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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Recita una poesia del noto poeta Nino Ferrau':"I figli di un poeta non sono orfani mai!" Bernadette non sarà  orfana di madre, mai, perché  il ricordo anche se non espresso da tanti, è  forte e sincero...e le  poesie e le  favole di Angela riscalderanno  per sempre il cuore di amici e nipoti e da questi suoi scritti...eterni, loro trarranno il giusto conforto.

Ricordo che ad Angela presentai un libro di favole, stupendo sui miti e leggende del mare Mediterraneo. Inoltre,  fu mia compagna di viaggio,  con me in giuria di un Premio. Era una persona colta, fine, gentile, sicura di se ed umile al tempo stesso; stette al mio fianco nella Sala dei Ministri d' Europa, al Palazzo Municipale di Messina. Amava il prossimo come se stessa. Fu persino  presente a Roma, con affetto, al Premio che ricevetti al Teatro Valle, con Gina Lollobrigida e con il Presidente della Fao, al Premio Calderoni Stampa. Si fece persino accompagnare dall'autista, per essere presente. Non ho trovato il tempo per andare a trovarla, in questi anni. Chiedo scusa e sono molto pentita, per questo:  invito tutti gli amici  a trovare il tempo per visitare gli amici ammalati...senza se e senza ma!

Un articolo è  anche troppo poco per questa nobil donna di fatto, baronessa  ma soprattutto nobile d' animo...Una specie in estinzione. La ricorda l' amica Domenica Guerrera :"Ecco vi condivido la foto che qualche ora fa Lidia Simone , ha condiviso sui social...

Si , Addio cara Angela la tu Signorilità la tua dolcezza  ci mancherà ,tu che amavi mettere gli altri in prima fila , oggi sei tu  ad esserlo davanti all'amore di Dio , come ti ha ricordato il Parroco 

Grande Crocerossina che donavi il tuo tempo al soccorso, e tra gli ultimi ! Ciao Angela". La ricorda Lidia Simone, con affetto, la ricorda Domenico Venuti Consigliere Regionale Assofante :" Un doloroso momento attraversa la Nostra ANF Per la perdita di una Gentildonna che ha  dato apporti significativi  nella collaborazione    alla nostra Istituzione e nel passato i suoi alti meriti umani li ha espressi anche con i CO.B-GE Inspired ONU UNESCO OMS dei quali era un ufficiale; come attenta scrittrice di valore e poetessa,  ha porto messaggi rilevanti  per i processi educativi dei giovani e meno esperenziali indirizzati sempre a sentimenti di fratellanza volti ai beni spirituali e di Amore sentito per la Patria cui credeva fermamente da come si puo' evincere dalle Sue splendide pagine. Ricordo    con profonda commozione che era un Componente delle Commissioni per la parte letteraria ed artistica del Premio internazionale "Elio Vittorini"  con l'adesione del Presidente della Repubblica Italiana e i supporti dell'ANF AssoFante. Noi oggi piangiamo la perdita di questa Donna di eccellenti  virtu'e ci uniamo con il nostro Cordoglio alla Sua famiglia alla quale ci siamo fortemente vicini. IL PRESIDENTE Domenico Venuti."

La ricorda e la piange l' Accademia Euromediterranea delle arti, presidente la scrivente, la piangono tutti coloro che l 'hanno conosciuta.

- di Maria  Teresa Prestigiacomo *

Riceviamo un gradito invito dall General manager del Taormina FilmFest di qualche anno fa Silvia Bizio:"Cari amici,

sono fiera e felice di condividere con voi il lancio del libro di mio zio, avvocato Giuseppe Grazzini, sui suoi ricordi quando era adolescente durante gli anni della seconda guerra mondiale a Roma. Io e mio zio ne parleremo in una diretta Facebook domani, giovedi' 10, alle 11.30 sulla pagina Facebook di Castelvecchi Editore.. sarebbe bellissimo sapervi collegati, se siete in un fuso orario italiano.. il libro e' bellissimo e racconta quei momenti vissuti che non si leggono sui libri di storia.. come ho sempre pensato, immagini di un film che scorre davanti ai nostri occhi."

Silvia Bizio (da Los Angeles)

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

Messina. Da non perdere l' appuntamento "francese" con MACHINE DE CIRQUE SHOW con Machine de Cirque

Director, co-writer and original idea: Vincent Dubé
Co-writers, co-directors: Yohann Trépanier, Raphaël Dubé, Maxim Laurin, Ugo Dario & Frédéric Lebrasseur
Music: Frédéric Lebrasseur
Circus artists: Guillaume Larouche , Thibault Macé, Philippe Dupuis, Samuel Hollis , Laurent Racicot
Musician: Frederic Lebrasseur or Steve Hamel or Olivier Forest (one musician at a time)
Artistic advisors: Patrick Ouellet, Harold Rhéaume & Martin Genest
Scenography advisors: Josée Bergeron-Proulx, Julie Lévesque & Amélie Trépanier
Costume Designer: Sébastien Dionne

Lighting Designer: Bruno Matte
Sound Design: René Talbot

Mechanical Engineer: David St-Onge
Technical Direction: Patrice Guertin

A Machine de Cirque production

Durata 90 minuti senza intervallo

In Machine de Cirque Show si immagina che solo cinque uomini sulla Terra siano sopravvissuti all’apocalisse e lottino per salvarsi e trovare altri superstiti. Sono aiutati in questo difficile compito da una macchina incredibile... Tuttavia sono particolarmente inclini a infilarsi in situazioni pericolose ed a fantasticare soluzioni inquietanti. Nel corso delle loro avventure appaiono bizzarri, nostalgici, molto comici: stupiscono il pubblico maneggiando in modo insolito e sapiente vari oggetti di scena come la bascula, le clave da giocoliere, una batteria e perfino degli asciugamani e mostrando come sia possibile stare al mondo senza avere attorno altre persone o computer!

03 MDC2 Stéphane Bourgeois

Lo spettacolo
Con lo spettacolo omonimo, varato nel 2016, hanno subito “fatto centro”: un tripudio di entusiasmo sia da parte del pubblico che della critica, e non solo nel mondo del circo canadese. Hanno effettuato infatti oltre 600 repliche toccando Stati Uniti, Giappone, e moltissimi Paesi europei. In “Machine de Cirque” si immagina che solo cinque uomini sulla Terra siano sopravvissuti all’apocalisse e lottino per salvarsi e trovare altri superstiti. Sono aiutati in questo difficile compito da una macchina incredibile...
Tuttavia sono particolarmente inclini a infilarsi in situazioni pericolose ed a fantasticare soluzioni inquietanti. Nel corso delle loro avventure appaiono bizzarri, nostalgici, molto comici: stupiscono il pubblico maneggiando in modo insolito e sapiente vari oggetti di scena come la bascula, le clave da giocoliere, una batteria e perfino degli asciugamani e mostrando come sia possibile stare al mondo senza donne o computer! Offrono anima e corpo per divertire e commuovere la platea, e grazie a quella leggerezza che nasce solo da un’elevatissima professionalità, danno vita a uno spettacolo energico, audace e intessuto di poesia.

05 MDC2 Stéphane Bourgeois

La Compagnia
Machine de Cirque è stata fondata nel 2013 su iniziativa di Vincent Dubé - artista circense da oltre 20 anni e titolare di una laurea in ingegneria civile. È direttore artistico e CEO della compagnia. Gli artisti circensi Raphael Dubé, Yohann Trepanier, Ugo Dario e Maxim Laurin, così come il polistrumentista Frédéric Lebrasseur, sono i suoi cofondatori.
Hanno unito le forze con Vincent nel 2015 per creare il loro spettacolo omonimo intitolato "Machine de Cirque", una creazione che ha riscosso un enorme successo di pubblico e di critica. The Boston Globe ha descritto lo spettacolo come "un'esibizione ispirata dall’acrobazia e da una brillante commedia "(Don Aucoin, 23 settembre 2016).
Lo spettacolo è stato presentato più di 600 volte in Francia, Giappone, Germania, Austria, Svizzera, Ungheria, Romania, Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Svezia, Spagna e Canada. E la produzione prosegue ...
Il secondo spettacolo "Truck Stop: The Great Journey" è stato lanciato con grande fanfara nell'estate del 2018, con un tour inaugurale di oltre 14.000 km. In poche settimane, Truck Stop è riuscito a raggiungere oltre 16.000 spettatori in tutto il Canada.
Nel 2019, la compagnia ha debuttato con la terza creazione: "La Galerie", mentre altre idee sono già sul tavolo per le nuove produzioni. Più recentemente, nel 2020, “Ghost Light: Between Fall and Flight” che ha fatto il suo debutto mondiale nel prestigioso Festival du cirque actuel CIRCA ad Auch (France). E nuove produzioni sono attualmente in fase di progettazione. Tutte si basano s
ui tre pilastri della firma artistica della compagnia: ingegnosità, musica dal vivo performativa e teatrale e ovviamente il circo. Con sede a Quebec City, la “mission” della compagnia è quella di riunire i vari attori dell'arte e della tecnologia con il circo in ogni singola creazione, concentrandosi sull’eccellenza produttiva e lo sviluppo del proprio team.

Teatro Vittorio Emanuele:
Sabato 12 febbraio 2022, ore 21:00
Domenica 13 febbraio 2022, ore 17:30



 

GAZZETTA DEL SUD DI MESSINA   non la smette di stupirci !  Un giornale serio ed indipendente dovrebbe privilegiare la divulgazione di fatti reali, importanti  PER la città,  positivi o negativi ,in egual misura . Al contrario , solo a titolo esemplificativo,  ieri  domenica 6 febbraio abbiamo  registrato un sommario  cenno a fronte di un fatto concreto , dirompente  per il futuro e l ‘immagine della città , come la realizzazione dell '  l-Hub tecnologico dello Stretto e ,viceversa, NELLO STESSO ARTICOLO grande risalto a proclami sgangherati ( i soliti COMUNICATI STAMPA) di alcuni PENTADEMENTI INCAPACI  di discutere nel MERITO dei rilievi sollevati  contro la gestione finanziaria di questa Amministrazione! Ebbene, abbiamo letto   parole al vento  dove volteggia  una profetica Cassandra che dissemina   sospetti e timori nel malcapitato lettore del quotidiano che non ha certamente l'obbligo di conoscere i meccanismi   che sottendono alla gestione economico-finanziaria di un Ente pubblico , ma vanta il diritto sacrosanto a ricevere corretta,  " NON FARLOCCA "  informazione  , utile solo a creare ad hoc  confusione e DISORIENTAMENTO

Signori PENTADEMENTI, se volete dar prova di serietà , capacità ed onestà intellettuale , invece di blaterare avviate un confronto nel MERITO, se non altro per guadagnarvi  i  lauti emolumenti  a carico di noi MALCAPITATI CONTRIBUENTI ..

        Ing. Carmelo Cascio

Da martedi 8 febbraio al lunedì 14 febbraio sarà possibile donare farmaci a chi ne ha bisogno nelle 31 farmacie di Messina che hanno aderito all'invito di Banco Farmaceutico, supportato localmente da Terra di Gesù Onlus, presieduta da francesco Certo.

Nella conferenza del 5 febbraio presenti Giovanni Crimi,presidente Federfarma Me,Nino Abate,vicepresidente Ordine dei Farmacisti, Giacomo Caudo,presidente Ordine dei Medici Me,Enrico Cannizzo delegato del Banco Farmaceutico,è stata evidenziata l'importanza di una donazione in questo momento di  grande crisi esacerbata dalla pandemia e l'impossibiltà di usufruire per il secondo anno consecutivo di volontari.

Il dott,Francesco Certo,nella veste di responsabile del Centro Medico Buon Pastore e dello Studio Medico Help Center,entrambe realtà vicine agli utimi, hanno chiesto in particolari donazioni di farmaci pediatrici,particolarmente carenti.

Lassativi,mucolitici,paracetamolo sono invece le medicine che sarebbe meglio non raccogliere perchè abbondanti nei dispensari.

Hanno aderito alla Raccolta del Farmaco le seguenti Associazioni:

Ammi Messina,Acisjf Messina,Isamupubbirazzu,Meter & Miles,Fidapa Capo Peloro,Cirs Messina che l'8 marzo inaugurerà il Punto Salute, I Fikissimi, Aiutiamoli a vivere Me,Centro Aiuto alla Vita V.Guarenghi.

Mons.Francesco La Camera,guida ecclesiastica di Terra di Gesù Onlus ha sottolineato come la carità si associ sempre a un momento di profonda spiritualità.

- di Gennaro Galdi -

Come scrive il noto critico operante in campo internazianale la prof ssa Maria Teresa Prestigiacomo, “…il silenzio e la riflessione destano gli oggetti della civiltà contadina siciliana, attraverso le opere di Galvagno;la storia stessa degli oggetti dall’artista osservati e rappresentati ( sedie impagliate, squassate dal tempo, piatti di coccio, lesionati dall’usura del lavoro delle madri…) tessono un ponte dal suo presente di artista siciliano, al suo passato di adolescente, ragazzo, in quel di Santa Maria di Licodia alle pendici dell’Etna che certamente (lo confermano gli scienziati) trasmette un forte, intenso influsso di campi energetici, attraverso le sue pietre, la sua lava. Galvagno le ama le pietre antiche, perché esse raccontano una loro storia; ama le sedie squassate dal tempo, quelle sedie che per motivi di spazio si appendevano al muro, nei casolari, case di campagna, in cui il colore era l’azzurro delle sedie povere, quell’azzurro che esprime l’artista, un azzurro, l’azzurro di Giotto, un colore che in Sicilia era funzionale ad allontanare le zanzare, fastidiosi insetti. Galvagno ama raccontare di vasi verde maculato, quei vasi di coccio antico, usati e riusati, rischiarati dalle tovaglie ricamate al Cinquecento da laboriose mani femminili della sua Trinacria.

Egli si ricongiunge, attraverso la sua pittura, a quel passato dei Padri, portatore di profondi valori antichi e veri. Ad hoc risulta, (in questo narrato pittorico, per messaggi), l’inserimento,(sul supporto della tela), pagine di quotidiani ritrovati ed antiche stoffe, quali l’antica juta, oppure la tovaglia bianca bianca di varichina, ricamata o traforata, incollate, le stoffe, sul supporto pittorico, quasi come un marchio dell’artista, un leit motiv l’introduzione delle sue stoffe”…

Tornando agli oggetti rappresentati da Galvagno, legati alla civiltà contadina siciliana: essi stessi sembrano custodire la memoria di quel Giuseppe-bambino, come sostiene Marguerite Yourcenar, en gardant sa phisionomie d’antan (i luoghi, le sedie e gli utensili conservano la memoria dell’artista: non vi è, pertanto, solo la memoria da parte dell’artista, nei confronti dei luoghi e delle cose…). Si compierebbe, intendo dire, nelle opere di Galvagno, una sorta di doppio processo di memoria storica che, sottolineo, non è solo nostalgia di un tempo passato (in cui la felicità era fatta di piccole cose), ma è una commistione di un forte rimpianto per un’epopea di valori universalmente riconosciuti.” (stralcio dalla recensione del critico Maria Teresa Prestigiacomo#). Da redattore di questo articolo, non mi sono sentito di aggiungere nulla alla sintesi dello splendido lavoro di decodificazione delle opere del pittore Galvagno. Aggiungo soltanto la sua biografia sintetica ed accludo una foto tra le tante della sua produzione che omaggia la civiltà contadina.

   Pippo Galvagno nato a Santa Maria Di Licodia (CT) 64 anni residente a Enna 

diplomato presso il Liceo Artistico di Catania

Ho Partecipato a diverse collettive; di recente, presso Il Palazzo Maschio Angioino di Napoli.  

Vincitore di diverse estemporanee. 

Nel 2016 al concorso 9a edizione Anna Pandolfi ad Acitrezza con il quadro "La sedia" l’artista si è classificato al primo posto #Maria Teresa Prestigiacomo è docente di Lettere di Ist d’Istr. Superiore di Secondo Grado, in pensione; giornalista, critico d’arte e letterario; direttore per Arte e Cinema di red Carpet magazine on line cartaceo inglese italiano, redazione Parigi Lugano New York; redattore capo del Giornale Ufficiale dei TaorminaBnlFilmFest per molti anni. Art and book events in Europe: Parigi, Londra, Cartagena, Dusseldorf, Berlino, Bruxelles, Roma, Venezia, Padova Taormina Catania… and Hammamet. Presidente Accademia Euromediterranea delle Arti. VicePresidente patronesse Assofante Messina ric. dal Min della Difesa. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti nazionale Roma, iscritta all’ODG giornalisti pubblicisti Sicilia Palermo.

Iscritta all’UCSI unione Stampa Giornalisti Cattolici.

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Roma. Intervista in Tv per il Santo Padre nella nota trasmissione, condotta da Fazio che non ha potuto trattenere le sue lacrime di commozione, ieri sera, alle 20.30 quando, finito di ascoltare Papa Francesco,  avrebbe dovuto riprendere la trasmissione. Un' intervista straordinaria che mi ha fatto molto riflettere sulla semplicità  di questo Papa, completamente all' opposto di quello che sarebbe stato il suo "predecessore"( per cosi dire). Sul web, il dibattito divide: qualcuno criticava la presenza del Santo Padre in Tv pur in streeming, al contrario, la maggioranza ha dichiarato di avere ricevuto un messaggio di maggiore vicinanza di Papa Francesco alla gente. Ha coinvolto emotivamente  tutti, il suo discorso, le sue risposte. In particolare, mi hanno fatto riflettere le sue parole sull' accoglienza e il fatto di avere esorcizzato la solitudine, rifiutando di vivere nel Palazzo Pontificio. Inoltre, mi ha colpito la sua ultima dichiarazione:"Ho amici, certo, SONO POCHI!" Del resto come tutti noi:i veri amici sono sempre pochi, tanto che siamo soliti affermare che i veri amici si contano sulle dita della mano!

 Ed è  sul web che abbiamo scelto la riflessione piu interessante, espressa da un medico  specialista che, con devota attenzione, ne ha registrato, come un valente giornalista, i più significativi passaggi, regalandoci profonde considerazioni che i social, solo a volte, possono veicolare. Da Domenico Sinagra, questo il nome del medico di cui parliamo, su facebook: "Gesù Cristo si sottoponeva spesso a interviste. Le concedeva a tutti, ai notabili dell’epoca, religiosi e non. Agli eretici dell’epoca, i sadducei, a persone comuni. Di giorno, alla luce del sole, ad inviati speciali, come i discepoli di Giovanni Battista, e anche di notte, come a Nicodemo. Soltanto durante il processo, religioso presso il Sinedrio, laico presso la Procura di Pilato, furono più i silenzi che le parole. Ma quelle più che interviste erano accuse foriere di morte.

L’intervista di Papa Francesco di ieri sera a Fabio Fazio non  è la prima che un Pontefice concede a un giornalista televisivo (Benedetto XVI ne concesse una alla televisione polacca), e pertanto non è la prima intervista in assoluto di un Pontefice. Anche Giovanni Paolo II ne concesse a giornalisti, e inaugurò la consuetudine delle interviste in aereo, di ritorno dai suoi pellegrinaggi per il mondo.

Anche in questo, Papa Francesco, in linea con i precedenti Pontefici, come per il Magistero e per la prassi. 

Andando ai contenuti, essi hanno assunto la forma della comunicazione più schietta, quella dell’Evangelo. Una comunicazione che parte dalla vita, che “tocca” l’interlocutore come Dio ha “toccato”, anzi si è reso partecipe in pieno, della natura umana. Chi si preoccupa dell’ ortodossia più che del “cuore” della Parola, non capisce che ortodossia cristiana è la misericordia più che il rigore, la condivisione più che il clericalismo, la spoliazione più che il rivestirsi di orpelli superflui, Francesco di Assisi più che l’Inquisizione. I “difensori della fede” devono arrendersi all’evidenza che la Chiesa marcia irreversibilmente sulle orme del Concilio, più che sulle logore pagine del devozionismo o del legalismo. E ciò in perfetta continuità (e Papa Francesco si è autoaccusato di plagio nei confronti di Paolo VI) con il Magistero dei Pontefici che lo hanno preceduto. Con un piglio nuovo, forse diverso nella sensibilità verso un mondo che si evolve precipitosamente e che richiede in fretta risposte, che non facciano ripiegare la Chiesa su se stessa come vorrebbero certi “profeti di sventura” o “nostalgici di roghi”.

Il tutto detto da un “uomo” che conosce innanzitutto i suoi limiti, che è consapevole (e questo è inusuale in un membro della gerarchia, laica o cattolica che sia) di non essere gravato da pesi diversi da quelli di altri uomini, anch’essi provati e sofferenti. Che ascolta musica, che fa quattro chiacchiere con gli amici, che parla con tutti. Che non ha il “vizio”, radicato spesso nel clero,  di elevarsi sugli altri, di circondarsi di ruffiani e cortigiani, di conoscere la realtà per sentito dire, adeguatamente camuffata, come diceva don Milani, “da un muro di carta e di incenso”".

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