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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Almeno siamo Primi, nella città dello Stretto, a Messina, una volta tanto: la Pasticceria messinese vince in campo nazionale e regionale: a classificarsi al primo posto, al concorso nazionale per il PANETTONE ed al secondo posto al concorso nazionale, è proprio una pasticceria messinese, cara ai golosi dello Stretto e sempre vicina con brillante successo, nelle feste e ricorrenze  più importanti di tante famiglie messinesi in cui, per tradizione, bando a tassi glicemici ed alle diete del minestrone, certamente “Il dolce non può mancare nelle festività”.

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A Bari, sotto il patrocinio dell’associazione  Goloasi.it  ( portale delle Pasticcerie e Gelaterie )  che si occupa della valorizzazione delle eccellenze dolciarie italiane,  si è svolto il concorso   “Il miglior Panettone artigianale d’Italia” che ha visto partecipare oltre novanta tra pasticceri e fornai da tutta l’Italia.  Dopo un’attenta selezione,  il giorno 23 Ottobre 2017 si è conclusa la finale  tra i venticinque artigiani finalisti,  con il prestigioso ed ambito Premio conseguito dal Maestro Pasticcere Lillo Vinci (dell’omonima pasticceria di via Palermo, a Messina),  assegnando il primo posto, come miglior panettone tradizionale siciliano ed il secondo posto a livello nazionale.

Siamo orgogliosi del conseguimento di questo Premio del maestro pasticcere Lillo Vinci che ha l ‘onore  di portare ancora più in alto il valore della pasticceria messinese. A questo punto, una domanda è d’obbligo:

Qual è stato il suo maestro, Lillo Vinci? “Ognuno di noi ha un suo Maestro, nella vita! Guai se non fosse così: io ho avuto per Maestro Fabrizio Donatone (campione del mondo di pasticceria ) che ringrazio vivamente per questo Premio, questi Premi che sono anche frutto delle sue lezioni magistrali; ringrazio anche mia moglie (mia collaboratrice) e tutto il mio staff per il supporto  che offrono,  affinchè possano realizzarsi  i prodotti.” Noi aggiungiamo che i prodotti Vinci sono dei Capolavori dell’Arte pasticcera, come sono state definite e sue creazioni di alta pasticceria, per qualità e bontà del prodotto.  

"ASTERISCHI"

Nov 30, 2024

  - di Pippo Rando -

ASTERISCHI

Cos’e pazz: vivo in una città dove non c’è intellettuale, professionista, poeta, artista, giornalista, panettiere, negoziante, barbiere, salumaio che non si ritenga infallibile e non ostenti amore smodato di sé nonché disprezzo per i “concorrenti”; purtroppo, a me capita -  non spesso ma talvolta, sì - di mostrare la mia fralezza (poet.) d’uomo, ontologicamente limitato come tutti gli esseri umani, e di ammettere i miei errori: per distrazione, disinformazione o altro, ma errori tuttavia. Devo prenderne atto: sono strano, in questa città di (presunti) giganti.

***

Mi è capitato di assistere, qualche giorno fa, per puro caso, a una discussione tra due autorità, «due canizie», per dirla con Manzoni: forse, due professori universitari

Il più alto dei due, (possibile controfigura del Gino Bramieri prosciugato degli ultimi anni) esibiva un nasone lungo, quasi equino, pendulo sul labro superiore, un sorriso largo, stampato sulla bocca semiaperta, rughe marcate sulla fronte e sulle guance, cravatta e camicia giovanili. Rivolto al collega, ripeteva quella che doveva essere la supercazzola (per lo Zingarelli, «parola o frase senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l’interlocutore») preferita: «È un orco il cane?». Ma trasudava dagli occhi, dal naso, dalle rughe, dalla bocca, dalla cravatta, dalla camicia, dalle scarpe, uno sfrenato culto di sé, della sua alta carica, del suo prestigio esaltato dalla gratificante prossimità del collega.

Il suo corpo, invero, parlava, come tutti i corpi peraltro. E il linguaggio del corpo non è mai menzognero: «Io ho “attraversato la vita in carrozza”; non ho mai incontrato “il male di vivere”; non conosco, facendo gli scongiuri, dolori, sofferenze, morti di cari; me ne frego dei sentimenti popolari di uguaglianza, solidarietà, amicizia, amore; io sono io e gli altri non sono un cazzo». Si capiva, peraltro, di primo acchito, che ignorava le gioie del dialogo tra pari: solo rapporti gerarchici, per lui, dall’alto in basso o dal basso in alto, magari all’insegna di supercazzole: «È un orco il cane?».

L’altro, più mingherlino, ma di più alto livello gerarchico, era un uomo grigio, incolore, affogato in una bolla di grigio: i tratti tanto comuni da essere facilmente obliterati. Rispondeva con mezze parole e mezzi sorrisi al collega, che parlava con la bocca e non diceva nulla, ma era chiaramente gratificato dal rispetto implicito del collega stesso. Anche il suo corpo parlava: «Questo stronzo è più alto di me e avrà avuto più donne di me, ma sta più in basso di me e lo sa; io sono io e gli altri non sono un cazzo».

Il 23 maggio 1967 sulle colonne del “Corriere della Sera” Dino Buzzati pubblicò questa straordinaria parabola. Una “Utopia” a modo di Orwell (1984) e di Huxley (Il mondo nuovo) più che Thomas More. Un “ciò-che-non-è-in nessun-luogo” non più per la sua perfezione e bellezza ma per la sua perversità. Con un tipico finale alla Buzzati, che sublima il sarcasmo di buona parte del racconto. Un testo poco noto e raramente pubblicato: per questo ho ritenuto di condividerlo qui.https://www.paginatre.it/online/wp-content/uploads/2016/04/Il-cammino-e-la-pietate.epub

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Eliminate che furono le cosiddette ingiustizie sociali, il governo si rese conto di aver fatto, per la felicità della popolazione, poco o niente. Varie altre amarissime ingiustizie rimanevano da sanare. Ormai non esistevano più ricchi e poveri. Esistevano soltanto poveri. Tecnicamente questa era la soluzione esatta.

La vergogna delle ingiustizie consiste infatti soltanto nelle sofferenze che esse provocano. Chi ha fame soffre soprattutto perché sa che altri, coi medesimi suoi diritti, pasteggia a caviale e champagne. Se la fame la soffrono tutti e non c’è più nessuno che mangi a piacimento, è più che sopportabile. Il dolore di chi muore è la consapevolezza che gli altri continueranno a vivere: se tutti dovessero morire insieme con lui, non dico che sarebbe una festa, ma quasi. Ne consegue che l’importante non era già di sfamare i poveri bensì di affamare i ricchi. Come appunto venne fatto. Ora è innegabile che la scomparsa delle ingiustizie economiche rappresentava un gran passo avanti. Non per questo tuttavia la gente riusciva ad essere felice.

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Si erano abolite le ingiustizie dovute a una difettosa o malsana organizzazione, cioè alla inettitudine o iniquità umana. Permanevano le deplorevoli ingiustizie fisiche e intellettuali dovute semplicemente alla natura.
Perché io sono brutta e nessuno mi guarda – si domandava per esempio una ragazza di squallido aspetto – mentre la mia amica, bellissima, è assediata dagli ammiratori, e uomini ricchissimi, importantissimi e affascinanti la chiedono in sposa? Che cosa ho fatto di male? Che maggiori meriti ha quella lì? Non è una ingiustizia?
Più grave per le donne, questa disparità fisica contristava anche una quantità di maschi, nati tapini, piccoli, gracili, sgradevoli di volto. Costoro vedevano i coetanei fortunati passare vittoriosamente da un amore all’altro, varcare trionfalmente le più ambite ed esclusive soglie mondane, affermarsi negli sport, raccogliere fruttuose simpatie nel campo del lavoro. Anch’essi pensavano: perché loro sì e io no? Che cosa ho fatto di male? Non è una ingiustizia?

Ardua fu la realizzazione di questa seconda grande riforma. Difficoltà tecniche e psicologiche. Eppure, grazie all’ausilio della scienza, ogni ostacolo venne superato.
Non si potevano trasformare le arpie in veneri, i cercopitechi in apolli. Si poteva però fare il contrario, così da raggiungere un livellamento estetico che non desse più luogo a mortificanti e talora tragiche gelosie.
L’intera popolazione venne passata al vaglio da apposite commissioni. Uomini e donne favoriti dalla natura vennero schedati, quindi costretti a subire un trattamento per nulla doloroso, approntato dal ministero dell’igiene. Si trattava di semplici iniezioni le quali, a seconda dei casi, provocavano un rapido e deturpante ingrassamento, facevano esplodere repellenti macchie cutanee, rammollivano i muscoli, promuovevano una crescita abnorme dei nasi, deformavano le bocche e il seno, appannavano o rimpicciolivano gli occhi, in base a sapienti graduazioni. Nel giro di pochi anni nel paese non ci fu più una sola donna che si potesse chiamare bella secondo i classici criteri, né un maschio che potesse primeggiare per prestanza fisica.
Certo, per i minorati artificiali, l’afflizione fu grande. Tuttavia il loro sacrificio, come era già avvenuto col livellamento economico, era ampiamente compensato dalla soddisfazione dei minorati naturali i quali costituivano la stragrande maggioranza. Non più invidie, non più odi, non più complessi di inferiorità. Senza contare che, non essendo più disponibili esemplari umani di splendide forme, anche il gusto collettivo ben presto si modificò, accettando per buoni dei corpi e dei volti che un tempo sarebbero stati giudicati disastrosi. Era così tolta di mezzo una fonte inesauribile di amarezze e scontenti.
Si era infine raggiunta la soddisfazione generale, la serenità di tutti gli animi? Ahimè, una uguaglianza effettiva era ancora di là da venire.
Ben presto si lamentò un inconveniente, che del resto era facilmente prevedibile: anche se nessuno poteva arricchire, anche se nessuno poteva eclissare gli altri con la sua bellezza, anche se le condizioni di partenza erano uguali per tutti, anche se a tutti veniva somministrata una identica istruzione, già nel corso dell’adolescenza si manifestavano, da individuo a individuo, allarmanti disparità. C’erano gli intelligenti e gli zucconi, i crani pieni di fosforo e quelli pieni di ovatta.
Chiaro che nella vita i primi, che erano una piccola minoranza, avevano un netto sopravvento, accaparrandosi i posti di direzione e di comando con tutti i vantaggi relativi, sociali e materiali. Ecco dunque ancora un vergognoso privilegio, che faceva ancora più spicco di un tempo, le altre disuguaglianze essendo scomparse.
Anche in questo frangente si determinò una corrente di opinioni che diede vita a un grosso partito politico: la sua finalità, abolire questa ultima ingiustizia, fonte di infelicità per una massa immensa di persone. Ma come? Realizzando l’incretinimento artificiale delle persone più intellettualmente più dotate?

Proprio così. Per quanto mostruoso, il progetto, attraverso violente campagne di stampa, movimenti di piazza e perfino attentati, riuscì ad imporsi. E vari scienziati, nella speranza di ottenere una esenzione dalla incombente purga, si prestarono a fornire i mezzi per il ridimensionamento collettivo dei cervelli.
Inutilmente si faceva presente come, tarpate le ali agli ingegni migliori, il paese non avrebbe fatto più un passo sulla strada del progresso.
Quale progresso? si chiedeva. Il progresso scientifico e tecnico, si rispondeva. E i riformatori: A quello ci penseranno i paesi capitalisti, noi potremo sempre importarlo.
Il governo, naturalmente, era contrario, anche perché formato da uomini e donne di intelligenza supernormale i quali non avevano nessuna voglia di lasciarsela togliere. Ma le forze armate di cui esso disponeva, esercito, polizia, guardia nazionale, erano invece formate, nella quasi totalità, da teste mediocri se non addirittura da autentici somari.
I battaglioni schierati a contenere la «rivolta degli asini», non resistettero, facendo subito causa comune con gli insorti: dopo tutto, anche i soldati e le guardie soffrivano di quella superstite ingiustizia.
Una giunta, di idioti naturalmente, si impadronì delle leve del potere. Le galere non bastarono a contenere tutti i cittadini intelligenti o sospetti di intelligenza, che furono dichiarati nemici della patria. Alla periferia delle città sorsero vasti campi di concentramento.
Quindi i malcapitati furono tratti, a scaglioni, negli istituti dove, con appositi trattamenti fisici e chimici, si trasformavano le aquile in marmotte.
Dopodiché tutti si trovarono ad essere ottusi pressappoco allo stesso identico livello: con giubilo universale perché ormai anche i «castrati di mente» non erano più in grado di apprezzare i vantaggi dell’intelligenza.
Ci si accorse poi con molta soddisfazione che, non emergendo più spiccati talenti, l’amministrazione della cosa pubblica procedeva di gran lunga più ordinata e spedita di un tempo, insomma che un certo clima di cretinismo diffuso era favorevole, anziché controproducente, all’attività governativa.
Ora, finalmente, nessuno più poteva lamentarsi di ingiustizie, tranne quelle attinenti alle malattie, le quali però, in confronto al passato erano molto ridotte di numero e di virulenza. Ci si doveva dunque attendere l’avvento di una serenità, se non di una felicità generale.

linguaggio del corpo

- di M.C. -  

Si terrà domenica prossima, 29 ottobre, alle ore 17,30, presso l’Auditorium del Parco Urbano “Maggiore La Rosa” di Barcellona Pozzo di Gotto, la presentazione del libro “Vicoli di Barcellona e Pozzo di Gotto” di Bernardo Dell’Aglio, pubblicato da Giambra Editori. Il libro è già stato presentato ai soci della Genius Loci e alla stampa lo scorso 14 ottobre nel vicolo Pensabene, e un ulteriore presentazione è prevista per il 19 novembre in un vicolo di Pozzo di Gotto.

A parlare del libro saranno gli autori delle due prefazioni del libro, Padre Santo Colosi, Arciprete della Parrocchia S. Maria Assunta di Pozzo di Gotto e l’architetto-urbanista Giovanni Pantano. Interverrà altresì il Presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Messina, architetto Umberto Giorgio. Porteranno i saluti il sindaco della Città Roberto Materia e l’Assessore alla Cultura Ilenia Torre. La presentazione sarà introdotta da Marcello Crinò, componente del direttivo della “Genius Loci”.

Il libro di Bernardo Dell’Aglio, Presidente della Associazione Culturale “Genius Loci”, consta di 188 pagine. Di queste ben 120 sono occupate dalle foto che caratterizzano i vicoli ed alcune vie della città, fornendo una odierna “immagine di insieme” della loro bellezza ma anche del loro degrado a causa di responsabilità collettive.

Un viaggio a ritroso nel tempo, per riscoprire questi  luoghi, le famiglie che ci vivevano, le storie, i personaggi popolari con i loro soprannomi, che caratterizzavano i vicoli ed i bagli della nostra città. “Luoghi della memoria” per molti, ma anche luoghi di produzione e di aggregazione sociale, costituiti da un tessuto sociale ben  integrato. Una città, incentrata su questa “anima popolare” cara all’autore, che a poco a poco si andava a formare.

- La Redazione -

Domani,26 ottobre nel Santuario dei Montalto, alle ore 18,00 ci sarà  una solenne concelebrazione presieduta  dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Accolla in occasione del ventunesimo anniversario di sacerdozio dei sacerdoti Lorenzo Campagna,parroco di Montalto; Andrea Cardile , parroco di S. Andrea Apostolo in Scala Ritiro e Antonio Dino, parroco di S. Maria Madre della Chiesa in S. Margherita Marina.

 I tre religiosi che per la prima volta ricordano insieme al Vescovo la loro ordinazione sacerdotale, sono coloro che 21 anni fa in Cattedrale vennero ordinati preti da adulti. Due di loro avevano superato i 50 anni.  Quella ordinazione, data la notorietà dei tre  , fece scalpore. Anche nella Chiesa di Messina si verificava il fenomeno delle vocazioni adulte, volute dal Vescovo di allora Mons. Ignazio Cannavò come   segno della vitalità della Chiesa e come il Signore, in ogni momento della vita, può chiamare a lavorare nella sua Vigna.

 Alla fine della cerimonia verrà inaugurato l’auditorium di Montalto: un locale accogliente posto sotto il sagrato del Santuario per le attività parrocchiali e come luogo di accoglienza per pellegrini e turisti che raggiungono il Colle della Caperrina..

 

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

Grecia. Il messinese Prof Filippo Grasso docente universitario dell Università degli Studi di Messina, esperto per il Turismo per la Regione Sicilia, sarebbe felice sicuramente che questo si realizzasse a Taormina o nel comprensorio messinese; in Grecia lo hanno realizzato. Ritmi di lavoro e di incontri, serrati e sinergici, sono stati vissuti nello stand di 75 mq allestito a Nafpaktos, in Grecia, dalla Camera di Commercio e Industria di Aetolokarnania, da Assonautica Italiana-UnionCamere e da AENR, l’Associazione Europea NikolaosRoute-la Via Nicolaiana® , Carrier Network che gestisce la proposta di Cammino di San Nicola.

Il partenariato si è dato appuntamento  nei giorni scorsi,  13, 14 e 15 ottobre,  a NOSTOS 2017, Fiera del Turismo Alternativo e Sostenibile della storica Città di Lepanto, con le proprie eccellenze che hanno attratto le Istituzioni civili e imprenditoriali, i media e i buyers. Le tre iniziative proposte, articolate in forma organica in un unico spazio espositivo, sono state patrocinate dalla Città di Nafpaktos ospitante, dalla Città Sacra di Messolongi , dalla Regione Western Greece, dal Consiglio Regionale del Lazio, dal Comune di Bari, dal Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio. Presente una nutrita delegazione invitata dalla rete della Via Nicolaiana, e  proveniente dal Consiglio Regionale del Lazio,  e  altri associati AENR: Massimo Calpicchi, consigliere del Comune di Bracciano  in  intesa con Associazione Piramide e Parco Regionale di Bracciano-Martignano; Monia Franceschini, Associazione Work in Progress 10; Mariangela Petruzzelli, presidente dell’Associazione Miss Chef®; Monica Paola Monaco di AEM Italia, che con i suoi enti associati promuove letica, il benessere e lo sviluppo del potenziale umano.

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La Camera di Commercio della Regione greca Aetolokarnania ha ricevuto gli imprenditori interessati ai nuovi programmi QSN di investimento e ad altri  strumenti finanziari e di performance aziendale,  compresi i servizi in cloud, il mercato elettronico, la firma digitale di nuova generazione, i portali panellenici  www.directmarket.gr e www. filoxeno.com , nonché  il pannello-vetrina  di prodotti a disposizione di ciascuna azienda stakeholder, visibile in nove lingue. Il Presidente della Camera di Commercio di Aetolokarnania, Panagiotis Tsicritzis ha fatto brillantemente gli onori di casa anche per conto delle altre presentazioni in stand  ed in workshop: il Progetto Cambusa di Assonautica Italiana, partner pluriennale della Camera, e NikolaosRoute-La Via Nicolaiana® di cui l’Ente Camerale ha recentemente riconfermato l’incarico di VicePresidenza in Direttivo.

La Cambusa di Assonautica®, iniziativa di marketing territoriale delle eccellenze italiane presso i porti ospiti, ha riscosso un grande successo con le ricette semplici pugliesi e molisane a base di caciocavalli e  stracciatelle gustati con friselle, taralli e un’accurata selezione di olio extravergine e vini primitivi. Assonautica Italiana, che ha già promosso l’iniziativa in eventi e regate nazionali ed internazionali, trae spunto dall’usanza propria degli antichi Greci di imbarcare doni tipici della loro terra e tradizioni destinati ai porti visitati. Un concetto, quello del Dono, che è anche trait d’union del partenariato dell’Associazione Europea La  Via Nicolaiana, di cui Assonautica-Unioncamere è Direttivo Tesoriere. AENR ha, invece, esposto le prime due proposte di turismo culturale internazionale: St. Nicholas Giftgiver, From Origin to Legend che interessa Roma e la Valle dell’Aniene, Bari e Provincia e la Città di New York; St. Nicholas Miysterious Monasteries, da Bari e San Nicola de Casole a San Nicola Mesopotam in Albania, fino a San Nicola di Varasova, Kremastos, Mokista, in Grecia. I due turbo, attualmente in versione demo, coniugano, in forma modulare, lo storytelling delle genti e territori attraversati dai pertinenti percorsi immateriali.

L’obiettivo è di recuperare a regime una dimensione più umana dell’esistenza non solo attraverso l’esperienza del viaggio in modalità lenta, ma anche con i contenuti e i valori di economia ed occupazione etica, solidale  e sostenibile che questo intende offrire attraverso la chiave di lettura nicolaiana e del suo approccio primordiale al  Dono.

Una prima sperimentazione era stata realizzata in questo senso negli anni precedenti, originando nuove forme di relazione, dalla rete di promozione della Via Nicolaiana, nelle Comunità Montane dei Monti Simbruini Lucretili e dell’Aniene, oggi Segretario Generale di AENR. In quell’alveo a forte tradizione e patronato nicolaiano, parte la Storia che ha ispirato gli odierni Itinerari Culturali Europei, in quanto tappa fondamentale del Grand Tour del 1800 dove gli intellettuali più illustri d’Europa (ma anche dalla Russia, dalle Americhe, dall’Australia e dal Giappone) hanno generato le suggestioni  per le loro eredità al mondo, oggi distribuite nei vari Musei. Il Dono perfetto in risposta alla Land Art Europea, ma anche dell’ideale antropologico europeo, sintetizzati nel fascino dei luoghi e degli abitanti locali, nella naturale disposizione verso le Genti e le Arti,  e nella proverbiale ospitalità che ha accolto e nutrito la conoscenza. La sfida delle origini ora si intensifica nel sistema tecnologico e sociale più complesso di oggi, in cui comunità ospitanti e ospitate sappiano rinnovare, con nuove modalità, il proprio contributo libero e solidale nel sistema nella logica de “Il dono come forma elementare di circolazione delle cose che impedisce agli uomini di diventare delle cose” (M. Mauss). Una ricerca alle soluzioni che AENR intende condividere sui tratti comuni con il Cammino TransHumance-Vie e Civiltà della Transumanza, impegnato nella fase operativa sul coinvolgimento/restituzione dei fruitori finali del Cammino, e presentato dal Direttore A.Svi.R. Moligal  Nicola Di Niro nel Workshop "Our Common Cultural Values on Common Cultural Routes" presso l’Expo Center Nostos 2017.

Di Niro, dopo il focus sull’azione in Grecia della Nicolaiana da parte del Presidente di AENR, Monia Franceschini, ha rimarcato il collegamento tra l’heritage della transumanza e dei tratturi -che  hanno caratterizzato nel tempo gli aspetti del paesaggio, la topografia e persino la morfologia dei centri abitati-, e quello nicolaiano, spesso presente nel nucleo della communitas ancora prima del centro abitato, e trasportato solo successivamente sulle correnti d’acqua sia interne che marittime.

L’intervento del Presidente della Regione Western Greece - Kostadinos  Karpetas-  e del Consiglio Regionale del Lazio -  rappresentato da Giovanni Calvario e Patrizio Chiarappa, della Segreteria del VicePresidente Mario Ciarla- si è focalizzato sulla disponibilità ad attivare un percorso di scambio di buone pratiche tra i due Enti, sull’implementazione di una normativa ad hoc sui Cammini Culturali, sia regionali che parte di Itinerari Europei, che possa efficacemente canalizzare i pertinenti fondi europei e i fondi strutturali, aspetto maggiormente sviluppato dall’intervento di George Siamadas,  ViceSindaco di Nafkatos, referente per Leader+ Culture Routes Program 2014/2020. L’esperienza performante della legge regionale 2/2017 “Sistema della Rete dei  Cammini nel Lazio” che include il Catasto dei Sentieri e le Case del Camminatore, ha raccolto l’interesse degli stakeholder pubblici greci a proseguire il processo di apprendimento e tutoraggio in ambito normativo e di applicativo della legge, in occasione della imminente presentazione degli Stati Generali di  NikolaosRoute-La Via Nicolaiana a Roma presso la sede dell’ente regionale laziale previsti all’inizio del mese di dicembre. Il Presidente della Camera di Commercio di Aetolokarnania, Panagiotis Tsicritzis ha evidenziato il ruolo strategico della Camera nell’implementazione e nella crescente crescita del partenariato pubblico-privato in Aetolokarnania, la sinergia con i tour operators (Discover Messolonghi) e le potenzialità in termini di sviluppo di turismo alternativo e di crescita occupazionale che il territorio può ricavare con lo storytelling di NikolaosRoute, in presenza di testimonianze storico-archeologiche concrete, valorizzate dall’ottima enogastronomia e dall’eccezionalità dell’ambiente floro-faunistico protetto dalla convenzione Internazionale Ramsar e Natura 2000. Alfredo Malcarne, Presidente della Camera di Commercio della Città di Brindisi e di Assonautica Italiana, ha portato anche gli apprezzamenti del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio di cui è VicePresidente, assicurando come l’azione dei Cammini, specie svolta in forma sinergica con la rete camerale e imprenditoriale, rappresenti oggi un motore concreto di sviluppo dell’economia sostenibile, dallo start up d’impresa alla creazione di  nuove reti e prodotti, riconosciuto e compatibile con gli assi macroregionali e le direttive europee. Massimo Calpicchi, consigliere comunale del Comune di Bracciano -che interviene nella tratta Laziale Le Origini del Dono Tourbox St. Nichlas Giftgver - ha ricordato i collegamenti utili alla rete sulla valorizzazione del proprio Comune in sinergia con il Parco Regionale di Bracciano-Martignano sulle ciclovie dei boschi e dei laghi, di cui anche Aetolokarnania è ricca; già implementazione di legge nazionale italiana, n. 135/2001, oggi progettualità similari sulle ciclovie ed altri itinerari come quelli sulla transumanza locale, sono possibili anche con i Programmi di Sviluppo Rurale Regionali.

Interventi di particolare rilievo direttamente in stand sono stati quelli del Dr. George Tziallas, Segretario per le Politiche del Turismo e dello Sviluppo del Ministro del Turismo Elena Kountoura, il quale, apprezzando il percorso greco di NikolaosRoute, ha reso la propria disponibilità ad approfondire relazioni e progetti anche in Italia con le Regioni Puglia e Lazio; e di Sua Eminenza il Metropolita Hierotheos Vlachos, autorevole teologo con distinzioni in numerosi patriarcati e chiese ortodosse all’estero, che ha  accordato una favorevole e importante valutazione del progetto del Cammino di San Nicola in Aetolokarnania. Apprezzata durante i lavori in stand alla Fiera NOSTOS 2017 anche l’attività dell’Associazione culturale Miss Chef®- uno dei soci fondatori di AENR, con ruolo di VicePresidenza- che promuove in Italia ed all’estero, le migliori ricette della cucina italiana attraverso l’operato delle Chef  Donne professioniste.  Mariangela Petruzzelli, presidente di Miss Chef®, ha illustrato in Grecia il lavoro svolto con successo a New York-Usa, dal 6 al 12 ottobre scorsi, durante le celebrazioni del Columbus Day, con la quarta edizione del Premio Miss Chef® 2017. A NY  Miss Chef®  con AENR-La Via Nicolaiana® ha presentato il “Piatto della Pace” in nome di San Nicola: uno “Sformato di pane, scarola e formaggio” immerso in un ottimo brodo vegetale.

La conferenza stampa e la firma del protocollo di intesa sull’adesione al partenariato tra il Sindaco di Nafkatos, Panagiotis Loukopoulos ed il Presidente dell’Associazione Europea AENR, Monia Franceschini ha concluso, domenica 15 ottobre, il programma del network italo-greco a NOSTOS 2017. La Comunità Montana dei 31 Comuni dell’Aniene in Regione Lazio, ha rappresentato efficacemente la delegazione della Via Nicolaiana con una stampa originale del 1800 della Festa Internazionale degli Artisti di Cervara di Roma, comune socio fondatore AENR, donata alla Città di Nafkatos.

 

LA REDAZIONE

Messina.Il poeta Franco Leone riceve la targa  di merito al Monte di Pietà da Maria Teresa Prestigiacomo  critico e giornalista, direttore di Messinaweb.eu, per la sua brillante  partecipazione al Festival della cultura a Villa Garbo, nella storica Villa degli scrittori, a Taormina mare Letojanni.

Nella foto, il poeta in tour tra le Scuole d istruzione superiore, a Messina, per la presentazione del suo libro che in versi traduce e declina magistralmente le opere del Caravaggio.

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- di MARIA TERESA PRESTIGIACOMO - 

Messina. Inaugurazione anno accademico in grande stile per l 'Università degli Studi Per gli stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Ha anche presenziato all' evento il Magnifico Rettore dell' Università degli Studi di Messina prof Navarra in tanto di ermellino,  come esige il protocollo in occasioni importanti come quella svoltasi ieri a Reggio Calabria, nella splendida cornice del Teatro Cilea, velluti rossi e ambience di tutto  rispetto e con docenti  provenienti da diverse Universita'.

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Per l’ex ministro è un grave atto di irresponsabilità politica

PALERMO, 24 OTT – “Comprendo l’imbarazzo dell’onorevole Nello Musumeci, ma francamente lavarsi le mani delle candidature scomode della coalizione mi sembra un grave atto di irresponsabilità politica oltre che un insulto all’intelligenza degli elettori”. 

Lo afferma il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa, Gianpiero D’Alia, commentando l'appello del candidato governatore del centrodestra a non votare gli impresentabili nelle liste a lui collegate.

“Non ho mai visto un allenatore che non conosce o addirittura disconosce la formazione che manda in campo”, osserva l’ex ministro. “Considerato che tutte le sue liste e gli stessi candidati si fregiano della scritta 'Musumeci presidente' – conclude - praticamente il candidato di destracentro sta invitando i suoi elettori a non votarlo. Nulla di più surreale”. 

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