musiche di Vivaldi, Corelli, Albinoni, Morricone, Piovani, Gardel, Piazzolla, Jenkins. Da non perdere con l'ensemble d'archi:  Violini: Salvatore Lorefice, Fabrizio Scaparra,  Dario Militano, Clelia Lavenia, Lorenzo Fallica - Viola: Matteo Blundo, Violoncello - Francesco Musumeci - Contrabbasso: Christian Vaccaro

biglietto euro 8    Il ricavato sarà devoluto per il progetto 'Un balcone sul barocco di Catania' della Badia di S. Agata

INFO E PRENOTAZIONI  tel  340 4238663

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Intervista al mecenate messinese dopo la sentenza del CGA che annulla il comodato d’uso per l’ex villaggio turistico:

«Lo spirito che anima il dono è l’amare, e lo spirito dell’amare non conosce mai fine.

La fondazione Fiumara d’Arte non chiederà nessun risarcimento. È stato solo un dono»

Non si scompone il mecenate Antonio Presti dopo la sentenza del CGA che ha annullato il comodato d’uso stipulato tra la Città metropolitana di Messina e la Fondazione Fiumara d’Arte per la fruizione delle Rocce di Taormina. Una frenata inattesa che sospende il percorso degli ambiziosi progetti studiati dal Maestro Presti per restituire il poggio naturale - dopo mezzo secolo di abbandono - a tutta la comunità che per 50 anni ne era stata privata. Una riconsegna al mondo sigillata il 27 luglio 2017, momento della riapertura ufficiale del sito, vissuta da tutti come la fine di un incantesimo, finalmente spezzato dopo il lungo oblio. 

le rocce1 min

Ex villaggio turistico di grande attrattiva negli anni ’60, il poggio di Capo Mazzarò con il comodato di 99 anni concesso alla Fondazione Fiumara d’Arte, finalmente rientrava al centro di un percorso di valorizzazione con la creazione del Museo della bioarchitettura, che avrebbe coinvolto i maggiori artisti, architetti e ingegneri europei over 35. Nella volontà di Presti quella di lasciare in eredità alle associazioni di ragazzi down la gestione della struttura. 

 L’INTERVISTA

 

ANTONIO PRESTI: «LE ROCCE? NESSUN LIVORE, SOLO ESTREMA GRATITUDINE»

 Intervista al mecenate messinese dopo la sentenza del CGA che annulla il comodato d’uso per l’ex villaggio turistico: «Lo spirito che anima il dono è l’amare, e lo spirito dell’amare non conosce mai fine. La fondazione Fiumara d’Arte non chiederà nessun risarcimento. È stato solo un dono»

Non si scompone il mecenate Antonio Presti dopo la sentenza del CGA che ha annullato il comodato d’uso stipulato tra la Città metropolitana di Messina e la Fondazione Fiumara d’Arte per la fruizione delle Rocce di Taormina. Una frenata inattesa che sospende il percorso degli ambiziosi progetti studiati dal Maestro Presti per restituire il poggio naturale - dopo mezzo secolo di abbandono - a tutta la comunità che per 50 anni ne era stata privata. Una riconsegna al mondo sigillata il 27 luglio 2017, momento della riapertura ufficiale del sito, vissuta da tutti come la fine di un incantesimo, finalmente spezzato dopo il lungo oblio. 

Ex villaggio turistico di grande attrattiva negli anni ’60, il poggio di Capo Mazzarò con il comodato di 99 anni concesso alla Fondazione Fiumara d’Arte, finalmente rientrava al centro di un percorso di valorizzazione con la creazione del Museo della bioarchitettura, che avrebbe coinvolto i maggiori artisti, architetti e ingegneri europei over 35. Nella volontà di Presti quella di lasciare in eredità alle associazioni di ragazzi down la gestione della struttura. 

Antonino Presti

Dopo quarant’anni si ripetono le dinamiche che condizionarono gli esordi della Fiumara d’Arte

«Devo probabilmente assolvere a un karma che vede il dono incriminato e processato prima di incontrare lo spirito di accoglienza che anima la sua bellezza. Il dono della Fiumara d’Arte, nel territorio dei Nebrodi (provincia di Messina), è stato accettato dopo quarant’anni di processi, attentati mafiosi e solitudine civile; alle Rocce si tenta addirittura di abortirlo durante la sua genesi». 

Il ricorso presentato dalla Pineta era pendente già ai tempi della concessione del comodato?

«Sì. Quando è stato ammesso il comodato, la Città metropolitana di Messina e la Pineta erano coinvolti in un dibattito legale. Al momento della firma, in una clausola si faceva espressa menzione di questo contenzioso. Nonostante questo, io ho sentito la necessità non di aspettare il risultato, ma di aprire subito al pubblico la fruizione del luogo. E questo è stato. Oggi il CGA non solo chiude definitivamente la vertenza con la Pineta, ma entra nel merito dello stesso comodato, intimando il suo definitivo annullamento e ritenendo che dietro ci potesse essere un interesse anche economico, non rispettando di diritto il grande spirito che animava il comodato: un dono ai cittadini, al mondo. Quest’ultimo è stato trattato al pari di una speculazione privata di qualunque imprenditore».

Cosa farà dopo questo pronunciamento?

«Accetto la sentenza serenamente e rispettosamente».

In questo anno di attività qual è stato il lavoro della Fondazione alle Rocce?

«I cancelli delle Rocce sono stati riaperti a tutti: visitatori, turisti, cittadini, famiglie, associazioni, giovani e anziani, bambini e disabili, a loro doveva essere restituito quello spazio proiettato sull’orizzonte mare e negato per troppo tempo. Per farlo ho dovuto metterlo in sicurezza. Ho subito ottemperato alla pulizia e alla scerbatura del sito, poi ho creato un percorso in sicurezza con segnaletica e banner esplicativi che raccontano la storia de Le Rocce, dalla genesi al futuro immaginato, e poi ho restaurato “una struttura” per ospitare le mostre. Nella primavera dell’anno scorso, in contemporanea al G7 di Taormina, ho allestito il G37 della Poesia, una manifestazione a carattere internazionale che ha coinvolto i comuni di Savoca, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Castelmola e Piedimonte Etneo: volevo rimarcare il valore della conoscenza in contrapposizione alla macroeconomia, alla finanza, all’opprimente influenza dei mercati. La manifestazione ha avuto successo così l’ho riproposta per il “battesimo di restituzione” de Le Rocce. Nei giorni del G7 grazie al lavoro della Fondazione e al G37 dei poeti, non era soltanto Taormina ad essere protagonista ma l’intero comprensorio. Alle Rocce tante associazioni dei territori sono state attive protagoniste del rinnovamento: i nostri progetti si muovono in un raggio d’azione che comprende tutta la costiera jonica, da Santa Teresa di Riva all’Etna, passando per la Valle dell’Alcantara e dell’Agrò. Tra queste associazioni voglio ricordare con affetto proprio quelle relative ai ragazzi down, guerrieri di luce, eredi del mio percorso in nome della bellezza e dell’innocenza».

Le manifestazioni realizzate hanno avuto un costo?

«Sì, il costo dell’impegno civile ed etico. Ho dedicato tutto me stesso perché non si perdesse più tempo, e affinché quel cancello chiuso per decenni potesse restare aperto il più possibile e accogliere quanti più visitatori. Ho fatto convergere tutte le mie idee, i miei progetti, i miei pensieri su quella che ho accolto come nuova missione della Fiumara d’Arte. Le Rocce sono divenute il mio impegno giornaliero e non soltanto per ideare nuove mostre o inediti momenti di incontro, ma soprattutto per progettare il futuro che avrebbe meritato. Ho coinvolto migliaia di persone per farle sentire parte integrante del progetto e non relegarle nel ruolo di pubblico o spettatori. Ho abbracciato anche le scuole del territorio, incontrando studenti e professori. Un progetto così importante merita di essere condiviso ma ancor prima di essere raccontato. La formazione è importante e io ogni giorno ho parlato, ho consegnato il mio progetto, ho invitato grandi e piccoli studenti a riflettere e anche a suggerire idee. Insomma, ho messo in atto il duro lavoro della semina, che nel mio caso non ha un prezzo, nella consapevolezza che il raccolto avrebbe coinvolto ancora una volta tutti, così com’è nello spirito della Fondazione. Se poi vogliamo parlare brutalmente dell’impegno economico, l’investimento è stato di circa trecentomila euro».

Dopo l’annullamento del comodato chiederà un risarcimento alla Città metropolitana?

«Assolutamente no. Lo spirito che anima il dono è sempre il ringraziamento. E io dunque mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno seguito e sostenuto il percorso del comodato, dalle istituzioni alla società civile. Ringrazio l’ex Commissario Filippo Romano, l’attuale Commissario Francesco Calanna, la dottoressa Mariangela Caponetti, tutto l’ufficio tecnico e legale della città metropolitana. Li ringrazio non solo per l’impegno istituzionale, ma per l’adesione e la collaborazione mostrate nei confronti del progetto. A questo proposito devo anche ringraziare gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri per la realizzazione di bandi costruiti ad hoc per valorizzare le nuove generazioni di professionisti sotto l’insegna dell’innovazione, della sperimentazione e della bioarchitettura. Ringrazio anche le associazioni ambientaliste come “La voce del mare”, e chiaramente la città di Taormina, il suo sindaco, tutta l’Amministrazione e il Consiglio comunale. Qualsiasi impresa privata avrebbe chiesto il risarcimento, io invece confermo la mia disponibilità al dono. Non ci sarà nessuna causa, lascerò tutto alla società civile. Ho contribuito a restituire questo luogo alla collettività, ho vissuto un momento di gioia, condivisione e impegno etico. Non ho rabbia né livore, oggi provo soltanto un’infinita gratitudine. È stata una occasione per conoscere tanti giovani con i quali non interromperò il percorso iniziato. In questi mesi sto portando avanti nelle circa 200 scuole coinvolte – da Santa Teresa di riva a Giarre - un entusiasmante progetto per la realizzazione di cinquecento bandiere artistiche da donare all’Ospedale di Taormina, un’idea nata a Capo Mazzarò insieme a tante manifestazioni teatrali e musicali». 

Chi si è opposto al suo disegno per le Rocce?

«L’opposizione nasce da tutte le lobby che possono avere interessi privati, e può essere figlia del male più banale dell’umanità: l’invidia. Cosa che ho riscontrato anche a livello editoriale con una sparuta comunicazione giornalistica, talvolta inutilmente risentita e acida. D’altronde non posso essere simpatico a tutti. Credo che oggi il dono venga concepito come atto eversivo e destabilizzante. Poi c’è l’interesse della Pineta nel sostenere fino alla fine il suo project financing, oramai definitivamente cassato dalla sentenza del CGA. E poi c’è da ricordare il fallimento di una politica che per 50 anni ha tenuto questo luogo offeso e negato; quella stessa politica che ancora oggi, in un teatro delle parti, non solo non sa ringraziare chi è riuscito ad aprire con il cuore per consegnarlo al futuro, ma addirittura in maniera istantanea ne rivendica uso e consumo per riconsegnarlo, come in passato, alla speculazione o a discussioni sterili e autoreferenziali. Capisco l’atmosfera attuale elettorale, ma questi sono anche autogol di quel potere che ancora oggi non sa riconoscere il valore della bellezza e dell’impegno etico». 

L’indignazione della società civile ha invaso i social, manifestandole grande vicinanza

«Naturalmente si è innestato un dibattito politico, culturale e civile. Tutto il mondo della rete non solo manifesta indignazione, ma vorrebbe organizzare manifestazioni di protesta, solidarietà e raccolta firme. È un mondo dell’associazionismo, e mi rivolgo ai ragazzi down, che avrebbero potuto avere in quel luogo non solo una vera e propria casa, ma la sacralità della bellezza. Tutto il mondo dell’arte, in questi giorni, ha manifestato non solo carezze all’anima, ma anche dissenso rispetto a come sono andate le cose. Io ringrazio tutti gli amici che in questo momento mi hanno sostenuto, riconsegnando sempre l’inno alla gioia».

Quali sono i suoi progetti futuri?

«Mi sto già dedicando a Librino e alla sua gente. Lavoro da anni nella periferia catanese per realizzare un grande museo all’aperto della fotografia, con il grande maestro Reza Deghati e oltre 50 giovani fotografi. Ho anche diversi progetti in cantiere in collaborazione con i Comuni etnei, la valle dell’Alcantara e la valle dell’Agrò. Tra aprile e maggio, poi, concluderemo il lungo percorso che condurrà alla donazione artistica di 500 bandiere all’Ospedale di Taormina. Un Lavoro realizzato grazie alla monumentale rete di oltre 200 scuole del comprensorio, da Furci Siculo sino Giarre passando per il parco dell’Etna, per avvicinare i ragazzi all’arte e per coltivare la sensibilità verso chi soffre all’interno delle corsie dell’Ospedale. Medici e personale sanitario garantiscono interventi e giuste terapie; gli studenti, donando le proprie pitture, potranno contribuire a riaccendere il faro della vita, per essere così anche una cura per l’anima. Voglio concludere con il grande sogno dell’utopia: utopia non è ciò che non si può realizzare; ma ciò che un sistema non vuole che si realizzi».

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Assia La Rosa


Giorno 12.01.2018 ricorreva il secondo anno della dipartita  della nostra cara ed indimenticabile  amica "Lidia Bentivegna ". Desidero ricordarla a quanti hanno avuto il dono della Sua amicizia, come è stato per me. Le sue soavi e gioiose parole hanno accarezzato la mia anima, riempiendola di felicità, recandomi profonde emozioni. Alla mia matura età , una vera melodia!


Le dedico questi versi


Profondo dolore colsi tutti noi

per la Tua dipartita repentina e triste.

Uscisti dalla vita all'improvviso,

nessun segnale apparve di tal distacco.

Scomparsa Tu non sei, non sei fuggita,

che nei nostri cuori alberghi sempre viva.

Partita sei da questo nostro mondo,

sei nata a vita nuova e più serena.

Il tuo volto è muto senza vita 

il corpo giace ormai senza respiro, 

battiti, no, il cuore più non ha,

ma queste appartengono all'umane sembianze.

Ora puoi volare, noi non lo possiamo,

ora puoi sapere, noi ignoriamo ancora.

Veglia su noi, aiutaci nel nostro cammino terreno,

aspettaci, che quando Dio lo vorrà

con te ci ricongiungeremo! 


Rosita Orifici Rabe   

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