La parola stress descrive una reazione emozionale intensa ad una serie di stimoli esterni che mettono in moto nel soggetto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva.
Lo stress è anche definito come sindrome generale di adattamento che si manifesta quando l’equilibrio interno di un individuo subisce delle alterazioni che possono avvenire a livello endocrino, umorale, organico, biologico.
Se accadeche gli sforzi del soggetto falliscono a causa del fatto che lo stress supera la capacità di risposta, l’individuo è sottoposto ad una vulnerabilità nei confornti della malattia psichica, della malattia somatica o di entrambe.
Il termine stress è spesso usato nel linguaggio corrente con significati a volte equivoci ed in contrasto tra loro, deriva dal termine anglosassone stress come sinonimo di forza, sforzo, strettezza, oppressione.
In una situazione di stress l’individuo cerca di ristabilire un nuovo equilibrio interno chiamamato omeostasi in seguito all’insorgenza di fattori di stress chiamati stressors. Il termine stress venne introdotto per la prima volta in biologia da Walter Cannon nel 1935; successivamente la sindrome venne definita in modo univoco da Hans Selye secondo il quale lo stress è “la risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata da esso”.
La richiesta dell’organismo comprende una serie molto ampia di stimoli, detti agenti stressanti, che vanno dagli stimoli fisiologici come il caldo ed il freddo, agli sforzi muscolari, all’attività sessuale, allo shock anafilattico, agli stimoli ed attivazioni emozionali. La risposta fisiologica è sempre la stessa e si manifesta come la conseguenza di una reazione difensiva dell’organismo che consiste nella attivazione dell’asse ipotalamo -ipofisi-corteccia
Tale reazione difensiva ed adattiva, denominata emergenza o anche sindrome generale di adattamento, è caratterizzata da una fase di allarme con modificazioni biochimiche ed ormonali, una fase di resistenza in cui l’organismo si organizza funzionalmente in senso difensivo, una fase di esaurimento in cui avviene il crollo delle difese e l’incapacità di adattarsi ulteriormente.
In base al modello di Selye, il processo stressogeno si compone di tre fasi distinte: 1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli; 2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste; 3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
Secondo H. Selye lo stress non può e non deve essere evitato perché costituisce l’essenza stessa della vita, perciò non è una condizione patologica dell’organismo, anche se in alcune circostanze può produrre una patologia quando lo stimolo agisce con grande intensità per lunghi periodi e provoca condizioni generali critiche.
La sindrome da stress può essere fisiologica, ma può avere anche dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica. In generale si suole distinguere tra eustress e distress ovvero rispettivamente stress "buono" e stress "cattivo".
Riceche successive infatti hanno permesso di rendere più flessibile la concezione di Seyle. Nell’ipotesi di J.W. Mason alla base della risposta biologica ci sarebbe, oltre alle strutture anatomo-funzionali responsabili della attivazione emozionale a livello fisiologico, l’apparato psichico a cui ricondurre le reazioni endocrine di varia natura, in molti casi pesonalizzate e specifiche. L’importanza delle emozioni nelle reazioni di stress ha originato il concetto di stress psicologico, che differisce da quello fisiologico in quanto la risposta dipende dalla valutazione cognitiva del significato dello stimolo.
Esistono definizioni di stress in base all’intensità dello stimolo, altre formulate in base alla qualità della risposta fisiologica, altre che descrivono lo stress in base al costo richiesto all’individuo dalla sua modalità specifica di affrontare i problemi e rispondere all’ambiente
In generale le risposte in seguito all'esposizione di stressors possono essere raggruppate in due modi:
La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lo stress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronici
possono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronici propriamente detti. I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresentati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natura dello stressor. Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità ed sono attivanti per l’organismo e stressor nocivi, detti distress che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.
Importanti fattori che aumentano lo stress nell’individio possono derivare da una situazione esterna caratterizzata da difficoltà interpersonali, sociali ed individuali quali solitudine, abbandono, fallimento lavorativo, eccessive richieste di prestazioni e rendimento e simili unite ad eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli; questa condizione porta ad una risposta interna che trova la sua espressione nell’ansia, nel senso di colpa, nella rabbia o nella depressione e alla manifestaizone di un comportamento esterno suscitato da quella risposta ora adeguata e realistica, ora inadeguata con liberazione di impulsi incontrollati e disadattivi sia di natura psichica o di natura psicosomatica. Un'altra branca degli studi che riguardano lo stress si riferisce all’ambito della psicologia del lavoro con le sindromi da stress correlate. Alla luce di quanto descritto. I sintomi da stress possono essere suddivisi in quattro categorie. Sintomi fisici- sintomi comportamentali- sintomi emozionali- sintomi cognitivi in base alla prevalenza di essi e alla condizione di malessere disasattiva. Il corollario della manifestazione sintomatologica può essere curata da diversi specialisti.
FONTI:U. Galimberti- Psicologia-Garzanti 1992 - Web: Wikipedia
Teresa Staropoli Libera professionista Messina
Specialista in Psicologia Clinica
Iscritta all'albo A degli Psicologi della Regione Puglia dal 2001 numero di iscrizione 1516/01
N°5 Albo Tecnici- N° 11 Albo C.T.U. Tribunale di Messina
Curriculum
Nasce a Bergamo nel maggio del 1973. Si laurea nel 1998 aPalermo in Psicologia Clinica Sociale e di Comunità e nel 2001 si iscrive all’albo degli psicologi Nel 2010 si specializza in Psicologia Clinica e nel corso degli anni ha conseguito master, perfezionamenti e specializzazioni.
Lavora nell’ambito clinico con anziani, adulti, adolescenti e bambini.
Si occupa di consulenze per l’autorità giudiziaria in ambito civile e penale.
Ha fondato associazioni del privato sociale che svolgono supporto a donne e bambini che hanno subito violenza.
Ha svolto attività di tutoraggio e docenza universitaria e ha lavorato come psicologa scolastica.
Dal 2000 al 2005 è stata consulente psicologa presso l’Ambulatorio per la diagnosi, la ricerca e la cura dell’ansia e della depressione presso l’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico Corso di Porta Nuova Milano SPDC Milano.
Dal 2007 al 2015 nell’equipe multidisciplinare insieme al medico Direttore sanitario, al medico specialista in neurologia, all’assistente sociale e al logopedistha è stata consulente psicologa del Centro di Riabilitazione Quoad Valitudinem SS 114 km 3,800 Messina attività di valutazione iniziale, in itinere e finale dei pazienti presi in carico che effettuano cicli di fisioterapia e riabilitazione motoria.